ANTITUBERCOLARI La tubercolosi è un processo infettivo causato dal micobacterium tubercolosis (identificato da koch nel 1882). I micobatteri hanno la forma di bastoncello ricurvo ed hanno la proprietà di moltiplicarsi sia in vivo che in vitro molto lentamente. Hanno la capacità di essere acido-resistenti (non si decolorano in soluzioni al 3% di HCl o H2SO4. La principale via di penetrazione nell’organismo umano del bacillo è la via respiratoria, pertanto, la prima localizzazione dell’infezione è a livello polmonare;da q1ui il processo infettivo può diffondersi ad altri organi. Meno frequentemente il bacillo può avere diverse vie di penetrazione e l’infezione primaria può cosi localizzarsi a livello renale osseo meningeo etc… etc… La tubercolosi è caratterizzata da lesioni degenerative e necrotiche a danno dei tessuti. Le lesioni primarie sono costituite da tubercoli che sono degli aggregati di cellule giganti polinucleate, chiamate cellule di Langhans, derivate dalla fusione di macrofagi, intervenuti nel sito d’infezione. I tubercoli in seguito vanno incontro a necrosi caseosa, il materiale necrotico può riversarsi nei bronchi o in altre cavità e da qui diffondere in altri tessuti. Tale malattia viene trattata mediante l’uso di chemioterapici che si dividono in chemioterapici di 1° scelta (isoniazide, rifampicina, etambutolo, streptomicina) e di 2° scelta (etionamide, protionamide, pirazinamide, morinamide, ac paramminosalicilico, cicloserina e capreomicina). Questi ultimi vengono impiegati quando si instaura resistenza verso farmaci di 1 scelta o per intolleranza individuale ai primi.. Il problema principale del trattamento chemioterapico e rappresentato dalla diffusione di ceppi BK multiresistenti ai farmaci antitubercolari, pertanto rende necessario l’impiego di farmaci in associazione. Nel caso di tubercolosi polmonare non complicata vi sono due diversi regimi terapeutici : isoniazide + rifampicina trattamento giornaliero 5/10 mg Kg 10/20 mg *Kg isoniazide + etambutolo 5/19mgkg 10/20mg/kg 9 _ 12 mesi trattamento giornaliero 9 _ 12 mesi Nel caso di infezioni polmonari estese , forme disseminate o forme extrapolmonari,è opportuno iniziare la terapia con tre chemioterapici . In questi casi i farmaci utilizzati sono: isoniazide + rifampicina + etambutolo o streptomicina. ANTITUBERCOLARI DI PRIMA SCELTA ISONIAZIDE E’ uno dei più vecchi antitubercolari, introdotto nel 1952. RELAZIONI STRUTTURA ---ATTIVITA’: Chimicamente è l’idrazide dell’acido isonicotinico . E’ stato visto che se si sposta la funzione ACILIDRAZIDICA in posizione 2 o 3 si ha una diminuzione dell’attività . La sostituzione di questa funzione con funzioni CONHOH (ac.idrossammico) o CONH2 (amide) fa scomparire l’attività antitubercolare. Gli alchilderivati a livello dell’NH2 terminale hanno buona attività antitubercolare L ‘isoniazide ha uno spettro d’azione ristretto è attiva solo verso il micobacterium tubercolosis e kamsasi.Questa azione ristretta e la sua tossicità sono conseguenze del suo meccanismo d’azione che consiste nella inibizione della biosintesi degli ac micolici (costituenti caratteristici ed esclusivi della parete cellulare del batterio).Questi ac micolici sono dei B – idrossiacidi con in alfa una catena alifatica. R 1 β CH α CH OH R CO2H L’isoniazide è prevalentemente battericida nei confronti dei batteri in fase di moltiplicazione, si comporta invece da batteriostatico nei confronti dei batteri in quiescenza inoltre ha una attività sterilizzante ( cioè capacità di distruggere le forme persistenti,quiescenti ) non molto elevata. Questa attività è importante per eradicare completamente la malattia, in quanto la tubercolosi può riattivarsi nel tempo, proprio per la presenza di queste forme persistenti