SULFAMIDICI Questi farmaci, derivati dalla sulfanilamide, sono stati scoperti negli anni ’30 quando Domagk (Bayer, Germania) osservò che gli azocoloranti RN=N-R contenenti gruppi solforici o sulfonamidici avevano ottime caratteristiche tintoriali poiché si fissavano bene sulle fibre proteiche (lana, seta). Da qui la speranza che essi potessero essere trattenuti selettivamente da qualche batterio patogeno e non dalle cellule umane, funzionando da veleno selettivo. Il Prontosil rosso (rubrum), 9-sulfamido-2,4- diaminoazobenzene, si dimostrò efficace in vivo contro infezioni streptococciche del topo, ma risultò inattivo in vitro. Trefonel e Bovet più tardi identificarono il prodotto attivo della degradazione metabolica del colorante Prontosil rosso, la sulfanilamide, insieme al prodotto inattivo 1,2,4-triaminobenzene. Questa scoperta apre l’era degli antinfettivi e procura il premio Nobel per la medicina del 1938 ai ricercatori coinvolti. E’ da notare che la sulfanilamide era stata già sintetizzata nel 1908. I sulfamidici hanno poi perso parte della loro importanza con l’avvento degli antibiotici. I sulfamidici sono dei batteriostatici efficaci nei confronti dei GRAM positivi (streptococcus e stafilococchi pyogenes, pneumococchi, stafilococchi) mentre sono meno attivi verso i GRAM negativi (gonococchi, meningococchi). Sono inattivi nei confronti di spirochete leptospiro, mycobacterium tubercolosis, leprae, plasmodi, funghi in generale e virus). Sulfamidici 1 NH2 H2N N N SO2NH2 Prontosil Rubrum H2N N NH2 N SO2NH2 4 H+ + SO2NH2 Sulfamidici NH2 NH2 NH2 NH2 2 CLASSIFICAZIONE DEI SULFAMIDICI 1) Sulfamidici prontamente assorbiti e prontamente escreti Sulfamidici classici. Sono i primi ad essere stati introdotti, presentano l’inconveniente che, dopo poche ore, il loro livello ematico si riduce costringendo, quindi, a ripetere la somministrazione 0,5-1 g ogni 4-6 ore. Sono sostanze non molto solubili; procurano danni renali. Comprendono: Solfadiazina e Solfamerazina. 2) Sulfamidici prontamente assorbiti ma lentamente escreti Sulfamidici ritardo. Sono sostanze che vengono eliminate lentamente e in quantità limitata mantenendo, quindi, un livello ematico più elevato, che permette di Comprendono: ridurre i dosaggi Solfadimetossina, di somministrazione. Solfametossipiridazina, Solfametossidiazina. 3) Sulfamidici intestinali Sono sostanze che dopo la somministrazione orale non vengono assorbiti o sono assorbiti molto scarsamente, raggiungendo la massima concentrazione ed esplicano la propria azione nell’intestino. Essi vengono usati nel trattamento delle infezioni intestinali e nella sterilizzazione pre- e post-operatoria dell’intestino. Comprendono: Ftalilsolfatiazolo, Succinilsolfatiazolo, Solfasalazina. 4) Sulfamidici delle vie urinarie Solfometossazolo, Solfisossazolo. Sulfamidici 3 La via di somministrazione dei Sulfamidici è generalmente quella orale ma può essere usata anche la via parenterale ed in particolare quella endovenosa in forma di sali sodici. L’applicazione topica è sconsigliata perché si ha scarsa efficienza, possibile formazione di ceppi resistenti e insorgenza di fenomeni di sensibilizzazione. L’azione protratta dei Sulfamidici ritardo è dovuta essenzialmente a due fattori: 1 elevato legame alle proteine del plasma e quindi piccola percentuale disponibile per la filtrazione glomerulare; 2 efficiente riassorbimento del Sulfamidico libero da parte dei tubuli renali. Le molecole di farmaco legate alla proteina sono farmacologicamente inerti. Questi complessi non sono in