PARLAMENTO EUROPEO
13 gennaio 2000
PROGETTO DI PARERE
(articolo 162 del regolamento)
destinato alla commissione per la cultura, la gioventù, i mezzi d'informazione e lo sport
sulla relazione della Commissione sull'attuazione, i risultati e la valutazione complessiva
dell'Anno europeo dell'istruzione e della formazione su tutto l'arco della vita attiva (1996)
(COM(1999)447 def.) (relazione Cristina Gutiérrez Cortines)
Commissione per l'occupazione e gli affari sociali
Relatrice per parere: on. Jillian Evans
PROCEDURA
Nella riunione del 22 novembre 1999 la commissione per l'occupazione e gli affari sociali ha
nominato relatrice per parere l'on. Jillian Evans.
Nelle riunioni del … ha esaminato il progetto di parere.
In quest'ultima riunione/Nell'ultima riunione indicata ha approvato le conclusioni in appresso con ...
voti favorevoli, ... contrari e ... astensione(i)/all'unanimità.
Hanno partecipato alla/Erano presenti al momento della votazione gli onn.
vicepresidente; relatore per parere;
, presidente;
OSSERVAZIONI GENERALI
1.
Antefatti
Con il presente documento la Commissione adempie il suo obbligo di presentare una relazione
sull'attuazione e i risultati dell'Anno europeo dell'istruzione e della formazione su tutto l'arco
della vita attiva (1996) come disposto all'articolo 8 della base giuridica pertinente.
In conformità della decisione n. 2493/95/CE1 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23
1
Decisione n. 2493/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 ottobre 1995 che proclama il 1996 "Anno
europeo dell'istruzione e della formazione lungo tutto l'arco della vita", GU L 256 del 26.10.1995, pag. 45.
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ottobre 1995, che proclama il 1996 "Anno europeo dell'istruzione e della formazione lungo tutto
l'arco della vita", un importo di 8,34 milioni di ecu è stato destinato ad attività di informazione,
di sensibilizzazione e di promozione al fine di conseguire l'obiettivo dell'Anno europeo, vale a
dire "promuovere lo sviluppo personale e lo spirito di iniziativa delle persone, la loro
integrazione nella vita attiva e nella società, la loro partecipazione al processo decisionale
democratico e la loro capacità di adeguamento ai cambiamenti economici, tecnologici e sociali".
Dato che la decisione rientrava nella procedura di codecisione, il Parlamento europeo ha
esercitato una notevole influenza sulle priorità e l'articolazione del programma annuale, infatti il
Consiglio ha recepito 28 dei 39 emendamenti approvati dal Parlamento europeo in prima lettura.
La commissione per l'occupazione e gli affari sociali ha partecipato attivamente nella procedura
legislativa che è sfociata nella decisione sull'Anno europeo. Il parere2 della commissione è stato
elaborato nel quadro della procedura Gomes; pertanto esso è di fatto equiparato alla relazione
della commissione per la cultura.
Il programma emendato dal PE era incentrato su un totale di otto priorità (definite per categorie)
concernenti l'istruzione permanente, vale a dire la promozione di sistemi di istruzione di base e di
formazione professionale ad alto livello, la promozione dell'istruzione e formazione permanenti,
l'incentivazione dei singoli a studiare per tutto l'arco della vita, con attività finalizzate a gruppi
specifici finora esclusi, per esempio ragazze e donne, la cooperazione in materia di istruzione e
formazione tra istituzioni scolastiche e mondo del lavoro, la partecipazione delle parti sociali, la
sensibilizzazione dei genitori e lo sviluppo della dimensione europea dell'istruzione e formazione
di base e permanente.
Tra le attività ammissibili al programma figuravano campagne di informazione e promozione,
concorsi intesi a valorizzare realizzazioni ed esperienze sui temi dell'Anno europeo, nonché studi
e sondaggi.
2.
Sintesi dei risultati
2.1.
Analisi quantitativa
Malgrado le limitate risorse finanziarie, il programma ha suscitato notevole interesse negli Stati
membri: alle agenzie nazionali sono pervenute oltre 2.000 proposte di progetti, tra esse la
Commissione ne ha selezionate 454 per il finanziamento. Tale circostanza conferma l'entusiasmo
per l'iniziativa e l'impegno di molte organizzazioni pubbliche e di volontariato per tale
problematica.
Oltre a detti progetti locali, la Commissione ha finanziato altri 88 progetti dedicati ad attività a
livello europeo e 10 progetti nel mondo dell'informazione.
Il 4% dei mezzi disponibili è stato utilizzato per finanziare studi, comprese le ricerche sulla
dimensione economica dell'istruzione su tutto l'arco della vita attiva e sull'incidenza di bilancio
2
Parere della commissione per l'occupazione e gli affari sociali destinato alla commissione per la cultura, la
gioventù, l'istruzione e i mezzi di informazione, sul 19996 Anno europeo dell'istruzione e della formazione lungo
tutti l'arco della vita, PE 210.873/def. (relatrice per parere: on. Waddington).
