Foreste, cambiamenti climatici, servizi ecosistemici: i

“Il suolo: chi era, costui?”
"Il suolo! Questo nome mi par bene d'averlo letto o sentito; doveva essere un affare di studio, un oggetto di
scienza: è un nome di quelli; ma chi diavolo era, costui?"
Quanta sfrontatezza per aver preso a prestito, parafrasandola, la celebre frase dell’ottavo capitolo dei
Promessi Sposi! Non più Carneade, no, bensì il suolo! Tuttavia, pensando alla conoscenza che la media di
noi tutti ha del suolo … la domanda è più che lecita:
‘Il suolo: cos’é?’
Tutti noi abbiamo i piedi per terra, tutti noi viviamo perché dal suolo sono tratti gli alimenti che ci servono
per vivere, la nostra casa è sul suolo, il suolo è cosa altrettanto essenziale alla vita dell’aria e dell’acqua ma
… quanti di noi possono realmente sapere di conoscere il suolo e le sue funzioni ecosistemiche?
‘Dirt’ ovvero ‘sporco’: è questo uno dei modi in cui il suolo è chiamato in lingua inglese. Lingua stupenda, a
mio avviso, sintetica e precisa, eppure … sporco perché il fango inzacchera le nostre scarpe quando
camminiamo sulla terra? Altro che sporco, il suolo è la radice della Vita!
Thoreau, ecologista americano ante litteram del secolo scorso, ammirava gli indiani Lakota. Dice ‘Frederick
Gros nel suo libro ‘Andare a piedi – filosofia del camminare’: “[Gli indiani Lakota] consideravano la terra
stessa quale fonte sacra e di energia. Sdraiarsi su di essa permetteva il riposo e sedersi direttamente sul
suolo dava più saggezza durante le assemblee, camminare sentendo il suo contatto rendeva più forti, più
resistenti. La terra, inesauribile fonte di forza: perché essa è la madre originaria, la nutrice, ma anche
perché racchiude nel suo seno tutti gli antenati morti. Essa è l’elemento della trasmissione. Così, anziché
tendere le mani al cielo per implorare la grazia delle divinità celesti, l’indiano d’America preferisce
camminare scalzo sulla terra.” E dal libro ‘A winter walk’ di Thoreau ‘[L’indiano Lakota] amava la terra e
tutte le cose della terra, e la sua dedizione cresceva con l’età. I vecchi erano – letteralmente – innamorati
del suolo e non si sedevano né si riposavano sulla nuda terra senza la sensazione di accostarsi alle forze
materne. La terra era soffice sotto la pelle ed essi solevano togliersi i mocassini e camminare scalzi sul
sacro suolo. […] Il suolo calmava, fortificava, lavava e guariva. Ecco perché i vecchi indiani, per non
separarsi dalle forze vitali, preferivano sedersi sulla nuda terra. Sedersi e sdraiarsi permetteva loro di
pensare più profondamente, di sentire con maggiore intensità; contemplavano allora con accresciuta
chiarezza i misteri della vita e si sentivano più vicini a tutte le forze viventi.’
Anche in Italia ci sono persone che dedicano la propria esistenza per difendere il suolo. Sono pedologi,
ovvero tecnici agronomi esperti nell’analisi e nell’interpretazione del suolo, persone sconosciute e
fors’anche ritenute dai più tizi un poco strani ed eccentrici, mentre in realtà rappresentano i veri difensori
dell’importanza della terra. Sono, anche, ingegneri, urbanisti ed esperti del Paesaggio (quello con la ‘P’
maiuscola) che ogni giorno non si stancano di denunciare gli sfregi ambientali perpetrati nel Bel Paese che,
pure, ha inserito nell’articolo 9 della Costituzione la salvaguardia del paesaggio ‘La Repubblica … Tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.’ Ne conosco alcuni, di pedologi ed esperti del
Paesaggio e ciascuno di loro meriterebbe un monumento, interamente d’oro e non solo placcato d’oro come
la Madonnina sul Duomo di Milano, da mettere sulla guglia più alta della pubblica coscienza. Ma tant’è, la
coscienza nazionale in merito, è veramente molto debole. Ogni giorno c’è chi svende il territorio ad interessi
di parte e questo qualcuno spesso si trova proprio nei palazzi delle istituzioni, ossia proprio laddove
dovrebbe nascere la coscienza collettiva. Basta pensare agli sviluppi della legge regionale lombarda che
limita il consumo di suolo ma che esclude dai parametri di calcolo del consumo le opere infrastrutturali a
carattere sovracomunale, ad esempio le autostrade, gli ospedali ecc. ossia proprio le opere che rappresentano
gran parte del reale consumo di suolo! Quanta ipocrisia!
