Roma 13 settembre 2014 COMUNICATO STAMPA

Roma 13 settembre 2014 COMUNICATO STAMPA
ROM incontrano ROMA CAPITALE e REGIONE LAZIO
accordi quadro strutturali, strategie di inclusione e lotta al razzismo
Si è svolto ieri pomeriggio negli uffici di Viale Manzoni a Roma un incontro tra istituzioni locali,
regionali e la società civile. Presenti Erica Battaglia Presidente della V Commissione Affari
Sociali di Roma Capitale, gli Assessori al Sociale dei Municipi III, VII, VIII, XIV, Marta
Bonafoni Consigliere della Regione Lazio, Marco Brazzoduro rappresentante Romed Act Consiglio d’Europa, Salvo di Maggio Cooperativa Ermes, Nino Lisi Cittadinanza e Minoranze ed
una rappresentanza rom composta da Cizmic Casim, Bahiram Hasimi e Marcello Zuinisi.
L’incontro ha segnato l’inizio di un lavoro strutturale e programmatico per affrontare
problemi e condizioni vissute dai cittadini di etnia Rom nella città di Roma e nel Lazio. Costretti a
vivere nei famigerati “campi nomadi”, voluti, costruiti e finanziati dalle precedenti amministrazioni,
la società civile rom è stata costretta e confinata ai margini della città in veri e propri luoghi di
apartheid, luoghi inadatti alla vita umana, luoghi di esclusione sociale. Uscire dai campi attraverso
l’applicazione di accordi quadro strutturali (impegno preso dallo Stato italiano con il Consiglio
d’Europa) ed implementazione di regole e governance previste dalla Strategia Nazionale di
Inclusione con Unar Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - Presidenza del Consiglio dei
Ministri punto di contatto nazionale. Gli assi di lavoro sono quattro: lavoro, casa, scuola e sanità.
Per garantire la piena inclusione sociale dei cittadini e cittadine Rom nella Capitale ed in tutta
Italia le istituzioni sono chiamate a rispettare principi e metodologie pedagogiche previste
nella Strategia: i cittadini e le cittadine Rom vogliono uscire dai campi affermando una vita come
tutti i cittadini con diritti e doveri. I percorsi di inclusione sociale devono vedere come attore
fondamentale della progettazione lo stesso soggetto destinatario: la società civile rom. È
inimmaginabile ed un vero crimine proseguire sulla strada percorsa sino ad oggi. Decine di milioni
di euro spesi per politiche che hanno generato miseria. Decine di milioni di euro affidati a enti,
società, associazioni, fondazioni estranee alla società civile rom: un autentico business, denaro
pubblico che ha prodotto soltanto esclusione, emarginazione, devianza e criminalità.
I cittadini e le cittadine Rom affermano una nuova strada di autodeterminazione ed
interculturalità. Da anni attraverso campagne stampa, campagne politiche condotte dai partiti,
campagne mediatiche che hanno alimentato nell’opinione pubblica un vero e proprio odio verso
l’etnia Rom, pregiudizi, stereotipi, xenofobia, disinformazione e non conoscenza. L’Italia non
conosce il popolo Rom: secondo recenti ed autorevoli ricerche, la percentuale di cittadini autoctoni
che nutrono sentimenti di ostilità verso la società civile Rom è la più alta d’Europa. L’85% degli
italiani e degli autoctoni è razzista verso i Rom. Una percentuale drammatica. In Italia il razzismo
impedisce l’inclusione sociale generando isolamento, conflitti, vere e proprio guerre. L’isolamento
nel quale è costretta la società civile rom genera devianza sociale e criminalità. E' il razzismo a
generare criminalità. Il razzismo può essere sconfitto e superato. L'Italia può liberarsi dal razzismo.
La società civile Rom ha proposto al Governo Italiano, al Premier Matteo Renzi, ad Unar ed al
Dipartimento per le Pari Opportunità, alle Regioni ed ai Comuni, al Sindaco Ignazio Marino, di
lavorare insieme gemellando tra loro le istituzioni che vogliono realmente applicare gli accordi
europei rispondendo ad una proposta formulata dalla Commissione Europea Giustizia. Sarebbe un
ottimo segnale da portare all'incontro tra le Capitali Europee sulla “questione Rom” convocato a
Bruxelles il prossimo 4 ottobre. Una campagna contro il razzismo per uscire davvero dalla crisi.
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