Coordinato da Valeria Lai agenzia adiconsum - anno 13 – Supplemento al n. 46 – 26 novembre 2001 Stampato in proprio in gennaio 2002 In questo numero: Consumatori/ L’Adiconsum lancia www.bilanciofamiliare.it Energia/ Forum sulla liberalizzazione del mercato elettrico e del gas naturale Assicurazioni/ Rcauto: il governo vara provvedimenti iniqui e deludenti Banche/ Protocollo d’intesa Abi-ass.ni consumatori: nuove regole nel rapporto banca-cliente Sicurezza/ Gas metano pulito, ma pericoloso Tv digitale/ Adiconsum diffida Nokia Casa/ Protocollo d’intesa tra consumatori e intermediari immobiliari Giustizia/ Gli ausiliari del traffico sono pubblici ufficiali effettivi Telefonia/ Per l’Adiconsum sono indecenti gli SMS anonimi e i loghi offerti da Inwind Pubblicità/ Le pronunce dell’Antitrust Direttore: Paolo Landi – Direttore Responsabile: Francesco Casula Comitato di Redazione: Giovanbattista Gassi, Donata Monti, Angelo Motta, Benedetto Romano Redazione ed Amministrazione: Adiconsum, Via G.M. Lancisi 25 – 00161 ROMA Reg. Tribunale di Roma: n. 350 del 9.06.88 – Sped. abb. post. Comma 20/c art. 2 L. 662/96 – Filiale di Roma Abbonamento: Lit. 350.000 – Versamento su c.c. postale n. 64675002 Adiconsum News consumatori L’Adiconsum lancia www.bilanciofamiliare.it www.bilanciofamiliare.it è il primo sito creato per aiutare le famiglie a gestire il proprio bilancio ed è curato dal settore prevenzione usura e sovraindebitamento dell’Adiconsum. Al pari delle imprese, anche le famiglie devono affrontare problemi di gestione. Ma mentre per le prime sono stati istituiti corsi ad hoc, niente in questi anni è stato fatto per insegnare alle famiglie ad autogestirsi. Una sana e corretta gestione del proprio bilancio familiare produce risvolti positivi non solo per la microeconomia di quel nucleo familiare, ma si ripercuote positivamente anche sul sistema paese, incrementando i consumi e generando nuova occupazione. In caso di difficoltà però mentre le imprese possono rivolgersi a delle figure professionali con competenze specifiche, la famiglia non ha riferimenti. Manca quella figura che l’Adiconsum da tempo va proponendo e che ha denominato “Consulente economico della famiglia” L’Adiconsum nel suo impegno quotidiano a tutela dei diritti del consumatore è da anni a contatto con situazioni familiari vicine al sovraindebitamento o nel peggiore dei casi vicine all’usura o alla soglia di povertà. Come dimostrano i dati sulla povertà nel nostro Paese registrati annualmente dall’ISTAT (coincidenti con quelli in nostro possesso provenienti dall’attività del Fondo “Preveniamo l’usura”) a dispetto dell’apparente benessere del nostro Paese, le famiglie vicine alla soglia della povertà aumentano. L’Adiconsum mette a disposizione del sito www.bilanciofamiliare.it l’esperienza maturata nella gestione del Fondo per la prevenzione del sovraindebitamento e dell’usura (L. 108/96) e rivolta specificatamente alle famiglie. (La tutela per le imprese è invece svolta dai Confidi). www.bilanciofamiliare.it soccorre le famiglie in difficoltà con una serie di rubriche continuamente aggiornate, come “Facciamo il bilancio” e “Le parole del bilancio” (minivocabolario contenente le parole chiave del credito di uso più comune: TAEG, TEG, Tasso di interesse, ecc.). Per le famiglie già in sovraindebitamento la rubrica sul Fondo di prevenzione usura spiega che cos’è e come funziona e quali documenti occorre presentare per avviare la pratica. Non mancano infine i collegamenti con i siti utili, le ultime novità e un sunto dei contenuti del sito in lingua inglese (quest’ultimo in corso di allestimento). Donata Monti (Presidente del Fondo “Preveniamo l’usura” ex art. 15 L. 108/96) Test noi consumatori 2 Adiconsum News energia Forum sulla liberalizzazione del mercato elettrico e del gas naturale Un forum organizzato dal settore risparmio energetico e ambiente dell’Adiconsum per fare il punto sugli effetti per i consumatori dopo la liberalizzazione del mercato elettrico e del gas naturale Si è svolto lunedì 19 novembre 2001 presso la Sala della Biblioteca del Cnel il Forum “ Liberalizzazione del mercato elettrico e del gas naturale. I riflessi sui consumatori e sulle imprese” organizzato dall’Adiconsum e da Consumer’s Forum. Il Forum si è aperto con una ricerca sui riflessi che la liberalizzazione nei settori dell’energia elettrica e del gas metano sta avendo sui consumatori e sulle imprese, seguita da proposte innovative per ridurre le tariffe e risparmiare energia (ad es. ricorso agli impianti di