L`educazione come luogo del bello, del vero, del

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L’ educazione come luogo del bello, del vero, del
buono
Papa Francesco, la bellezza e la scuola
Incontrando il mondo della scuola italiana, il 10 maggio 2014, papa
Francesco ha espresso in modo molto chiaro e profondo in quale prospettiva
la bellezza abbia un ruolo educativo, offrendone anche una motivazione e
una indicazione di metodo:
«La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene
e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di
tanti “ ingredienti” . Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo
è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’ intelligenza,
la coscienza, l’ affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa
Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di
religione, anche di astronomia – l’ obelisco richiama il sole, ma pochi sanno
che questa piazza è anche una grande meridiana.
In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che
queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una
cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è
vera ed è bella. E insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad
amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La
vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!».
La missione della scuola consiste nello sviluppo del “ senso” del vero, del
bene e del bello, ovvero nello sviluppo della capacità di conoscere, capire,
apprezzare, riconoscere, la realtà nella sua verità, bontà e bellezza. Si tratta di
un cammino di incontro con la realtà, incontro in cui consiste il primo aspetto
della scuola, e si tratta di un cammino che coinvolge tutte le dimensioni
umane: intelligenza, coscienza, affettività, corpo.
Queste tre dimensioni sono intrecciate, ogni cosa se è vera è anche buona e
bella, e reciprocamente. Il riconoscimento della verità, della bontà e della
bellezza aiuta ad amare la vita anche nelle difficoltà. Dunque la scuola,
compiendo la sua missione di sviluppare il senso del vero, del bene e del
bello, compie anche il compito di insegnare ad amare la vita, di aprire alla
pienezza della vita.
L’ aspetto più evidente della realtà, in quanto visibile o più genericamente
sensibile, è la bellezza, e a partire dalla bellezza si possono trovare tutte le
altre dimensioni ad essa connesse ed intrecciate. L’ esempio di metodo
proposto da papa Francesco parte dalla bellezza di piazza San Pietro: la
conoscenza di questa piazza implica una conoscenza multidisciplinare e
pregnante.
La bellezza può, dunque, avere un ruolo importante in quello che il Concilio
Vaticano II riconosce come «gravissimum educationis momentum in vita
hominis». Nel decreto conciliare si afferma che «la vera educazione deve
promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine
ultimo, sia per il bene dei vari gruppi di cui l'uomo è membro ed in cui,
divenuto adulto, avrà mansioni da svolgere».
L’ educazione è un’ opera che riguarda integralmente la persona, nella sua
complessità, nella sua dimensione individuale e sociale, nella sua finalità
soprannaturale.L’ educazione è compito di formazione della persona ed è
anche un rapporto tra persone, come ha efficacemente sottolineato Benedetto
XVI presentando alla Diocesi di Roma la Lettera sull’ educazione nel 2008:
«L'educazione però non è soltanto opera degli educatori: è un rapporto tra
persone nel quale, con il crescere degli anni, entrano sempre più in gioco la
libertà e la responsabilità di coloro che vengono educati. Perciò, con grande
affetto, mi rivolgo a voi, fanciulli, adolescenti e giovani, per ricordarvi che
voi stessi siete chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale,
culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore,
nell'intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che
si è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra
angolare».
Benedetto XVI sottolinea il ruolo di tutte le persone coinvolte
nell’ educazione, e ricorda come anche coloro che vengono educati devono
aprirsi al processo educativo con libertà e responsabilità. Afferma la
completezza del processo formativo che coinvolge la crescita morale,
culturale e spirituale e presenta l’ educazione come un patrimonio di verità,
bontà e bellezza che ha in Gesù Cristo la pietra angolare.
La bellezza è dunque perno della formazione completa, umana e
soprannaturale, dell’ uomo, che trova in Gesù Cristo il suo
fondamento.Benedetto XVI aggiunge una notazione importante: «Sta a voi
rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle
tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano
in voi diffidenza e delusione».
Il patrimonio di verità, bontà e bellezza può essere offuscato, la percezione e
la conoscenza possono essere soffocate da menzogne e brutture, ovvero
esattamente dall’ opposto della verità e della bellezza. In questo contesto,
l’ educazione si conferma come un processo ineludibile: non solo come
apertura al senso della bellezza, ma anche come processo di purificazione
dalle bruttezze e dagli errori e recupero della capacità di saper guardare e
giudicare.
Rodolfo Papa
docente di Storia delle teorie estetiche presso la Pontificia Università
Urbaniana, artista, accademico ordinario della Pontificia Insigne
Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon
(articolo tratto da rodolfopapa.blogspot.it)
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