grado di raggiungere i siti di biotrasformazione e di escrezione ma, essendo reversibili, servono da deposito del farmaco stesso che cedono in forma libera e man mano che la concentrazione plasmatica di quest’ultimo diminuisce. Le dosi di somministrazione sono nettamente più basse rispetto a quelle di un Sulfamidico classico (1 g come dose d’attacco e 0,5 g ogni 24 ore). Sulfamidici 4 MECCANISMO D'AZIONE I Sulfamidici si comportano come antimetaboliti dell'acido para amino benzoico (PAB) H2N N N O N N CH2 NH C NH CH OH CH2 CH2 COOH COOH Acido folico H H H H N N 6,9 A° 6,7 A° C O S O O O 2,4 A° 2,3 A° Alle dosi che possono venir usate, i Sulfamidici sono batteriostatici: essi inibiscono l’enzima diidro-pteroato sintetasi, un importante biocatalizzatore necessario alla biosintesi dei derivati dell’acido Folico, e perciò del DNA. Agiscono per competizione, al sito attivo, con il PAB, componente strutturale fisiologico dei derivati dell’acido Folico: il PAB viene incorporato nella molecola di acido Tetraidrofolico in formazione, Sulfamidici 5 per condensazione con un precursore diidrofolato di fosfato sotto il controllo della diidro-pteroato sintetasi. I sulfamidici possono quindi essere considerati antimetaboliti. L’effetto antibatterico dei sulfamidici può essere infatti annullato aggiungendo quantità sufficienti di PAB alla dieta. La maggior parte di batteri sensibili non sono capaci di assorbire l’acido Folico preformato nell’ambiente e di trasformarlo in acido Tetraidrofolico ma al contrario devono sintetizzarlo ex novo. Dato che i Sulfamidici 6 folati sono intermedi essenziali nella sintesi di alcune basi del DNA, questa inibizione è fortemente batteriostatica e alla fine battericida. L’uomo è incapace di sintetizzare i folati a partire dai loro componenti perché è sprovvisto degli enzimi necessari (compresa la diidro-pteroato sintetasi) e quindi per noi, l’acido Folico si comporta come una vitamina, che deve essere presente nella dieta: i sulfamidici non hanno invece alcun effetto letale su di noi. E’ così la base razionale della tossicità selettiva di questi farmaci. Efficacia generale a) Batteri Gram-positivi (molto sensibili) b) Batteri Gram-negativi (La resistenza è più accentuata) c) Altri microrganismi (Streptococchi, stafilococchi, pneumococchi) (Gonococchi, meningococchi, bacilli influenzali) (Actinimiceti, grossi tracoma il e virus del linfogranuloma venereo) Sulfamidici 7 RELAZIONI STRUTTURA ATTIVITA' 1) Il gruppo NH2 deve essere in posizione para rispetto al gruppo sulfamidico per poter dare una struttura planare. 2) La sostituzione dei due atomi di idrogeno con gruppi alchilici nel gruppo amminico fa scomparire l'attività in vitro, invece in vivo diminuisce se i gruppi alchilici sono dei -CH3 per la capacità del fegato di operare la demetilazione; quando i sostituenti sono più grandi, l'attività viene persa anche in vivo. 3) L'introduzione di un gruppo acilico nella posizione 1 e 4 provoca una diminuzione dell'attività in vitro, ma un aumento dell'attività in vivo a causa dell'idrolisi del gruppo acilico. L'idrolisi è tanto più rapida quanto O NH C O R più il gruppo R è voluminoso La presenza di una funzione acida in 4 rende il processo di idrolisi ancora più rapido. 4) La sostituzione del gruppo -NH2 annulla l'attività in vitro, mentre l'attività in vivo può essere mantenuta quando il sostituente può essere ricondotto, tramite riduzione metabolica, ad -NH2: ad es. i gruppi -NO2, -NHOH, -N=N-, mantengono l'attività, mentre i gruppi -NO, -N3, -NHNH2 l'annullano. 