Proposta di legge sui disturbi alimentari - CTR

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CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
PROPOSTA DI LEGGE N. 339
presentata dai Consiglieri regionali
BARRACCIU - ESPA - CORDA - BRUNO - COCCO Pietro
il 30 novembre 2011
Interventi per prevenire e contrastare i disturbi del comportamento
alimentare (DCA). Istituzione della Rete integrata di servizi sanitari per i
disturbi del comportamento alimentare
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RELAZIONE DEL PROPONENTE
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) costituiscono un'epidemia
sociale in continua espansione.
Nonostante la difficoltà di individuazione e la solitudine in cui spesso tali
disturbi sono vissuti, si stima che siano circa due milioni in Italia,
adolescenti femmine per la gran parte, a soffrire di questi disturbi e decine
di milioni di giovani nel mondo si ammalano ogni anno. È stimato che per
ogni 100 ragazze in età adolescenziale, 10 soffrono di qualche disturbo
collegato all'alimentazione. I dati più recenti indicano un abbassamento
importante dell'età in cui tali disturbi iniziano a manifestarsi.
L'OMS afferma che le patologie di tipo anoressico e bulimico rappresentano
la seconda causa di morte tra gli adolescenti di sesso femminile dopo gli
incidenti stradali. In Italia si evidenzia una prevalenza, in soggetti di sesso
femminile di età compresa tra i 18 e i 25 anni, dell'anoressia nervosa per il
2,0 per cento e della bulimia nervosa per il 4,6 per cento. Le forme
subcliniche presentano una prevalenza del 4,7 per cento, mentre quella del
disturbo da alimentazione incontrollata si attesta allo 0,6 per cento.
Sebbene in Sardegna non ci sia stato alcun monitoraggio ufficiale, secondo
le denunce dei medici di base e dei comitati di familiari, l'incidenza è
elevata e il Piano regionale di prevenzione 2010-2012 indica tra i problemi
di salute mentale più diffusi "i disturbi alimentari, anoressia e bulimia". Lo
screening sul DCA condotto dalla professoressa Anna Maria Fulghesu
dell'Università di Cagliari, di prossima pubblicazione, attraverso 215
questionari ISED (body attitudes questionnaire) raccolti negli istituti
scolastici secondari di secondo grado della Provincia di Cagliari nel 2006 e
formulati in base a 43 domande che ammettono una risposta modulata su
una scala da 1 a 5, indica un'incidenza di disturbi alimentari di tipo
generico nel 24,6 per cento delle intervistate, di disturbi di tipo anoressico
nel 15,3 per cento e di disturbi di tipo bulimico nel 20 per cento.
L'anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono le forme più comuni di
riferimento dei DCA. L'anoressia nervosa si manifesta con la volontaria
privazione del cibo e con comportamenti atti a mantenere il peso corporeo
al di sotto del peso considerato il minimo della normalità in base all'età ed
alla statura. Fattori psicologici quali un'intensa paura di acquistare peso o
di diventare grasse/i, anche quando si è sottopeso, l'eccessiva influenza del
peso e dell'aspetto del corpo sui livelli di autostima, il rifiuto di ammettere
la gravità della condizione di sottopeso, sono altresì tipici della patologia.
Tra le numerose complicanze che si scatenano in conseguenza alla
privazione del cibo, nelle donne è frequente l'amenorrea, cioè la perdita
del ciclo mestruale.
Chi soffre di bulimia nervosa introduce normali o anche notevoli quantità di
cibo, di solito in preda a un bisogno compulsivo e fuori controllo, per poi
eliminarle attraverso vomito autoindotto, abuso di lassativi, enteroclismi o
altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo.
