La tiroide è una ghiandola endocrina posta nella regione anteriore del collo. E' in grado di sintetizzare e produrre l'ormone tiroideo sotto forma di tiroxina (T4) e triiodiotironina (T3); quest'ultima è la forma attiva dell'ormone. Le azioni sono estremamente ampie e vanno dallo sviluppo del sistema nervoso centrale, all'accrescimento corporeo, al controllo di numerose funzioni metaboliche. Possiamo dire che la tiroide regola il numero di giri di numerosi motori del nostro organismo. Ci accorgiamo facilmente delle sue importanti funzioni quando la tiroide funziona troppo o troppo poco. L'unità funzionale della tiroide è rappresentata dai follicoli, sfere di tessuto rivestite da un unico strato di tireociti o cellule follicolari. Al loro interno è contenuta la colloide costituita da una sostanza gelatinosa detta tireoglobulina (Tg): essa rappresenta un "magazzino" in cui sono conservati gli ormoni tiroidei e da dove sono liberati a seconda delle esigenze dell'organismo. L'apporto di quantità adeguate di iodio rapresenta un requisito essenziale per la normale produzione di ormone tiroideo. Lo iodio è un elemento raro ed è presente negli alimenti e nelle acque in qunatità variabile a seconda di quello che viene definito il "tenore iodico" dell'ambiente. La carenza iodica nel suolo e di conseguenza negli alimenti costituisce un fattore predisponente alla patologia tiroidea. Lo iodio assunto con l'alimentazione viene assorbito sotto forma di ioduro e' captato dalla tiroide che lo immagazzina all'interno della colloide nei follicoli. La funzione della ghiandola è controllata dall'ipofisi mediante un ormone detto TSH; se l'ormone tiroideo si abbassa , il TSH comanda la sua liberazione dalla tiroide; se invece circola troppo ormone tiroideo , l'ipofisi mette a riposo la ghiandola tiroidea. Questo meccanismo di regolazione, simile a quello di molti altri settori ghiandolari, è definito "feed back negativo". Gli ormoni tiroidei. Sono costituiti dalla tiroxina, T4 e dalla triodotironina, T3. Essi per il 65% sono costituiti da iodio. L’assunzione dello iodio giornaliera è fondamentale perciò per la costituzione degli ormoni e varia da 20 a 600-1000 microgrammi/die; nelle zone dove lo iodio è insuffciente avremo pertanto patologie che vanno sotto il nome di gozzo endemico, dovute all’ipertrofia della ghiandola per carenza di iodio e per stimolazione da TSH (vedi appresso). La tiroide è, infatti, avida di iodio e capta tutto lo iodio a disposizione in circolo (trappola degli ioduri), in virtù di un meccanismo a pompa di trasporto attivo energia-dipendente. La captazione dello iodio (I) dipende da un ormone dell’ipotalamo, lo TSH, od ormone di stimolazione della tiroide. Lo I. captato viene, a sua volta, inglobato nei radicali tirosinici della tireoglobulina, tramite un processo di ossidazione, catalizzato da un sistema perossidasico. Anche questa tappa metabolica appare modulabile da agenti fisiologici ed è sotto lo stimolo del TSH. Lo I. verrà così depositato come tiroxina o T4, con 4 molecole di I, o triiodotironina o T3, nell’ambito della molecola di tireoglobulina. La liberazione degli ormoni tiroidei, invece, avverrà tramite la proteolisi della tireoglobulina ad opera di proteasi e peptidasi, con T3 e T4 liberi. Ma è la T3 il vero ormone attivo. Due proteine sieriche, la TbG o "thyroid-hormone binding globulin" e l’altra la TbPA, o "thiroid binding prealbumin" sono deputate alla veicolazione. La principale trasformazione metabolica degli ormoni tiroidei si attua attraverso consecutive rimozioni di singoli atomi (monodeiodinazioni) che conducono in ultimo alla perdita totale del contenuto iodico e dell’attività biologica della molecola. Meccanismi di controllo della funzione tiroidea. La regolazione dell’attività della t. è volta al mantenimento di livelli circolanti adeguati di T3 e T4 ed è affidata a 3 sistemi di controllo: il primo è costituito dalla liberazione ipofisaria di TSH, "thyroid stimulating hormone", (a sua volta controllato dall’ipotalamo, con meccanismo a feed-back, dal TRH, "thyrotropin releasing hormone"), il secondo intratiroideo consiste nella possibilità di autoregolazione della liberazione di T3 e T4 in funzione dei livelli di iodio organico intracellulare; il terzo, perferico, è rappresentato dall’attività delle monodeiodinasi microsomiali e dalla conseguente trasformazione della T4 in T3, biologicamente più attiva.