5) L’anello aromatico è indispensabile per l'attività. 6) Il gruppo -SO2 deve essere legato all'anello, se lo si distanzia scompare l'attività. 7) La sostituzione dell'-NH2 con un CH3 conserva l'attività ma non con sostituenti maggiori. Sulfamidici 8 8) La sostituzione dell'-NH2 in posizione 1 con l'anilina mantiene l'attività. La sostanza che si ottiene è il Dapsone (antilebbra). 9) La sostituzione con gruppi acilici dà composti attivi sia in vitro che in vivo. 10) La sostituzione con eterocicli aromatici porta ad un aumento dell'attività antibatterica, questo quando l'eterociclo è piridazina, pirimidina, pirazina. 11) La presenza di gruppi -OCH3, -CH3 sull'eterociclo dà origine a sulfamidici ritardo. SULFAMIDICI AZOICI Prontosil Rubrum E’ il composto che ha portato alla scoperta della sulfanilamide, nella quale si trasforma per scissione metabolica riduttiva. NH2 H2N N N SO2NH2 Prontosil Album (Sulfanilamide) Questo farmaco è considerato il progenitore di tutti i sulfamidici usati oggi; esso attualmente non viene più usato in campo terapeutico, ma si continua a produrlo in quanto serve da intermedio per la sintesi di molti NH2 altri sulfamidici. Sulfamidici SO2NH2 9 SULFAMIDICI CLASSICI Solfadiazina NH2 N SO2NH N E’ un farmaco della serie pirimidinica. E’ un farmaco ad azione breve, quindi è necessario ripetere la somministrazione nell’arco della giornata con dosi abbastanza elevate. La solfadiazina somministrata oralmente viene rapidamente assorbita a livello del tratto gastrointestinale e viene eliminata abbastanza rapidamente a livello renale sia nella forma libera che in quella acetilata. E’ indicato soprattutto nelle infezioni da meningococchi, pneumococchi, è attivo anche contro gli pseudomonas, per uso topico può essere usato in caso di ustioni. I pazienti trattati con questo farmaco debbono essere controllati in modo da assicurare un’assunzione di liquidi adeguata per produrre almeno, negli adulti, 1200 ml di urine. Quando questo non è possibile, si deve ricorrere alla somministrazione di carbonato di sodio per ridurre il rischio di cristalluria. Sulfamidici 10 Solfamerazina NH2 CH3 N SO2NH N E’ un farmaco della serie pirimidinica, ad azione breve. Sulfamidici 11 SULFAMIDICI RITARDO Solfadimetossina NH2 OCH3 N SO2NH N OCH3 E’ un farmaco della serie pirimidinica. Insieme alla Solfametossipiridazina è stato tra i primi Sulfamidici ad azione protratta usati in terapia. L’azione ritardo è dovuta alla introduzione nella molecola dei gruppi –OCH3. E’ un farmaco caratterizzato da un rapido assorbimento da parte del canale gastroenterico, e lenta eliminazione, cosicché è possibile raggiungere livelli ematici elevati e protratti usando dosi molto minori rispetto a quelle dei Sulfamidici classici. Solfametossipiridazina NH2 OCH3 Sulfamidici SO2NH N N 12 E’ un farmaco della serie piridazinica la cui azione protratta è dovuta alla capacità di formare complessi farmacoproteici molto stabili con le albumine plasmatiche. Recentemente si è visto che può dare buoni risultati anche nel trattamento della malaria e di alcune forme di lebbra. Ha un gusto molto amaro mentre il suo N-1 acetil derivato è insapore e quindi può essere convenientemente usato in terapia pediatrica. Solfametossidiazina NH2 N SO2NH OCH3 N E’ un farmaco della serie pirimidinica ad azione protratta. Sulfamidici 13 SULFAMIDICI INTESTINALI Ftalilsolfatiazolo O NH C COOH N SO2NH S E’ considerato uno dei migliori Sulfamidici intestinali in quanto non viene praticamente assorbito da parte del canale