Anoressia e bulimia non sono fenomeni slegati, ma manifestazioni diverse
di uno stesso disturbo. Si osserva infatti il passaggio da un disturbo all'altro
e cioè dall'anoressia alla bulimia. Questo passaggio determina modificazioni
dei fattori di mantenimento del disturbo (non c'è più basso peso e la
sindrome da digiuno), ma la psicopatologia centrale del disturbo rimane
identica (eccessiva importanza attribuita al peso, le forme corporee e il
controllo dell'alimentazione). Lo stesso si può dire per i disturbi
dell'alimentazione atipici (disturbo alimentare non altrimenti specificato).
Essi sono l'esito dell'anoressia nervosa e della bulimia nervosa. I disturbi
dell'alimentazione della media adolescenza assumono solitamente le
caratteristiche
cliniche
dell'anoressia
nervosa
o
di
disturbi
dell'alimentazione atipici simili all'anoressia nervosa, mentre quelli della
tarda adolescenza o della prima età adulta presentano con più frequenza le
caratteristiche della bulimia nervosa o dei disturbi dell'alimentazione
atipici simili alla bulimia nervosa.
Esistono inoltre molti livelli intermedi di patologia, dai confini sfumati,
molto più diffusi delle forme conclamate, dove il soggetto alterna pasti
normali o anche ipercalorici a periodi di purificazione, in cui l'introito
calorico viene drasticamente ridotto ad un livello inferiore ai bisogni.
Sebbene aventi ad oggetto il cibo, vissuto come abuso o privazione, i
disturbi alimentari nascono da ragioni che hanno più a che fare con
l'identità psichica che con l'introito calorico quotidiano.
L'origine e il decorso dei DCA sono determinati da una eziologia
multifattoriale, per questo la loro comprensione deve tenere in
considerazione una pluralità di variabili che risiede in fattori psicologici,
evolutivi e biologici. Non è ancora ben noto il ruolo di alcune condizioni
antecedenti presenti fin dalla nascita o dall'infanzia, come ad esempio la
vulnerabilità genetica, l'ambiente familiare e le esperienze traumatiche. In
molti casi inoltre alcune caratteristiche individuali, quali il perfezionismo,
la bassa autostima, l'intolleranza alle emozioni, i problemi interpersonali,
l'ascetismo e le paure legate alla maturità psicologica, precedono l'esordio
dei DCA. Sicuramente i fattori socio-culturali del tempo attuale, che vede
nella magrezza un valore da perseguire a qualsiasi costo e a qualsiasi età,
favoriscono lo sviluppo dei disturbi alimentari.
La patologia dei DCA, già di per sé severa e dannosa, si accentua a causa
delle gravi complicazioni mediche generate sia dallo stato di malnutrizione
sia dalle complicanze dovute al ricorso ai meccanismi volontari di
eliminazione, quali vomito o abuso di lassativi. Mentre l'anoressia classica é
di facile individuazione, la diagnosi è meno facile in caso di bulimia o di
disturbo alimentare non altrimenti specificato (DA NAS). Questo
atteggiamento, se non fa scendere in modo così netto il peso corporeo,
crea comunque gravi turbamenti ormonali e metabolici. Infatti l'alternare
di ricchezza e privazione o, in misura maggiore, la privazione cronica,
conduce l'organismo, dopo già 4-5 giorni, ad attuare delle modificazioni del
proprio funzionamento mirate al risparmio energetico. Viene infatti ridotta
l'attività tiroidea creando un ipotiroidismo subclinico che si accompagna a
riduzione delle capacità intellettive, bradicardia, ipotermia, stress cronico,
e che conduce i giovani che ne soffrono a condurre una vita sempre meno
attiva, appartata rispetto ai coetanei, poco inserita nel sociale, base per
importanti disturbi della personalità. Soprattutto le pazienti bulimiche, il
cui normopeso rende più difficile l'individuazione, è molto facile che
incontrino prima specialisti di altre aree mediche per richieste di cura
delle complicanze insorte: medici di base, internisti, gastroenterologi,
ginecologi, dermatologi, dentisti divengono quindi collaboratori
preziosissimi per effettuare una diagnosi precoce ed iniziare un progetto di
cura tempestivo. Turbe dell'equilibrio dell'acido base e alterazioni degli
elettroliti quali ipopotassemia e iposodiemia severe sono di frequente
riscontro nelle pazienti che ricorrono al meccanismi di eliminazione del
cibo, o di diuretici assunti per eliminare presunte ritenzioni idriche. Anche
nell'anoressia nervosa di tipo restrittivo sono riscontrabili turbe
elettrolitiche, ipofosfatemia e ipomagnesemia, che possono essere molto
pericolose per la funzionalità cardiocircolatoria.