cogenerazione che permettono, producendo calore ed elettricità insieme, un risparmio del 40% sulle bollette). Di seguito pubblichiamo l’intervento di Paolo Landi, segretario generale Adiconsum. “La liberalizzazione dei servizi gestiti in regime di monopolio è stata condivisa e sostenuta dalle associazioni consumatori, nella convinzione che più mercato e più concorrenza servano a scardinare incrostazioni, rendite di posizione, inefficienze dei monopoli e, per questa via, procurare vantaggi ai consumatori in termini di servizi migliori e di tariffe più convenienti. E’ una scelta strategica della cui utilità siamo fermamente convinti, che va perseguita e consolidata anche in quelle nicchie di monopolio che ancora pervicacemente resistono e che sono state appena sfiorate di processi di liberalizzazione. Universalità del servizio pubblico Quindi, più concorrenza e più mercato, ma non più mercato senza regole. Questo principio è valido in via generale, ma ancor più nei settori elettrici e del gas che si configurano come servizi pubblici, per i quali deve essere garantita l’universalità. La questione non è solo teorica. In concreto, la liberalizzazione in questi settori, se non supportata da regole precise e cogenti e da strutture di controllo indipendenti ed efficienti, potrebbe produrre gravi danni alle famiglie ed alle utenze più deboli e marginali. Una prima questione riguarda la garanzia di universalità del servizio. Questa dipende dall’efficienza e dallo sviluppo delle reti, ma i gestori potrebbero concentrare il loro interesse soltanto sulle tratte più redditizie, e magari rendere talmente onerosi i nuovi allacciamenti da scoraggiare le utenze con bassi consumi. In secondo luogo le soluzioni individuate per la gestione delle reti, del resto incomprensibilmente diverse fra l’elettricità ed il gas, non assicurano un armonico sviluppo della concorrenza e delle reti medesime. Trattandosi di attività di interesse pubblico, sarebbe opportuno superare rapidamente l’attuale assetto societario e gestionale, che presenta non poche contraddizioni ed è foriero di innumerevoli conflitti, trasformando le società in public company, rette da compagini azionare formate sia dagli operatori del settore, sia dall’azionariato diffuso dei cittadini. Una terza questione riguarda la continuità e la qualità del servizio di fornitura dell’energia elettrica e del gas, a prezzi determinati, che deve essere assicurata a tutti. Ma come garantire che anche le utenze marginali ricevano servizi di qualità. Come evitare che magari siano abbandonate dai gestori, perché poco redditizie? Attualmente questa prospettiva non è scongiurata. Test noi consumatori 3 Adiconsum News Il prezzo dell’energia elettrica e del gas Il prezzo pagato per l’energia elettrica e per il gas metano dai consumatori piccoli e medi, è in Italia più elevato della media dei paesi UE. Le cause principali vanno ricercate: nella scarsa concorrenza che permane ancora in importanti segmenti della filiera, nel maggiore costo industriale di produzione, specialmente per l’elettricità, in una sperequata ripartizione degli oneri impropri, a danno degli utenti elettrici vincolati per effetto del fisco, che soprattutto nell’utenza domestica, è esosamente gravoso. Nei comparti dell’approvvigionamento del gas e della generazione elettrica, la massiccia presenza delle ex imprese monopolistiche (ENEL e SNAM) condiziona in modo pesante lo svilupparsi di una effettiva concorrenza. Le prerogative concesse dalla legge a favore di queste imprese (presumibilmente per non indebolire il loro valore sul mercato in vista della privatizzazione), dovrebbero essere rapidamente rimosse, o almeno attenuate. Confidiamo che la nuova Direttiva europea che si sta elaborando in materia, imponga al legislatore italiano le modifiche opportune. Senza addentrarci nelle cause, recenti e remote, che hanno prodotto un elevato differenziale di costo fra l’Italia e gli altri paesi europei, ci preme indicare l’urgenza di effettuare alcune scelte per cercare di ridurre, nel breve-medio periodo, i prezzi dell’energia pagati dai consumatori: aumentare la concorrenza nei comparti della produzione elettrica e dell’approvvigionamento e stoccaggio del gas metano, rispetto alla situazione attuale, che resta di sostanziale monopolio; creare le condizioni, adeguando gli elettrodotti dove è necessario, per importare una maggiore quantità di elettricità, che è meno cara di quella prodotta in Italia, facendo in modo che del risparmio ottenuto ne beneficino anche i clienti