gastroenterico. Svolge, quindi, la sua azione esclusivamente a livello intestinale. Il suo sale sodico lo rende solubile nell’ambiente alcalino dell’intestino. Succinilsolfatiazolo NHCOCH 2CH2COOH S SO2NH N E’ un farmaco che non viene praticamente assorbito e svolge la sua azione solo a livello intestinale. Viene usato nelle infezioni intestinali e come Sulfamidici 14 preventivo di possibili infezioni prima e dopo gli interventi chirurgici all’intestino. Solfasalazina OH COOH OH COOH NH2 Acido 5-amminosalicilico N N + NH2 N SO2NH N SO2NH Solfasalazina Solfapiridina La solfasalazina è caratterizzata da un assorbimento molto basso a livello del tratto gastrointestinale; viene impiegata nella terapia delle coliti ulcerose e delle enteriti regionali. Questo farmaco viene scisso dai batteri Sulfamidici 15 intestinali in Solfapiridina, un sulfamidico attivo che viene assorbito e infine escreto con le urine, e in acido 5-amminosalicilico, che raggiunge elevati livelli nelle feci. E’ proprio la liberazione di acido 5amminosalicilico, un antinfiammatorio, lo scopo della somministrazione di Solfasalazina. Questo è infatti utile nella terapia della colite ulcerosa e del morbo di Crohn per le sue proprietà antinfiammatorie, mentre la somministrazione diretta di salicilati per via orale causa grave irritazione alla mucosa gastrica. Sulfamidici 16 SULFAMIDICI DELLE VIE URINARIE Solfametossazolo NH2 N O SO2NH E’ un farmaco delle serie isossazolica CH3 che viene utilizzato fondamentalmente per il trattamento delle infezioni genito-urinarie, anche se manifesta una certa azione ritardo. Esso è molto affine al sulfisossazolo, rispetto al quale, però, presenta una velocità di eliminazione e di assorbimento più bassa. Il sulfametossazolo è presente in alta percentuale nella forma acetilata, poco solubile a livello urinario, e per questo motivo si debbono osservare delle precauzioni in modo da evitare la precipitazione di cristalli. In associazione con il Trimetoprim entra nella composizione del Bactrim. Sulfamidici 17 Solfisossazolo NH2 CH3 H3C SO2NH N O E’ un farmaco delle serie isossazolica, rapidamente assorbito e rapidamente escreto. Dei migliaia di sulfamidici studiati, il Sulfisossazolo è attualmente il più popolare. Poiché la sua elevata solubilità consente di evitare la tossicità renale che si riscontrava impiegando i primi sulfamidici, esso ha essenzialmente rimpiazzato i farmaci con solubilità inferiore. Vista quindi la sua buona solubilità nelle urine raramente provoca cristalluria. Nonostante ciò, i pazienti che vengono curati con questo farmaco dovrebbero ingerire un’adeguata quantità di acqua. Il Solfisossazolo e tutti i sulfamidici ad azione sistemica devono essere utilizzati con cautela in pazienti con funzione renale alterata. Il suo utilizzo è particolarmente indicato nel trattamento delle infezioni urinarie da germi Sulfamidicosensibili. Sulfamidici 18 Bactrim NH2 NH2 + N SO2NH O H3CO N H3CO CH3 Solfametossazolo N NH2 OCH3 Trimetoprim E’ un prodotto di associazione tra un Sulfamidico (Solfametossazolo) ed un Antimalarico (Trimetoprim), attivo contro bronchiti croniche, infezioni batteriche dell’albero respiratorio, infezioni delle vie urinarie e gastrointestinali. Per la formulazione dell’associazione si è scelto il Solfametossazolo perché presenta le caratteristiche farmaceutiche migliori e la sua durata di azione è analoga a quella del Trimetoprim. I risultati migliori si ottengono con il rapporto Solfametossazolo/Trimetoprim 5/1. Entrambe queste sostanze, se prese singolarmente, manifestano