Abstract pratica didattica SCUOLA SECONDARIA DI 1°GRADO Istituto “E. MONTALBETTI” – REGGIO CALABRIA Dirigente IATÌ STEFANO – 0965/27480 – [email protected] Referente FEDELE FRANCESCA – 0965/594771 – [email protected] Analisi storico sociologica del territorio di riferimento e contestualizzazione La scuola, ubicata in una zona periferica a sud della città, è frequentata da 225 alunni di cui 17 diversamente abili, 20 Rom, 11 stranieri, opera su un territorio in cui emergono situazioni diffuse di malessere e di disagio prodotte da una realtà caratterizzata da un degrado socio-economico-culturale dove la disoccupazione, la precarietà occupazionale, i bassi redditi, la mancanza di prospettive e le difficoltà quotidiane determinano, in seno alle famiglie, angoscia e smarrimento che si manifestano in disgregazioni del nucleo familiare con conseguenti ripercussioni sui figli. Molti ragazzi, infatti, evidenziano demotivazione nello studio e manifestano disturbi comportamentali che, nell’ambito scolastico, si traducono in difficoltà di integrazione e di apprendimento e, a lungo termine, sfociano in insuccesso formativo e/o abbandono della scuola. Nel territorio risiede una numerosa comunità Rom che rappresenta una dimensione problematica della realtà sulla quale è necessario intervenire per facilitare l’accesso alla cultura ai fini dell’integrazione e partecipazione alla vita sociale. La popolazione Rom vive in uno stato di grave arretratezza e isolamento e, spesso, non rispetta le regole di convivenza civile. I ragazzi Rom non dimostrano alcun interesse per la scuola che viene considerata solo uno spreco di tempo e, di conseguenza, frequentano in maniera saltuaria e non riescono ad integrarsi e trarre profitto dalle attività di insegnamento. Il quartiere non offre opportunità educative e culturali per un’adeguata crescita personale e sociale, pertanto è necessario che la scuola, come soggetto di transizione tra la famiglia e la società e per una sua dinamica istituzionale, intraprenda iniziative progettuali che coinvolgano le famiglie e le agenzie esistenti per consentire ad ogni ragazzo adeguate occasioni di crescita e di promozione del successo formativo, garantendo, anche agli alunni Rom e stranieri, la possibilità di scoprire i valori della nostra cultura e riuscire, contemporaneamente, ad attribuire senso e visibilità alla cultura di cui sono portatori, riscoprendola, rielaborandola e valorizzandola alla luce dei cambiamenti sociali e culturali. Titolo pratica didattica Oggetto Contestualizzazione motivazione “UNA SCUOLA ANCHE PER I ROM” Monitoraggio delle pratiche tecnico-didattiche e disciplinari delle Istituzioni Scolastiche di I° e II° grado e Il progetto, in coerenza con la mission d’Istituto, si collocava all’interno di un quadro problematico riguardante l’integrazione degli alunni Rom. Gli esiti insoddisfacenti in merito al problema della scarsa frequenza e dell’insuccesso scolastico con i sistemi tradizionali, aveva spinto alcuni docenti ad aderire alla proposta di un percorso formativo biennale ed alla sperimentazione di strategie mirate all’accoglienza ed alla facilitazione degli apprendimenti con il coinvolgimento di risorse interne ed esterne alla scuola. Ambiti di azione Integrazione degli alunni Rom – Promozione delle culture minoritarie – Formazione dei docenti – Sperimentazione di metodologie innovative - Promozione della cooperazione allo sviluppo, in particolare con il territorio e con i partner europei del progetto - Sviluppo e scambio di esperienze di buone pratiche tra i partner, con particolare riguardo per l’ambito delle culture, della formazione, delle relazioni sociali - Condizioni di fattibilità Avendo a disposizione le risorse umane, strutturali, strumetali e finanziarie il progetto non ha posto vincoli di fattibilità. Risorse umane strutturali impiegate e I docenti, i mediatori culturali, l’Opera nomadi, i formatori, per la fase di sperimentazione e i locali della scuola media “Gebbione-Larizza” per la formazione. Gli stages sono stati effettuati all’Università di Grenoble e presso alcune scuole e sedi di associazioni della città di Bilbao. Beneficiari dell’azione ALUNNI – GENITORI – PERSONALE DOCENTE E NON DOCENTE Finalità Contenimento della dispersione scolastica - Integrazione degli alunni Rom e valorizzazione della cultura di appartenenza. Articolazione Il progetto ha previsto una fase di formazione di durata biennale e tre anni di sperimentazione nelle classi. È stato fondamentale condividere e disseminare le pratiche e i contenuti oggetto della formazione ai docenti delle tre prime classi coinvolte nella sperimentazione e pianificare gli interventi. La sperimentazione è stata avviata all’inizio del secondo anno di formazione attraverso lo svolgimento di Unità didattiche centrate su obiettivi formativi riferiti allo sviluppo integrale della persona, tenuto conto delle sue peculiarità culturali, sociali, intellettive. Per ogni Unità didattica era stato previsto: La valutazione dei prerequisiti La sensibilizzazione delle classi La pianificazione delle attività Definizione degli obiettivi La definizione dei criteri di verifica e valutazione I tempi di verifica e valutazione L’attività di recupero L’adozione delle strategie e metodi appresi (simulazione, pedagogia dell’immaginario, cooperative learning, dettato all’adulto, mediazione, tutoring) Scelta dei contenuti L’uso di software informatici per l’apprendimento della lettoscrittura L’analisi e il confronto dei risultati tra le classi e con le scuole in rete L’informazione sui risultati in Collegio Docenti Il progetto è stato monitorato dall’Opera Nomadi con l’ausilio degli esperti. Prodotti finali: Una rappresentazione teatrale Filmati video Un CD-Rom Un convegno Criticità Elementi di criticità sono stati registrati nel momento in cui si è reso necessario coinvolgere i docenti di classe nel percorso di sperimentazione. È stato altresì difficoltoso far frequentare i ragazzi Rom in orario pomeridiano. Consuntivo e ricaduta Il progetto ha avuto un impatto positivo sulla professionalità docente grazie alla formazione biennale e all’applicazione di strategie e metodi particolarmente efficaci nel catturare gli alunni a scuola. Sul fronte degli alunni si è registrata una frequenza più regolare e risultati positivi nell’apprendimento e nelle relazioni sociali. Tutta la comunità scolastica ha potuto sperimentare situazioni interculturali ed assumere consapevolezza della inaccettabilità della concezione dell’esistenza di culture egemoniche e culture subalterne. Il Referente Prof.ssa Francesca Fedele Il Dirigente Scolastico Prof. Stefano Iatì