Mi è stato chiesto di parlare del suolo, per l’Associazione di appassionati di montagna di cui anch’io mi
ritengo parte attiva. Non sono un pedologo, non sono un urbanista, sono solo un cittadino che si scandalizza
di quanto avviene ogni giorno. Cercherò di tratteggiarvene un breve ed imperfetto ritratto. Nel box in calce
trovate poi una sintesi con alcuni numeri, pochi ma pesanti! Sono debitore per una parte delle informazioni
ad un pieghevole illustrativo a corredo dell’iniziativa ‘People4soil’ di cui pure più avanti vi parlerò.
COS’E’ IL SUOLO?
Il suolo rappresenta il punto di chiusura del cerchio tra piante viventi, sostanze organiche morte e
degradazione delle stesse, che consente la loro riassimilazione come componenti nutritive.
Per formare uno strato di suolo di 5,0 cm occorrono 1000 anni.
La benna di una scavatrice ci mette una frazione di secondo per asportarlo!
In un profilo pedologico si distinguono la lettiera superficiale, il topsoil (la parte superiore), il subsoil, meno
ricco di sostanze nutritive ed al di sotto, ove presente, il substrato roccioso.
Vi sono molti tipi differenti di suoli, da quelli sottili (e pertanto delicatissimi!) dell’area alpina, di cui
parleremo tra poco, ai suoli di torbiera, a quelli ricchi di pianura irrigua e di risaia.
Il rapporto tra suolo e paesaggio è inscindibile, forse ancor più dell’elemento antropico, in quanto è
quest’ultimo che ha dovuto adattarsi al primo, e non viceversa.
L’humus è la sostanza organica stabile rielaborata nel suolo ad opera dell’attività biologica.
A sua volta humus e suoli sono influenzati da vari parametri:
 la vegetazione,
 il clima,
 il pH,
 il rapporto carbonio/azoto;
 la fauna presente,
 i microrganismi,
 il grado di mineralizzazione.
Il suolo offre varie categorie di servizi ecosistemici:
 servizi ecosistemici di approvvigionamento, quali:
o Cibo (primario per l’uomo e per gli erbivori, a loro volta alla base della catena superiore);
o Acqua (come depurazione e regolazione)
o Fibre naturali (es. cotone, canapa, lino, ecc.)
o Combustibili (es. legna da ardere, torba, ecc.)
o Materie prime grezze (ad es. argilla per laterizi)
o Rifugio per specie animali (es. marmotte, talpe, ricci, tutta la microfauna del suolo, ecc)
o Stabilità dei versanti e delle superfici dall’erosione;
o Sede di risorse genetiche
 Servizi ecosistemici di regolazione, quali:
o Controllo dell’erosione e del trascinamento dei suoli fertili da parte dell’acqua;
o Regolazione del clima (stoccaggio di carbonio nel ciclo del carbonio)
 Servizi ecosistemici di supporto, quali:
o Ciclo tra materia morta da decomporre, trasformata in nutrienti primari per le piante verdi;
o Produzione primaria di cibo;
o Processi di formazione del suolo con i microrganismi del suolo (invertebrati, batteri, ecc.);
 Servizi ecosistemici di tipo culturale, quali:
o Conservazione duratura del patrimonio archeologico;
o Valore estetico / paesaggistico con gli aspetti connessi al turismo, allo svago, alla ricreazione
fisica e psichica.