un meccanismo di azione essenzialmente batteriostatico, mentre la loro associazione è chiaramente battericida. Questo deriva dal fatto che i due farmaci interferiscono con la sintesi dell’acido folico a due livelli diversi. Il Sulfamidico inibisce la biosintesi dell’acido folico nei batteri per formare acidi folici spuri. Il Trimetoprim, antimetabolita della pirimidina, blocca la diidrofolatoriduttasi, quindi l’acido diidrofolico non si trasforma in acido tetraidrofolico. L’enzima diidrofolatoriduttasi dei batteri è un po’ Sulfamidici 19 diverso dall’enzima diidrofolatoriduttasi dei mammiferi. Il Trimetoprim è molto più affine per la riduttasi dei batteri. L’acido tetraidrofolico trasporta unità monocarboniose attivate, la sua mancanza impedisce la sintesi degli amminoacidi. L’associazione ci permette, non tanto di allargare lo spettro di attività antibatterica, quanto di potenziare l’azione battericida, batteriostatica e tossica sul germe, perché il microrganismo è sensibile ad ambedue i farmaci. Quindi si potenzia l’effetto e si riduce l’incidenza della resistenza batterica. Infatti un germe può essere resistente all’azione del Trimetoprim o al Solfametossazolo, ma è molto difficile trovare un germe resistente ad ambedue i farmaci contemporaneamente. Per quanto riguarda la tossicità di questa associazione, purtroppo le due tossicità dei due farmaci si sommano. Sulfamidici 20 Tossicità dei Sulfamidici I Sulfamidici vengono metabolizzati come N-acetil derivati. Questi ultimi, a causa della minore solubilità, possono provocare reazioni tossiche a carico dei reni. Per minimizzare la possibilità di cristalluria si è pensato di usare associazioni di 3 Sulfamidici classici che permettono di utilizzare un più basso dosaggio giornaliero. Il principio su cui si basa questo tipo di somministrazione è quello delle solubilità indipendenti: diverse sostanze possono coesistere nella stessa soluzione senza che si abbiano reciproche interferenze di solubilità. E’ pertanto possibile saturare una soluzione con un Sulfamidico e quindi disciogliere, entro i limiti delle relative solubilità, un secondo e un terzo Sulfamidico. Lo stesso vale per i corrispondenti acetil derivati. Per evitare fenomeni di cristalluria si possono somministrare sostanze alcalinizzanti (NaHCO3) in modo da ridurre la cristallizzazione. Altri fenomeni tossici si possono avere a carico del fegato o del sangue, ma sono molto rari. Fenomeni allergici sono anche possibili. Per il loro carattere acido i Sulfamidici si legano reversibilmente alle proteine seriche (plasmatiche): alcuni di essi in maniera ridotta, altri in misura elevata. L’eliminazione avviene attraverso l’urina previa acetilazione in N4. Ciò comporta la formazione di prodotti inattivi, insolubili, con pericolo di cristalluria. Sulfamidici 21 Relazione tra costante di dissociazione ed attività L’acidità dei Sulfamidici è legata all’idrogeno presente sull’azoto in posizione 1 ed è influenzata anche dagli effetti elettronici dei gruppi R legati allo stesso azoto. Se ad esempio aggiungiamo dei gruppi elettronattrattori, l’acidità dell’idrogeno aumenta in quanto la base coniugata è stabilizzata per risonanza, così pure introducendo anelli eterociclici. log 1 mc 6,5 7,4 pKA mc = minima concentrazione inibente I sulfamidici con pKA compresa tra questi due valori hanno la massima attività. A questi valori di pKA il sulfamidico si trova in parte dissociato. I Sulfamidici più attivi sono quelli che a pH fisiologico sono al 50% nella forma indissociata. Sulfamidici 22