RICERCA SULLA CRISI – RASSEGNA DI ARTICOLI DI QUOTIDIANI
SINTESI DEGLI AVVENIMENTI DEL GIORNO
Riportiamo qui di seguito le sintesi giornaliere dei contenuti di una selezione di articoli sulla crisi
raccolte dalla studentessa Alessia Franco Fusco nel periodo 16 luglio – 14 settembre 2012
nell’ambito di un lavoro di ricerca sulla crisi economica mondiale.
16 LUGLIO 2012
La crescita economica mondiale è debole e sta rallentando sia nei paesi avanzati che in quelli
emergenti come Cina e India.
La notizia perviene dal FMI e dagli economisti di Washington che chiedono ai governi un ulteriore
azione immediata.
La crescita del PIL mondiale si fermerà al 3,5% quest'anno e a 3,9% il prossimo.
La situazione delle economie in crisi dell'Eurozona potrebbe rimanere precaria fino a quando non
saranno intraprese ulteriori azioni politiche come l'unione bancaria e quella fiscale.
Il flusso in uscita dei capitali privati continua a provocare la fuga degli investitori dall'Italia e dalla
Spagna.
In Italia preoccupa anche il debito pubblico caricato del fondo salva stati che salirà dal 125,8% del
PIL quest'anno al 126,4% il prossimo.
In Spagna il premier Rajoy ha annunciato nuove misure per liberare la Spagna dal peso del deficit.
Ha annunciato il taglio delle tredicesime per i parlamentari e la riduzione delle ferie per tutti i
dipendenti statali. Questa manovra, secondo il premier, sarà in grado di far risparmiare alla Spagna
65 mld di euro entro il 2014.
17 LUGLIO 2012
L'economia globale rallenta ma non è solo colpa della crisi economica dell'Eurozona. Negli Stati
Uniti il PIL potrebbe ridursi di 4 punti percentuali nel 2013 con 600 mln di dollari in tasse e meno
consumi.
Secondo il FMI, se Obama non riesce a trovare un accordo con i repubblicani potrebbe far scattare
tagli alla spesa che avrebbero effetti devastanti sia per gli USA che per la crescita globale.
Altro tema di preoccupazione è il rallentamento di crescita dei paesi BRIC. Il PIL cinese crescerà
solo dell'8% nel 2012 rispetto all'8,2 previsto. Nel medio termine il FMI vede aumentare i rischi di
un brusco arresto dell'economia cinese a causa di un eccesso della capacità produttiva che porterà
ad un forte calo degli investimenti.
In India il persistere dell'inflazione sta provocando il rallentamento dell'economia del paese. Lo
afferma la Banca Centrale Indiana RBI a causa della scarsa pioggia e dell'aumento dei prezzi
minimi.
Nella giornata di oggi i dati emersi sull'andamento dell'economia mondiale sono preoccupanti.
Le previsioni del FMI preannunciano una recessione più acuta dello scorso anno ed una ripresa più
lenta nel prossimo. Ad aggravare questa situazione è il disaccordo tra i paesi europei che
rivendicano interessi contrapposti. Il mancato accordo sul che fare si trasforma in non azione o
azione troppo lenta nel prendere misure che possono cancellare il pessimismo degli investitori.
Questa situazione di incertezza, cominciata con la Grecia, si è via via espansa dagli Stati Uniti
all'Europa travolgendo i paesi finanziariamente più deboli.
Il futuro dei paesi che hanno accumulato maggior debito come Grecia, Italia e Spagna, è visto, dagli
investitori, al di fuori dell'euro. Ma questa uscita comporterebbe, per i detentori del debito, serie
perdite. Questo meccanismo aumenta il crescere dello spread che, se supera certe soglie, rischia di
schiacciare un paese annullando tutti gli sforzi che esso intraprende con fatica.
La soluzione sarebbe un intervento della BCE.
Basterebbe che acquistasse i titoli di stato dei paesi debitori, lo spread scenderebbe ed il problema
sarebbe risolto. Ma la Banca Centrale è stata costruita per evitare che i singoli governi stampino
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monete e per garantire stabilità monetaria, ovvero inflazione contenuta e prevedibile.
Potrebbero essere tre i fattori che ne bloccano l'intervento.
Il primo di carattere normativo, cioè il divieto alla BCE di essere coinvolta in interventi massicci di
stabilizzazione finanziaria; il secondo la difficoltà di distinguere gli interventi di finanziamento con
moneta degli stati membri, da quelli di stabilizzazione finanziaria ed il terzo è legato al secondo
cioè non si riuscirebbero più a distinguere gli uni dagli altri.
Questa è la preoccupazione della Germania.
Intanto il 23 luglio ci sarà una riunione nella quale dovranno emergere dettagli definitivi per
l'erogazione degli aiuti alla Spagna, per ricapitalizzare le banche evitando così il contagio all'Italia.
Intanto, nel nostro paese, secondo il report dell'ISTAT “La povertà in Italia”, aumenta il numero dei
poveri soprattutto famiglie di operai o famiglie in cui non vi sono redditi da lavoro.
Al Sud è povera 1 famiglia su 4 e aumenta la povertà tra coppie con un figlio, che rappresenta il
13,5% della popolazione.
Nei primi sei mesi dell'anno 35 imprese al giorno hanno dichiarato fallimento. I settori più colpiti
sono costruzioni e commercio.
18 LUGLIO 2012
Il FMI annuncia il rischio di deflazione con una caduta dei prezzi distruttiva.
In un critico report sulla politica dei paesi dell'Eurozona afferma che ci sarebbe il 25% di rischio di
deflazione di prezzi al consumo prima del 2014 e che il pericolo sarebbe più grave per paesi come
l'Italia, in cui la crescita è lenta ed i governi fanno leva su un incremento delle tasse per ridurre
l'enorme debito.
Ancora persistenti le notizie sui dati della povertà.
Si discute sulle misure da intraprendere ulteriormente in Italia in un incontro tra Monti (Presidente
del Consiglio) e Grilli (Presidente Banca d'Italia).
Il prezzo che l'Italia paga per tentare di abbassare lo spread è pari a 90 mld l'anno. Fino alla fine del
2012 l'Italia dovrà piazzare 218 mld di euro. Monti ritiene pertanto decisivo l'utilizzo del Fondo
salva spread attraverso i fondi EFSF e ESM.