IL SUOLO E’ CIBO
Il più importante servizio ecosistemico è quello di supporto alla produzione alimentare.
In Italia scompare suolo agricolo, sia per l’aumento di estensione delle aree boscate in quanto derivanti
dall’abbandono delle aree già destinate a pascolo o coltura a causa della marginalità produttiva, sia,
soprattutto, a causa dell’espansione urbana ed infrastrutturale. In Europa sono scomparsi dal 1990 più di un
milione di ettari coltivati, perdendo autosufficienza alimentare per circa 6 milioni di persone! Tanto per fare
un altro esempio concreto per effetto dell’urbanizzazione e della crescita delle infrastrutture la sola Regione
Lombardia ha perso tra il 1980 ed il 2012 235.000 ettari di suolo coltivato perdendo la capacità di alimentare
con cibo prodotto su suolo regionale circa 1.400.000 abitanti, ciò a fronte di una variazione demografica
regionale nello stesso periodo di circa 900.000 abitanti in più (da 9.100.000 abitanti a circa dieci milioni).
Per di più i regimi di coltivazione intensiva con grandi monocolture, con largo uso di mezzi agricoli pesanti,
prodotti chimici e pesticidi hanno danneggiato e stanno danneggiando la struttura e l’ecologia dei suoli
causando erosione, perdita di sostanza organica e contaminazione diffusa.
Un altro grave problema che si sta presentando causa un distorto uso di incentivazioni è la trasformazione da
colture da cibo a colture per mangimi animali e biocarburanti. Si stima che per soddisfare la domanda di
biocarburanti entro il 2020 verranno convertiti da 4,7 a 7,9 milioni di ettari di terreno, una superficie più
grande dell’Irlanda.
Nello stesso tempo i cittadini hanno perso la consapevolezza dell’importanza di mangiare cibi sani e che la
qualità del cibo dipende dalla qualità della terra che lo ha prodotto.
IL SUOLO E’ NATURA
Il suolo è uno degli habitat più biodiversi ed uno degli ecosistemi naturali più complessi, con una
moltitudine di organismi differenti: un tipico suolo contiene diverse specie di vertebrati e lombrichi, 20-30
specie di acari, 50-100 specie di insetti, decine di specie di nematodi, centinaia di specie di funghi e migliaia
di specie di batteri, con un peso totale stimato della materia vivente per ettaro superiore a quello di un
elefante di medie dimensioni (5 tonnellate).
I microrganismi decompositori sono responsabili di più del 90% della mineralizzazione dei suoli a partire
dalla degradazione della materia organica. Le sostanze minerali infatti sono utilizzate dalle piante verdi per
la crescita: senza suoli sani materia ed energia non possono più fluire dai produttori primari (piante) ai
consumatori primari (erbivori) e secondari (predatori) danneggiando irrimediabilmente la catena alimentare
e quindi minacciando la sopravvivenza delle specie di superficie e dell’uomo stesso, che vive dei prodotti
della terra!
Questi microrganismi (ed in particolare i lombrichi) migliorano la permeabilità del suolo all’acqua e ai gas,
rendendolo più sano e consentendo di incrementare consistentemente la capacità di trattenere l’acqua
piovana. L’uso di fertilizzanti e pesticidi altera invece la dinamica delle popolazioni e destabilizza la qualità
del suolo.
La trasformazione da suolo forestale a suolo agricolo intensivo e soprattutto a suolo urbanizzato
impermeabilizzato blocca l’apporto di acqua e di materia organica e provoca la morte irreversibile del suolo,
che da un punto di vista biologico viene perso per sempre (almeno nell’orizzonte temporale della storia
umana, vista la lentezza con cui su riformano, v. box): in questo senso il suolo è realmente una risorsa non
rinnovabile!