vincolati, a differenza di quanto avviene attualmente; eliminare i lacci e lacciuoli che ritardano la costruzione di nuove centrali elettriche, la modernizzazione di quelle meno efficienti e la costruzione di nuovi elettrodotti; nel rispetto dei vincoli ambientali, aumentare l’utilizzo del carbone nelle centrali elettriche, il cui costo di produzione è più basso rispetto al gas ed al petrolio; rendere più omogenei i processi di liberalizzazione fra i settori, anticipando sostanzialmente rispetto al 2030 la completa liberalizzazione degli utenti vincolati nel settore elettrico. Sappiamo che su questi argomenti i problemi ed i contrasti non sono pochi. Tuttavia occorre trovare una strada per superarli rapidamente: Adiconsum è disponibile a concordare ed a sostenere un programma concreto che individui gli investimenti da realizzare prioritariamente in termini di centrali, elettrodotti, ecc.. I clienti vincolati pagano l’energia elettrica più cara degli altri, poiché taluni oneri impropri gravano solo su questi e non sui clienti idonei. Ci riferiamo: Test noi consumatori alla energia prodotta dai c.d. impianti CIP 6. Per effetto del Decreto del Ministero dell’Industria del novembre 2000 (da noi aspramente contestato) l’energia CIP 6 è stata acquistata solo dai clienti idonei (l’Acquirente Unico che avrebbe potuto partecipare alle gare non funziona ancora), ad un prezzo sensibilmente più basso di quella garantito dalla legge ai produttori. La differenza, che nel 2001 sarà di circa 500 miliardi, viene pagata solo dai clienti vincolati; alla rendita derivante dall’energia importata, meno cara di quella prodotta in Italia. La capacità di interconnessione disponibile (oltre i contratti pluriennali Enel), è stata riservata interamente ai clienti vincolati, in dispregio al D.L.79/99 che prevede che la capacità di interconnessione sia equamente divisa fra 4 Adiconsum News mercato libero e mercato vincolato. Si stima in 700 miliardi il mancato risparmio per i clienti vincolati nel l’anno 2000, ed altrettanti nel 2001; al meccanismo di rimborso degli stranded cost. A parte il criterio di calcolo di tali costi, che riteniamo troppo elevato, il meccanismo individuato per i rimborsi, fa si che i produttori coperti dagli stranded cost abbiano interesse a vendere l’energia elettrica scontata ai clienti idonei, poiché l’ammontare di tali sconti sono pagati da tutti i clienti finali. Il maggior costo per i clienti vincolati è stato stimato in 300 miliardi all’anno; ai c.d. componenti GR (costi di gradualità). Teoricamente tali componenti dovrebbero essere a costo zero. Tuttavia ai clienti con consumi minori (vincolati) continuano ad essere applicate le medesime componenti GR (generalmente positive), anche quando i clienti con consumi maggiori passano dal mercato vincolato al mercato libero e non vedono più applicarsi le componenti GR (generalmente negative). Ciò determina uno squilibrio a danno dei clienti vincolati, stimato in 500 miliardi per l’anno 2000, ed in circa 300 per il 2001; alle agevolazioni concesse a talune industrie e imprese di servizi. Si tratta di elettricità venduta sottocosto per sostenere alcune imprese o settori in crisi. Complessivamente quindi i maggiori oneri a carico delle bollette degli utenti vincolati è stato di oltre 1.500 miliardi nell’anno 2000, mentre per il 2001 si prevede un importo maggiore. Per gli anni successivi la situazione è destinata a peggiorare, poiché i consumi dei clienti idonei aumenteranno e diminuiranno invece quelli dei clienti vincolati, sui quali ripartire l’ammontare di questi oneri. E’ una situazione che va sanata. Non contestiamo l’opportunità di concedere agevolazioni o sussidi a settori o imprese in difficoltà, specialmente se servono a salvaguardare l’occupazione, quello che rifiutiamo è i costi relativi siano caricati sulle tariffe elettriche delle famiglie e degli altri clienti vincolati., anziché sulla fiscalità generale. Il tema del peso fiscale sulle bollette energetiche è ad un tempo troppo pesante per le famiglie, e dall’altro è delicato perché coinvolge le entrate del bilancio dello stato, difficilmente comprimibili. Tuttavia vogliamo segnalare due anacronismi: pare assurdo continuare a calcolare l’aliquota IVA sulle accise (una tassa sulla tassa!!); non è ragionevole continuare ad applicare al gas metano l’aliquota IVA intera ed all’energia elettrica quella ridotta. Forse non guasterebbe una razionalizzazione dell’intera materia. Il ruolo dell’Autorità per l’energia Recenti dichiarazioni alla stampa