Concetta Sirna Terranova, Pedagogia Interculturale, Concetti, Problemi, Proposte, Guerini Studio, Milano, 1996; pp. 199 Recensione di Juliana Raffaghelli - Gennaio 2007 Abstract At the center of the themes treated by this book, it’s posed the question of incounters between different cultures, as a phenomenon of everyday life in a world that is to be considered increasingly complex. The central hypothesis drawn by this work is that of the importance of education to afford the intercultural experience. The author offers a critical background of intercultural pedagogy, starting from theoretical issues, to analize the specificities of research on didactics and educational practices that comes out concepts. The book has been divided in three main parts: issues on intercultural pedagogy (the parameters that led to an epistemology of interculturality and the methodologies that fulfil those epistemological routes); the problems of intercultural pedagogy (understood as educational research linked to sectors as etnical and cultural identities, language teaching and learning, interculturality and the scholastic institution; interculturality and human rights; interculturality and religious diversity); and the tools to intervene in teaching/learning processes (education, school, training, higher education, e-learning) Al centro degli argomenti trattati in questo volume, viene posta la questione dell’incontro tra culture diverse come nuovo fenomeno della quotidianeità in un mondo crescientemente complesso. L’ipotesi centrale che incardina il lavoro è quella dell’importanza dell’atto educativo per affrontare l’esperienza interculturale. L’autrice offre un panorama critico della pedagogia interculturale, partendo dagli aspetti teorici, e attraversando le specificità della ricerca didattica e la pratica educativa che ne conseguono. Il saggio è stato suddiviso in tre parti principali: i concetti della pedagogia interculturale (parametri che delimitano una epistemologia dell’interculturalità e le metodologie di ricerca ad essa più consone); i problemi della pedagogia interculturale (settori vincolati alla di ricerca educativa quali l’identità etnicoculturale, l’apprendimento della lingua, la questione dell’intercultura nell’istuzione scuola; interculturalità e diritti umani; interculturalità e diversità religiose), e gli strumenti per il lavoro in contesti di apprendimento (educazione, scuola, formazione, istruzione superiore, e-learning). Recensione Gli anni novanta sono all’insegna della categoria dell’interculturalità. In questo modo inizia il suo saggio la prof.ssa Sirna, che con una prima battuta tenta di mettere il lettore in tema premettendo la centralità che i processi interculturali hanno per il momento nel quale il libro viene presentato. “…La diversità che ci interpella esige risposte medidate e nuovi saperi…” E successivamente, l’autrice risponde al quesito della diversità e complessità rilevata, attraverso ciò che rappresenta il nocciolo duro di questo libro: una pedagogia interculturale come risposta, ovvero un’area delle scienze della formazione che siano in grado di interpellare i nuovi fenomeni migratori, la composizione non più omogenea della società. Sebbene per metà degli anni novanta la questione dell’interculturalità è già stata ampiamente affrontata, le pubblicazioni sembrano presentarsi in modo frammentario, concentrandosi in problemi settoriali con ottica specialistica. Vi sono così molte ricerche sostanzialmente di tipo psicologico, antropologico, sociologico e linguistico. E nelle scienze dell’educazione, le ricerche si concentrano prevalentemente in ambito epistempologico (definizione della collocazione della pedagogia interculturale all’interno di un sapere pedagogico più vasto), quanto in ambito didattico (tecniche e metodologie per l’intervento in aula, per la mediazione culturale nei processi di apprendimento, per l’inserimento sociale degli studenti stranieri). Il presente libro si colloca invece come contributo a esperti delle scienze dell’educazione, che intendono intervenire nei vari settori sociali (non soltanto la scuola) , tentando di definire i nuovi parametri del discorso pedagogico entro i quali va iscritta l’esperienza 1 interculturale. In questo senso, l’autrice rappresenta il contesto culturale nel quale nasce l’esigenza di affrontare in certi contesti una tale esperienza complessa di contatto fra culture diverse; delineando così la fenomenologia varia che caratterizza tali incontri nella società odierna e particolarmente in Italia. “…Col prevalere dell’ottica interculturale la pedagogia diventa non ideologica ma rimane fortemente impregnata di tensione etica, perché orientata a potenziare la relazione, lo scambio, il confronto. Essa, cioè, rinuncia a proporre sistemi di idee chiusi e totalizzanti ma si sente impegnata a valorizzare l’interfecondazione e la sintesi tra le diverse culture dando spazio alla pluralità di risposte culturali (…) Una pedagogia che non pretende di convogliare le energie in un’unica direzione, in un’unica visione del mondo, ma