La storia moderna
Storia e storiografia
Nessuna descrizione del lavoro che ci aspetta mi sembra più efficace di questa di Voltaire;!
Vorrei che si incominciasse un serio studio della storia nel tempo in cui essa diviene veramente interessante per noi: mi
sembra che questo avvenga alla fine del XV secolo.
La stampa, che allora fu inventata, contribuisce a renderla meno incerta.
L'Europa cambia faccia: i Turchi, nella loro espansione, cacciano le belle lettere da Costantinopoli; esse fioriscono in
Italia, si stabiliscono in Francia, ingentiliscono la Germania e il settentrione.
Una nuova religione sottrae metà dell'Europa dall'obbedienza del papa.
Un nuovo sistema politico si stabilisce.
Si fa, con l'aiuto della bussola, la circumnavigazione dell'Africa
Si commercia più facilmente con la Cina che da Parigi a Madrid. Si scopre l'America; si sottomette un nuovo mondo e il
nostro è cambiato quasi completamente.
L'Europa cristiana diviene una specie di repubblica immensa, nella quale la bilancia del potere è meglio stabilita di
quanto non lo fosse nella Grecia antica.
Una corrispondenza perpetua ne lega tutte le parti, malgrado le guerre suscitate dall‘ambizione dei re o quelle di
religione, ancora più distruttive.
Le arti, che fanno la gloria degli Stati, raggiunsero punti che la Grecia e Roma non conobbero mai.
Ecco la storia che tutti devono conoscere. Nella quale non si trovano né predizioni chimeriche, né oracoli menzogneri,
né falsi miracoli: in essa tutto è vero, sino ai piccoli dettagli di cui possono preoccuparsi solo i piccoli spiriti. Tutto ci
riguarda, tutto è fatto per noi... (Voltaire)
La storia moderna
■ Nei programmi di studio, non solo in Italia, convenzionalmente e più per esigenze didattiche che per una corretta
periodizzazione, l’inizio dell’età moderna viene fissato nel 1492 (anno del primo viaggio di Cristoforo Colombo
verso il Nuovo Mondo), mentre la fine si fa coincidere col 1815 (Congresso di Vienna)
■ Queste date non rappresentano naturalmente uno spartiacque, ma un semplice punto di riferimento di eventi e
processi molteplici che si sono avviati o evidenziati intorno a tali termini cronologici:
la formazione del sistema moderno delle potenze europee, il crollo dell’unità della Res publica christiana con la
riforma protestante, l'apogeo e la crisi della cultura rinascimentale, gli effetti sull'economia conferiscono alla
scoperta del Nuovo Mondo un valore emblematico per l'inizio dell'età moderna.
Periodizzazione e interpretazione
La periodizzazione rappresenta un arco temporale ben delimitato, contraddistinto da una serie di caratteri originali
tali da renderlo individuabile rispetto ad altri precedenti e/o successivi.
Le periodizzazioni non sono mai univoche, né tantomeno definitive.
Preferirne una piuttosto che un'altra comporta differenti interpretazioni.
La storia è interpretazione: fatti e documenti sono indispensabili, ma da soli non parlano.
È lo storico che decide quali fatti, in che ordine ed in quale contesto vanno presi in considerazione: (E. H. Carr: Sei
lezioni sulla storia, p. 57)
La storia è un continuo processo di interazione tra lo storico e fatti storici, un dialogo senza fine tra il presente e il
passato.
Ogni storia è «storia contemporanea» perché «per remoti e remotissimi che sembrino cronologicamente i fatti che vi
entrano, essa è, in realtà, storia riferita sempre al bisogno e alla situazione presente, nella quale quei fatti propagano le loro
vibrazioni» (Benedetto Croce, La storia come pensiero e come azione, Bari, 1938, p. 5)
Il significato di “moderno”
Il termine moderno (dall'avverbio latino modo = ora) nei secoli XII e XIII indicava ciò che era più recente rispetto a
quanto era accaduto precedentemente.
In seguito è via via diventato una categoria di giudizio: le generazioni quattro-cinquecentesche, grazie alle
innovazioni tecniche, alla nuova visione dl mondo, hanno maturato un senso di superiorità, anche rispetto agli
Antichi, ammirati e amati.
Mantenuta alta la stima dell'antichità e della modernità, nel mezzo si sarebbe aperto il periodo "buio" del Medioevo,
termine tardivo, apparso nella seconda metà del XVII secolo.
L'aggettivo moderno, usato in contrapposizione a quello di antico o medievale, privilegia tutto ciò che si afferma
come particolarità dei tempi nuovi e in genere nell'opinione comune si associa prevalentemente ad un giudizio di
positività.
Historia moderna
► Il termine, come storia della rigenerazione spirituale dell’Europa della riforma protestante, contrapposta al
medioevo, età di decadenza e della Chiesa cattolica viene utilizzato da Kristoph Keller nella Historia universalis
(1696) divisa in tre volumi:
• Historia Antiqua
•Historia Medii Aevi
•Historia Nova sive moderna
Interpretazione e obiettività nella storia
Se i fatti storici sono tali solo grazie al significato che lo storico attribuisce loro, ha senso parlare di obiettività?
L’obiettività nella storia può valere soltanto come criterio riferito al rapporto tra fatti e interpretazione e può
essere perseguita attraverso le regole di un metodo scientifico riconosciuto universalmente
Lo storico per essere obiettivo deve
a) attenersi nel suo lavoro alle regole proprie della disciplina
b) possedere la consapevolezza del grado di condizionamento che gli deriva dall’essere comunque parte integrante
di un determinato contesto sociale e culturale.
CARR, Sei lezioni,