Presentazione della Nota pastorale dell`Episcopato “Rigenerati per

Presentazione della Nota pastorale dell’Episcopato “Rigenerati per una
speranza viva (1Pt 1,3): testimoni del grande ‘si’ di Dio all’uomo”
CRAL – 19 gennaio 2008 – Palermo - Sede della CESi
1. Introduzione. L’intervento che mi è stato affidato concerne l’aspetto
spirituale della Nota pastorale, che è stata pubblicata il 29 Giugno 2007,
nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo.
Auspico che quanto dirò possa essere utile per aiutarci ad ascoltare
insieme, nella presenza del Risorto tra noi, ora, quanto lo Spirito dice
oggi alla sua chiesa.
2. La Nota pastorale nel cammino della Chiesa. Cenni. Il percorso in
cui si inserisce la Nota pastorale viene da lontano. Il Presidente della
CEI – Mons. Angelo Bagnasco – nel presentarla, sottolinea che essa va
letta “in coerenza e continuità con gli Orientamenti pastorali per il
decennio – “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia “-. Questi
ultimi, a loro volta, hanno costituito la risposta dell’Episcopato
all’invito di Giovanni Paolo II espresso nella Lettera apostolica di
Giovanni Paolo II, al termine del Grande Giubileo del 2000 – “Novo
Millennio Ineunte”-.
Se vogliamo, quindi, penetrare in profondità
nell’aspetto spirituale che i Vescovi propongono per animare tutto il
corpo della Chiesa in Italia, ritengo necessario – anche se per cenni –
fare qualche riferimento a questi fondamentali documenti e
all’intervento del Santo Padre, a Verona, che ha segnato profondamente
il Convegno.
Con la celebrazione del Grande Giubileo del 2000, la Chiesa, a 35 anni
dal Concilio, è stata invitata ad interrogarsi sul suo rinnovamento, per
assumere con nuovo slancio la sua missione evangelizzatrice. Ed il
Santo Padre Giovanni Paolo II ha voluto offrire la Lettera apostolica –
Novo Millennio Ineunte- proprio come “ contributo del mio ministero
petrino, perché la Chiesa risplenda sempre più nella varietà dei suoi
doni e nell’unità del suo cammino “ (n.3).
La grande eredità che l’esperienza giubilare ci ha consegnato è stata la
contemplazione del Volto di Cristo.
“Ora dobbiamo guardare avanti, dobbiamo prendere il largo, fiduciosi
nella parola di Cristo: Duc in altum !” Le esperienze vissute devono
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suscitare in noi un dinamismo nuovo, spingendoci ad investire
l’entusiasmo provato in iniziative concrete……Prima di proporre alla
vostra considerazione alcune linee operative, desidero parteciparvi
qualche spunto di meditazione sul mistero di Cristo, fondamento
assoluto di ogni nostra azione pastorale “(n.15). E, dopo avere cesellato
il Volto di Cristo nella profondità del Suo Mistero, mostrando Gesù
come “l’uomo nuovo “ che chiama a partecipare alla sua vita divina
l’umanità redenta, - traguardo della divinizzazione attraverso l’inserimento in
Cristo dell’uomo redento, ammesso alla intimità della vita trinitaria -, invita la
Chiesa a guardare a Cristo Risorto. ‘ Egli è lo stesso, ieri, oggi e
sempre ! ‘. Ripartire da Cristo. “Non ci salverà una formula, ma una
Persona e la certezza che Essa ci infonde: Io sono con voi ! Non si
tratta, allora, di inventare un ‘ nuovo programma ‘. Il programma c’è
già: è quello di sempre, raccolto dal Vangelo e dalla viva Tradizione…..
Esso si incentra in Cristo stesso, da conoscere, amare, imitare, per
vivere in Lui la vita trinitaria e trasformare con Lui la storia fino al suo
compimento nella Gerusalemme celeste. E’ un programma che non
cambia col variare dei tempi e delle culture…. Questo programma di
sempre è il nostro per il Terzo Millennio. E’ necessario, tuttavia, che
esso si traduca in orientamenti pastorali adatti alle condizioni di
ciascuna comunità….E’ nelle Chiese locali che si possono stabilire quei
tratti programmatici concreti – obiettivi e metodi di lavoro, formazione,
mezzi necessari – che consentono all’annuncio di Cristo di raggiungere
le persone, plasmare le comunità, incidere in profondità mediante la
testimonianza dei valori evangelici nella società e nella cultura. Esorto,
perciò, vivamente i Pastori delle Chiese particolari, aiutati dalla
partecipazione delle diverse componenti del Popolo di Dio, a delineare
con fiducia le tappe del cammino futuro, sintonizzando le scelte di
ciascuna comunità diocesana con quelle delle chiese limitrofe e con
quella della Chiesa universale “ (n.29).