IL SUOLO E’ SALUTE
Le aree verdi urbane contribuiscono al benessere ed alla salute delle persone. A titolo esemplificativo nel
progetto LIFE Carbomark delle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia, da poco completato, e che aveva
per oggetto la quantificazione e valorizzazione economica, mediante mercato, dei crediti di carbonio da
accrescimenti forestali certificati. Con l’intento di incrementare le aree verdi urbane e la loro qualità nel
Progetto Carbomark erano valorizzati anche i crediti di carbonio da forestazione urbana.
Ai fini residenziali e produttivi il consumo di suolo può essere quasi del tutto eliminato con il recupero delle
aree dimesse, aree che in parte possono di nuovo essere destinate a spazi verdi urbani.
La varietà e diversità di organismi presenti nel suolo costituisce un’importante fonte di risorse chimiche e
genetiche da utilizzare soprattutto in ambito farmaceutico ed in bioingegneria. Al contrario il rilascio di
agenti inquinanti nel suolo comporta intossicazioni alimentari ed inquinamento delle falde idriche ed in
Italia è atto perseguito penalmente dalla vigente legislazione. Si stima che in Europa siano almeno 250.000 i
siti ex industriali che necessitano di bonifica: oli minerali e metalli pesanti rappresentano circa il 60% dei
contaminanti presenti nei suoli europei. Una contaminazione diffusa dei suoli avviene, oltre che in caso di
sversamenti colposi o dolosi anche per il rilascio di agenti inquinanti contenuti nel particolato atmosferico o
nelle acque piovane, in caso di inondazioni e con i prodotti utilizzati nell’agricoltura intensiva. I costi per
rimediare a siti inquinati per il 42% risultano essere soldi pubblici, ossia di tutti noi.
Il suolo nei confronti degli inquinanti agisce da filtro: i primi strati di terreno, ove possibile, neutralizzano
biologicamente gli inquinanti, e regolano anche la purezza delle acque; inoltre il terreno funziona da
assorbente in caso di forti precipitazioni rallentando il deflusso superficiale ed i dissesti. Al contrario in aree
fortemente urbanizzate il suolo scoperto residuo permette solo una percolazione delle acque molto limitata o
del tutto assente.
Le aree urbane o suburbane con presenza di vegetazione d’alto fusto risultano significativamente più fresche
in estate (2-3 °C in meno) con minori necessità di utilizzo di impianti di climatizzazione (con le relative
emissioni inquinanti e costi di esercizio) e riducendo quindi l’effetto ‘isola di calore’.
IL SUOLO E’ FUTURO
Il suolo è la più grande riserva di carbonio atmosferico dopo gli oceani.
Nei boschi più del 50% dello stoccaggio di carbonio atmosferico avviene nel suolo, mentre il 40% è
accumulato in forma temporanea nelle piante ed il 10% nella necromassa (ossia le piante morte).
A seconda dei tipi di suolo il carbonio organico va da pochi kg/m2 sino ad oltre 100 nei primi 100 cm di
profondità, ma una buona parte del carbonio è contenuto nei primi 20 cm.
Il suolo da assimilatore diventa un emettitore allorquando la foresta viene incendiata (le emissioni relative
alla combustione delle piante si aggiungono) o tagliata e sottoposta a variazioni di destinazione d’uso (ad es.
da bosco a coltura agricola intensiva od urbanizzato); in queste condizioni il suolo rilascia, in un tempo
nell’ordine di 50-100 anni, una parte consistente del carbonio organico accumulato, contribuendo
ulteriormente al riscaldamento globale.
Ci sono tecniche agricole che salvaguardano la corretta gestione dei suoli ed altre, sinora poco praticate, che
potrebbero consentire la massimizzazione dello stoccaggio di carbonio nei suoli in modo semipermanente, in
questo realizzando un’operazione di compensazione delle emissioni da fonti fossili. Freeman Dyson nel suo
testo ‘A many coloured glass – reflections on the place of life in the universe’, disponibile per ora solo in
inglese, afferma: “Il problema della CO2 in atmosfera è un problema di gestione del suolo, non un
problema di meteorologia. Nessun modello matematico dell’atmosfera e degli oceani può sperare di predire
il modo in cui potremo gestire il nostro suolo”.