le orienta alla costruzione di reti di incontro e aiuta a guardare alle valenze positive degli stessi conflitti…” Per l’autrice, la definizione di pedagogia interculturale si fonda su “tappe di un travagliato percorso” che stanno ad indicare una maturazione di discussioni nate dalla pratica e il raffronto di problematiche quotidiane. In una prima tappa, viene trattata la questione delle differenze etniche e culturali sui processi educativi, ovvero, della presenza di bambini immigrati nel contesto scolastico e del loro orientamento. In una seconda tappa, compare la sensiblità verso i problemi sovranazionali, ovvero, la necessità delle società sviluppate di trattare il diverso non come una presenza sporadica, ma come l’emergente di una problematica universale che, coinvolge i popoli più ricchi in una autoriflessione sulla propria presenza nel mondo globale: è in questa tappa che vengono affrontati come temi dell’interculturalità l’educazione alla pace, allo sviluppo, ai diritti umani, all’ecologia come aspetti di un’educazione mirata a nuovi modelli di sviluppo più inclusivi e critici del consumismo e la devastazione planetaria. Una terza tappa è dedicata al rinnovamento dei paradigmi scientifici e metodologici (pensiero complesso, raccordi interdisciplinari, società della conoscenza e interconnettività, nuove frontiere dell’apprendimento attraverso la rete) La pedagogia interculturale viene ad inserirsi come leva strategica per ripensare l’atto educativo, ma non soltanto: essa è fonte di creazione di nuovi valori e competenze per promuovere persone che si trovano davanti ai fenomeni della globalizzazione, sia perché debbono affrontare il diverso intanto che disagiato, espulso dalla propria povertà, quanto il diverso, intanto che appartenente a culture con le quali bisogna incontrarsi quotidianamente per la propria crescita sociale ed economica dell’individuo, le comunità, le nazioni. I contenuti ed obiettivi dell’educazione interculturale, fra assolutismo monoculturale e relativismo culturale, tentano una via di uscita che nasce da un continuo rimando tra esperienza educativa e riflessione pedagogica. L’impegno educativo che voglia connotarsi in direzione dell’interculturalità dovrà preoccuparsi quindi di sviluppare competenze e abilità di ordine sociale, culturale e politico. In particolare, di far maturare nei soggetti a) l’empatia, come capacità di mettersi nei panni dell’altro per capirne dall’interno i vissuti e pensieri, e ad essa collegata, l’exotopia, cioè il distanziamento culrutale che consente di accettare la diversità dell’altro; b) il decentramento culturale, cioè la possibilità di riflettere sui propri condizionamenti culturali –pregiudizi, stereoptipi, razzismo inconscio, risorse e limiti della propria cultura); c) gestione dei conflitti, in modo da sopportare e controllare lo stress connesso con le forme di shock culturale1 cui l’incontro/scontro tra diversità impone 1 Shock culturale: è il termine usato per descirvere l’ansia e sentimenti relativi (sopressa, disorientamento, confusione) ad una situazione dove il contesto culturale e sociale molto diverso come quello presente in un paese straniero, such as a foreign country. Tale fenomeno si crea dalla difficoltà di assimilazione del nuovo contesto, causando difficoltà nel conoscere e capire quale comportamento risulta adeguato o meno. Frequentemente si abbina ad un forte disgusto (morale o estetico) relativo a certi aspetti della nuova cultura . Il termine fu introdotto per la prima volta nel 1954 dall’antropologo Kalvero Oberg. Altro ricercatore che più recentemente ha analizzato questo fenomeno è Michael Winkelman. 2 Il libro tenta così di unire al ex-cursus teorico, l’utilizzo situato di strumenti e techniche per la ricerca e la pratica educativa: vengono indicati i problemi più significativi da essa emersi, ovvero, settori dove viene affrontata una molteplicità di aspetti che si collegano a nodi problematici dell’educazione, quali l’identità e la lingua, la comunicazione, i diritti e l’incontro fra religioni come temi di cittadinanza, la scuola medesima come istituzione di socializzazione. Alcune delle tecniche di intervento analizzate dimostrano le mille sfaccetature dell’intervento in educazione interculturale, dove vengono utilizzate tecniche di animazione ludica, metodologie partecipanti, l’approccio autobiografico, la ricerca-azione come riflessione sulla pratica professionale, la metodologia umoristica, la maieutica di gruppo, la metodologia dell’ascolto. Ne consegue la necessità di capire quali sono i contesti di attuazione e quali gli strumenti specifici: si fa così riferimento così all’intervento nella scuola quanto nei contesti dove la problematica interculturale risulta emergente e cambiante: quelli degli scambi internazionali (scambi intereuropei di studenti, seminari mutlinazionali, comunicazione telematica). L’esposizione ha un tono che privilegia la problematizzazione come approccio, riportando le varie tesi attualmente presenti nel dibattito e le voci critiche, ritenendo che questo possa risultare