CAP 1

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CAP 1.2 LE SCRITTURE D’ESERCIZIO
La contabilità generale (CO.GE) ha per oggetto la registrazione di tutte le operazioni di gestione
esterna e come scopo la determinazione del risultato economico d’esercizio e del patrimonio di
funzionamento. La CO.GE si avvale di alcuni strumenti tipici operativi: 1) il libro giornale, nel
quale le operazioni relative all’esercizio dell’impresa vengono annotate in ordine cronologico; 2) il
libro mastro, costituito da un insieme di schede nelle quali i dati relativi alle operazioni vengono
riportati in ordine sistematico; 3) il piano dei conti, che elenca i conti da utilizzare per la
rilevazione delle operazioni di gestione e le relative modalità di funzionamento. Il quadro dei conti
contiene la classificazione dei conti che si prevede saranno utilizzati per le rilevazioni in P.D.
dell’azienda. Il funzionamento dei conti è regolato dalle note illustrative, che chiariscono il
contenuto dei conti e forniscono una serie di indicazioni da seguire nella contabilizzazione delle
operazioni aziendali. Differenze con le aziende mercantili: 1) i conti accesi agli acquisti e alle
vendite: nelle aziende mercantili si riferiscono alle merci e agli imballaggi; nelle aziende industriali
gli acquisti riguardano le materie prime, sussidiarie, i semilavorati, gli imballaggi e le vendite
riguardano i prodotti finiti. Inoltre sono spesso presenti nelle aziende industriali alcuni conti
specifici riguardanti: 1) particolari elementi attivi o passivi del patrimonio (brevetti, impianti,
macchinari), i loro eventuali ammortamenti e accantonamenti; 2) costi capitalizzati, come costi di
ricerca e sviluppo, impianti in costruzione; 3) lo svolgimento e l’organizzazione dell’attività tipica
ad es i conti Lavorazione c/terzi. I beni strumentali costituiscono una sottocategoria delle
immobilizzazioni e comprendono solo quelle immobilizzazioni materiali e immateriali che vengono
utilizzate nel processo produttivo. Le immobilizzazioni materiali possono essere acquisite
dall’azienda tramite acquisto sul mercato, costruzione in economia, apporto del proprietario o dei
soci e contratto di leasing. Il prezzo di costo, aumentato delle spese accessorie di diretta
imputazione capitalizzate, rappresenta il valore di bilancio del bene acquistato sul mercato.
L’acquisizione di immobilizzazioni mediante costruzione in economia si ha quando l’impresa
stessa provvede alla loro realizzazione, servendosi di attrezzature, di materiali, di mano d’opera e di
altri fattori produttivi in precedenza acquisiti per lo svolgimento dell’attività tipica. Il valore da
attribuire al bene prodotto in economia è dato dalla somma di tutti i costi dei fattori produttivi
impiegati imputati direttamente o indirettamente. Esistono differenti tipologie di leasing:
1) operativo: consente di utilizzare un bene strumentale versando all’impresa concedente un
canone periodico e avendo la possibilità, alla scadenza del contratto, di diventare
proprietario del bene pagando un prezzo di riscatto.
2) Sale and lease back: è l’operazione mediante la quale un’azienda industriale vende a una
società di leasing beni riprendendoli al tempo stesso in leasing.
3) Agevolato: operazione di leasing il cui costo è ridotto per effetto della concessione di
agevolazioni pubbliche.
4) Finanziario: operazione nella quale interviene una società di leasing che assume la veste di
locatore; ad essa si rivolge l’azienda utilizzatrice, chiedendo in locazione un bene e
indicando l’azienda che lo produce.
Vantaggi: 1) il costo dell’operazione viene determinato al momento della stipulazione del contratto;
2) non comporta l’immobilizzo di mezzi finanziari come nell’acquisto; 3) i tempi per il
perfezionamento dell’operazione sono molto brevi, anche perché la società di leasing non richiede
particolari garanzie; 4) l’azienda ha la possibilità di disporre di beni strumentali tecnologicamente
avanzati. Il principale svantaggio è rappresentato dal costo dell’operazione (interessi implicito nel
canone). I costi incrementativi sono rappresentati da tutte le spese relativi a interventi di
ammodernamento, ampliamento, revisione, trasformazione attuati su immobilizzazioni materiali.
Tali operazioni producono l’effetto di: 1) aumentare notevolmente la capacità produttiva; 2)
prolungare nel tempo la funzionalità dei beni, aumentandone la vita utile; 3) aumentare la
rispondenza agli scopi per i quali sono stati acquistati. I costi di manutenzione e riparazione sono
tutte le spese relative a lavori eseguiti per mantenere o ripristinare l’efficienza dei beni strumentali,
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allo scopo di conservare la loro produttività originaria. La dismissione dei beni strumentali può
avvenire attraverso: 1) la vendita a terzi; 2) cessione a terzi a titolo gratuito; 3) eliminazione. Il
rinnovamento delle immobilizzazioni spesso richiede un impiego di mezzi finanziari più elevato
rispetto all’ammontare recuperato con l’ammortamento. La riserva di rinnovamento rappresenta una
fonte di autofinanziamento per l’impresa, che potrà utilizzarla per coprire perdite di periodo. La
svalutazione delle immobilizzazioni consiste nella contabilizzazione di una loro durevole perdita
di valore estranea al normale procedimento di ammortamento e da ricollegarsi a fattori non
imputabili alla normale attività dell’impresa. Essa può avvenire: 1) procedimento indiretto (rettifica
diretta del valore del bene); 2) procedimento indiretto (l’ammontare della svalutazione affluisce in
un apposito fondo svalutazione). Le rivalutazioni dei beni a utilità pluriennale possono essere di
due tipi: 1) rivalutazioni per motivi economici (collegati a fenomeni di natura economica e
aziendale); 2) rivalutazioni per motivi monetari (derivanti da inflazione). Le rivalutazioni
economiche derivano da incrementi di valore che il bene subisce per cause eccezionali e dal
ripristino del valore originario di un bene in precedenza svalutato.
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