L’altro ambito che incarna e manifesta l’essenza stessa del mistero della
Chiesa è quello della comunione (koinonia). Se abbiamo contemplato il
Volto di Cristo, la nostra programmazione pastorale non potrà non
ispirarsi al ‘comandamento nuovo ‘ che Gesù ci ha dato: “Come io ho
amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri “ (Gv 13,34).
“La grande sfida che ci sta davanti nel millennio che è appena iniziato è
di fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione, se vogliamo
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essere fedeli al disegno di Dio e rispondere alle attese profonde del
mondo. Che cosa significa questo, in concreto ?, ci chiede il grande
Papa. Ecco. “Prima di programmare iniziative concrete occorre
promuovere una spiritualità della comunione, facendola emergere come
principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano,
dove si educano i ministri dell’altare, i consacrati, gli operatori
pastorali, dove si costruiscono le famiglie e le comunità…..Non ci
facciamo illusioni: senza questo cammino spirituale, a ben poco
servirebbero gli strumenti esteriori della comunione. Diventerebbero
apparati senza anima, maschere di comunione, più che sue vie di
espressione e di crescita (n.43).
A Giugno del 2001. i Vescovi emettono gli Orientamenti pastorali per
il primo decennio – “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia “
– invitando a tenere “fisso lo sguardo su Gesù “, autore e perfezionatore
della fede, e, nel contempo, custodire nella memoria e nei cuori come
un bene prezioso i tesori di sapienza accumulati negli oltre 30 anni dal
Concilio.
Negli Orientamenti viene detto chiaramente che “la NMI è da
considerarsi il testo di primario riferimento in questi anni. Gli
Orientamenti pastorali che seguono ne sono una lettura e uno sviluppo,
per meglio accoglierlo ed attuarlo “ (n.9).
Gli Orientamenti invitano, in conclusione, ad una vita di comunione.
La Chiesa ha bisogno soprattutto di santi, di uomini che diffondano il
buon profumo di Cristo con la loro mitezza, consapevoli di essere servi
della misericordia di Dio manifestatasi in Gesù Cristo. Chiesa umile e
serva. E orientata totalmente alla comunione (nn.64-65).
3 .Il Convegno di Verona. Si svolge nell’Ottobre del 2006 ed è il 4°
Convegno ecclesiale, dopo quelli di Roma (1976) su Evangelizzazione e
Promozione umana, di Loreto (1985) su Riconciliazione e Comunità e
di Palermo (1995) su Nuova evangelizzazione e testimonianza della
carità. Negli ultimi due Convegni, come in quest’ultimo, sono
intervenuti direttamente i Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI ed i loro interventi hanno segnato e dato un’impronta
che rispecchia il loro personale carisma. In particolare, nel Convegno di
Verona il Santo Padre ha dato un impulso profetico per quanto riguarda
il ruolo-guida della Chiesa e la sua “forza trainante” che sta nel primato
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della fede attraverso la testimonianza della carità, non solo nel privato
di ogni credente, ma anche nelle forme della carità culturale
(formazione) e della carità politica.
E veniamo alla Nota pastorale post Convegno.
Come punto di partenza ci piace riprendere quanto il documento
utilizza come chiusura, riaffermando la necessità del primato di Dio
nella vita del singolo credente ed in quella della comunità ecclesiale. E’
quanto affermava il Card. Ratzinger poche settimane prima della sua
elezione alla cattedra di Pietro.
“Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia,
sono uomini che, attraverso una fede illuminata e vissuta, rendano Dio
credibile in questo mondo. La testimonianza negativa di cristiani che
parlavano di Dio e vivevano contro di Lui ha oscurato l’immagine di
Dio e ha aperto le porte dell’incredulità. Abbiamo bisogno di uomini
che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera
umanità. Abbiamo bisogno di uomini il cui intelletto sia illuminato dalla
luce di Dio e a cui Dio apra il cuore, in modo che il loro intelletto possa
parlare all’intelletto degli altri ed il loro cuore possa aprire il cuore degli
altri.
Soltanto attraverso uomini toccati da Dio, Dio può far ritorno presso gli
uomini” (n.29).
Qualche altra citrazione:
n.5 La risurrezione di Cristo, esplosione dell’amore. Come fare
esperienza del Risorto ?
n.8 Una speranza per tutti. Gesù è la nostra speranza. La speranza
cristiana.
n.20 La Chiesa della Speranza. Santità di popolo e carattere popolare
del cattolicesimo italiano.
n.25 Una pastorale sempre più integrata. Alla sua base ci sta la
spirtitualità di comunione.
