Atterri all`aeroporto e subiti percepisci di essere

La Palma: l’isola dove i sensi trovano casa.
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Alberto e Barbara
Atterri all’aeroporto e subito percepisci di essere arrivato in un angolo del mondo da
cui non vorresti più andare via. L’aria calda e profumata ti accarezza la pelle come
l’abbraccio del primo amore. Il colore del cielo si confonde nella trasparenza
dell’acqua di mare stemperata dal nero delle piccole baie di sabbia vulcanica.
Quando avevamo deciso di partire per una vacanza sull’isola di La Palma tutti gli
amici ci chiedevano se saremmo andati a Maiorca oppure a Minorca e proprio questa
non conoscenza che il mondo mostrava nei confronti della nostra meta di viaggio era
il principale rinforzo alla partenza. Saremmo andati là dove nessuno sapeva
esattamente dove ci recavamo. Saremmo stati i primi del nostro gruppo di amici
viaggiatori, avremmo avuto anche noi l’onore della prima volta.
Siamo atterrati all’aeroporto di La Palma e ci siamo fatti abbracciare dalle sensazioni.
I colori fortissimi del cielo azzurro fino alla trasparenza del blu, il calore di un sole
che non scotta perché attutito da una ventilazione oceanica, mite e dolcissima, l’odore
dell’aria che mescola il profumo e il sapore dei vulcani, delle banane e del mare.
Sembra di abitare un angolo di mondo pensato per stimolare i nostri sensi assopiti
dalla vita della città.
Io e mia moglie abbiamo preso un’automobile a noleggio e quasi senza meta abbiamo
cercato subito una piccola baia di spiaggia nera, dove in silenzio siamo rimasti ad
accarezzare con lo sguardo la linea dell’orizzonte, senza alcun altro obiettivo che
quello di “rimanere lì”, abbracciati dall’isola.
La prima giornata è praticamente trascorsa così, a farci incantare da un oceano di
cristallo che si colorava di tonalità scure usando il riflesso della spiaggia nera
vulcanica. Stare sdraiati su una sabbia nera: ci avevo pensato a lungo prima di partire,
perché mi sembrava una sensazione estranea alla mia passione di calore, colore,
trasparenze e tonalità attenuate. Avevo sempre immaginato che i colori del mare per
me sono quelli della Sardegna. Per questo non potevo prevedere che avrei apprezzato
così tanto la sensazione che dà all’anima e al corpo una spiaggia tenebrosa che ha
l’odore e il calore del fuoco dentro di sé; davvero sdraiarsi su una spiaggia nera è
un’esperienza che ti fa ripensare al senso profondo delle cose, perché è dal profondo
del cratere di un vulcano che è stata prodotta quella coperta finissima intessuta nella
trama buia della lava.
Così con la convinzione di muoversi su un’isola che rappresenta uno dei numerosi
precipizi dell’universo, costellato di bocche e di crateri che un tempo hanno fumato
sullo specchio dell’oceano che le lambiva, ci rimettiamo in viaggio in direzione della
capitale: la città di Santa Cruz. Questo porto è una curiosa perla che si specchia sul
mare e per secoli ha costituito uno dei più estremi avamposti per tutte le imbarcazioni
che si azzardavano a solcare gli oceani, nella febbrile euforia commerciale che seguì
alla scoperta del nuovo Continente. Tracce di quel sobrio ottimismo che unì l’Europa
all’America, grazie alla propulsione dei mercati sospesi tra due mondi così lontani
uniti dall’andirivieni dei mercantili, Santa Cruz sopravvive nei forti colori delle
facciate delle case che si intravedono dal porto. Ti colpiscono i muri tinti di blu, di
bianco e di giallo e ti rendi conto di fronte a tanta ricchezza cromatica che La Palma
non è un’isola dai mezzi toni e dalle mezze misure. Il fuoco del vulcano ha incendiato
gli animi e gli spiriti e le ha dato un carattere la cui intensità è rintracciabile nella
fastosità degli edifici rinascimentali che dominano Plaza de Espana, dove rimani
estasiato di fronte ai toni ocra, bianchi e neri della Chiesa di San Salvador che guarda
frontalmente il Palazzo Municipale, dall’architettura movimentata da archi e finestre
e dai soffitti in legno coperti di affreschi e dipinti a olio.
Prima di coricarsi rimane il tempo per una cena a base di formaggi di capra, pesce,
mojo e patate, dal sapore così deciso che necessita di essere annegato nell’intensità
dolce ed ambrata del più buon Malvasia che io abbia mai avuto la fortuna di
assaggiare. E nel degustare questo prezioso vino dal colore che incendia le papille
gustative, mi rendo conto che la giornata ci ha travolto con il calore del fuoco, il
sapore del sole e la forza del vento, elementi che ritornano in ogni singola forma e
colore con cui non abbiamo potuto fare a meno di riempire lo sguardo.
E’ ora di azzerare tutte queste emozioni e sensazioni e di addormentarsi cullati dal
silenzio che avvolge l’agriturismo che ci ospita, scelto a caso tra i numerosi che si
alternano lungo la celeberrima Strada del vino, che è il percorso su cui con lentezza e
piacere snodiamo le ore della giornata successiva, degustando e acquistando bottiglie
di grande pregio alla Manchas de Abajo, sostando al Mercadillo del Borgo di
Puntagorda, dove facciamo incetta di artigianato locale prima di spegnere la nostra
frenesia di shopping, mollemente sdraiati su una spiaggia nera di una baia solitaria di
Charco Verde.