di autorevoli esponenti del Governo, hanno generato inquietudine sul futuro dell’Autorità per l’energia. Adiconsum, sicuramente interpretando il pensiero anche delle altre associazioni dei consumatori, ritiene indispensabile l’attività regolatrice, autorevole ed indipendente, svolta dall’Autorità in questa fase di liberalizzazione dei settori, a garanzia ed a tutela degli utenti vincolati in generale, e soprattutto delle famiglie. E’ una funzione che va consolidata anche per il futuro. Il rapporto tra L’Autorità e le associazioni dei consumatori, in questi anni, pur nell’ambito di una dialettica viva e a volte forte, è stato sempre costruttivo. Talune indicazioni espresse dalle associazioni sono state accolte dell’Autorità. Abbiamo soprattutto apprezzato il metodo delle consultazioni su documenti definiti, prima delle deliberazioni più impegnative. Recentemente fra il CNCU e l’Autorità è stato sottoscritto un protocollo che prevede forme di collaborazione per sviluppare un’attività di informazione presso i consumatori, ed in particolare le famiglie, sulle tematiche tariffarie, sulla qualità e la sicurezza, sull’uso razionale dell’energia. Si tratta di un’attività della quale c’è un’assoluta urgenza. Apprendiamo dalla stampa che il Governo ha avviato un processo di riordino del ruolo istituzionale delle diverse Autorità, peraltro assai disomogeneo, e che allo scopo sarà costituita un’apposita commissione: chiediamo che in tale sede sia ascoltata anche l’opinione dei consumatori. Test noi consumatori 5 Adiconsum News Una carta dei diritti dei clienti Nel mercato energetico liberalizzato, aumentano le esigenze di trasparenza e correttezza delle informazioni ai clienti: sul prezzo e sulla qualità dei servizi; sulla sicurezza e sul risparmio energetico; sulle condizioni contrattuali e sulle modalità di passaggio ad altro esercente; sulle procedure per l’inoltro dei reclami e per la risoluzione delle controversie. Le imprese di distribuzione e vendita , in generale, stanno riorganizzando le proprie strutture interne in funzione di un maggiore orientamento verso i clienti. E’ un processo importante, indispensabile, a volte faticoso. Noi pensiamo che un nuovo rapporto con le associazioni dei consumatori, dialettico ma costruttivo, costituisca un valore anche per le stesse imprese in questa fase di trasformazione del loro operare. Dopo le non brillanti esperienze delle carte dei servizi, vorremmo proporre alle imprese di concordare una Carta dei diritti dei clienti, che preveda ad esempio: procedure snelle per la risoluzione stragiudiziale delle controversie fra impresa e clienti; attività congiunta fra imprese e associazioni per informare i clienti sulle tariffe, sulla sicurezza, sul risparmio energetico, ecc.; momenti congiunti di monitoraggio sul funzionamento dei customer services (call centers, reclami, letture della bolletta, ecc.), sulla soddisfazione dei clienti, ecc.. Le tariffe sociali Le associazioni dei consumatori hanno sostenuto l’opportunità che la tutela delle famiglie economicamente disagiate avvenisse attraverso la definizione di tariffe sociali basate sul reddito familiare, superando il criterio delle fasce di consumo che finiscono per favorire anche coloro che non si trovano in situazioni di disagio economico. Questo principio è stato sostanzialmente accolto e, sia per il settore elettrico che per quello del gas, è stata prevista la possibilità di definire tariffe speciali, da applicare alle situazioni di disagio economico. In concreto, tuttavia restano ancora da definire il valore delle tariffe ed il livello di reddito di riferimento. Per le tariffe elettriche, l’entrata in vigore della seconda fase della nuova regolamentazione, prevista per il 1° gennaio 2002, rende urgente definire gli ambiti di applicazione della tariffa speciale. Con la pubblicazione del DCPM n. 242 del 04.04.01 e di quello del 18.05.01, l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), è diventato pienamente operante e quindi è possibile delimitare il livello entro il quale debba operare la tariffa sociale e le relative modalità attuative. Le associazioni dei consumatori chiedono al Governo ed all’Autorità per l’energia, per le rispettive competenze, di essere coinvolte nella definizione della questione. Consumi energetici e ambiente Le imprese operanti nei settori energetici sono chiamate a porre una sempre maggiore attenzione alla salvaguardia dell’ambiente ed al mantenimento dell’equilibrio ecologico del pianeta. Ad esse la legge impone particolari