che rimangono nell’organismo . EFFETTI TOSSICI: sia nei pazienti che ricevono l’isoniazide in misura profilattica, sia in pazienti che hanno la malattia conclamata ,si sono evidenziati danni epatici sub clinici .Questi danni possono in una piccola percentuale dei casi sfociare in epatiti anche potenzialmente letali.Questa tossicità è in relazione al metabolismo dell’isoniazide. METABOLISMO: L’isoniazide viene trasformato nell’organismo ad opera di N— acetiltrasferasi della frazione solubile dell’omogenato epatico, si ha la monoacetilazione con conseguente idrolisi e formazione da un lato di ac isonicotinico (non tossico) e dall’altro lato di acetilidrazina che poi a sua volta ad opera sempre di N—acetiltransferasi può essere diacetilata e dare la diacetilidrazina (non tossica) oppure ad opera di monossigenasi epatiche (citocromo P-450)essere ossidata a N—idrossiderivato e per perdita di acqua può poi essere decomposto per dare o un catione acile o un radicale acile che vanno a reagire con costituenti tissutali degli epatociti e provocare queste ingiurie a danno del fegato . N-Acetil transferasi N N CONHNH2 N CO2H CONHNHCOCH3 CH3 CONHNH2 (ACETIL – IDRAZINA) AC ISONICOTINICO (NON TOSSICO) INATTIVATA PER ACETILAZIONE CH3 CON-NH-OH CH3CONHNHCOCH3 (DIACETILIDRAZINA) H -H2O CH3-CO-N=NH P450 -OH,N2 CH3 CO+ (CATIONE ACILE) CH3CON=N-OH FORME EPATOSSICHE -OH,N2 CH3 CO° (RADICALE ACILE) Per quanto riguarda la velocità con cui questa trasformazione avviene possiamo distinguere due categorie di individui gli acetilatori lenti e gli acetilatori veloci . Le persone che mostrano più facilmente segni di tossicità sono gli acetilatori lenti.Questo perché gli acetilatori veloci sono quelli che,una volta formata l’acetilidrazina, altrettanto velocemente la diacetilano cosi che questa specie viene escreta con le urine.(fig. 1) Altro effetto tossico dell’isoniazide consiste in neurite periferica,questa neurite e legata a deficienza di PLP (piridossalfosfato ,forma attiva della vitamina B6),in quanto l’isoniazide reagisce con il PLP,precisamente con la funzione aldeidica del PLP formando l’immina e sottrae il PLP all’organismo. Per evitare questa manifestazione tossica si somministra sempre isoniazide + piridossina cheè il precursore del PLP e si somministra nell’ordine di 15/50 mg al giorno. (fig. 2) La neurite periferica indotta da isoniazide può essere ridotta dalla somministrazione di piridossale (vit B6) MECCANISMO D’AZIONE Il meccanismo d’azione è in parte spiegato dal suo potere chelante specie del Cu++ La complessazione col rame consentirebbe il passaggio dell’isoniazide attraverso la membrana del micobatterio con inibizione della sintesi di ac grassi superiori a C26 costituenti l’ac micolico, componente essenziale della capsula micobatterica. Secondo un’altra ipotesi il meccanismo d’azione sarebbe basato sul fatto che l’isoniazide una volta penetrata nella cellula verrebbe idrolizzata ad acido isonicotinico, che essendo completamente ionizzato a quel PH non è più in grado di diffondere all’esterno e si accumula all’interno della cellula,con l’acido nicotinico nella formazione della nicotinamide – adenina-dinucleotide. (fig. 3) Figura 3 – Meccanismo d’azione dell’Isoniazide SINTESI DELL’ISONIAZIDE Si ottiene sinteticamente a partire dalla piridina.Questa per trattamento con anidride acetica in presenza di Zn fornisce un diperidil derivato (dimerizzazione)che perde piridina per dare un diacetil derivato. Per riduzione di questo con Zn e ac.cloridrico si ottieni la 4 etil piridina che per ossidazionefornisce l’ac.4piridincarbossilico (o ac isonicotinico). Da questa previa esterificazione e successivo trattamento con idrazina si perviene all’INI ETAMBUTOLO Questa molecola ha tre stereoisomeri