Sostanze naturali vegetali da piante della medicina tradizionale: purificazione, caratterizzazione e valutazione bio-farmacologica Le sostanze naturali, molecole a basso peso molecolare prodotte dal metabolismo secondario delle piante, presentano una notevole diversità strutturale e funzionale. Data la loro selettività d’azione verso un ben limitato numero di macromolecole biologiche (E.E.Carlson, ACS Chemical Biology,2010;5:639–653) hanno permesso negli ultimi anni di chiarire fenomeni biochimici e di biologia molecolare, ma anche di offrire nuove possibilità alla terapia sia come tali sia come modelli molecolari per lo sviluppo di nuovi farmaci (KuoHsiung Lee, J.Nat.Prod.,2010;73:500–516; D.G.I.Kingston, J.Nat.Prod.,2011;74:496–511). In riferimento a questo la medicina tradizionale, in particolare quella dei Paesi in via di sviluppo, rappresenta un utile pre-screening per la selezione di piante da cui isolare e identificare sostanze naturali per una valutazione bio-farmacologica il più ampia possibile in sistemi di screening rapido su un notevole numero di targets molecolari detto “highthroughput screening”. Obiettivo del progetto è quello di isolare, purificare e caratterizzare da un punto di vista strutturale e biologico le sostanze naturali prodotte da piante utilizzate nella medicina tradizionale in particolare afro-americana o nella medicina complementare. Le piante per lo studio fitochimico e bio-farmacologico sono selezionate in base alle informazioni di etnofarmacologi locali e anche a relazioni chemotassonomiche con altre specie vegetali già studiate. Gli estratti delle piante e loro parti, identificate dal punto di vista botanico, sono progressivamente frazionati fino all’isolamento delle sostanze pure, poi caratterizzate dal punto di vista chimico con metodi chimici e spettroscopici come NMR mono e bidimensionale, spettrometria di massa. Le sostanze purificate sono avviate ad una valutazione biologica in vitro come antimalarici, antitumorali, antimicrobici e cardiovascolari ed eventualmente anche saggi in vivo. Verranno prese in considerazione: Lovanafia capuroniana, Gonioma malagasy e Vepris madagascariensis, piante che contengono alcaloidi e che sono utilizzate in Madagascar come antimalarici. Oggetto di studio saranno poi la Buettneria biloba le cui foglie vengono utilizzate in Madagascar come infuso acquoso per il recupero della memoria, mentre il Capuronianthus mahafalensis è usato per la disfunzione erettile. Dalla Peschiera fuchsiaefolia, pianta antimalarica del Brasile, da cui sono stati già da noi isolati 22 alcaloidi indolici, sarà purificata altra voacamina, alcaloide predominante, in quantità utile per gli ulteriori saggi biologici in vivo, poiché l’alcaloide da noi purificato dimostra una capacità di potenziare l’effetto citotossico della doxorubicina (DOX) su linee tumorali umane resistenti. Gli studi fitochimici e i conseguenti studi bio-farmacologici delle sostanze isolate dalle piante della medicina tradizionale, in linea con i programmi dell'OMS (WHO 2001, WHO/EDM/TRM/2000.1; WHO 2005,TDR/GEN/Guidance/ 05.1), tendono alla valorizzazione di questi rimedi tradizionali specialmente nei paesi dove questo tipo di terapia rappresenta il più importante e fondamentale sistema di cura a basso costo per le malattie delle popolazioni più povere. Lo studio fitochimico di queste medicine vegetali tradizionali può dare una validazione al rimedio stesso sia in termini di ricerca del componente responsabile dell’attività, sia in termini di ricerca di componenti caratteristici da poter utilizzare come markers molecolari per la standardizzazione delle stesse droghe vegetali, in accordo con il documento dell’EMEA-Committee on Herbal Medicinal Products del 7 gennaio 2009 Ref. EMEA/HMPC/3626/2009.