Disturbi gastrointestinali e complicanze severe e potenzialmente letali
quali la rottura spontanea dell'esofago o dello stomaco, screzi pancreatici,
coliti necrotizzanti e perforazioni di ulcere gastriche e ancora episodi di
alterata funzionalità epatica, ipertrofia delle ghiandole salivari, alterazioni
dentali, perdita di capelli, alterazioni delle unghie e grave osteoporosi
oltre ai problemi cardiaci sono ulteriori complicanze riscontrabili nei casi di
DCA.
Verificata l'assenza in Sardegna di strutture sanitarie dedicate con
approccio integrato e, multidisciplinare per la prevenzione e la cura di
queste patologie, eccezion fatta per piccole realtà di tipo ambulatoriale
prive però di alcuna collaborazione interdisciplinare, nasce la necessità di
un'azione complessiva di indirizzo regionale per l'istituzione e
l'orientamento di servizi che si occupano specificamente di DCA in un
quadro di riferimento chiaro e articolato per lo sviluppo di interventi
integrati, coordinati e professionalmente qualificati.
A tal fine la presente legge prevede l'istituzione di una rete di servizi sociosanitari caratterizzata dall'approccio integrato e multidisciplinare, di cui
fanno parte presidi sanitari ben identificati e visibili presso le aziende
sanitarie locali che assicurano livelli assistenziali di tipo ambulatoriale, day
hospital, ricovero in ospedale in caso di urgenza, trattamento residenziale
e semi-residenziale. Le competenze professionali di chi vi opera devono
essere accresciute attraverso la formazione e un aggiornamento
professionale specifico, così da offrire risposte qualificate in modo
integrato nei vari livelli di intervento. Per porre in atto su tutto il territorio
regionale una strategia coordinata, la legge prevede azioni di informazione
e di promozione della salute, finalizzate a ingenerare consapevolezza di
comportamenti e stili di vita che possono facilitare l'insorgenza e la
cronicizzazione di disturbi del comportamento alimentare. Si propone di
ovviare alla quasi totale assenza di dati sull'incidenza regionale con la
promozione, in collaborazione con scuole, associazioni e famiglie, di studi
periodici per la rilevazione epidemiologica dell'incidenza e della prevalenza
dei disturbi da comportamento alimentare, individuando al contempo le
fasce di popolazione a rischio sulle quali indirizzare interventi finalizzati ad
una diagnosi precoce. Il monitoraggio della salute degli adolescenti per i
casi di disturbo alimentare e patologie associate dovrà essere perseguito in
maniera sistematica. La Regione inoltre collabora con università, enti ed
istituti pubblici e privati per incrementare la ricerca, migliorare le
conoscenze dei disturbi del comportamento alimentare e definire test
diagnostici e di controllo.
TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Finalità
1. La Regione, in armonia con l'articolo 32
della Costituzione e l'articolo 4 dello
Statuto, promuove la salvaguardia della
salute
dei
cittadini
anche
attraverso
interventi diretti alla prevenzione, diagnosi
e cura dei disturbi del comportamento
alimentare.
Art. 2
Definizioni
1. Ai fini dell'applicazione della presente
legge,
sono
comportamento
definiti
disturbi
alimentare:
del
l'anoressia
nervosa, ovvero la privazione del cibo
finalizzata al raggiungimento di un peso
corporeo inferiore rispetto al normale; la
bulimia nervosa, ovvero l'abuso smodato di
cibo
con
o
senza
comportamenti
di
espulsione e i disturbi alimentari atipici che
presentano una forma mista di espressione
della sintomatologia.