D(+): impiegato come antitubercolare L(-):immagine speculare ;500volte meno attiva Meso: 12 volte meno attiva L’etambutolo ha uno spettro d’azione ristretto , limitato ai micobatteri. Ha una bassa capacità sterilizzante e non si presta per il trattamento della tubercolosi attraverso regimi terapeutici brevi. Per il meccanismo d’azione siamo nel campo delle ipotesi cioè che esso agisca inibendo l’incorporazione degli ac.micolici nella parete cellulare. Uno dei pregi dell’etambutolo è che l’incidenza delle sue reazioni tossiche è molto bassa. L’effetto tossico più evidente consiste in una diminuzione dell’acuità visiva e in una ridotta capacità di distinguere il rosso dal verde ,provoca neurite ottica. L’etambutolo è in grado disinibire l’insorgere di resistenza nei confronti di isoniazide e rifampicina: questo spiega perché viene associato alla terapia binaria. Viene assorbito bene nel tratto gastrointestinale e tende a concentrarsi negli eritrociti. I globuli rossi fungono da deposito del farmaco, il quale viene richiamato nel circolo quando la concentrazione plasmatici dello stesso diminuisce. SINTESI: si ha una condensazione in ambiente alcalino tra 1,2 dicloroetano e 2 equivalenti dell’isomero destrogiro del 2aminobutanolo RIFAMPICINA Appartiene alla classe delle RIFAMICINE i quali sono antibiotici di origine sia naturale che semisintetica ed a loro volta fanno parte della famiglia delle ansamicine. Sono caratterizzate dall’avere nella loro struttura un sistema aromatico di natura benzenoide o naftalenoide incastonata in un ponte alifatico di grosse dimensioni in cui una delle due giunzioni è un legame ammidico. Le rifamicine entrate in commercio sono tre: RIFAMICINA SV RIFAMPICINA RIFAXIMINA (antisettico intestinale) Tutte queste sono rifamicine semisintetiche ottenuta a partire da rifamicina B(rifamicina naturale) la quale si ottiene dal brodo di fermentazione dello streptomices mediterranei. La rifampicina è assorbita rapidamente e completamente e può essere impiegata per via orale.Una volta assorbita viene eliminata prevalentemente attraverso la bile e riassorbita a livello intestinale(circolo entero-epatico ). Nel corso di questo ciclo si ha una progressiva idrolisi a carico della funzione acetato in posizione 25 a carico di esterasi. Il prodotto di idrolisi conserva l’attività però il suo assorbimento intestinale è molto inferiore (perché più idrofilo)cosicché questa trasformazione porta all’escrezione del prodotto (fig. 4) SPETTRO D’AZIONE : lo spettro d’azione di queste rifamicine è ampio e comprende oltre ai micobatteri, batteri gram+, cocchi gram-(neisseria meningitis , neisseria gonorrheae )ed haemophilus influenzae.Sono invece meno attive nei confronti di bacilli gram- (enterobacilli quali escherichia coli, klebsiella , salmonella , pseudomonas aeruginosa). MECCANISMO D’AZIONE: Le rifamicine agiscono inibendo la RNApolimerasi DNA dipendente dei micobatteri e degli altri microrganismi sensibili . I batteri sono dotati di un solo tipo di RNApolimerasi che catalizza la formazione di tutti tipi di RNA. La tossicità selettiva delle rifamicine deriva dal fatto che le RNA polimerasi umane non vengono inibite dalle rifamicine alle concentrazioni impiegate terapeuticamente. (fig. 5) EFFETTI COLLATERALI: i più importanti consistono in manifestazioni di epato-tossicità che si manifesta nella comparsa di ittero(cioe iperbilirubimemia :accumulo nel sangue di bilirubina in quanto il fegato non è più in grado di assumere ed eliminare bilirubina) e di una sindrome simil influenzale (brividi mialgia febbre). L’epatotossicità del farmaco è da tenere ben in considerazione perché la rifampicina (e la rifamina SV)vengono spesso impiegate in associazione con l’isoniazide che è a sua