SINTESI CAPITOLO 10: CALORE E MAGNETISMO Tutti gli studi sulla Terra confermano che la temperatura cresce andando dalla superficie verso il centro. Il calore interno alla Terra ha una duplice origine: calore fossile prodotto durante la formazione della Terra (una parte di questo calore si trova ancora all’interno della terra a causa della bassa conducibilità delle rocce che la formano, che hanno quindi fatto da isolante). calore prodotto in continuazione dal decadimento degli elementi radioattivi (tempi di dimezzamento dell’ordine di 109 anni), abbondanti nella crosta e in particolare nella crosta continentale ricca di rocce felsiche. Con il termine gradiente geotermico, si indica l’aumento di temperatura ogni 100 m di profondità. Il valore del gradiente geotermico varia da luogo a luogo ma è mediamente di 2-3 gradi centigradi. Se il gradiente geotermico si mantenesse costante scendendo in profondità (cioè se l’aumento di temperatura fosse costante) la temperatura al centro della Terra raggiungerebbe i 160.000 °C. In tali condizioni buona parte della Terra si troverebbe allo stato fuso, in contraddizione con quanto evidenziato dalla trasmissione delle onde S, che indicano solo il nucleo esterno allo stato fuso. Si ammette che la temperatura al centro della Terra raggiunga i 4300 °C . La diminuzione del gradiente geotermico scendendo in profondità, è dovuta al fatto che una parte rilevante del calore non deriva dal centro della Terra ma viene prodotta come abbiamo visto nella crosta (elementi radioattivi). In ogni caso, in accordo con le leggi della fisica, il calore deve trasmettersi dall’interno verso la superficie e “lasciare” la Terra. Il Quantitativo di energia termica che sfugge per unità di area e di tempo è detto flusso di calore; la sua unità di misura e l’HFU che equivale a 1 µcal/cm2*sec. Il flusso di calore si ottiene moltiplicando il gradiente geotermico per la conducibilità termica locale (che dipende dal tipo di rocce). Nei continenti il flusso di calore è minimo (1 HFU) nelle aree geologicamente stabili e dove lo spessore della litosfera è maggiore; aumenta nelle aree geologicamente attive e dove lo spessore della litosfera è più sottile. Nelle aree oceaniche il flusso di calore è massimo lungo le dorsali (2 HFU)al centro degli oceani stessi e decresce progressivamente allontanandosi da queste (mediamente 1,3 HFU) e raggiunge il minimo nelle zone delle fosse (< di 1 HFU). Poiché la crosta oceanica è più povera di elementi radioattivi, ci si dovrebbero aspettare flussi di calore più bassi, rispetto a quelli delle aree continentali. Il motivo di tale anomalia non è chiaro; alcuni ipotizzano che la crosta oceanica, più sottile, trattenga in misura minore il calore proveniente dal mantello. Come abbiamo già detto il calore deve spostarsi dalle zone più calde a quelle più fredde. Sappiamo che esistono 3 modalità di trasmissione del calore: radiazione; molto probabilmente non ha nessuna rilevanza nella trasmissione del calore all’interno della Terra. conduzione; tipica modalità di trasmissione nei corpi solidi, sembra avere un certo peso all’interno della Terra. Tuttavia, poichè le rocce hanno una conducibilità bassa, contrariamente ai metalli, se questa fosse l’unica modalità di trasmissione, la maggior parte del calore primitivo sarebbe ancora intrappolato nelle profondità del nostro pianeta. convezione; si ammette quindi che almeno in alcune zone della Terra il calore si trasmetta anche per convezione. Poiché questa modalità è tipica dei fluidi, è certamente possibile nel nucleo esterno, ma si ritiene ormai certo che avvenga perlomeno nel mantello esterno, fino a 300 km di profondità, dove abbiamo visto che una parte dell’olivina (1-10%) si trova allo stato fuso. Questa parte del mantello si comporterebbe quindi come un fluido fortemente viscoso che si muove formando delle celle convettive. Per comprendere il meccanismo di funzionamento di una cella convettiva bisogna tenere presente che un materiale che si scalda si dilata e di conseguenza diminuisce la sua densità. Per questo tende a risalire verso l’alto dove si raffredda cedendo il calore; la sua densità diminuisce e di conseguenza tende a scendere verso il basso dove potrà ricominciare un altro ciclo. La cosa più interessante attualmente è capire se questi movimenti convettivi siano sempre attivi o si attivino a intervalli più o meno regolari quando la bassa conducibilità delle rocce fa si che si accumuli troppo calore nel mantello che non riesce ad essere smaltito per conduzione. Le correnti convettive del mantello, come vedremo, sarebbero la base della teoria della tettonica a placche. CAMPO MAGNETICO TERRESTRE. La Terra produce un campo magnetico come se al suo interno ci fosse un grande magnete. La direzione del campo magnetico può essere rilevata in ogni punto utilizzando la bussola. Il polo nord magnetico, non coincide tuttavia con il polo nord terrestre (dove passa l’asse di rotazione). L’angolo che separa il nord magnetico dal nord terrestre si chiama declinazione magnetica e varia andando dall’equatore verso il polo. Nelle carte geografiche “serie”, viene indicato l’angolo di declinazione caratteristico di quella località; in questo modo si può operare una opportuna correzione per individuare correttamente il nord geografico. Poiché l’ago di una bussola si dispone parallelamente alle linee del campo di forza, nelle bussole in cui l’ago ha la possibilità di ruotare in tutte le direzioni, si disporrà parallelamente al terreno all’equatore, perpendicolarmente ai poli. L’angolo che l’ago forma con una linea orizzontale, si definisce inclinazione magnetica. L’origine del campo magnetico terrestre è poco chiara; il modello più accettato è quello della dinamo autoeccitante, che chiama in causa correnti elettriche che si formerebbero tra il nucleo interno e quello esterno. Sono però certe due cose: a intervalli più o meno regolari il campo magnetico terrestre si inverte (il polo nord diventa il polo sud e viceversa). la posizione dei poli non rimane fissa nel tempo ma cambia di anno in anno. Questi spostamenti, impercettibili a breve termine, diventano rilevanti quando passano milioni di anni. La posizione dei poli non si discosta comunque mai di molto da quella dei poli geografici.