I video terminali danneggiano gli occhi? Con l’uso degli schermi video dei computer sono aumentate le segnalazioni di problemi alla vista da parte dei loro utilizzatori. La ricerca scientifica, tuttavia, non ha messo in evidenza nessun danno causato direttamente dai monitor sull’organismo e sull’apparato visivo. La quantità di radiazioni ionizzanti da loro emesse sono infatti minime ed, in ogni caso, molto minori di quelle emesse, ad esempio, da una luce fluorescente al neon. I livelli di radiazioni di un computer sono ben al di sotto di quelle necessarie a produrre, ad esempio, una cataratta od una lesione retinica o della macula. Perché possono insorgere disturbi agli occhi o alla salute? Lavorare davanti ad un computer obbliga ad una posizione del corpo ed ad un esercizio visivo non naturali. Posizioni non ottimali del tavolo di lavoro e dello schermo possono fare insorgere contratture o spasmi dei muscoli del collo e del tronco che sono possibili cause di mal di testa e mal di schiena. Il continuo sforzo visivo, specie se la luce ambiente non è ben orientata, può indurre irritazione agli occhi per vari motivi: - l’attenzione continua induce a chiudere meno frequentemente gli occhi (ammiccamento) con conseguente essiccamento del film lacrimale. - la vicinanza dello schermo obbliga gli occhi ad un continuo sforzo di messa a fuoco per vicino (accomodazione) che mette in evidenza minimi difetti della refrazione (specie ipermetropia, astigmatismi e presbiopia) o di convergenza degli occhi, soprattutto nelle persone non più giovani. Pur non causando danni permanenti alla vista, i disturbi possono essere quindi molto fastidiosi ed ostacolare e rallentare notevolmente le capacità lavorative. Una visita oculistica fatta da un medico, di solito, è in grado di evidenziare e di rimuovere le cause dei fastidi oculari. Il personale addetto a distribuire l’attrezzatura dei terminali è, inoltre, in grado di suggerire il posizionamento ottimale della stazione di lavoro. Come si può prevenire il fastidio agli occhi? La posizione ideale dello schermo è situata ad una distanza più lontana che nella normale lettura (più di 40 cm.). Lo schermo và posizionato al di sotto del livello degli occhi come se si trattasse di un libro o di un giornale, per non stancare i muscoli del collo. Il materiale accessorio deve essere messo vicino allo schermo per minimizzare i movimenti degli occhi. Le luci dell’ufficio non devono essere situate né sul campo visuale, perché causano abbagliamento periferico, né subito dietro per i riflessi o le ombre; meglio un’illuminazione indiretta e lateralizzata. La luce ambiente non deve essere inoltre eccessivamente forte rispetto a quella dello schermo perché l’occhio si adatta alla situazione di illuminazione preponderante e fa fatica a lavorare su schermi meno luminosi. Riposi periodici sono importanti: 10-15 minuti ogni ora di lavoro. Ricordarsi di chiudere frequentemente gli occhi per prevenire l’essiccamento del film lacrimale. La correzione ottimale La posizione più frequente dello schermo è più lontano ed un po’ più in alto rispetto a quella di un testo di lettura. Nelle persone ipermetropi, o sopra i 40-45 anni, l’uso di un paio di occhiali adatti permette di diminuire notevolmente la fatica visiva e, spesso, i disturbi ad essa collegati. La visita di un oculista, che andrebbe informato sulla normale distanza di lavoro, permette la prescrizione del tipo di occhiali giusti. Questi potrebbero essere diversi da quelli usati per leggere specie se si fa uso di bifocali che, d’altra parte obbligano a posizionare in modo scomodo la testa. L’esame del medico oculista, inoltre, permette di distinguere i disturbi causati dalla semplice fatica visiva da quelli, ben più gravi, causati dalle vere malattie degli occhi. L’importanza di un esame medico Molte malattie oculari possono colpire ad ogni età ed alcune causano danni irreversibili in modo subdolo: cioè senza che ce ne si possa accorgere nelle fasi iniziali (ad es. il diabete o il glaucoma). La visita di uno specialista è, però, in grado di scoprire ogni malattia oculare anche in fase molto precoce, evitando che queste causino menomazioni gravi ed irreversibili. La prevenzione è l’indirizzo moderno della medicina che, oltre a mirare al risparmio collettivo, mette al riparo il paziente da complicanze che sarebbero altrimenti incurabili.