volta epatotossico;quindi il rischio di tossicità epatica può essere ulteriormente aumentato dalla somministrazione di questi due farmaci in associazione. Un'altra caratteristica è che le rifamicine sono potenti induttori degli enzimi microsomiali epatici facendo si che vengono alterati i T50 di altri farmaci che possono essere somministrati contemporaneamente aumentandone l’eliminazione. (fig. 6) Figura 6 INDICAZIONI CLINICHE: lebbra, tubercolosi, infezioni stafilococciche gravi, infezioni epatobiliari gravi, profilassi nei confronti di persone a contatto di portatori di meningococco, gonococco, brucellosi, etc etc. La tendenza attuale è quella di riservare le rifamicine ,e in particolare la rifampicina , per il trattamento di lebbra e tubercolosi, mentre il loro uso per infezioni diverse da queste dovrebbe essere limitato ai casi in cui esse rappresentano l’unico rimedio efficace; non si dovrebbero impiegare per trattare comuni infezioni batteriche in quanto ciò può portare alla formazione di ceppi micobatteri resistenti nei loro confronti. STREPTOMICINA Antibiotico a struttura aminoglicosidica. Ha un effetto battericida in vitro, però ha una scarsa capacità sterilizzante in vivo. Questo è dovuto all’incapacità da parte della streptomicina di penetrare all’interno delle cellule, agisce infatti nello spazio extracellulare. La tubercolosi però tende ad essere un infezione intracellulare e i parassiti a localizzazione intracellulare non vengono raggiunti dalla streptomicina. Deve essere somministrata per via parenterale; il suo uso per via orale è limitato alle infezioni intestinali : questo perché essendo idrofila non viene assorbita. Infine la streptomicina è piuttosto tossica : provoca reazioni sfavorevoli a carico dell’8 nervo encefalico presentando tossicità sia vestibolare che auditiva. La tossicità vestibolare si traduce in vertigini, nausea, tinnito. La tossicità auditiva si traduce invece in diminuzione dell’udito con possibile perdita dello stesso ANTITUBERCOLARI DI SECONDA SCELTA ACIDO P-AMINOSALICILICO E’ un vecchio antitubercolare, largamente in disuso. E’ un analogo strutturale dell’ac p-aminobenzoico Il PAS agisce con meccanismo di azione simile a quello dei sulfamidici, cioè agisce da inibitore della diidropteroato sintetasi, con meccanismo d’inibizione reversibile competitivo. Il fatto che il PAS non sia efficace nei confronti dei batteri sulfamidici sensibili e che viceversa i sulfamidici non siano efficaci nei confronti del micobacterium tuberculosis (anche se entrambi hanno lo stesso meccanismo d’azione) è dovuto al fatto che la diidropteroato sintetasi dei vari microrganismi presentano delle differenze strutturali a livello del loro sito attivo che sono in grado di riconoscere con precisione degli antagonisti diversi dell’ac p- aminobenzoico. Questa differenza probabilmente è dovuta anche ad una diversa permeabilità di accesso selettivo delle varie categorie . MECCANISMO D’AZIONE I batteri sintetizzano tetraidrofolico a partire da frammenti più piccoli: la 2-ammino-4-idrossi-6idrossimetil-7,8diidropteridina, l’acido paminobenzoico (PAB) e l’acido glutamminico E ‘ un batteriostatico e richiede alte concentrazioni per essere efficace circa 8-12 gr al di. A questi dosaggi era associata un’alta intolleranza gastro –intestinale che si manifestavano con dolori epigastrici e diarrea. Per minimizzare gli effetti gastrici si potrebbe somministrare per flebo però le soluzioni acquose non sono stabili nel tempo e tendono ad imbrunirsi e il PAS si decompone per decarbossilazione dando m-amino fenolo e altri prodotti . Il m-amino fenolo oltre che per decarbossilazione costituisce un intermedio della sintesi del PAS. Il processo di preparazione ha origine dal nitrobenzene. CICLOSERINA