In Spagna la crisi spinge all'esodo molti spagnoli di età compresa tra i 18 e i 40 anni. Questi sono
gli ultimi dati sull'immigrazione pervenuti dall'istituto nazionale di statistica. Durante il primo
semestre del 2012 sono andati via dal paese 40.625 cittadini.
Aumentano, invece, le attività di investimento nelle economie dei paesi emergenti compresa l'India,
nonostante il triste scenario economico globale. Il 45% del piano economico dei paesi BRIC
riguarda l'incremento di investimenti in ricerca e sviluppo.
19 LUGLIO 2012
L'economia cinese è volta a recuperare il I° quadrimestre del 2012 che ha portato una crescita lenta
e ad una espansione più debole rispetto al 2011.
I mercati indiani stanno anticipando una rapida azione per il rilancio degli investimenti ed il
conseguente taglio dei sussidi.
Senza un accordo sui tagli alla spesa, gli Stati Uniti rischiano, nel 2013, una nuova recessione con la
perdita di 1,25 mln di posti di lavoro. Ciò è dovuto alla mancanza di intesa politica tra repubblicani
e democratici su eventuali piani di azione da intraprendere.
Il salvataggio delle banche d'Europa e degli Stati Uniti è costato ai contribuenti 4700 mld di euro.
Tutto è iniziato con il fallimento della ultracentenaria Lehman Brothers statunitense e da lì il
contagio all'Europa.
I paesi dell'Europa che hanno il debito pubblico elevato saranno aiutati dai fondi salva stati, che
emetteranno obbligazioni per fornire prestiti ai paesi in difficoltà ricapitalizzando le banche. Le
obbligazioni saranno coperte da garanzie dei vari stati membri in proporzione alla loro quota di
partecipazione.
In Spagna migliaia di impiegati pubblici hanno manifestato in piazza a Madrid ed in altre 80 città
per protesta contro le misure di austerità proposte dal governo. Il Ministro del Bilancio spagnolo
afferma che la Spagna sta vivendo una nuova recessione e che il debito la sta schiacciando. Se la
BCE non avesse comprato titoli di stato la Spagna sarebbe fallita.
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Le 3 agenzie private di rating: Standard&Poor's, Moody's e Fitch sono quelle che orientano i flussi
di migliaia di mld da parte degli investitori e che determinano il vivere o morire di nazioni e
aziende. Queste agenzie valutano l'affidabilità di aziende, enti e stati giudicando se sono in grado o
meno di ripagare i loro debiti. Quando le aziende e gli stati sono classificati come buoni debitori
allora gli investitori corrono a finanziarli prestando loro denaro a tassi di interesse bassi, quando
invece sono giudicati poco affidabili gli investitori si tengono lontani o prestano denaro a tassi
elevati. Tuttavia queste agenzie sono criticate per vari motivi: perchè controllano il 95% del
mercato, perchè sono in prevalenza americane e perchè molto spesso hanno assegnato valori
massimi di affidabilità a titoli spazzatura, come è successo alla LB cui fu affidato il voto massimo
(TRIPLA A) pochi giorni prima che la banca fallisse.
Ciò avviene perchè sono orientate da chi le paga e quindi a nulla valgono gli sforzi degli stati che
cercano di rimettere i loro conti a posto esponendoli a rischi sempre più elevati fino a condurli quasi
al fallimento.
20 LUGLIO 2012
Al centro del mirino delle notizie odierne la Spagna, per la quale soino stanziati i primi 30 di 100
miliardi dall'Unione Europea per salvare le banche spagnole dal fallimento. Intanto il Parlamento
Europeo cerca di spingere la Germania ad accettare una qualche forma di condivisione del debito
pubblico.
Il prestito sarà condiviso da tutti i paesi dell'euro: la Germania contribuirà per 29 mld, la Francia pe
2, l'Italia per 19 e così via fino a Malta con un contributo di 10 mln di euro.
In evidenza un reportage sulla vita di uno spagnolo medio che pian piano il governo sta cancellando
senza alcuna possibilità di riscatto a causa della diminuzione degli stipendi, della cancellazione
delle tredicesime e dell'aumento dell'IVA.
21 LUGLIO 2012
La crisi dell'Eurozona lascia scappare gli investitori statunitensi che hanno accusato perdite di titoli
di stato con rendita negativa.
L'andamento dei mercati rimane precario per il continuo rallentamento dell'economia.
In Grecia la recessione sarà del 5,7% rispetto ai 4,7 previsti.
La sfida sarà trovare un accordo tra i governi che potrebbero allungare i tempi per un programma di
aggiustamento dell'economia greca.
Dopo il “si” definitivo della Finlandia si è finalmente dato il via agli stanziamenti per la Spagna.
La somma totale messa a disposizione è di 100 mld, che però non sarà versata immediatamente
perchè è in corso un lavoro di analisi sulle banche spagnole. Nell'attesa, l'Eurogruppo stanzierà 30
mld che potranno essere utilizzati in caso di urgenza.
A sbloccare i capitali sarà l'EFSF cioè il fondo di salvataggio dell'Eurozona che sarà destinato al
Fondo di Ristrutturazione bancaria spagnola.
Queste decisioni hanno però fatto crollare i titoli di borsa a Madrid e successivamente quelli italiani.
23 LUGLIO 2012
Mentre l'Eurogruppo dà il via all'aiuto dell'economia spagnola, la Cina concede una linea di credito
ad un gruppo di stati africani, molti dei quali più poveri al mondo.
La cifra è di 20 mld di dollari che sarà utilizzata nell'arco di tre anni per sviluppare infrastrutture,
piccole iniziative imprenditoriali e comprende 18 mila borse di studio e l'invio di 1500 medici.
La Cina, con la sua espansione internazionale, modifica le mappe dell'economia globale e quelle
geopolitiche.
Secondo il FMI un'implosione della moneta unica farebbe scattare una reazione a catena che
avrebbe un impatto negativo anche nelle altre aree del mondo, dagli USA fino ai paesi emergenti.
Per ovviare a questa situazione bisognerebbe rendere l'Eurozona più simile ad uno stato unitario,
come gli Stati Uniti e il Regno Unito con emissione di titoli pubblici europei, cioè gli Eurobond.
Intanto 21 mld di dollari sarebbero depositati in paradisi fiscali su conti protetti in Svizzera, Isole
Cayman, Bermuda, Irlanda ecc..
Equivalgono all'intera economia di un anno di Stati Uniti e Giappone.
Le cifre sono state rese note dal settimanale britannico Observer, attraverso lo studio di una società
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di consulenza. Una buona fetta di questi capitali appartengono a paesi in via di sviluppo.