obblighi nei campi dello sviluppo delle fonti rinnovabili, dell’uso razionale dell’energia, della quantità di inquinanti emessi in atmosfera. La collaborazione tra imprese, consumatori e le loro associazioni, potrebbe essere decisiva per il raggiungimento di tali obiettivi. Una prima esperienza in questo senso è in atto per la diffusione del marchio 100% energia verde, finalizzato a promuovere il consumo di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Ulteriori passi in avanti possono essere: l’introduzione, entro tempi certi, della tariffa dual pricing anche per gli utenti elettrici vincolati, al fine di incentivare l’uso dell’energia elettrica nelle ore di minore richiesta di potenza; la sperimentazione di forme di green pricing volontario, per sostenere nuovi investimenti in impianti elettrici alimentati da fonti rinnovabili; Test noi consumatori 6 Adiconsum News azioni comuni per superare rapidamente le difficoltà, economiche e normative, che ostacolano lo sviluppo nel territorio dei piccoli e medi impianti elettrici (eolici, idroelettrici, solari, ecc.), alimentati da fonti rinnovabili. Per le imprese distributrici del gas metano, oltre alle questioni collegate al risparmio energetico, si pone il problema della sicurezza post-contatore, che riguarda direttamente le piccole utenze familiari, industriali e commerciali. Le normative vigenti sulla sicurezza e sull’efficienza degli impianti, e le strutture incaricate dei controlli, sono scarsamente efficaci ed eccessivamente onerose per gli utenti. Il tutto dovrebbe essere snellito e semplificato. Per rendere più economico ed efficace il controllo della sicurezza postcontatore e dell’efficienza degli impianti, accanto ad una semplificazione delle norme, si potrebbe ipotizzare di concentrare in una unica struttura regionale le competenze attualmente disperse. Infine un’ultima proposta: per garantire una maggiore sicurezza alle persone anziane che vivono sole, si potrebbe prevedere un incentivo per la rottamazione delle cucine a gas sprovviste dei dispositivi di sicurezza gas”. Paolo Landi assicurazioni Rcauto: il governo vara provvedimenti iniqui e deludenti Nonostante l’audizione del Consiglio nazionale consumatori ed utenti alla Commissione Finanze della Camera con la presentazione di un documento programmatico per arginare il caro tariffe, il governo ha varato misure inefficaci. Per Paolo Landi, segretario generale Adiconsum: “Nei provvedimenti di riforma si colpisce non solo la truffa, ma anche gli assicurati onesti. Abbiamo inviato una lettera al ministro Marzano suggerendo alcune correzioni che a nostro avviso potrebbero rendere le soluzioni tecniche adottate dal governo più efficaci”. Le compagnie hanno disatteso l’appello del ministro Marzano a non aumentare le tariffe, realizzando, ancora una volta, forti aumenti dei premi. Il ministro d’altro canto le ha premiate accogliendo tutte le loro richieste. Disattese sono invece rimaste le proposte più significative presentate dai consumatori per risolvere il problema della penalizzazione dei giovani e dei neopatentati.. I veri punti della riforma sono stati delegati come recita l’art. 4 al governo il quale, entro 6 mesi, dovrà emanare decreti di riforma e di riorganizzazione del settore: dalla trasparenza delle tariffe e dei contratti alla vera concorrenza, dagli intermediari,al ruolo dell’ISVAP, dal riordino delle sanzioni, alla gestione delle riserve, ecc.. In pratica è una delega “in bianco” alla riforma del settore. Test noi consumatori 7 Adiconsum News Il Governo ha mantenuto il silenzio su alcuni problemi e proposte che avevamo avanzato proprio nel confronto con il Governo stesso come: Mutualità. Concreti provvedimenti per contenere il costo delle tariffe dei neopatentati e dei giovani con nuove regole sulla mutualità tra giovani e anziani Mantenimento della classe di merito anche nel caso di furto del veicolo o rottamazione. Polizza con franchigia da incentivare poiché premia i comportamenti virtuosi e riduce in modo considerevole i costi per le compagnie. Concorrenza. Rendere pubblici i tariffari delle compagnie per essere inseriti su terminali informatici rivolti ai consumatori superando quindi gli stessi profili di riferimento che rappresentano una comparazione di alcuni esempi e non la comparazione del proprio tariffario personalizzato Introduzione di nuove regole per i comportamenti vessatori delle compagnie che espellono l’assicurato al primo sinistro, nonostante la sottoscrizione di un contratto con 14 classi di bonus e 4 