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dell'istruzione e della formazione, nonché per una relazione di valutazione esterna dell'Anno
europeo.
Un altro 2% dei mezzi è stato destinato a un concorso europeo per un software di istruzione
multimediale mirato a sviluppare la creatività tra scolari, studenti e insegnanti.
2.2.
Tipi di attività
Secondo i dati della Commissione il 70% dei progetti comprendeva o era interamente costituito
da una conferenza, un seminario o un laboratorio. Molti dei progetti prevedevano un elemento di
sensibilizzazione: il 18% comprendeva attività nel settore della stampa e dei mezzi di
informazione e un altro 18% campagne di informazione o relazioni pubbliche. Tra i beneficiari
dei finanziamenti figurano organizzazioni del mondo scolastico e della formazione, ONG
operanti tra i giovani, le donne e gli anziani, associazioni professionali, parti sociali e mondo del
lavoro.
3.
Osservazioni critiche
3.1.
Ritardi nell'avvio
La Commissione ammette che il volume e i calendari di distribuzione dei materiali promozionali,
compresi un bollettino europeo e un video, non sempre corrispondevano alle esigenze delle
agenzie nazionali. Anche il sito Internet creato per l'Anno europeo è partito con difficoltà. La
Commissione sostiene che i ritardi sono dipesi dalla tardiva approvazione della base giuridica del
programma. Poiché la decisione è stata adottata solo nell'ottobre 1995, fino al novembre 1995 la
Commissione non ha potuto avviare la procedura di stipulazione dei contratti relativi alla
gestione e alla realizzazione della campagna d'informazione. Quando la commissione per
l'occupazione e gli affari sociali chiede informazioni sui motivi dei bassi tassi di esecuzione delle
linee di bilancio di sua competenza, riceve regolarmente come risposta argomenti simili. Anche
se in linea di principio l'argomento è ammissibile, restano comunque dubbi sul perché la
Commissione non abbia potuto accelerare la procedura per consentire un avvio tempestivo
dell'Anno europeo. Di fatto, all'inizio dell'autunno 1995, la procedura legislativa concernente la
decisione era abbastanza avanzata da permettere preparativi adeguati per l'avvio dell'Anno
europeo. Anche se la Commissione non può impegnare fondi prima dell'adozione ufficiale di un
programma, deve comunque esaminare le possibilità per accelerare le procedure interne ove la
situazione lo giustifichi.
3.2.
Manca una valutazione qualitativa
Il PE ha fissato chiare priorità in materia di obiettivi e ammissibilità dei progetti del programma,
tra l'altro "la motivazione delle persone ad accedere all'istruzione e alla formazione lungo tutto
l'arco della vita e lo sviluppo di queste ultime a favore di gruppi di persone che, sinora, ne hanno
scarsamente beneficiato o non ne hanno beneficiato affatto pur avendone particolarmente
bisogno, specialmente le ragazze e le donne" e "la sensibilizzazione delle parti sociali circa
l'importanza di creare e di partecipare a nuove opportunità di istruzione e di formazione lungo
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tutto l'arco della vita […]"3.
All'articolo 3 della decisione si dispone che nella selezione delle azioni la priorità deve
riguardare, tra l'altro, a) quelle che incoraggiano le parti sociali a contribuire al perfezionamento
su tutto l'arco della vita attiva e b) quelle per divulgare i risultati degli interventi comunitari.
La relazione presentata dalla Commissione non consente di verificare se tali obiettivi siano stati
conseguiti. Nella relazione figura un'analisi quantitativa delle azioni (per esempio un elenco di
gruppi beneficiari definiti per categorie e la percentuale di progetti che sono sfociati in una
pubblicazione), ma manca quasi del tutto una valutazione della qualità dei risultati. Per esempio,
non conosciamo l'ampiezza della partecipazione della popolazione nelle zone rurali, benché
proprio essa sia stata pregiudicata dall'isolamento geografico che può essere ora superato grazie
alle nuove tecnologie. In simili circostanze risulta quasi impossibile valutare se e come le priorità
previste dalla decisione siano state debitamente considerate.
Analoga osservazione vale per altre disposizioni della decisione: l'articolo 3, paragrafo 2 e
l'articolo 7 della decisione prevedono la coerenza e la complementarità tra l'azione da attuare a
norma della decisione e le altre azioni della Comunità, "in particolare i programmi LEONARDO
DA VINCI e SOCRATES". La presente relazione tuttavia non contiene alcuna informazione né
sui risultati conseguiti, né sulle relative modalità.
3.3.
Sostenibilità e divulgazione dei risultati
Secondo la Commissione, circa due terzi delle attività esaminate sono proseguiti dopo il 1996.