In Italia, in dieci anni, le retribuzioni dei dipendenti sono rimaste ferme.
Le retribuzioni medie sono passate, in dieci anni, da 1419 euro a 1439, solo 29 euro in più senza
considerare l'aumento delle tasse sulle buste paga del 42,6%.
Il posto fisso è diventato un miraggio. La crisi ha esasperato il lavoro precario: solo due lavoratori
su dieci riescono a realizzare un posto fisso.
Solo 1/3 dei nuovi occupati ha un'età inferiore ai 29 anni.
Le aziende, una volta deciso di assumere a tempo determinato, non guardano ad una forza lavoro
giovane perchè sul mercato del lavoro arrivano 40-50 enni che hanno perso il posto, ne cercano un
altro e sono già formati.
24 LUGLIO 2012
In India gli investimenti nell'IT (Information Technologies) crescono del 16,3%.
A dispetto delle prospettive economiche globali, piuttosto incerte, è difficile pensare che in India le
piccole e medie imprese investiranno il 16,3% nell'IT, oltre ad investimenti in tecnologie emergenti
come social media, cloud, telefonia mobile ecc...
La crescita del mercato IT prevista per il 2012 è di 43,57 bilioni di dollari. L'India domina un alto
tasso di crescita, seconda solo alla Cina, tra i paesi BRIC.
In Europa il salva-banche non convince, lo scudo antri spread non si avvia e la recessione avanza.
Le regioni spagnole rischiano la bancarotta e anche la Sicilia è oberata dai debiti.
Gli ultimi vertici europei, con le decisioni varate, non hanno convinto, e gli investitori scommettono
sulla bancarotta della Spagna e sull'indebolimento dell'Italia.
Dall'entrata in vigore dell'euro, i cinque paesi in crisi: Portogallo, Italia, Spagna, Grecia e Irlanda
hanno perso un decennio.
Questo è dipeso dalla crescita o meno del PIL. Nel 2011 in Italia equivaleva a 32 mila dollari pari a
quello del 1999, lo stesso per il Portogallo 22 mila oggi così come nel 2000 e così via, rispetto alla
Germania che è passata da un PIL pro-capite di 33 mila dollari nel '99 a quasi 40 mila nel 2011.
Questi dati raccontano che questi cinque paesi in crisi non hanno vissuto bene il primo decennio di
vita della moneta unica, perchè sono rimasti congelati i termini di produzione e produttività.
Ad Atene si è dimesso il direttore generale del Fondo Privatizzazioni che non ha rispettato la
scadenza dei programmi secondo i quali il fondo avrebbe dovuto raggranellare 3,2 mld di euro con
la vendita di beni immobili.
Ne ha racimolato solo 1,8 compresa la vendita degli ultimi 4 airbus della vecchia compagnia aerea
greca.
25 LUGLIO 2012
Il settore bancario russo è probabile che continui il suo recupero dalla grave recessione nel 20082009 per almeno i prossimi due anni.
Tuttavia, la prospettiva di Standard&Poor's sulle grandi banche del Brasile, della Russia e della
Cina è stabile, riflettendo le sue aspettative che questi paesi manterranno la loro buona capacità di
recupero economico rispetto al rallentamento globale.
La prospettiva negativa delle banche indiane riflette, invece, l'andamento negativo del debito
sovrano.
Negli USA, la FED si prepara a varare un nuovo programma di interventi per provare a scrollare la
nuova economia americana con una disoccupazione all'8,2% ed una crescita che non raggiunge
velocità per stimoli monetari.
I leader dei paesi europei continuano ad essere scavalcati dalla crisi, hanno varato il salvataggio
delle banche spagnole quando la crisi le aveva già investite e non serviva più. I 500 mld di riserva
dei fondi salvastato rischiano di essere già stati inghiottiti dal salvataggio della Spagna.
Tocca alla BCE prendere in mano le redini di modo che gli interventi tornino al passo con la
situazione reale.
26 LUGLIO 2012
L'euro è in crisi, tuttavia rimane un mistero del perchè l'Europa continui ad indugiare su interventi
decisivi.
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I dirigenti politici non trovano il passo giusto per affrontare la crisi. Invece di proclamare che il
risanamento, l'ammodernamento delle strutture politico-finanziarie del continente costituiscono una
responsabilità storico-civile cui nessuno intende sottrarsi, linguaggi e comportamenti rimangono
disdicevoli.
Non è soltanto l'Eurolandia a rallentare, ma la situazione si presenta seria anche in altri paesi. Il
rischio non è solo quello di una frenata o di una recessione, ma quello di una deflazione globale a
causa del calo delle materie prime condizionate dall'UEM e dagli Stati Uniti.
Il presidente della BCE, Mario Draghi, manda un forte segnale che la BCE è disposta ad usare il suo
potere per stampare denaro al fine di preservare l'euro, dando agli investitori la speranza che la
banca è pronta ad intraprendere massicci acquisti di obbligazioni sui mercati dell'Eurozona se la
crisi peggiora.
Un autorevole centro di ricerca, IFO, ha spiegato che in caso di default della Grecia, le perdite della
Germania sarebbero di 82 mld e che diventerebbero 89 nel caso in cui Atene rimanesse nell'euro.
Per restituire interamente il debito che pesa sulla sua testa, la Grecia dovrebbe far pagare a ciascuno
dei suoi 11 milioni di cittadini 300 euro al mese per 10 anni.
La richiesta della Troika è di effettuare un taglio di 300 mld alla spesa pubblica da effettuare entro
un anno.
Le borse di Madrid respirano, lo spread scende da 658 a 611 punti grazie al governatore della Banca
Centrale austriaca che ha lanciato l'ipotesi di un superfondo salvastati abilitato per chiedere prestiti
alla BCE.
A Londra l'economia perde colpi. La discesa del PIL si è ulteriormente accentuata -0,7% rispetto
allo -0,2% previsto dagli analisti. Il calo del PIL sarebbe colpa del giubileo della regina dove i
britannici si sono guadagnati un giorno di festività in più fermando così fabbriche e stabilimenti
tagliando il PIL dello 0,5%.
Anche in Germania primi segnali di crisi, la società di camion MAN ha registrato un calo del
fatturato nel primo semestre.
Tagli alla spesa e riforme strutturali in cambio di prestiti, così la Troika fa peggiorare recessione e
debito e acuisce lo scontento popolare. Moody's avverte la Germania che un ulteriore aiuto ai paesi
in crisi minerebbe il suo massimo voto di tripla A.