di malus. L’Adiconsum, pur convenendo che i provvedimenti assunti si muovono nella direzione di contenere il costo delle tariffe, essi sono tuttavia iniqui perché colpiscono anche gli assicurati onesti. Sul merito dei provvedimenti queste le nostre osservazioni: CID: è positivo l’ampliamento anche ai lievi danni alla persona, ma è irrilevante rispetto alle tariffe, poiché presuppone il riconoscimento delle responsabilità da parte di chi ha causato il sinistro, ma non sempre i moduli CID sono sottoscritti dalle parti. RIPARAZIONE DEL VEICOLO: la soluzione di carrozzerie direttamente convenzionate con le compagnie era condivisa anche dalle Associazioni per combattere la speculazione sui pezzi di ricambio e sulle riparazioni; tuttavia è assolutamente inaccettabile che il risarcimento sia correlato alla valutazione fatta dalla stessa carrozzeria che dipende della compagnia (rischio di incostituzionalità). FALSI SINISTRI: la soluzione della perseguibilità d’ufficio per i piccoli sinistri ci sembra una misura sproporzionata; è sufficiente una efficace banca dati. Nessun provvedimento analogo viene invece preso contro le compagnie sui ritardi pretestuosi nella liquidazione dei sinistri. ASSISTENZA DI PROFESSIONISTI: la misura non può essere quella di negare questo diritto per 60 giorni e oltre all’assicurato, bensì il correlare gli onorari all’effettiva prestazione svolta. Anche in questo caso si colpiscono gli assicurati, invece di colpire gli interessi delle lobby né vengono sanzionate le inefficienze delle imprese. CERTIFICAZIONE DEL BILANCIO: non capiamo la ratio di questo articolo. L’interpretazione che ne può derivare è quella che sia sufficiente una certificazione del bilancio da parte di un attuario rispetto ai controlli che spettano all’Istituto di Vigilanza. Se invece si intendono colpire quegli eccessi di tariffe che colpiscono in particolare i giovani, (che noi stessi abbiamo denunciato) la soluzione è assolutamente inefficace. Occorre quindi trovare soluzioni parimenti incisive ma non inique e vessatorie che penalizzano gli assicurati onesti. Paolo Landi Test noi consumatori 8 Adiconsum News banche Protocollo d’intesa Abi-ass.ni consumatori: nuove regole nel rapporto banca-cliente Con il placet della Banca d’Italia e dell’Antitrust è ormai operativo il Protocollo d’intesa firmato al Tavolo di lavoro tra le associazioni consumatori e l’Abi sulle Condizioni generali relative al rapporto bancacliente, sul Contratto di finanziamento fondiario stipulato in atto unico e sul Capitolato di patti e condizioni generali. Inserite modifiche che pur richieste al Tavolo erano state respinte dall’Abi. L’invio da parte dell’Associazione bancaria italiana alle associate della Circolare “Serie legale” n. 372 del 2 novembre 2001, ha concluso l’iter autorizzatorio per l’applicazione del protocollo d’intesa sulle Condizioni generali relative al rapporto banca-cliente e sul Contratto di finanziamento fondiario stipulato in atto unico e Capitolato di patti e condizioni generali, raggiunto al Tavolo di lavoro tra le associazioni consumatori e l’Abi. L’autorizzazione ai nuovi formulari di contratto rilasciata dalla Banca d’Italia (quale Autorità garante della concorrenza del settore) e il parere espresso dall’Authority Antitrust, hanno anche consentito ulteriori modifiche, peraltro già richieste al Tavolo, ma non accettate dall’Abi. In particolare è stato eliminato il fatto che lo “sciopero del personale” sia un fatto di forza maggiore utile a prorogare i termini di accredito degli assegni, e che la “compensazione” dei crediti del cliente sia attuabile anche in casi diversi dalle previsioni di legge (art. 1186 c.c.). Infine, non è stato oggetto del provvedimento autorizzatorio della Banca d’Italia la sezione III delle Condizioni generali di contratto relative al rapporto banca-cliente (Bancomat/Pagobancomat) in quanto la materia è sottoposta all’istruttoria della stessa Banca d’Italia sulla legittimità della commissione sul servizio Pagobancomat. Sarà utile che tutte le strutture dell’Associazione chiedano alle banche con sede legale e/o Direzione generale sul territorio di propria competenza, un incontro per definire i tempi e i modi, nei limiti imposti dalla normativa sulla concorrenza, di predisposizione dei nuovi contratti nonché le modalità di diffusione alla clientela. L’occasione sarà altresì utile per affrontare anche le tematiche legate alle condizioni economiche dei singoli contratti che, come noto, per la normativa antitrust, non possono essere oggetto dei formulari predisposti dall’Abi. In conclusione, ricordando che nelle prossime settimane saranno affrontati al Tavolo i contratti relativi alla fidejussione, alle carte di credito e ai servizi di investimenti, rimanendo a disposizione delle strutture per qualsiasi ulteriore chiarimento e informazione, si riporta di seguito il fac-simile della lettera da inviare alle singole banche per chiedere l’incontro sopra riportato. Fabio Picciolini Test noi consumatori 9 Adiconsum News Spett.le Banca……………. Direzione generale Via………………. ………….