E’ un antibiotico isolato dallo streptomyces orchidaceus. Si distribuisce in tutti i tessuti e penetra facilmente nel liquido cefalo rachidiano. Il farmaco non viene ostacolato dalla barriera ematoencefalica, infatti gli effetti collaterali sono di neurotossicità . Meccanismo d’azione : il farmaco interviene nella biosintesi della parete cellulare del micobatterio, però ad uno stadio molto più precoce degli antibiotici beta-lattamici. L’intervento della cicloserina è su due enzimi che sono quelli preposti alle seguenti trasformazioni: L-ALA D-ALA 1* D-ALA 2* D-ALA 1*=alanina racemasi 2*=D-alanil-D-alanina sintetasi La D-alanil-D-alanina entra nella costituzione di una delle due unità basi della parete batterica cellulare CONCLUSIONI E PROSPETTIVE Attraverso degli studi condotti sulla struttura tridimensionale della DHFR (diidrofolato redattasi) del Mycobacterium Tuberculosis (DHFR Mtb) si è arrivati al disegno di nuovi farmaci antitubercolari. La DHFR catalizza la riduzione, NADPH dipendente, dell’acido diidrofolico a tetraidrofolico ,essenziale per la sintesi di timidine purine e aminoacidi.L’inibizione dell’attività dell’enzima conduce all’arresto della sintesi del DNA e mortadella cellula.Studiare la DHFR Mtb è risultato utile per la cura dei pazienti con tubercolosi e affetti da infezione da HIV. Le differenze strutturali del sito attivo della DHFR Mtb e della DHFR umana, presenti in prossimità dell’ N6 della molecola, hanno consentito di ipotizzare inibitori selettivi per la proteina del micobacterium tubercolosis, non attivi sull’enzima umano. Più precisamente, in corrispondenza dell’ N6 della DHFR Mtb si hanno due residui, ALA101 e LEU102, idrofobi,al posto dei residui idrofili, LYS122 e GLU123, presenti nell’enzima umano. Ed è proprio la presenza dei residui idrofobi nell’enzima del micobatterio al posto di aminoacidi idrofili nell’enzima umano che può consentire la sintesi di inibitori specifici per il micobacterium. Visualizzazione Farmaci -----------------------------------------------------------------------------| Descrizione Farmaco | Sostanza Farmaceutica | -----------------------------------------------------------------------------ETAMBUTOLO 20CPR 200MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) ETAMBUTOLO 20CPR 400MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) ETANICOZID B6 50 CPR VERN. ISONIAZIDE+ETAMBUTOLO+PIRIDOSSINA ETAPIAM 50 CPR VERN. 400 MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) ETAPIAM 50 CPR VERN. 500 MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) ETAPIAM FLEB. 10 F 3ML 500MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) ISONIAZIDE 50CPR 100MG ISONIAZIDE MIAMBUTOL 20 CPR 400 MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) MIAMBUTOL 25 CPR 500 MG ETAMBUTOLO (CLORIDRATO) MYCOBUTIN 30 CPS 150 MG RIFABUTINA NICIZINA 30 CPR 200 MG ISONIAZIDE NICOZID 50 CPR 200 MG ISONIAZIDE NICOZID IM 6 F 2 ML 100 MG ISONIAZIDE NICOZID IM IV 5 F 5 ML 500MG ISONIAZIDE PIRALDINA 50 CPR 500 MG PIRAZINAMIDE RIFADIN 8 CPS 300 MG RIFAMPICINA RIFADIN SCIR. 60 ML 2% RIFAMPICINA RIFADIN 8 CONF. 450 MG RIFAMPICINA RIFADIN 8 CONF. 600 MG RIFAMPICINA RIFADIN FLEB. FL600MG+FL10ML RIFAMPICINA RIFAPIAM 8 CPS 300 MG RIFAMPICINA RIFAPIAM 8 CPR 600 MG RIFAMPICINA RIFATER 40 CONF. RIFINAH 300 24 CONF. ISONIAZIDE+PIRAZINAMIDE+RIFAMPICINA RIFAMPICINA+ISONIAZIDE TEBRAXIN 6 CPR RIV. 200 MG RUFLOXACINA (CLORIDRATO) BIBLIOGRAFIA - GOODMAN & GILMAN Le basi farmacologiche della terapia 8° edizione Pag 1069 - 1080 - MARINO ARTICO Lezione di chimica farmaceutica e tossicologia I – Ed. CISU Pag. 224 – 243 - MAUR NEUMAN Vademecum degli antibiotici IV edizione pag. 380 http://www.sciencedirect.com http://www.giofil.it/offine/groupt.htm