utile a chi deve accostarsi ai problemi con l’ottica della ricerca piuttosto che di chi utilizza strumenti per una pratica quotidiana non mirata. Questo libro può essere considerato uno dei primi testi italiani che tenta di mettere a fuoco, complessivamente, lo status quaestionis della problematica interculturale quanto degli approcci metodologici in educazione. Sirna, sebbene anticipata nel suo scopo 2 da qualche anno da autori come L. Secco (1992) 3; D.Demetrio e G. Favaro4 (1992); da E. Nigris5 (1996); M. Giusti (1996)6, compie uno sforzo consistente di riorganizzazione di concetti, problemi, esperienze e metodologie tentando di generare uno strumento di lettura dello stato dell’arte in materia di pedagogia interculturale. L’autrice intravvede, anche se in questo saggio vengono presentati in modo embrionario, i nuovi spazi di sviluppo dell’interculturalità, quali a) gli scambi internazionali e la pedagogia ad essi correlata, b) la comunicazione telematica e il linguaggio interculturale nello spazio sociale dell’agorà telematica –nelle parole dell’autrice-. Indice Premessa. Parte Prima: Alla ricerca di nuovi parametri del discorso pedagogico. (I) Verso una pedagogia interculturale; (II) La prospettiva interculturale nella ricerca educativa. Parte Seconda: Settori e Aree della Ricerca Interculturale. (III) Identità etnico-culturale e nuovi razzismi; (IV) Lingua e apprendimento interculturale, (V) Scuola e diversità culturali, (VI) La comunicazione interculturale, (VII) Diritti Umani, migrazione e lavoro sociale, (VIII) Diversità religiose a confronto. Parte Terza: Metodologie e strumenti del lavoro interculturale (IX) Tecniche ludico-esperienziali e apprendimento interculturale, (X) Metodologie partecipanti nella formazione interculturale, (XI) Centri di documentazione e biblioteche multiculturali, (XII) Scambi internazionali, seminari e laboratori interculturali, (XIII), Comunicazione telematica e linguaggio interculturale. Note. Bibliografia. 2 Non sono stati considerati in questo caso saggi che avevano dapprima iniziato a trattare, sotto una determinata disciplina o particolare approccio, la questione dell’intercultura (quale il caso dell’insegnamento delle lingue o delle cittadinanze europee). In questo senso, sono stati citati tutti gli autori che, come Sirna, avrebbero tentato di presentare uno stato dell’arte della disciplina considerando una sua propria fenomenologia, e proponendone un’approccio epistemologico e metodologico per la stessa. 3 Secco, L. (1992) Pedagogia Interculturale, problemi e concetti, La Scuola Brescia 4 Demetrio, D & Favaro, G.(1992) Immigrazione e pedagogia interculturale, La Nuova Italia, Firenze. Nigris, E. (1996) Educazione Interculturale, Mondadori, Milano. 6 Giusti, M. (1996) L’identità e la memoria. Complessità e educazione interculturale, Giunti, Firenze 5 3 Autore Concetta SIRNA TERRANOVA, Professore Ordinario di Pedagogia e Scienze dell’Educazione presso l’Università di Messina, Direttore Scientifico del Centro di Ricerche per l’Educazione Interculturale (C.R.E.I), membro del Centro Europeao di Educazione Comunitaria (ECCE) è impegnata in programmi di ricerca e scambi sul tema dell’interculturalità. Le linee di ricerca da Ella curate sono state principalmente orientate allo studio dell’apprendimento della lingua in una prospettiva interculturale, connessi con la comunicazione educativa e delle metodologie dell’educazione antirazzista e interculturale. Collabora da diversi anni con atenei e centri di ricerca svizzeri e francesi, nella tradizione di ricerca francofona (Programma Nazionale Svizzero per gli Studi sulle Migrazioni; Istituto di Studi Sociali di Ginevra; Centro Europeo di Ricerca Educativa, ecc.) Bibliografia essenziale dell’autrice - Sirna,C. – (1990) Esperienze e problemi di educazione linguistica, EDAS, Messina Sirna, C. (1992) Migrazione e società multiculturale. Una sfida per l'educazione, Junior, Bergamo Sirna, C. (1992) Lingua e apprendimento in prospettiva interculturale, Franco Angeli, Milano Sirna, C (1993) Lingua e apprendimento in prospettiva interculturale, EDAS, Messina Sirna, C. -A cura di- (1996), Docenti e formazione interculturale, Il Segnalibrio, Torino Sirna C. (1998) Pedagogia interculturale. Concetti, problemi, proposte . Guerini e Associati, Milano Sirna C. (2003) Postcolonial education e società multiculturali, Pensa Multimedia, Lecce. Sirna C., Michelin Salomon A. (a cura di) 2005, Operatività, ludicità, cooperazione. Idee, percorsi e buone pratiche, Pensa Multimedia , Lecce Links http://www.edscuola.com/archivio/interlinea/appello_unesco.htm [Link della rivista educazione & scuola all’UNESCO – Campagna “L’infanzia tesoro dell’umanità” – Intervento della Prof. Sirna] http://ww2.unime.it/pedinter/PROGRAMMAEUROMIR.htm [UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA, FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE, Dipartimento di Pedagogia e Scienze dell’educazione, Dottorato internazionale in Pedagogia interculturale; SEMINARIO EUROMIR 2007: MEDITERRANEO CULLA DI MINORANZE E MIGRAZIONI] 4