………. Oggetto: rapporti banca-cliente L’Associazione bancaria italiana ha inviato alle proprie associate la circolare “serie legale” n. 37 del 2 novembre 2001 relativa a “Contratti bancari - Tavolo di lavoro con le associazioni dei consumatori e Protocollo d’intesa Condizioni generali relative al rapporto banca-cliente - Contratto di finanziamento stipulato in atto unico e Capitolato di patti e condizioni generali”. La Circolare è l’atto conclusivo dell’iter autorizzatorio per l’applicazione di alcuni nuovi contratti bancari. L’Adiconsum, firmataria del citato protocollo, chiede di poter incontrare la banca in indirizzo al fine di definire i tempi e i modi, nei limiti imposti dalla normativa sulla concorrenza, di predisposizione dei nuovi contratti nonché le modalità di diffusione alla clientela. In attesa di conoscere la data di convocazione, si inviano distinti saluti. Firma Test noi consumatori 10 Adiconsum News sicurezza Gas metano pulito, ma pericoloso In seguito ai gravi fatti accaduti a Roma l’Adiconsum ha chiesto al governo di varare misure per la rottamazione delle vecchie cucine a gas prive del dispositivo di sicurezza in grado di arrestare il flusso del gas in caso di spegnimento accidentale della fiamma e all’Autorità per l’energia di rendere più stringenti le norme sulle operazioni di manutenzione della rete di distribuzione. L’Adiconsum, a tutela dei cittadini danneggiati, si costituirà parte civile. I gravi fatti di Roma, più che una tragica fatalità, sembrano evidenziare una sequenza di errori, superficialità, e forse colpevolezze, le cui responsabilità dovranno essere accertate dalla Magistratura. Ma il rischio non risiede solo nella rete cittadina e nelle vecchie tubature delle strade: troppi sono stati i casi di esplosioni negli appartamenti, a causa di impianti ed apparecchi non idonei. Nelle abitazioni sono a rischio le vecchie cucine a gas senza il dispositivo di sicurezza che blocca il flusso del gas in caso di spegnimento accidentale della fiamma; i vecchi forni fissi ad incasso che hanno ancora il tubo di gomma; la deperibilità dei tubi di gomma che alimentano le cucine. Il rischio riguarda migliaia di famiglie ed è maggiore se in famiglia vivono anziani soli. Per contribuire ad eliminare questi rischi, Adiconsum ripropone al Governo di incentivare la rottamazione delle vecchie cucine a gas, almeno per le famiglie di anziani che vivono soli. Il Comune e l’Azienda del gas di Bologna, ad esempio, hanno destinato una piccola parte delle tariffe del gas per incentivare la rottamazione delle vecchie cucine a gas delle famiglie di anziani. Adiconsum denuncia inoltre che i controlli sulla sicurezza e l’efficienza degli impianti domestici, sono scarsamente efficaci ed eccessivamente onerosi per gli utenti. Più che adatti a garantire la sicurezza, sono diventati un business per talune categorie professionali, come gli installatori ed i manutentori. Si sottopongono al controllo le caldaie nuove, che non ne avrebbero bisogno, si addossano i costi agli utenti, mentre la bolletta del gas è già gravata per il 50% da tasse e imposte. Adiconsum chiede al Governo ed all’Autorità per l’energia di snellire e semplificare la normativa e di evitare alle famiglie costosi oneri ed inutili adempimenti burocratici. Adiconsum conferma infine che è responsabilità delle società del gas anche la sicurezza post-contatore, così come previsto dalla legge, e ritiene pretestuoso ed ingiustificato il loro ricorso al TAR e grave la decisione che sospende la direttiva dell’Autorità per l’energia che impegnava le imprese in questo senso. Questi fatti sono la riprova di quanto sia carente la cultura della sicurezza del gas in Italia. Adiconsum ripropone con forza l’esigenza di una efficace campagna di informazione ai cittadini sulla sicurezza e sull’uso razionale dell’energia, a partire da quanto è previsto nel protocollo di intesa sottoscritto tra consumatori e Autorità per l’energia. Test noi consumatori 11 Adiconsum News Tv