Il problema del locomotore Un locomotore elettrico di massa M = 104 kg viaggia in pianura alla velocità V = 108 km/h. Il locomotore incontra poi una tratta in salita, priva della linea aerea di alimentazione elettrica, dove esso prosegue per inerzia. Se si trovasse che il locomotore, in un mondo privo di attriti, si arresta dopo una salita di 48 m, sapreste interpretare l’osservazione? Serve a qualcosa di utile conoscere la massa del locomotore? Approccio possibile: studio cinematico del moto durante la salita. Porterebbe a qualcosa di utile? Molti problemi di meccanica si affrontano bene facendo risorso a principi di conservazione, e questo è il caso Applicando il principio di conservazione dell’energia, dato che siamo in un mondo privo di attriti, si ricava immediatamente la massima altezza h che il locomotore può raggiungere mv 2 mgh 2 da cui v2 900 h 45,9 m 2 g 2 9,8 E allora? come è possibile che il locomotore risalga 48 metri? SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 1 Apriamo una radio portatile e guardiamo che c’è dentro Una antenna, che cattura le onde elettromagnetiche (ma non saranno pericolose?) Vari componenti elettronici: transistori, resistori, condensatori e altri oggetti disposti su una basetta di plastica, che costituiscono dei circuiti. Fra cui il circuito risonante, che seleziona la frequenza della stazione radio che vogliamo ascoltare grazie a un condensatore variabile, un circuito oscillatore, un miscelatore e vari circuiti amplificatori: alcuni a radiofrequenza, altri audio, i quali comandano un piccolo altoparlante (come funziona?) C’è anche una pila che alimenta la radio (Da quanti volt? Quanta corrente deve fornire? E la potenza quant’è?) E la scatola esterna, che funzione potrebbe avere? (è una cassa armonica, ma che significa?) SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 2 Sosta di riflessione sull’approccio didattico dal concreto all’astratto, spunti dagli oggetti di uso comune, individuazione di collegamenti fra i vari capitoli della Fisica la Fisica è alla base delle tecnologie che usiamo comunemente delle novità che a volte impauriscono delle innovazioni che cambiano il volto alla società umana pensate soltanto al microprocessore (introdotto dal fisico italiano Federico Faggin) Cerchiamo di capire come funzionano le cose perchè questo riguarda tutti non soltanto gli eventuali futuri fisici o ingegneri e sopratutto deve condurre a capacità critiche nei confronti dei problemi su cui c’è dibattito (mucca pazza, uranio impoverito, elettrosmog, centrali nucleari, effetto serra, .......) perchè in democrazia tutti sono chiamati a delle scelte, possibilmente ragionate e motivate e non basate semplicemente su quello che si sente dire in giro SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 3 Torniamo alla nostra radio Per quale tipo di onde radio, e di quale frequenza, è fatta questa radio? Ci sono altre radio, per altri tipi di onde radio? Modulazione di ampiezza, onde attorno a 1 MHz Modulazione di frequenza, onde attorno a 100 MHz A che frequenze funziona la Tv? E i telefonini? Queste onde variamente modulate si ottengono modulante un’onda portante di ampiezza e frequenza fissa (che da sola non porta informazione) Nella modulazione di ampiezza lo spettro ha la forma in figura: la portante (una riga spettrale) e due bande laterali (che trasportano l’informazione) frequenza Facciamo un po’ d’ordine rappresentando tutti questi oggetti in uno schema a blocchi, che ci permetta di seguire il flusso dei segnali onde radio oscillatore antenna suoni circuito mescolatore ampl. medie rivelatore accordato frequenze e amplif. audio SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) altoparlante 4 Una radio “a galena” è assai più semplice .... Come funziona? L’antenna è una bobina avvolta su un nucleo magnetico funziona in base alla legge di Faraday-Neumann Questa bobina è un’induttanza e ha in parallelo un condensatore variabile, formando un circuito risonante LC (con che valore di Q? ) ricordiamo che Q = L/R, ma il Q definisce anche la larghezza di banda Q = / (qual è la banda che ci interessa?) In generale: antenne “magnetiche”: spire o bobine antenne “elettriche”: fili più o meno rettilinei Ai capi del circuito accordato c’e’ la tensione indotta: un segnale a radiofrequenza, diciamo a 1 MHz (alla frequenza selezionata manovrando il condensatore variabile) Un diodo rivelatore riporta a bassa frequenza, in banda audio, il segnale a radiofrequenza riproducendo così l’onda del segnale che nel trasmettitore era andato a modulare la portante. Il segnale audio viene amplificato e poi applicato all’altoparlante, la cui membrana fa vibrare l’aria Bilancio energetico: Cosa entra? Cosa esce? La radio è un dispositivo attivo o passivo? SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 5 Le leggi fondamentali dei circuiti elettrici sono le leggi di Kirchhoff che rappresentano condizioni