Benché sussistano dubbi se le attività "esaminate" riguardino tutti i progetti o soltanto una
selezione di progetti, è comunque un successo il grado elevato (se calcolato sulla base di tutti i
progetti) di sostenibilità delle azioni finanziate nell'Anno europeo. Tuttavia, mentre il seguito
dato all'Anno europeo a livello nazionale appare soddisfacente, non è chiaro se lo stesso si
verifichi anche a livello europeo o ai livelli regionale e locale. Anche se il Parlamento aveva
messo in rilievo l'importante ruolo che le autorità regionali e locali competenti per l'istruzione e
la formazione devono svolgere nel progetto, nella valutazione della Commissione i riferimenti ad
esso sono scarsi o nulli. Si rilevano gravi lacune per quanto riguarda la valutazione delle
modalità più efficaci per attuare i programmi dell'UE e informare i cittadini dell'Unione. Di fatto
la presente relazione non dimostra affatto in impegno sistematico per trarre eventuali lezioni
dall'Anno europeo.
Benché l'Anno europeo fosse concentrato soprattutto sulle attività di sensibilizzazione negli Stati
membri, esso offriva anche opportunità per individuare esempi di prassi migliori in loco, che
potrebbero poi essere divulgate a livello europeo o inserite nelle politiche comunitarie nei settori
dell'istruzione e della formazione. La relazione cita alcuni progetti specifici, ma non contiene
informazioni dettagliate o punti di contatto. Nella relazione non figurano neppure indicazioni
sulle modalità per poter trasferire eventualmente alcuni dei risultati ad altre politiche
comunitarie. Per valorizzare pienamente il potenziale dell'esperienza maturata nel corso
dell'Anno europeo, una sintesi o un riepilogo dei progetti avrebbe dovuto essere diffuso
nell'intera Unione europea. Una simile iniziativa avrebbe potuto risultare tanto utile quanto
feconda.
3
Articolo 2, paragrafi 4 e 6 della decisione.
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Analogamente, non sono state analizzate seriamente le carenze del programma: l'analisi dei
beneficiari mostra che il tasso di partecipazione del mondo del lavoro è rimasto basso (13% dei
progetti), eppure proprio questo settore riveste un ruolo cruciale nella formazione professionale e
è direttamente colpito dal basso livello di qualifiche. Inoltre nel 1995 il Parlamento europeo
aveva evidenziato l'importanza della cooperazione con le PMI per diffondere la consapevolezza
dei cambiamenti in atto nell'industria o connessi all'introduzione delle nuove tecnologie,
operando affinché esse fossero informate della disponibilità di altre fonti di finanziamento per la
loro conversione. Nella relazione non figura alcun riferimento a tale problema. La Commissione
avrebbe dovuto analizzare i motivi della scarsa partecipazione delle PMI e trarre alcune
conclusioni per le azioni future (ad esempio per il programma Leonardo II).
Per la partecipazione di organismi "specializzati nel settore delle pari opportunità e della lotta
contro l'esclusione" viene riportato un tasso di partecipazione del 13%, pertanto ci si può
chiedere con preoccupazione in quale misura detti gruppi sociali, in precedenza esclusi, siano
stati raggiunti nel corso dell'anno. Ciò può indurre forse a una riflessione sull'incapacità di taluni
gruppi di partecipare a causa della mancanza di strutture per l'infanzia o dei calendari e
dell'articolazione delle iniziative. Anche in questo caso un'analisi più dettaglia ci avrebbe forse
fornito risposte alla questione.
CONCLUSIONI
La commissione per l'occupazione e gli affari sociali invita la commissione per la cultura, la
gioventù, l'istruzione, i mezzi d'informazione e lo sport, competente nel merito, a inserire nella sua
relazione le seguenti conclusioni:
1.
ritiene che, dati gli attuali tassi elevati di disoccupazione, i rapidi cambiamenti tecnologici e
la sfida demografica, lo sviluppo dell'istruzione su tutto l'arco della vita attiva sia essenziale
per
affrontare le sfide dei cambiamenti economici e sociali e dello sviluppo sostenibile,
assicurare l'integrazione economica e sociale di tutti, garantendo l'accesso
all'istruzione e alla formazione professionale,
conseguire la parità di opportunità per donne e uomini;
2.
sottolinea che l'istruzione su tutto l'arco della vita attiva è essenziale per assicurare la
realizzazione personale, l'integrazione sociale e la partecipazione ai processi decisionali
democratici e quindi non può essere inquadrata soltanto in termini di domanda e offerta;
3.
deplora i ritardi nell'avvio delle attività dell'Anno europeo dell'istruzione e della formazione
su tutto l'arco della vita attiva e sollecita la Commissione ad accelerare il lavoro di
preparazione e le procedure interne onde consentire un lancio tempestivo delle future azioni
comunitarie;
4.
deplora l'evidente mancanza di dati qualitativi nella relazione della Commissione per cui
risulta praticamente impossibile valutare se il programma sia stato realizzato in conformità
delle priorità stabilite dal Parlamento europeo; sollecita la Commissione a migliorare la
qualità delle future relazioni di valutazione;
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5.
deplora che la relazione non contenga informazioni sufficienti su esempi di buone pratiche,
sulla loro divulgazione a livello europeo e sul loro eventuale trasferimento ad altre politiche
comunitarie, né un'analisi delle carenze dell'intervento della Comunità; sollecita la
Commissione a stilare un inventario dei progetti da diffondere a livello europeo.
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