Ma il suolo può svolgere appieno la sua funzione solo se in agricoltura ed in silvicoltura sono utilizzate
buone pratiche, come ad esempio la limitazione dell’aratura profonda.
Causa la riduzione dei suoli europei la domanda di suoli agricoli al di fuori dell’Europa (intesa come UE a
27 stati) è aumentata: 52 milioni di ettari acquisiti in Asia, 31 in Sudamerica, 25 in Africa, 15 in
Nordamerica, 8 in Oceania ed altri 7 da altri paesi europei extra UE. Gran parte di queste acquisizioni è
opera di grossi gruppi agroindustriali multinazionali che acquistano grandi estensioni. Quando ciò avviene
nei paesi poveri vengono sottratti suoli agricoli potenzialmente produttivi alle popolazioni locali,
riducendone l’autosufficienza alimentare e creando le condizioni per l’espulsione delle nuove generazioni
dal sistema produttivo locale, che, non potendo più disporre dei mezzi economici per la sussistenza o
l’acquisto di nuova terra alimentano le migrazioni: come si vede, tutto risulta collegato!
I SUOLI DI MONTAGNA: ALCUNI SPUNTI DI RIFLESSIONE
I suoli di montagna sono, tra tutti, i più delicati:
 il suolo di media ed alta montagna è coperto da neve o con basse temperature per molti mesi l’anno:
questo rallenta notevolmente la formazione di nuovo suolo e la rigenerazione di quello esistente e
l’opera di depurazione biologica delle acque;
 i suoli montani in genere sono suoli molto sottili, a causa della presenza già a modesta profondità del
substrato roccioso: se il substrato è calcareo, è in genere permeabile all’acqua ed il suolo è di regola
arido e più soggetto ad incendi; se il substrato è di roccia cristallina è più impermeabile e ricco di
acqua; in alcune zone già soggette ad escavazione glaciale in rocce cristalline numerosi sono gli
ambienti alpini di torbiera, tra i più ricchi di biodiversità;
 i suoli montani, essendo situati su versanti spesso acclivi, sono i più soggetti a franamenti ed
erosione;
 i suoli montani sono normalmente in aree poco o per nulla abitate: in caso di incendi (soprattutto se
dolosi) l’intervento risulta molto problematico;
 i suoli di conifere (in Italia sono tipicamente suoli montani) sono di regola potenzialmente acidi e
poco produttivi; i boschi di aghifoglie possiedono quasi sempre un tipo di humus con rapporto
carbonio/azoto molto elevato, di difficile mineralizzazione: pertanto il sottobosco di un bosco di
conifere è, in genere, povero; al contrario i suoli di latifoglie e quelli misti sono più ricchi di specie
arbustive ed erbacee e supportano meglio anche la biodiversità animale; un proverbio africano dice:
“Gli alberi fanno piovere”: ed è realmente vero, in quanto la presenza di ampie estensioni boscate
modifica il clima locale!
 la presenza di animali al pascolo può alterare significativamente la natura del suolo e le specie
botaniche presenti per gli apporti di materiale azotato delle deiezioni animali.
L’INIZIATIVA ‘SALVA IL SUOLO’
E’ partita l’iniziativa dei cittadini Europei (ICE) “People 4 soil” ovvero “Gente per il suolo”, in Italia per
maggiore semplicità è stata chiamata iniziativa ‘Salva il suolo’.
L’iniziativa consiste nel raccogliere almeno 1 milione di firme di cittadini in tutta Europa sotto forma di
petizione con un testo che trovate su www.salvailsuolo.it . L’adesione, a differenza delle petizioni sui siti
internet di raccolta firme, richiede dati personali completi dei riferimenti di identità.
La petizione, che ha un valore equivalente a quello che in Italia ha la raccolta firme per l’istituzione di un
referendum, consiste nel sollecitare le Istituzioni Europee nella redazione di una direttiva od una
legislazione comune che imponga vincoli stringenti all’uso di suolo e che risulti vincolante in tutti i Paesi
superando quindi le legislazioni nazionali e regionali, inesistenti o solo parzialmente efficaci perché spesso
viziate da interessi di parte (vedasi quanto sopra detto per la legislazione regionale lombarda).