Per molti è la Spagna che contagia l'Europa, in quanto capace di trasmettere agli altri stati il virus
dell'insolvenza. Lo spettro del contagio divide gli europei che credevano fino a ieri che l'euro fosse
lo scudo contro ogni crisi.
La conseguenza più devastante della crisi non è economica, ma politico-culturale perchè gli
eurosoci sono diffidenti tra loro. Un foglio di carta colorata diventa scambiabile solo attraverso un
atto di fiducia collettiva.
Tagli anche alle strutture bancarie italiane con riduzione del personale, riduzione di funzioni e
poltrone inutili, semplificazioni di organizzazioni sul territorio.
Continua l'esodo di molti neo-laureati spagnoli a causa della recessione perchè non vedono alcun
futuro. Le mete dell'immigrazione sono altri paesi europei come Germania, Norvegia, Austria,
Olanda, Svizzera, Svezia, ecc..
C'è richiesta di ingegneri informatici spagnoli, personale sanitario e addirittura l'Austria vorrebbe
accaparrarsi giovani spagnoli nel campo delle costruzioni e del turismo. Paga di ingresso 2500 euro.
27 LUGLIO 2012
La BCE è “pronta a fare qualsiasi cosa serva” ha affermato Draghi. Il Presidente farà mettere in
campo misure straordinarie alla banca fungendo da surroga ai governi.
E’ un’estate di fuoco per le banche di tutto il mondo: quelle spagnole bisognose di salvataggio e le
altre europee rischiano grosso per effetto della crisi del debito sovrano. Anche quelle anglosassoni
sono sotto pressione perché basate su modelli che non esistono più ed anche quelle americane
tremano.
Tutto questo deriva dalla totale impossibilità di controllare giganti bancari con centinaia e migliaia
di dipendenti che operano in tutto il mondo e sono attivi nei settori più disparati: dal credito al
consumo ai segmenti più sofisticati seguendo modelli da supermarket.
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Situazione di crisi analoga alla Catalogna in Spagna, si sta verificando in Campania che è sull’orlo
del crac. 15 mld di debito di cui 5 nel settore della sanità.
In Spagna il FMI prevede una recessione raddoppiando la caduta del PIL stimato per il 2013 a 1,2%, sostiene che le nuove misure avranno un impatto significativo nella crescita. Raccomanda di
eseguire la manovra dell’IVA per ottemperare al deficit nel 2014. Intanto è tasso record per la
disoccupazione. E’ il più alto mai raggiunto dopo il periodo di transizione dalla dittatura di Franco
alla democrazia. La disoccupazione ha avuto un innalzamento del 24,6% nel secondo quadrimestre
dell’anno rispetto al 24,4 dei primi tre mesi, è il livello più alto dal 1976 quando morì il Generale
Franco.
E’ opinione diffusa che nella crisi dell’euro la Germania sia entrambi: problema e soluzione. Tutti
pendono dalle decisioni della Corte Costituzionale tedesca sulla legittimità dei fondi salva-stato.
Si chiude l’accordo per i nuovi tagli da 10 miliardi per la Grecia. Nella sede del Ministero delle
Finanze, la Troika riceve garanzie che la Grecia rispetterà gli impegni presi e ridurrà il debito di
11,7 mld.
Intanto la crescita economica americana è solo dell’1,5% registrata nel primo quadrimestre del
2012. Questo provoca un ritmo piuttosto lento dei consumi dovuto anche alla linea di austerità
condotta dagli stati e dai governi nella spesa e dalle esportazioni che sono ancora piuttosto deboli.
In questo modo una ripresa ad un ritmo più incalzante è molto più difficile e pressoché nulla.
28 LUGLIO 2012
Mario Draghi espone un piano che ha l’ambizione di abbattere la crisi entro l’inverno.
Il primo passo è mostrare subito che i governi doteranno subito l’Eurozona degli strumenti anticrisi;
il secondo sarà aiutare lo stesso Draghi a convincere la Bundesbank e le altre banche del nord che il
suo aiuto non sarà destinato a leader inerti che possano ricadere nella crisi non appena la BCE
terminerà il suo intervento; il terzo salvare la Grecia evitando all’Eurozona uno shock ulteriore; il
quarto e ultimo arrivare in inverno con una serie di innovazioni tra cui lo scudo anti-spread che avrà
una tale potenza da permettere che la moneta unica sopravviva anche dopo l’intervento della BCE.
Ma la strategia di Draghi, secondo la quale la BCE sosterrà la moneta europea anche con l’acquisto
di titoli sovrani di paesi in difficoltà, non incontra tutti pareri favorevoli, gli avversari più tenaci si
trovano in Germania, non nel governo ma nel cuore della classe dirigente. Infatti ieri la Bundesbank
ha fortemente criticato la posizione della BCE. Il timore della banca tedesca è che l’iniziativa di
Draghi possa illudere gli stati europei debitori che la crisi possa essere risolta dall’Europa senza che
i dirigenti politici si diano da fare a mettere a posto i propri bilanci e rendere competitive le
economie delle loro nazioni. La BCE rischierebbe così i soldi dei contribuenti per un sud che
potrebbe comandare con una redistribuzione dei capitali a spese del nord senza risolvere alcun
problema.
Intanto il Presidente del Consiglio Mario Monti tenta di tessere una rete di alleanze per la moneta
unica. Tre le tappe importanti: Parigi, Helsinki e Madrid.
La missione comincia il 31 luglio a Parigi dove, il neo presidente francese Hollande sta designando
la Francia come snodo fra nord e sud. Ha confermato l’asse con la Germania in difesa dell’euro e
preme per un’azione bancaria e meccanismi anti-spread assieme agli spagnoli.
Il giorno dopo Monti sarà a Helsinki dove mostrerà il dossier sulle riforme attuate dal suo governo e
spiegherà quelle che sono in programma a breve termine. L’incontro ha anche come oggetto la
richiesta di garanzie ferree per concedere parte dei prestiti finlandesi a sostegno di Grecia e Spagna.
Monti rammenterà al collega nordico i pericoli di una dissoluzione dell’area euro che avrebbe degli
esiti negativi anche sui PIL dei paesi nordici.