Art. 3
Rete integrata di servizi
1. Per la prevenzione, diagnosi e cura dei
disturbi del comportamento alimentare e
delle relative complicanze, la Regione
istituisce una rete di servizi socio-sanitari
funzionali ad un approccio multidisciplinare
integrato ai disturbi stessi.
2. Fanno parte della rete di cui al comma 1
presidi
sanitari
ben
identificati
e
riconoscibili, presso ogni azienda sanitaria
locale, dotati di risorse professionali e
strumentali adeguate ad assicurare la
qualità dei livelli assistenziali ambulatoriale,
day hospital, ricovero in ospedale in caso di
urgenza, trattamento residenziale e semiresidenziale.
3. Le diverse categorie professionali che
operano nella rete di cui al comma 1
condividono, ai vari livelli istituzionali, i
programmi e gli interventi da attuare in
modo da garantire la continuità terapeuticaassistenziale e l'utilizzazione ottimale delle
risorse.
4. Entro centoventi giorni dall'entrata in
vigore della presente legge, la Giunta
regionale elabora apposite linee guida per
orientare
le
nell'organizzazione
aziende
dei
servizi
sanitarie
per
il
trattamento dei disturbi del comportamento
alimentare e nella definizione dei percorsi
integrati per l'assistenza e la cura di tali
disturbi.
Art. 4
Interventi
1. Al fine di incidere sugli stili di vita che
possono
facilitare
cronicizzazione
l'insorgenza
di
e
disturbi
comportamento alimentare,
la
la
del
Regione
predispone azioni di informazione e i
promozione, anche in collaborazione con le
istituzioni scolastiche e con le associazioni
dei familiari, di aiuto e mutuo aiuto.
2. In collaborazione con le scuole, le
associazioni e le famiglie, la Regione:
a)
promuove
studi
periodici
per
la
rilevazione epidemiologica dell'incidenza e
della
prevalenza
dei
disturbi
comportamento
da
alimentare;
b) esegue il monitoraggio delle patologie
associate;
c) individua le fasce di popolazione a
rischio sulle quali indirizzare gli interventi
finalizzati ad una diagnosi precoce.
3. La Regione assicura la formazione e
l'aggiornamento professionale specifico del
personale
socio-sanitario
che
opera
all'interno della rete integrata dei servizi
potenziandone
anche
la
capacità
di
lavorare in modo integrato sui vari livelli di
intervento.
4. Per gli interventi di cui ai commi 1, 2 e 3,
la
Regione
promuove
e
sostiene
la
collaborazione tra gli operatori sanitari delle
strutture pubbliche e le associazioni di
volontariato
e
realizzazione
in
di
particolare
iniziative
per
volte
la
a:
a) sensibilizzare la fascia di popolazione a
rischio e le famiglie sui pericoli e sulle cure
legati
al
disordine
alimentare;
b) promuovere l'informazione sulle strutture
e
i
presidi
sanitari
di
riferimento;
c) divulgare le informazioni inerenti la
prevenzione, la diagnosi e la cura dei
disturbi del comportamento alimentare;
d) attivare iniziative per la tutela della
salute degli adolescenti.
Art. 5
Ricerca
1. In collaborazione con università, enti ed
istituti pubblici e privati la Regione attiva
programmi di ricerca finalizzati a migliorare
le conoscenze cliniche e di base dei
disturbi del comportamento alimentare e a
definire test diagnostici e di controllo per le
persone
affette
da
comportamento alimentare.
disturbi
del
Art. 6
Norma finanziaria
1. Agli oneri derivanti dall'applicazione della
presente legge si fa fronte con quota parte
del fondo sanitario regionale di parte
corrente di cui alla UPB S05.01.001.
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