L’iniziativa, a livello europeo, è sostenuta da più di 400 organizzazioni; in Italia le associazioni sinora
ufficialmente aderenti sono ACLI, Coldiretti, FAI, INU, Legambiente, Lipu, Slow Food, WWF.
L’adesione può essere data nei punti di raccolta che verranno organizzati, oppure direttamente sul sito
www.salvailsuolo.it . Personalmente chi scrive ha aderito ed invita tutti Voi a fare altrettanto diffondendo
l’iniziativa nelle Vostre Sezioni CAI.
In conclusione voglio riproporvi la domanda con cui ho aperto:
‘Il suolo: cos’é?’
Spero che queste poche note vi abbiano fornito alcuni elementi informativi utili ed abbiano ridestato il
vostro interesse sull’argomento. Di seguito vi propongo, in modo assolutamente non esaustivo, alcuni
ulteriori spunti di approfondimento, quali siti Internet e bibliografia, privilegiando contributi che possono
essere scaricati direttamente da Internet (la maggior parte dei documenti scaricabili sono in lingua inglese).
Se ritenete di proporre ulteriori spunti di discussione o di approfondimento della tematica, oppure critiche
od osservazioni, contattatemi pure liberamente all’indirizzo email sottoriportato.
Massimo Silvestri, ORTAM CAI Bergamo
Email: [email protected]
Sitografia essenziale:
www.salvailsuolo.it;
www.people4soil.eu/;
www.inu.it ;
www.consumosuolo.it ;
www.analistiambientali.org/ ;
http://www.fao.org/global-soil-partnership/intergovernmental-technical-panel-soils/en/
Alcuni riferimenti bibliografici:
Salvatore Settis (2011) “Paesaggio costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado
civile” Einaudi, Torino. (Testo fondamentale sulla salvaguardia del paesaggio nazionale: v.
http://www.einaudi.it/libri/libro/salvatore-settis/paesaggio-costituzione-cemento/978880619871 )
AA.VV (2011) “L’uso del suolo in Lombardia negli ultimi 50 anni” ERSAF, Regione Lombardia, Milano
(si scarica al link:
http://www.ersaf.lombardia.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=16908&idArea=16914&idCat=16918
&ID=27091 )
ISPRA (2014) “Il consumo di suolo in Italia” – Rapporto, Roma (si scarica al link:
http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_Consumo_di_Suolo_in_Italia_2014.p
df )
AA.VV “Soil Atlas of Europe” European Commission, JRC, ESDAC (si scarica al link:
http://esdac.jrc.ec.europa.eu/content/soil-atlas-europe )
AA.VV “European Atlas of Soil Biodiversity” European Commission, Luxembourg (si scarica al link:
http://esdac.jrc.ec.europa.eu/content/atlas-soil-biodiversity )
FAO - ITPS (2015) “Status of the world’s soil resources” (si scarica al link:
http://www.fao.org/documents/card/en/c/c6814873-efc3-41db-b7d3-2081a10ede50/ )
Georgescu Rogen N. (2003, edizione italiana) "Bioeconomia. Verso un’altra economia ecologicamente e
socialmente sostenibile” Bollati Boringhieri, Torino. (vedere, ad esempio:
http://www.bollatiboringhieri.it/scheda.php?codice=9788833914671
Comolli Roberto (2014) Dispense del corso di pedologia applicata. Università Bicocca, Milano
Centro Ricerca Sui Consumi di Suolo (CRCS) (2010) Rapporti anni 2009, 2010, 2012, 2014, 2015. INU
edizioni, Roma (alcuni si scaricano al link: http://consumosuolo.org/pubblicazioni/rapporti-crcs/ )
Centro Ricerca Sui Consumi di Suolo (CRCS) (2012) “TERRA! Conservare le superfici, tutelare la risorsa:
il suolo, un bene comune” (l’indice si scarica al link: http://consumosuolo.org/pubblicazioni/rapporti-crcs/ )
Pileri Paolo (2015 e 2016) “Che cosa c’è sotto: il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo’ Altra
Economia edizioni. (V. ad es. https://altreconomia.it/prodotto/che-cosa-ce-sotto-nuova-edizione-2016/
recensione su http://www.casadellacultura.it/480/per-una-nuova-cultura-del-suolo )
Zanella ed altri (2011) “European humus forms reference base” (si scarica da:
http://intra.tesaf.unipd.it/people/zanella/PDF/ZanHf2011.pdf )
BOX: ALCUNI NUMERI SUL SUOLO ….