La giornata successiva è tutta dedicata alla spiaggia e al mare e si impreziosice della
possibilità di effettuare una gita in barca, che con partenza da Tazacorte, ci consente
di attraccare alla grotta di Cueva Bonita. Noi non abbiamo però la fortuna di avvistare
i tanto attesi delfini, ma ciò nonostante, abbiamo la nostra degna consolazione
vivendo in totale solitudine il riverbero delle acque turchesi su una piccola baia di cui
siamo gli unici occupanti.
Cena con uno stufato chiamato puchero e papas arrugadas (piccole patate arrosto) dal
sapore paradisiaco e poi a dormire per prepararsi alle escursioni del giorno dopo:
cammineremo sui vulcani, che in quest’isola abbondano.
Lo scheletro di La Palma è conformato intorno ad una struttura geologica di completa
origine vulcanica ed è possibile vivere a contatto con il mondo dei vulcani in ogni
angolo di questo paradiso naturale. La zona più interessante, in tale accezione, rimane
quella di Fuencaliente con i suoi sette vulcani, che offrono la possibilità di lunghe
passeggiate; indimenticabile la passeggiata sul vulcano San Antonio dove si viene
risucchiati da un vento che non capisci da dove provenga. Ma ogni tuo passo è
sostenuto (all’andata) e bloccato (al ritorno) dalla spinta del vento che ti sbatte sopra,
sotto, davanti e dietro. Ai meno atletici, le guide del luogo sconsigliano addirittura di
incamminarsi lungo il cratere e suggeriscono di tornare in un'altra giornata. Noi
resistiamo e ci godiamo uno spettacolo che ci fa sentire sospesi tra mare e cielo, in
bilico sul cratere da cui tutto qui ha avuto origine e che, nel non lontano 1971, si è
attivato inondando tutta la zona circostante e costringendo allo sgombero delle aree
limitrofe gli abitanti dell’isola, uomini e donne pazienti sempre pronti ad assecondare
la forza indomabile della natura, che qui, nel bene e nel male, domina la vita di tutti.
Non ci possiamo accontentare del Vulcano San Antonio e quindi andiamo alla
scoperta anche del Mirador della Cumbrecita, ma l’esperienza più esaltante la faremo
sulla Caldera del Tamburiente, che regala la possibilità di disperdere lo sguardo lungo
un cratere dal diametro di 28 km e dalla profondità di 700 metri. Si può camminare
lungo un sentiero che conduce al Mirador de las Chozas dalla Cumbrecita attraverso
boschi di pini, cedri e faggi.
La giornata successiva è ancora giorno di viaggio ed esplorazione. Dal livello del
mare, lungo strade a curve strette e tortuose si arriva quasi a duemilacinquecento
metri e dopo aver attraversato un cumulo nuvoloso, ci troviamo avvolti da un’aria
frizzante che frange un paesaggio lavico dall’aspetto lunare, sulla cui roccia lavica si
innalzano - verso il blu terso del cielo - quindici osservatori. Quasi tutte le nazioni
europee hanno qui disposto un loro osservatorio per sfruttare la straordinaria visibilità
che si gode da questo angolo di mondo resa ancora più speciale ed unica grazie
all’incredibile stabilità climatica che rende La Palma l’isola meteorologicamente più
invidiabile dell’intero arcipelago delle Canarie. Così ci sembra di stare dentro ad un
film di fantascienza, quando stiamo ad ammirare in silenzio tutte quelle cupole
semisferiche, bianche o argentate, sperse sulla Roque de Los Muchachos, che altro
non è che la cima di un ennesimo vulcano di quest’isola dal cuore di fuoco e lava.
Siamo al termine di una nuova giornata e dopo la consueta sosta sull’oceano in
compagnia della sabbia vulcanica e dei riflessi turchesi del mare ci apprestiamo a
dormire prima di raggiungere, all’indomani, la zona della Riserva Naturale della
Biosfera, una specie di Piccola Svizzera delle Canarie, un incrocio tra il paesaggio
estivo della Valle d’Aosta e alcune zone prealpine della Lombardia. Ci si trova in
un’area boschiva che fa dimenticare che soltanto ad un’ora di automobile il paesaggio
è dominato da coltivazioni di banane. Qui ci si ritrova a camminare su sentieri infiniti
che si addentrano in boschi meravigliosi che fanno dimenticare di essere su un’isola
circondata dall’oceano.
Ed è giusto che termini qui la nostra vacanza. La ricchezza e la varietà dei paesaggi
è speculare all’intensità dei profumi e dei colori che ci hanno bombardato i sensi in
ogni minuto della nostra permanenza in questo angolo di mondo. Siamo tornati a casa
con il cuore incendiato dalla passione e dai colori che il calore della lava e dei vulcani
hanno infuso in ogni centimetro quadrato di questo Eden, sconosciuto ai più.
Raccontando ciò che abbiamo visto e visitato ci siamo resi conto che la curiosità di
chi ha ascoltato il nostro diariodi viaggio è andata crescendo e rinforzandosi. Già tre
dei nostri amici si sono lasciati incantare da questa meta di viaggio.
Vento, sole, acqua e fuoco: nulla è più essenziale di questi quattro elementi nel
forgiare ed originare un paesaggio che tocca e scuote il cuore ancor prima dello
sguardo. La Palma è davvero un’esperienza di viaggio dove i sensi trovano una loro
originale dimora e hanno la percezione di aver trovato definitivamente la loro casa.
Per questo motivo lo slogan che abbiamo usato per parlare a tutti di quest’isola, una
volta tornati in Italia è lo stesso con cui abbiamo intitolato questo nostro resoconto di
viaggio:
La Palma: l’isola dove i sensi trovano casa.