di equilibrio (ma perchè non usiamo direttamente le equazioni di Maxwell?) i=0 1) In ciascun nodo: dove le correnti i sono quelle che entrano nel nodo (tutte o qualcuna?) v=0 2) In qualsiasi circuito chiuso: dove le tensioni v sono le differenze di potenziale ai capi degli elementi che costituiscono un circuito chiuso, o maglia Elementi passivi fondamentali (ma perchè son detti passivi?) resistori condensatori induttori i=v/R i = C dv/dt i = (1/L) v dt (corto ad alta frequenza, ma ...) (corto in continua, ma aperto ...) e ci sono pure i trasformatori: che fanno? a che servono? perchè la corrente è distribuita in alternata? (storia di Edison) sono elementi lineari: che significa? principio di sovrapposizione degli effetti verifica sperimentale della linearità resistori in serie e in parallelo condensatori in serie e in parallelo SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 6 Dispositivi a semiconduttore è una famiglia straordinariamente estesa e soprattutto assai ricca di applicazioni Diodi a giunzione (basati sulla giunzione p-n) in prima approssimazione fanno passare la corrente solo in un senso più esattamente per essi vale la legge di Shockley: i = io [exp(v/VT) – 1] dove io è la corrente inversa (piccolissima) e VT = kT/q la curva caratteristica (corrente-tensione) di un diodo è una curva esponenziale che passa per l’origine i v Transistori bipolari hanno tre elettrodi (chiamati: collettore C, base B ed emettitore E) sono fatti di due giunzioni che interagiscono fra loro se sono ben polarizzati (una giunzione accesa, l'altra spenta) allora amplificano una corrente elettrica La corrente che entra nel collettore è 50-200 volte quella che entra nella base (questo fattore di guadagno si chiama o hfe) questo è il punto chiave, essenziale SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 7 Mettiamo un resistore R in serie a un diodo e colleghiamoli a una pila V a seconda di come è disposto il diodo, avremo: i = io (sono valori piccolissimi, nanoampere o meno ancora) i = (V – 0,7)/R (0,7 volt e’ una ragionevole approssimazione per la caduta ai capi di un diodo acceso) E se di diodi ce ne mettiamo due? Altri circuiti a diodi Impiego come rettificatori, alimentatori, tester, ecc. La caduta ai capi di un diodo in conduzione diminuisce di circa 2 mV / C ci si può fare un termometro Certi diodi (LED), fatti con materiali diversi dal silicio, in conduzione emettono luce: sostituiranno le lampadine usuali (che rendimento hanno le lampadine a incandescenza?) Quando la luce investe un diodo a giunzione, questo si comporta come una cella solare o cella fotovoltaica (effetto fotoelettrico interno) scorre una corrente direttamente proporzionale all’illuminazione Le celle solari forniscono energia a un carico esterno (la curva i-v resta uguale, ma si sposta in basso, non passa più per l’origine) i rendimento basso: 10-20% perchè? v zona attiva spiegato dalle vicende dei fotoni dello spettro solare, sventuratamente non monocromatico prospettive, costi, energy payback time SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 8 collettore Passiamo a occuparci di un transistore base (quello disegnato è detto NPN, perchè.....) emettitore dove stanno i due diodi? uno fra base ed emettitore (normalmente acceso), l’altro fra base e collettore (normalmente spento, ma attraversato da una corrente stabilita dall’altro diodo) Funziona questo circuito? No RC RB + pila 9 volt Perchè no? (guardiamo come sono polarizzati i due diodi del transistore) E questo, invece? perchè funziona? 200 k IB IC 1 k Calcoliamo le correnti pila 9 volt IB (9 – 0,7) / 200 k 41 A e se il guadagno in corrente è 100 IC IB 4,1 mA Calcoliamo anche la tensione del collettore VC 9 – 1 k . 4,1 mA 5 volt SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 9 Un transistore può funzionare come amplificatore (se polarizzato opportunamente, come nel circuito di prima) di solito interessa il guadagno di tensione, fra base e collettore ora sappiamo che il dispositivo amplifica certamente la corrente la tensione del segnale sulla base è il prodotto della corrente di segnale, che scorre nella base, per la resistenza d’ingresso Rin (tipicamente migliaia di ohm) la tensione del segnale al collettore è il prodotto della corrente di segnale, che scorre nel collettore, per la resistenza di carico RC , che ci mettiamo noi Sicchè A = - RC / Rin Se RC = 1 k, Rin = 1 k e =100, allora A - 100 Un transistore può funzionare anche come interruttore la cosa è ancora più semplice Se la tensione V è abbastanza positiva farà scorrere una corrente IB tale da accendere il transistore in modo che la corrente IC sia tanto V intensa da portare VC circa a zero (interruttore chiuso) IC IB VC pila Se la tensione V è nulla o negativa, si ha IB = 0 e il transistore è spento, allora IC = 0 e la tensione VC si porta al valore dell’alimentazione (interruttore aperto) SSIS DF 1_2 - gvp (21 Febbraio 2008) 10