Poi sarà in Spagna per incontrare il primo ministro Rajoy per farne il punto della situazione. Il FMI
afferma che la crisi in Spagna durerà almeno dieci anni. Lo ha annunciato in un rapporto pubblicato
il 27 luglio scorso. Per ritornare ai livelli del 2007 bisognerà attendere fino al 2017. Gli esperti di
Washington affermano che il quadro della situazione è molto difficile e le banche rischiano di
rimanere a corto di liquidi a causa della contrazione dei mercati. I più esposti alla crisi spagnola
sono i giovani di cui circa la metà sono rimasti senza lavoro, 1/3 hanno abbandonato gli studi e
quelli che hanno un lavoro sono gran parte precari.
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Un piano anti sprechi anche per Bankitalia e sollecitazione ad attuare la spending review a
cominciare da auto blu, buoni pasto, ferie, permessi, consulenze e affitti.
30 LUGLIO 2012
I Paesi BRICS stanno costituendo nuovi poli di crescita, di influenza e di successo trasformando il
concetto di sviluppo finanziario del mondo tradizionale.
Nel 2050 Cina e India potrebbero rappresentare la metà dell’economia mondiale. Questi trends
derivano da varie stime che indicano oggi come lo sviluppo economico dei paesi emergenti
contribuisca del 10-15% alla crescita del PIL mondiale. Il loro sviluppo è dato da forti programmi di
cooperazione non solo tra paesi vicini, ma anche tra altre regioni coprendo una vasta gamma di aree
di intervento che includono le infrastrutture e la capacità di costruire e localizzare iniziative a tutela
delle comunità più povere. L’India, in questo senso, svolge un ruolo importante nella creazione di
una nuova architettura di sviluppo con spunti interessanti da poter condividere. È riuscita a
sollevare, infatti, centinaia di milioni di persone dalla povertà negli ultimi 50 anni ed è riuscita a
quadruplicare il suo reddito procapite negli ultimi 20 anni.
La crisi economica dell’Eurozona spesso si attribuisce solo ad un aumento del debito pubblico dei
vari Stati. In realtà le cause della crisi sono da ricercarsi nel sistema finanziario, cosa di cui nessuno
dubitava fino agli inizi del 2010. La crisi è nata dal fatto che le banche UE sono gravate da una
montagna di debiti e crediti di cui nessuno riesce a stabilire l’esatto ammontare. Al pari delle
consorelle statunitensi hanno creato, con l’aiuto dei governi e delle legislazioni, un sistema
finanziario parallelo detto “finanza ombra” i cui attivi e passivi, non essendo registrati in bilancio,
sono difficili da identificare e quantificarne l’effettivo valore. La finanza ombra è formata da varie
entità che operano come banche ma in realtà non lo sono. Molte di queste entità sono costituite da
fondi: monetari, di investimento, immobiliari; ma il pilastro fondamentale è costituito da società,
create dalle banche stesse, chiamate SIV veicoli d’investimento strutturato. Esse servono a
trasportare fuori bilancio i crediti concessi da una banca, di modo che possa concederne
immediatamente degli altri per ricavarne un utile. Infatti quando una banca concede un prestito deve
versare una quota, a titolo di riserva, alla Banca Centrale (BCE per l’Europa). Accade però che se
continua a concedere prestiti le verrebbero a mancare i capitali da versare come riserva. Ecco allora
che i crediti vengono trasformati in titoli commerciali, venduti a un SIV creato dalla stessa banca e
tolti dal bilancio. In questo modo la banca può continuare a concedere prestiti e nello stesso tempo
incassa subito l’ammontare dei prestiti concessi senza aspettare anni come avviene per la
restituzione di un mutuo. Mediante questi dispositivi, spesso collocati in paradisi fiscali, le banche
hanno concesso a famiglie, imprese, enti finanziari, trilioni di dollari e di euro che le loro riserve o
il loro capitale proprio non avrebbero mai permesso loro di concedere creando così gravi rischi per
il sistema finanziario. Dallo scoppio della crisi nel 2007, sono passati 5 anni ed in questo scenario le
banche europee hanno svolto un ruolo di primissimo piano emulando e talvolta superando quelle
americane in queste acrobazie finanziarie, prova ne sono le banche spagnole. Intanto in pochi mesi i
governi europei hanno tagliato pensioni, salari, fondi per l’istruzione, sanità ecc. giustificandoli per
un risanamento dei bilanci pubblici. Il che in parte è vero, ma è dovuto principalmente ai 4 trilioni
di euro sparsi nella UE al fine di salvare gli enti finanziari. Intanto l’amministrazione Obama e gli
interi Stati Uniti dichiarano la loro più fervente preoccupazione verso la crisi europea- innanzitutto
vi è un’evidente critica alle scelte compiute fin’ora e alla linea di rigore condotta dalla Germania,
considerata controproducente. Secondo gli Stati Uniti, gli europei devono tutti fornire un immediato
sostegno alla crescita e alla stabilità finanziaria per ridurre i tassi d’interesse di Spagna e Italia. La
soluzione di queste priorità dovrebbe evitare ulteriori effetti pandemici all’economia mondiale,
poiché la singhiozzante ripresa statunitense è legata a quella europea. La crisi europea, infatti,
riduce la domanda per le aziende statunitensi che producono e vendono in Europa, rallentando così
la crescita dovunque.
31 LUGLIO 2012
E’ stato fissato per il 12 settembre il prossimo D-Day per decretare o l’inizio di una crisi devastante
oppure l’avvio di una ripresa ambita nella storia dell’Eurolandia.
Il 12 settembre la Corte costituzionale tedesca si pronuncerà sulla compatibilità delle leggi nazionali
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per l’attivazione dell’ESM, il fondo di salvataggio. Basterebbe un parere negativo per neutralizzare
la strategia salva euro.
Nello stesso giorno in Olanda si celebreranno le elezioni nelle quali vengono dati vincenti partiti
anti-euro che potrebbero bloccare il secondo salvataggio della Grecia.
Mario Monti dice che riesce a vedere ancora un po’ di luce alla fine del tunnel con l’intervento dei
fondi salva stato. Hollande e Monti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per esprimere
determinazione nel proteggere l’Euro così come dichiarato da Mario Monti la scorsa settimana.
I due capi di governo hanno chiesto la rapida attuazione degli accordi di fine giugno, che
consentano a Spagna e Italia l’applicazione di fondi salva stato, eventualmente con l’appoggio della
BCE.
