influssi del neoplatonismo sullo sviluppo dela mentalità scientifica

In questa sezione ci occuperemo degli influssi del neoplatonismo, della magia e della filosofia
naturale sullo sviluppo della mentalità scientifica.
PRIMA PARTE
I neoplatonici di maggior rilevo furono senza dubbio Nicola Cusano e Marsilio Ficino, i quali, alla
precedente prospettiva medievale rivolta verso il Trascendente ed espressa nella sua forma estrema
dal gotico, vi sostituirono una religiosità che guarda piuttosto al “divino” presente nell'uomo e
nel mondo. Secondo Cusano l'individuo umano, pur essendo una piccola parte del mondo, è una
totalità nel quale tutto l'universo risulta contratto. L'uomo è infatti immagine di Dio che è
l'"implicatio" di tutto l'essere così come nell'unità numerica sono potenzialmente impliciti tutti i
numeri, mentre l'Universo è invece l'"esplicatio" dell'Essere, ovvero l'esplicitazione di ciò che è
presente in potenza nell'unità. L'uomo è pertanto un microcosmo, un dio umano. Cusano fu inoltre
tra i primi a concepire l'universo, già nella prima metà del Quattrocento, senza limiti spaziali e
quindi senza una circonferenza che lo delimiti. Che non vi sia contrasto tra platonismo e
cristianesimo era convizione anche di Ficino, il quale concepì anzi il platonismo come una vera e
propria preparazione alla fede, intitolando la sua opera più celebre Theologia platonica. Il tema
dell'eros diventa in Ficino un motivo filosofico centrale: l'amore è il dilatarsi stesso di Dio nel
mondo, la causa per cui Dio "si riversa" nel mondo, e per cui produce negli uomini il desiderio di
ritornare a Lui. Al centro di questo processo circolare c'è dunque l'uomo, vera copula mundi, che
tiene legati in sé gli estremi opposti dell'universo, e come in Cusano è specchio di quell'Uno
(inteso plotinianamente) dal quale proviene tutta la realtà1.
Nicola Cusano
Nicolas Krebs è il maggior rappresentante della filosofia platonica in età rinascimentale. La sua opera più importante è il
"DE DOCTA IGNORANTIA" la quale tratta l’argomento della conoscenza esaminato in un’ottica decisamente diversa,
per atteggiamento più che per contenuti, da quella medievale; nel Medioevo, infatti l’oggetto della conoscenza era il
trascendente (oggetto infinito), mentre l’insieme delle verità donate dalla Rivelazione era definito e definitivamente
acquisito (perciò finito); Cusano opera un capovolgimento, poiché l’attività conoscitiva è illimitata (infinita), mentre
l’oggetto della conoscenza è limitato (finito). L’infinito sfugge alla nostra capacità di comprensione per una sproporzione strutturale fra la nostra mente e l’oggetto in questione: la logica umana è «logica del finito », ed essa ci colloca in una
«docta ignorantia ». Questa totale sproporzione non potrà mai essere superata, ma la dotta ignoranza ci rende coscienti
dei nostri limiti intellettuali, superabili solo nell’esperienza mistica ossia non razionale. La dotta ignoranza il sapere di
non sapere e 1 unico atteggiamento intellettuale possibile nei confronti di Dio, poiché non esiste alcuna proporzione tra
finito e infinito e, dunque, nessuna possibilità di conoscenza. Cusano entra quindi in aperta polemica con la Scolastica,
che tenta di raggiungere l’idea di Dio attraverso un procedimento razionale.
Questa impossibilità di determinare l’idea di Dio, chiudendolo nei limiti angusti della logica del finito, porta però
all’affermazione di un pensiero superiore che intuisce la natura divina nella sua unità e come origine di ogni successiva
distinzione.
La coincidenza degli opposti in Dio: Dio vive in una dimensione inaccessibile all’uomo: in quanto essere infinito, in
Lui gli opposti vengono a coincidere e, nei Suoi confronti, il principio di non contraddizione non ha alcun significato.
