Consorzio di Ricerca e Sviluppo per l’Ortofrutticoltura Piemontese – S. C. a r.l. C.so Nizza 21 – 12100 Cuneo Porro di Cervere Ambiente di coltivazione: La coltivazione del "porro di Cervere" si effettua, ancora oggi, in molte aziende orticole ubicate, prevalentemente, nel Comune di Cervere . Particolari situazioni pedoclimatiche che si riscontrano lungo l’asta fluviale dello Stura di Demonte consentono di raggiungere interessanti risultati produttivi. La tipologia locale di porro è unica nel panorama varietale sia per lo sviluppo della parte edule del fusto sia per le caratteristiche qualitative dei tessuti vegetali consumati, dopo imbianchimento, nella cucina piemontese. La particolare tecnica colturale adottata in zona svolge un ruolo fondamentale per l’ottenimento di produzioni di qualità. Inoltre, grazie all’attività del “Consorzio di Tutela e Valorizzazione del porro di Cervere”, sorto per iniziativa dell’Amministrazione comunale e che oggi conta circa 30 aziende aderenti , le produzioni locali di porro trovano collocazione sul mercato piemontese sia con vendita diretta che nella Distribuzione Organizzata locale remunerando significativamente l’impegno economico dei produttori Caratteristiche fenologiche Le osservazioni ed i valori biometrici riportati, in modo sintetico, nella presente scheda sono stati rilevati su fusti di porro di Cervere prelevati presso l'az. Marengo Francesco di CERVERE nel biennio 2007 / 2008 . L’azienda da diversi decenni utilizza questa cultivar per la produzione di porro autunnale – invernale e provvede direttamente alla selezione dei cespi da inviare a seme. La semente di porro locale viene normalmente utilizzata per semine a spaglio e/o a file in vivaio a partire da marzo – aprile appena si evidenzia un innalzamento termico; in vivaio la coltura rimane per circa 60 – 70 giorni sviluppando un buon apparato radicale e un discreto numero di foglie. Quando le piante hanno raggiunto uno sviluppo adeguato vengono estirpate e selezionate in campo eliminando i soggetti poco sviluppati e/o che manifestano alterazioni all’apparato radicale. Contemporaneamente viene predisposto il terreno in campo attraverso un’aratura e di scolatura. In fase di pre trapianto si tracciano i filari in campo aprendo dei solchi particolarmente profondi a distanze di 1,2 – 1,4 metri tra le file. All’interno di questi solchi vengono poi adagiate le piante avendo cura di disporre il materiale vegetale a distanza di 5 – 7 cm sulla fila al fine di favorire l’allungamento dello stelo anziché l’ingrossamento. Il posizionamento in obliquo all’interno del solco delle giovani piante consente di ottenere, a fine ciclo, la classica curvatura basale del fusto tipica del prodotto di Cervere rispetto alle altre tipologie di porro presenti sui mercati. Le piante vengono poi ricoperte con uno strato di terreno friabile. Successivamente e durante l’intera fase estiva l’interfila è sottoposto a più fresature mentre le piante vengono frequentemente rincalzate al fine di favore l’imbianchimento finale dei fusti. Le prime rincalzature vengono effettuate meccanicamente mentre, con l’avanzare della stagione, il movimento della terra lungo i filari avviene manualmente. In fase terminale di sviluppo delle piante si evidenzia un accumulo di terra lungo la fila anche di 80 – 110 cm. Contestualmente ad ogni intervento di rincalzatura si procede al taglio con falcetto del fogliame esterno al fine di favorite l’allungamento della parte centrale del fusto. In fase estiva si mantiene attiva la vegetazione attraverso una serie di irrigazioni localizzate e/o per scorrimento nell’interfila. Giunta a maturazione la pianta si procede all’estirpo dal campo della produzione. Manualmente o meccanicamente viene smossa la terra e successivamente estirpate le piante. Queste vengono poi mondate successivamente delle foglie esterne ormai rinsecchite mantenendo la parte centrale del fusto turgida ed imbianchita. I porri sono poi tradizionalmente raccolti in mazzi di 4 – 10 Kg e contrassegnati con l’apposito marchio del Consorzio. La vegetazione terminale del porro viene poi spuntata e i mazzi, così predisposti, sono pronti per essere conservati in sabbia per l’intero periodo invernale. La linea viene autoriprodotta dall'azienda; periodicamente ( ogni 2 – 3 anni) si effettua una produzione di seme. In fase di estirpo si individuano i porri più regolari per forma e dimensione e questi vengono trapiantati in filari isolati e, nella fase primaverile, si ha l’emissione di scapi fiorali e, successivamente, della semente. Le infiorescenze vengono staccate in campo e conservate, durante la fase autunnale, in ambiente ventilato per poi procedere alla separazione del seme dalle parti rinsecchite del fiore. Questa tecnica di coltivazione e selezione è attualmente utilizzata da circa trenta aziende dell’areale di Cervere; la tipologia locale “ porro di Cervere” è caratterizzante per le attività di queste aziende orticole che commercializzano le loro produzioni direttamente in azienda e/o presso catene locali di distribuzione. Obiettivi e rilievi effettuati Gli obiettivi primari dell’attività di selezione che ha caratterizzato il lavoro sulla tipologia di “porro di Cervere” astigiano sono: Valutare i cicli di coltivazione del porro selezione locale nei tipici areali di produzione Caratterizzare la locale tipologia di porro mediante la determinazione di parametri vegeto – produttivi Verificare i livelli di variabilità genetica presenti all’interno delle popolazioni mediante analisi molecolari al fine di uniformare le popolazioni di piante. Migliorare gli aspetti produttivi e qualitativi della coltura offrendo nuove possibilità ed alternative agli operatori agricoli locali. Per il raggiungimento di questi obiettivi sono stati effettuati controlli all’interno delle popolazioni di porro dapprima su tre aziende locali e, successivamente alla luce dei risultati delle analisi condotte che evidenziavano una minore variabilità, concentrando l’attenzione sulla popolazione presente presso l’az. Marengo Francesco Caratterizzazione morfologica Nella scheda allegata si riportano i valori medi di campo relativamente ai rilievi effettuati nel biennio. Altezza media della pianta ( cm ) Colore della foglia Larghezza media della foglia ( mm ) Lunghezza media stelo ( mm) Diametro dello stelo ( mm ) Lunghezza foglie ( mm) Larghezza foglie ( mm) 2006 139.3 Verde medio chiaro 21.37 324 174 732.33 25.5 2007 127.5 Verde medio chiaro 20.20 397 209 674.5 24.0 Larghezza media bulbo ( mm) Lunghezza bulbo ( mm) Produttività per unità di superficie 17.2 12.8 elevata 15.0 13.1 elevata Caratterizzazione molecolare L’attività è stata condotta dal Di.Va.P.R.A. Genetica Agraria dell’Università di Torino in stretta collaborazione con il servizio tecnico del CReSO. Nel progetto sono state dapprima identificate 3 popolazioni e, per ciascuna di esse, caratterizzate a livello molecolare 30 piante mediante applicazione di 2 classi di complementari di marcatori: AFLP (Amplified Fragment Length Polymorphism) ed SSR (Simple Sequence Repeats – microsatelliti). Questa prima fase ha consentito di definire il livello di differenziazione genetica nell’ambito di ciascun ecotipo. Le analisi molecolari, unitamente e quelle morfologico produttive condotte dal Creso, hanno consentito di identificare le popolazioni più rappresentative ed uniformi e di individuare quella che maggiormente risponde all’ideotipo dell’ecotipo. Ulteriori analisi molecolari sono state effettuate sulle piante destinate alla produzione di seme nella primavera 2008; successivamente alle verifiche di laboratorio sono stati eliminati i soggetti che manifestavano una maggior variabilità genetica mantenendo, in produzione, le altre linee mandandole poi in autofecondazione. L’analisi dei dati molecolari ha consentito di definire la necessità ed in che modo è opportuno procedere per ridurre la base genetica del materiale in coltivazione, ciò allo scopo di ottenere i requisiti di uniformità necessari per l’iscrizione al Registro delle Varietà da conservazione. Si riporta, in allegato, il dendogramma con l’esito finale delle analisi molecolari condotte dal Laboratorio del Di.Va,.P.R.A. Genetica Agraria nel 2007. p-1 p-2 p-3 p-4 p-7 p-21 p-43 p-8 p-6 p-5 p-16 p-22 p-32 p-29 p-35 p-36 p-44 p-48 p-49 p-9 p-11 p-24 p-28 p-42 p-27 p-38 p-20 p-41 p-34 p-37 p-13 p-14 p-23 p-47 p-15 p-50 p-18 p-30 p-26 p-31 p-33 p-40 p-53 p-10 p-39 p-45 p-54 p-51 p-52 p-19 p-25 p-46 p-12 p-17 p-10 0.21 0.40 0.60 0.80 1.00 Coefficient Cuneo 29 maggio 2009 Dr. Michele Baudino