Nonostante il Ministero delle Finanze tedesco abbia ribadito che non vede la necessità di dare una
licenza bancaria al fondo di salvataggio europeo, l’euro ha guadagnato più punti grazie alla
dichiarazione di Draghi, che si impegnerà a fare tutto il possibile per preservare la valuta. Intanto
scende la sterlina, caduta contro l’euro dopo che Moody’s ha abbassato le sue previsioni di crescita
per il Regno Unito.
L’amministrazione Obama teme un’esplosione della crisi del debito europeo per settembre e questo
influirà sull’economia americana.
Nel secondo trimestre 2012 il PIL USA è cresciuto dell’1,5%, il più debole dal terzo trimestre 2011
per due motivi: contrazione dei consumi e calo dell’export. L’Europa, infatti, è il primo partner
commerciale degli Stati Uniti, più la sua economia frena più l’export cala.
Intanto nelle vite degli italiani ci sono sempre più rate. Ci si indebita per far fronte anche alle spese
quotidiane.
E’ il quadro allarmante emerso da un’analisi di richiesta di prestiti personali in un arco di tempo che
dal 2008 al marzo del 2012, cioè il quadriennio della crisi globale.
Una buona parte di questi finanziamenti sono stati richiesti per fini di liquidità, ossia soldi in tasca
per far fronte alle spese di tutti i giorni ed anche per pagare tasse e tributi.
1 AGOSTO 2012
La Catalogna, regione della Spagna, affonda.
Ha annunciato che non potrà più pagare gli stipendi di luglio ad ospedali, residenze per la terza età e
servizi sociali. Il quadro del futuro catalano è nero: una disoccupazione del 21,65, il PIL nel 2012
registrato è -0,1% e le esportazioni calano del 7,5%. Il crac delle finanze catalane si deve alla
recessione.
Obama esprime un misto di fiducia e preoccupazione sulla crisi dell’Eurozona. Molti imprenditori
americani che investono in Europa sono quelli che negli ultimi mesi hanno pagato il prezzo più alto
della crisi. Secondo Obama l’euro non si dissolverà, con la convinzione che l’eurozona possa
farcela a superare la crisi del debito sovrano.
Si attende questa settimana, intanto, un’azione parallela tra FED e BCE, le due banche centrali più
importanti del mondo, per acquistare titoli di stato.
Berlino è ancora contraria alla licenza bancaria e quindi potenza illimitata ai fondi salva stato. La
Buddensbank sottolinea che il ruolo della BCE deve restare focalizzato sulla stabilità dei prezzi e
non sul suo intervento di risanamento dei bilanci degli altri stati.
Ma la crisi dell’euro è anche una crisi di carattere istituzionale che ha portato alla formazione di due
Europe: quella del mercato comune e quella della moneta comune.
Finora queste due Europe sono state tenute insieme da Trattati che di fatto ne annullano la sovranità
nazionale dei singoli stati vincolando i diritti più legati alla loro identità.
Diritti sociali che sono così diversi nelle tradizioni di comunità di ciascuno stato; diritti di bilancio
legati alla dualità tra parlamenti e governi e diritti politici estremamente diversi tra loro.
In quest’Europa non c’è coesione ed esiste una divisione tra i diversi progetti di interazione.
L’Italia può fare molto per creare un punto d’incontro tra visioni ed esigenze diverse del processo di
integrazione.
Per risolvere la crisi dell’euro, l’Italia dovrebbe premere affinché i paesi della moneta unica
accentuino la loro integrazione fiscale e bancaria ridefinendo le loro sovranità che dovrebbero
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essere trasferite a livello sovranazionale e che ancora oggi sono custodite gelosamente.
Nascerebbe così una nuova idea di unione politica europea con un progetto originale e realistico di
governo politico dell’Europa dell’euro, che tenga presente dei cambiamenti intervenuti negli ultimi
tre anni quali, l’indiscutibile preminenza decisionale acquisita dal Consiglio Europeo e l’efficace
ruolo di controllo di quest’ultimo esercitato dal Parlamento Europeo.
3 SETTEMBRE 2012
Nelle prossime settimane saranno prese decisioni importanti dalla Corte Costituzionale tedesca e
dalla BCE. Queste decisioni si collocano in un quadro difficile di crescita economica che è più
lenta, rispetto alle attese, in Asia ed Europa.
La conseguenza è che anche la finanza pubblica è caratterizzata da ritardi.
In questo contesto, ad agosto, la BCE ha sostenuto la possibilità di acquistare titoli pubblici dei
paesi che hanno formalizzato richiesta di aiuto. Questo non significherà, però, che la BCE sarà in
grado di risolvere la crisi dell’Eurozona, anzi. La banca europea chiederà ai paesi di maggior
successo di proseguire nel rigore e, questo rigore, avrà successo solo se l’economia aumenterà la
produttività e creerà nuovi posti di lavoro conquistando i mercati esteri.
Oggi Draghi parlerà davanti alla Commissione Europea per acquistare i titoli di stato dei paesi a
rischio per arginare il loro spread. Domani una bozza del piano anti-spread sarà inviata ai 17
governatori delle banche centrali. Questa dovrebbe essere l’arma finale contro il contagio della crisi
finanziaria.
Intanto, la produzione nell’Eurozona è contratta per il 13° mese consecutivo, quello di agosto.
Il PIL nei paesi della moneta unica si è ridotto dello 0,2% nel secondo trimestre.
Il calo della produttività dipende dal calo di nuove offerte e da quello delle esportazioni, un chiaro
simbolo che la crisi del debito sovrano, che affligge l’Europa, sta rallentando l’economia globale.
4 SETTEMBRE 2012
In questi giorni non ci sono buone notizie per le vendite di acciaio in Cina. I prezzi sono in calo, la
domanda è scarsa ed i prestiti sono difficili da trovare.
Il crollo del mercato cinese dell’acciaio ha avuto risonanza mondiale: i prezzi di riferimento del
ferro, minerale chiave per la produzione di acciaio, sono scesi a 89 $ a tonnellata.
La Cina copre il 60% dell’importazione mondiale di ferro, un mercato del valore di 100 mld di $
l’anno. I paesi che vendono materie prime alla Cina avvertono che le grandi industrie produttrici di
minerali, a livello globale, stanno ridimensionando i loro piani di investimento a causa del
rallentamento della domanda cinese.
Acciaierie e venditori di ferro cinesi affermano di non vedere nessuna luce alla fine del tunnel. La
ragione fondamentale di questo forte calo è il rallentamento della crescita economica del paese.