Infatti, una quantità «massimamente grande » e un’altra «massimamente piccola » hanno in comune la natura «superlativa
», in cui massimo e minimo coincidono. L’intelletto limitato dell’uomo può avvicinarsi a una simile visione solo
attraverso la «congettura» e l’uso del simbolismo geometrico-matematico. Secondo Cusano, se immaginiamo un
cerchio e ne prolunghiamo all’infinito ilraggio, possiamo vedere come quest’ultimo finisca per coincidere col perimetro,
perché la circonferenza diverrà sempre meno curva e tenderà a trasformarsi in una retta; nella fase finale, arco, corda,
raggio e diametro verranno a coincidere e tutto collimerù col tutto.
Nel Berillo Cusano amplia il valore della coincidenza degli opposti distinguendo l’unità dei contrari da quella dei
contraddittori: mentre la seconda è impossibile (principio di non contraddizione aristotelico), la prima èestremamente
diffusa nell’ambito naturale. La lotta dei contrari porta generalmente alla loro coesistenza in una sintesi e non
all’eliminazione di uno dei due.
Dio e l’universo: la radicale incommensurabilità tra finito e infinito non significa, tuttavia, una condanna del finito al
non-senso. Il mondo è, per Cusano, un Dio contratto: pur essendo assolutamente unità, infatti, Dio si manifesta nella
molteplicità delle cose singole, si moltiplica negli enti mondani. Ciascun essere riassume in sé tutto l’universo e dunque
Dio stesso; in Dio, tutte le cose esistono nella loro complicazione (sono cioè assunte insieme), e Dio èanche
l’esplicazione (il dispiegarsi dell’unità nel molteplice) nella creazione. In Dio è tutto il mondo e nel mondo Dio è
totalmente: in Dio tutte le cose sono «complicate » e per Dio esse sono «esplicate» nel cosmo: Egli è«contratto » in
ognuna di esse. L’universo aristotelico esce distrutto dalla rivoluzionaria visione di Cusano, che apre le porte alla
concezione moderna del mondo fisico:
non può esistere una differenza qualitativa tra le diverse parti celesti e terrene del mondo, poiché tutte le parti hanno il
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Qui si nota tuttavia come Ficino usi il concetto platonico di Eros attribuendovi un significato cristiano, poiché, diversamente che in
Platone, l'amore è per lui anzitutto attributo di Dio, movimento di Dio che scende verso il mondo, e non solo tensione irrequieta
dell'anima umana che vuol salire verso di Lui.
medesimo valore; il mondo non può avere un centro e una circonferenza, poiché centro e circonferenza sono Dio, e Dio
non ha confini o limiti; la Terra, dunque, non viene più posta al centro, ma è considerata una stella in movimento, non
diversa dalle altre. Cusano ritiene inoltre che il movimento non venga perennemente causato dal Primo Motore, ma si
mantenga per quel principio di inerzia che avrà un ruolo determinante nella nascita della fisica moderna.
Il legame tra Dio e l’universo si è realizzato nella persona dell’uomo-Dio, il quale è mediatore tra le due realtà. Il Cristo
è però solo il prototipo di quella superiore umanità che la nuova era attende: l’uomo è destinato a un rinnovamento che lo
porterà alla coscienza della condizione centrale che Dio gli ha donato nella creazione.
L’uomo. Dotato da Dio del pensiero, l’uomo è un microcosmo che può cogliere in sé il divino: non in maniera oggettiva
(Dio quale Egli è), ma soggettivamente, secondo il suo particolare punto di vista. Tutto ciò non indica solo il limite della
possibilità conoscitiva dell’uomo, ma anche la multiforme ricchezza del volto di Dio, che si manifesta a ogni uomo senza
annullarne la soggettività. L’uomo non è dunque costretto a uscire da se stesso per entrare in rapporto con Dio: è
sufficiente che scelga di appartenere a se stesso per incontrarlo. Il tema del microcosmo non è certo nuovo, era già presente nei secoli XII e XIII, ma in Cusano la posizione dell’uomo è motivata dalla natura razionale e libera che egli
possiede. Tutto ciò non porta affatto a una celebrazione acritica della potenza umana, poiché l’intelletto non riesce a
cogliere l’« essenza degli enti », ma deve limitarsi a formulare congetture di carattere matematico che non esauriscono il
mistero che avvolge ogni essere.