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La produzione di cibo dipende da uno strato profondo da 30 a 100 cm.
Il 95% del cibo arriva dal suolo agricolo.
Un ettaro di suolo agricolo può produrre cibo per 6 persone.
Una gestione globale sostenibile potrebbe produrre il 58% di cibo in più.
Per creare naturalmente 5 cm di suolo fertile occorrono 1000 anni!
Il suolo raccoglie un quarto della biodiversità del Pianeta: ci sono più organismi in una palata di terra che uomini sulla
Terra!
1 ettaro (ovvero un quadrato di 100 m di lato) di suolo non urbanizzato trattiene sino a 3,8 milioni di litri d’acqua (380
litri/m2): ci vorrebbero 143 TIR per portar via i 3,8 milioni di litri d’acqua che un ettaro di suolo non cementificato
trattiene spontaneamente!
Il suolo libero è il maggior deposito di carbonio delle terre emerse: nei primi 30 cm si accumulano sino a 60 tonnellate
di carbonio per ettaro.
Il 3% delle imprese agricole europee controlla il 50% dei terreni agricoli.
A livello mondiale nel 2007 il totale di ettari utilizzati per produrre cibo non consumato (ossia gli scarti alimentari) era
pari a 1,4 miliardi di ettari, un’area superiore alla superficie del Canada.
Quando un territorio viene urbanizzato, ossia impermeabilizzato, nell’arco di un periodo temporale tra 50 e 100 anni il
carbonio accumulato nel terreno viene rilasciato in atmosfera sotto forma di CO 2 peggiorando i cambiamenti climatici.
Il suolo libero mondiale trattiene 4000 miliardi di tonnellate di carbonio: il problema del cambiamento climatico
globale potenzialmente potrebbe essere risolto con una diversa gestione dei suoli e delle foreste a livello mondiale in
modo che le emissioni antropiche da fonti fossili potrebbero essere stoccate permanentemente nell’ecosistema suolo!
Attualmente non esiste una legislazione internazionale che impedisca la deforestazione estensiva nella fascia
subtropicale: sarebbe invece la prima cosa da imporre, data l’importanza per la stabilizzazione climatica!
La Cina è il Paese che negli ultimi 20 anni ha riforestato di più (circa 1 milione di ettari).
Ogni anno nel mondo si perdono 50000 km2 di suolo causa urbanizzazione (una superficie superiore a quella di
Piemonte e Lombardia messe insieme!).
In Europa ogni ora sono consumati 11 ettari di suolo agricolo (circa 1000 km2 all’anno).
In Italia la superficie urbanizzata vale il 7,3% della superficie totale e si incrementa di 55 ettari al giorno; ogni giorno si
perde quindi la possibilità di produrre cibo per 330 persone, si aumenta di 209000 m 3 il volume potenziale di acque da
gestire e si aumenta potenzialmente la CO2 rilasciata causa l’impermeabilizzazione dei suoli di 13500 tonnellate.
Il 5 dicembre è la giornata mondiale del suolo indetta dalla FAO.
Dati sintetici in gran parte tratti dalle prime pagine del testo:
Paolo Pileri (2015) ‘Che cosa c’è sotto: il suolo, i suoi segreti, le ragioni per difenderlo’ Altra Economia edizioni.