Le parole pronunciate ieri da Draghi sui titoli di stato sono state interpretate come il chiaro segnale
che la BCE è in rampa di lancio per l’acquisto dei titoli di stato, ciò rassicura i mercati.
In Spagna, dopo Valencia e Catalogna, ora anche l’Andalusia ha chiesto aiuto a Madrid.
Il governo regionale non ha più soldi ed ha chiesto alla capitale un anticipo di 1 mld di euro.
In Italia la crisi del settore manifatturiero continua ad aggravarsi nonostante un lieve cenno di
ripresa a livello di tutta l’Eurozona. La domanda debole colpisce produzione e occupazione delle
imprese industriali.
Questa crisi sta spingendo nuovamente gli italiani ad emigrare verso la Germania. I dati
dell’Agenzia tedesca del Lavoro lasciano pochi dubbi, dal 2009 al 2011 si è registrata una
migrazione del 6,3% degli italiani.
Anche i negozianti sono in crisi. L’effetto della crisi del commercio provoca la chiusura di
numerose attività commerciali. Sono 150.000 le imprese commerciali che potrebbero chiudere
nell’anno in corso a causa di un calo del 3,3% di consumi pro-capite.
5 SETTEMBRE 2012
La disoccupazione è il problema principale dell’economia spagnola, aggravato anche da un altro
grande squilibrio economico: il deficit pubblico.
Tre le tappe per salvare l’euro emerse dall’incontro Monti-Hollande: crescita e lotta alla
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disoccupazione spingendo l’applicazione del piano UE per la crescita di 130 mld deciso a giugno;
lo spread: concordi nell’andar avanti con lo scudo anti-spread, chi ne farà richiesta non dovrà
firmare nuovi impegni sul risanamento in ultimo la soluzione dei problemi di Grecia e Spagna.
Accanto alla discussione su questi temi è emerso un interrogativo da entrambi i governanti, cioè
quali saranno le decisioni che la Corte Costituzionale tedesca assumerà nei confronti dei fondi salva
stato.
Secondo indiscrezioni, la corte tedesca si esprimerebbe con un sì, ma con il vincolo che a fronte di
ogni richiesta ci dovrebbe essere sempre il parere favorevole del Parlamento tedesco.
Secondo un rapporto pubblicato mercoledì dal World Economic Forum, le economie europee sono
divergenti in termini di competitività.
Il rapporto ha evidenziato il crescente divario fra nord – sud come uno dei fattori chiave alla
continua crisi dell’Eurozona.
In una classifica che mostra le migliori e peggiori prestazioni di 114 paesi, di cui 17 della zona euro,
il terzo posto è occupato dalla Finlandia, la Grecia langue al 96°. Primo e secondo posto sono
occupati dalla Svizzera e da Singapore.
Il rapporto non dipinge un quadro senza speranza per gli europei, ma evidenzia che l’alta
competitività è in gran parte limitata a nord e ad ovest del continente.
Da questo si evidenzia che il progetto di convergenza tra le economie della zona euro, previsto dagli
architetti della moneta unica, sta andando in retromarcia.
6 SETTEMBRE 2012
Oggi si riunisce il Consiglio della BCE a Francoforte nel quale Draghi spiegherà il piano di acquisto
dei titoli di stato dei paesi in difficoltà come Spagna e Italia, il cosiddetto scudo anti-spread.
Il piano di Draghi per salvare l’euro è finalmente compiuto e gli investitori sono al settimo cielo. Il
piano del presidente della BCE vedrà la Banca impegnata nell’acquisto di titoli di stato dei paesi
dell’Eurozona in difficoltà a condizione che essi siano conformi alle condizioni stabilite da
Bruxelles e dal FMI. Tuttavia la Banca Centrale non si muoverà in fretta, la Spagna deve accettare
un piano di salvataggio politicamente tossico per beneficiare degli aiuti.
Da qui scaturiscono una serie di date importanti: il 12 settembre si riunirà la corte Costituzionale
tedesca per decidere sulla compatibilità del fondo salva stati e sbloccare l’ESM.
A fine settembre è previsto il rapporto della troika sulla Grecia, dalla sua valutazione dipenderà
l’erogazione di una nuova tranche di aiuto pari a 31,5 mld.
Nei giorni scorsi quando la banca finanziaria statunitense Goldman Sachs ha chiesto ai suoi
investitori cosa pensano dell’Italia, è scaturito che il 28% si aspetta una richiesta di aiuto europea
entro l’anno; il 20% pensa che la domanda del governo arriverà nel I° trimestre del 2013, mentre il
31% dice che non succederà mai. Sette investitori su dieci quando comprano Italia lo fanno
nell’idea che prima o poi la BCE li seguirà. Ma questo potrebbe succedere non tanto presto.
Il punto è che la BCE aiuterà l’Italia e la Spagna solo se queste si impegneranno ad avviare un
programma di riforme.
Per il salvataggio della Grecia la troika ha avanzato delle richieste davvero senza precedenti che
hanno lasciato Atene sbigottita: settimana lavorativa di 6 giorni sabato compreso; i turni di riposo in
azienda non dovrebbero superare le 11 ore consecutive su 24; preavvisi di licenziamento dimezzati
con meno vincoli di trasferimento dei lavoratori dal turno di giorno a quello di notte,;diminuzione di
salari minimi e riduzione delle liquidazioni quando il lavoratore in uscita percepisce già una
pensione.
7 SETTEMBRE 2012
Quella di ieri è stata la conferenza stampa più attesa della BCE. Mercati, governi e cittadini
aspettavano di capire se Draghi avrebbe ottenuto gli interventi straordinari sul mercato dei titoli di
Stato. Gli interventi dunque ci saranno nonostante l’opposizione della Bundesbank.
La BCE farà acquisti di titoli di stato.
Al termine della conferenza stampa gli spread sono scesi da 404 a 370. Tuttavia, nonostante il
grosso passo avanti compiuto da Eurotower, la crisi non è ancora scampata, l’OCSE
(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha stimato che il PIL italiano nel
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2012 calerà del 2,4% contro quello dell’1,7% previsto a maggio. Pur rilevando i progressi fatti dal
governo italiano nel cammino per il risanamento dei conti pubblici, non si è ancora fatto abbastanza
per la competitività.
Intanto in Brasile ci sarà un taglio dei prezzi dell’elettricità. Il governo brasiliano ha promesso la
riduzione dei prezzi per far rivivere al paese la forte economia in espansione di un tempo.