Marsilio Ficino
Il Neoplatonismo in Italia si afferma soprattutto a Firenze dove nasce un vero e proprio centro di studi
neoplatonici grazie alla collaborazione tra Cosimo il Vecchio e Marsilio Ficino. Marsilio si occupa della
filologia platonica ed è anche un traduttore dei suoi dialoghi. E’ convinto che la teologia e la filosofia siano
strettamente congiunte fra loro. La separazione tra le due fa si che la teologia diventi superstizione e la
filosofia malvagità. Ritiene che la filosofia platonica sia il pensiero in cui meglio si uniscono ambedue. Si
tratta di platonismo filtrato. Distingue la realtà in gradi: CORPO – QUALITÀ – ANIMA – ANGELO - DIO
L’anima occupa il gradino centrale cioè essa è parimenti distante dal corpo quanto da Dio. La sua centralità fa
si che essa abbia una funzione fondamentale per determinare l’armonia del mondo. Essa può scegliere se
degradarsi fino al corpo o innalzarsi fino a Dio. In questo modo costituisce tutta la realtà. L’anima è copula
mundi. Senza l’anima non sarebbe possibile comprendere il rapporto tra quelli che sono gli estremi della
realtà in quanto essa è l’essenza media, appartiene ad ambo i mondi. Questa sua funzione fondamentale
determina quelle che sono le connotazioni dell’anima. Essa è infinita ed eterna perché spiega la ragion
d’essere del cosmo. Infatti è la misura del tempo ma siccome lo strumento di misurazione non può che essere
pari a ciò che misura, allora è infinita ed eterna. E’ libera di scegliere se scendere o salire. Dio ha creato
l’uomo attraverso un atto d’amore quindi il cosmo è bello e quindi l’anima nel mondo, attraverso la bellezza,
può tornare a Dio. Siamo di fronte ad una concezione neoplatonica della realtà con un’ispirazione umana non
religiosa in quanto fa dell’anima l’essenza media perché essa è l’unica che può apprezzare la bellezza del
cosmo, quindi tutto il cosmo è in funzione dell’anima e quindi dell’uomo, il quale è l’unico che può giudicare
il bello.
Pico della Mirandola
Ultimo rappresentante del Platonismo rinascimentale. Egli, pur proponendo temi legati al platonismo, ritiene che tutta la
cultura abbia uno sviluppo omogeneo e quindi sovrappone a quelli che sono i temi classici del Neoplatonismo temi
aristotelici, ebraici e musulmani: di conciliare il neoplatonismo con l'aristotelismo e concezioni mistiche connesse alla
cabala ebraica, congiungendoli in una linea di continuità secondo un ideale di concordia universale2. Secondo Pico esiste
un’unica materia di ogni forma di sapere che mette a capo di un personaggio mitologico " Hermes Trismigisto" cioè
Hermes tre volte grande. Egli voleva proporre novecento tesi da discutere agli intellettuali del suo tempo riunendoli a sue
spese a Roma e come prefazione di queste tesi scrive quello che viene considerato il manifesto del Rinascimento italiano
e cioè il "DE OMNIS DIGNITATAE". In quest’opera presenta la creazione come è avvenuta nell’Eden. Dio dà a tutti gli
esseri una caratteristica ma arrivato all’uomo si accorge di non avere più niente da dargli e allora gli dà la possibilità di
scegliere cosa essere, se innalzarsi a Dio o adeguarsi alla carne.
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Cfr correnti ireniche in storia tra riforma e controriforma