4 .Nostro Convegno di Monreale. Nel contesto in cui ci troviamo, mi
sembra che, alla luce di questo cammino che lo Spirito Santo fa fare alla
sua Chiesa, il Convegno di Monreale che la nostra Consulta ha svolto
nel mese di novembre 2006, rappresenti per noi un decisivo punto di
arrivo e di partenza.
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Per varie circostanze esso si è svolto poco dopo il Convegno di
Verona. I due temi che ne hanno scandito lo svolgimento –“Carismi e
istituzioni:la gioia della comunione “ (Intrieri) e “Dopo Verona: nuove
vie per il laicato, oggi “ (Nicastro), ne hanno segnato l’anima e le
prospettive.
Sia nella fase di preparazione e sia nello svolgimento, come molti di
voi possono testimoniare, abbiamo ricevuto il dono particolare dello
Spirito Santo che ci ha sostenuto, dato forza e soprattutto ha illuminato
tutti coloro che hanno preso la parola quel giorno e possiamo dire di
avere vissuto una forte esperienza di chiesa-comunione. “Una giornata
molto bella, gioiosa, non cupa, che ci ha fatto riscoprire, al di là delle
nostre particolarità, fratelli “ – ha detto uno dei partecipanti. I particolari
li trovate nella Sintesi che abbiamo mandato a tutti i gruppi,
Associazioni e Movimenti e disponibili nel DVD che conoscete.
Abbiamo ringraziato Dio per questo evento-segno, che dobbiamo tenere
come dono prezioso per il nostro cammino sia per l’esperienza della
gioia che abbiamo vissuto insieme, sia anche per i contenuti delle
relazioni, che rimangono attuali e valide.
5. Essere oggi Chiesa, per noi. Un primo punto. La Chiesa vive,
testimonia e trasmette la novità di Gesù, se diventa ciò che è per dono:
comunione. E cioè. Se la Chiesa vive, testimonia e trasmette la novità
di quei rapporti nuovi, fondati e illuminati dal Dio di Gesù, che è
Amore, Trinità, sono anch’essi – questi rapporti – amore, proiezione e
incarnazione della vita trinitaria nella vita degli uomini. Ma – ecco la
sfida! – questa acquisizione deve diventare vita, esperienza, prassi ! La
spiritualità di comunione, come ce l’ha indicata Giovanni Paolo II, e
l’essenza del messaggio evangelico, come Benedetto XVI ce l’ha
indicato nella ‘Deus Caritas est’, puntano decisamente in questa
direzione.
E’ destinato a tramontare inesorabilmente un cristianesimo che si
ripiega a livello individuale!
Il primo e decisivo fronte d’impegno della Chiesa è: imparare la
spiritualità della comunione e far cadere le strutture vecchie che non
servono più, a tutti i livelli, per incarnare il dono della comunione, che
impara e riceve da Gesù. ‘Occorrono otri nuovi per il vino nuovo’!
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E’ per noi, della Consulta, una precisa volontà di Dio, perché è indicata
chiaramente nel nostro Statuto approvato dai nostri Vescovi (art.5, terza
alinea). Dobbiamo chiedere tutti insieme a Gesù che Egli trasformi il
nostro vissuto ecclesiale, nella prospettiva del pellegrinare insieme di
tutti i membri del Popolo di Dio, alla sequela dell’unico Maestro, in
ascolto dell’unico Spirito, sotto lo sguardo di un unico Padre. Solo così
porremo le basi di una nuova esperienza di vita e di pensiero, che
sprigioni una nuova cultura, che favorirà lo sviluppo di quell’ethos
condiviso di cui parla la Nota pastorale quando richiama il Documento
della 45.a Settimana Sociale, e che è fondata sulla ricchezza e sulla
profondità della Verità. La Verità di Gesù. La Verità che è Gesù. A noi
il compito di gridarla al mondo che ci circonda, come espressione
comunitaria dell’essere uno in Cristo Gesù. Questa è la nostra frontiera.
E’ utopia ? No, perché, proprio noi, col nostro Convegno, abbiamo fatto
l’esperienza. Certo, occorre sempre ricominciare… ma non è utopia. E’
possibile, noi lo sappiamo.
Un’ultima citazione dalla Lumen
Cristo………..della Sua Luce”
Gentium
(n.8-c)
“Come
6. Conclusione. Mi sia permesso, per concludere, un riferimento
esplicito all’esperienza di vita e di pensiero di Chiara Lubich, fondatrice
dell’Opera di Maria-Movimento dei Focolari, che a me e a tantissimi
altri, nel mondo, ci ha insegnato a vivere oggi, in questa Chiesa appena
descritta, quella del Concilio, aperti al disegno di Dio su di essa, per
l’umanità !