Il presidente del Brasile Dilma Rousseff ha annunciato nella serata di giovedì, che i tassi di energia
elettrica ad uso industriale sono scesi del 28% mentre quelli relativi ai consumatori del 16,2%
rispetto a gennaio. Questa mossa, uno dei più grandi tagli nella storia del paese, seguita da una
raffica di altre misure, è volta promuovere la promozione industriale che, nella crescita economica,
si trascina.
La Cina ha approvato un piano di investimenti del valore di 158 milioni di $ nelle infrastrutture che
contribuirà alla crescita dell’economia. Il denaro sarà implementato nell’arco di diversi anni e
questo ha alimentato un rinnovato attivismo sulle prospettive cinesi.
La crescita della Cina è scesa al 7,6% negli ultimi tre anni e negli ultimi 3 mesi c’è stato un
rallentamento ancora più marcato con una lenta produzione industriale.
10 SETTEMBRE 2012
La figura dell’Italia secondo i dati di Eurostat, è quella di una nazione in sofferenza che arranca con
una battuta d’arresto del PIL. Le piccole imprese quindi si sentono risucchiate dalla crisi e
arretrano. Produzione e fatturato subiscono contrazioni dell’1,3%. Va male per tutti i settori e per
tutte le aree geografiche, ma peggio per il Mezzogiorno. Si rafforza solo lo stato di salute di aziende
che effettuano export, che cresce dell’1,7%.
Anche il settore bancario italiano ha risentito l’impatto della crisi in termini di redditività e di
erogazione di finanziamento. A differenza delle altre banche europee quelle italiane hanno
concentrato gran parte delle loro attività nel finanziamento alle imprese, questo ha sì fornito un
riparo rispetto ai tracolli finanziari, ma ne ha accentrato la vulnerabilità rispetto alle difficoltà ed
alle insolvenze da parte delle imprese. Solo la caduta degli spread permetterà alle banche italiane di
aggiustare i loro bilanci.
Intanto in Francia il presidente Hollande chiede 2 anni di sacrifici per risanare il paese. Primo punto
risolvere il problema della disoccupazione che sfiora la soglia di 3 milioni, con una riforma del
mercato del lavoro. Il secondo è il deficit. Il governo francese sta preparando una finanziaria da
record: 30 mld. Dieci mld saranno tagli alle spese pubbliche, gli altri venti sono tasse di cui 10 a
carico delle imprese e 10 a carico delle famiglie.
La Grecia è alle prese in una lotta contro il tempo per convincere la troika ad ottenere l’erogazione
di una tranche di aiuti di 37,5% mld. Il governo ellenico avrebbe presentato un piano di austerity del
valore di 17 mld. Ma diverse migliaia di persone hanno manifestato contro i tagli dicendo no a
nuovi sacrifici.
Si avvicina intanto il fatidico 12 settembre per il verdetto definitivo della Corte Costituzionale
tedesca per l’attivazione dei fondi salva stato.
11 SETTEMBRE 2012
Gli italiani non comprano più beni durevoli quali automobili, elettrodomestici, mobili ecc.. Questo
comportamento è abbastanza spiegabile in termini psicologici. Infatti, in una situazione in cui
pesano le brutte notizie e ancor di più quelle che ci si aspetta per il futuro, la prima azione è quella
di rinunciare a grosse spese come comprare un’auto. Si risparmia sugli acquisti di tutti i giorni.
Il deficit commerciale degli Stati Uniti è cresciuto di 42 mld di dollari nel mese di luglio, ciò è
dovuto al calo delle esportazioni in Europa, India e Brasile. Gli economisti hanno osservato che il
deficit sarebbe cresciuto molto più velocemente se non ci fosse stato un calo del 6,5% delle
importazioni di petrolio. I prezzi sono aumentati mentre la domanda per le esportazioni è diminuita.
La crescita è rallentata dell’01,7% nel trimestre aprile-giugno, un risultato ben al di sotto della
media.
12 SETTEMBRE 2012
L’andamento lento ha forse rivoluzionato la storia dell’Europa a causa di una forte congiuntura, di
una situazione sociale a rischio e di una frammentazione economica. Il futuro dell’euro e
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dell’Europa sono adesso in mano al verdetto tedesco. Gli otto giudici daranno questa mattina un
parere provvisorio in attesa della decisione definitiva che arriverà tra qualche mese.
Gli scenari possibili sono 3: l’ok senza condizioni della corte costituzionale che darebbe, almeno in
fase temporanea, l’avvio ai mercati ed entro ottobre l’ESM potrebbe essere pronto ad operare. I 700
mln dell’ESM potrebbero essere utilizzati per comprare titoli di stato o per aiutare i paesi in
difficoltà e, sommati ai 1700 mobilizzabili, creerebbero una diga imponente contro la crisi; la
possibilità che la corte dia un via libera condizionato all’ESM, subordinandone ogni mossa al
parlamento europeo; il terzo scenario è che la corte bocci il provvedimento ed il fondo salva stati
finirebbe su un binario morto privando così l’Europa della sua arma più efficace. Questo verdetto
avrebbe segnato, fino ad una settimana fa il crollo dell’euro, ma questo non è più possibile per lo
schieramento dell’Eurotower che è pronta ad intervenire.
13 SETTEMBRE 2012
La Corte costituzionale ha dato un sì condizionato all’attivazione dell’ESM. Ma le condizioni non
sono così pesanti come si potrebbe temere.
Essenzialmente viene posto un tetto di 190 mld alla quota che la Germania può finanziare nei
programmi di salvataggio. Il limite potrebbe anche essere superato, ma a quel punto il Parlamento
tedesco dovrà votare ogni volta che si dovessero stanziare quote eccedenti.
L’impegno finanziario dell’Italia nell’ambito dell’ESM sarà di 14,3 mld da versare in 5 rate uguali
fino al 2014. Due rate dovrebbero essere versate quest’anno per un totale di 5,8 mld. Ma questo
rappresenta solo una parte del contributo richiesto al nostro paese a seguito della crisi area euro: alla
fine dell’anno in corso il nostro debito pubblico sarà pari a 48 mld il 3,1% del PIL.
La differenza però tra EFSF ed ESM è che l’ultimo può emettere titoli in proprio senza passare per i
bialnci degli stati membri, questo vuol dire che una volta corrisposto il capitale, gli interventi di
aiuto non si tradurranno in nuovo debito pubblico.
Intanto la FED ha aperto oggi una nuova importante offensiva alla battaglia contro la
disoccupazione.
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