digitale Adiconsum diffida Nokia Il ricevitore digitale MEDIAMASTER 9701 S GOLD BOX non è dotato delle caratteristiche pubblicizzate dalla Nokia. L’Adiconsum diffida Nokia Italia ai sensi della L. 281/98 perché lede gli interessi collettivi dei consumatori e invita gli utenti in possesso del suddetto decoder a rivolgersi ai propri sportelli per poter tutelare i loro interessi L’Adiconsum, applicando la legge 281, chiede a Nokia Italia di porre fine al comportamento lesivo dei diritti dei consumatori in merito alla pubblicizzazione e alla vendita del ricevitore digitale denominato MEDIAMASTER 9701 S GOLD BOX. Se la società non provvederà all’immediato aggiornamento totale del ricevitore in oggetto, l’Adiconsum si vedrà costretta ad agire in giudizio per tutelare gli interessi collettivi dei consumatori. Da gennaio 2001, Nokia ha messo in vendita il MM 9701, un ricevitore digitale per la ricezione da satellite, dichiarato dalla stessa casa costruttrice “unico” fra quelli in commercio. Le caratteristiche tecniche dichiarate,infatti, sono esclusive: oltre ad essere un Gold Box (il famoso ricevitore di Telepiù), è anche un Common Interface. Per dirla in modo semplice, due ricevitori in uno. Si è vincolati al software di Telepiù, ma si ha tutta la libertà di un ricevitore che permette di ospitare alternativamente diversi accessi condizionati. Il tutto condito dalla famosa qualità Nokia. Una volta acquistato il prodotto, ci si accorge però, che a caro prezzo (£. 890.000 - ¤ 459,65) si sono pagate solo promesse. Il ricevitore è predisposto solo per le funzioni descritte. Perché divengano operative necessitano di un aggiornamento del software. Con un foglietto aggiuntivo, la NOKIA informa poi che con vari aggiornamenti il ricevitore diverrà totalmente operativo entro il terzo trimestre 2001, quindi il 30 settembre 2001. Attualmente il MM 9701 non è ancora stato completamente aggiornato ed i consumatori acquistano solo un Goldbox (simile ai molti in commercio a prezzo inferiore) con la speranza di avere in futuro quanto promesso. Inoltre è necessario evidenziare che il ricevitore (continuamente testato da Adiconsum) non funziona correttamente perché presenta continui blocchi d’immagine, malfunzionamento dell’EPG e spegnimenti della macchina, nonché caratteristiche inferiori agli altri Goldbox in vendita. Chi fosse stato investito dal problema e avesse bisogno di una consulenza sul da farsi può rivolgersi a: Adiconsum [email protected] Mauro Vergari Test noi consumatori 12 Adiconsum News casa Protocollo d’intesa tra consumatori e intermediari immobiliari Un importante protocollo d’intesa è stato sottoscritto presso la Camera di commercio di Cuneo tra Adiconsum e altre organizzazioni di tutela dei consumatori con gli agenti di intermediazione immobiliare. I punti più salienti del protocollo sono: istituzione di uno sportello di conciliazione della Camera di commercio per dirimere le controversie in via amichevole o, in mancanza di accordo, all’ufficio di arbitrato della C.d.C. ; realizzazione del “modulo di qualità” con il logo della C.d.C. che indicherà preventivamente al cittadino se l’intermediario al quale intende rivolgersi ha aderito o meno all’accordo; durata del mandato all’intermediario non superiore ai 12 mesi (Si consiglia naturalmente di dare mandato per un periodo molto più breve); introduzione nel mandato della dizione “non in esclusiva”; in questo caso all’agente immobiliare niente è dovuto a titolo di provvigione o di penale, ma gli verranno rimborsate solo le spese sostenute e documentate nello svolgimento dell’incarico conferito; corresponsione del compenso pattuito entro 24 mesi dalla stipula del mandato se il compratore/venditore ha acquistato/venduto l’immobile da/a persona presentata dall’intermediario. Giovanni Lazzeri giustizia Gli ausiliari del traffico sono pubblici ufficiali effettivi Una recente sentenza della Corte Costituzionale, precisamente la n. 43/2001 ha sancito la piena legittimità dell’ausiliario del traffico a svolgere le funzioni di pubblico ufficiale. La decisione è stata adottata a seguito dell’istanza promossa dal giudice di pace di Verona in merito all’art. 68 della legge 23 dicembre 1999 n. 488 il quale equiparava le funzioni degli ausiliari del traffico a quelle svolte dai pubblici ufficiali come peraltro già previsto dall’art. 17 comma 132 e 133 della legge 15 maggio 1997 n. 127. Il summenzionato art. 68 della legge n. 488 conferisce al personale ausiliario le funzioni di prevenzione e accertamento in materia di sosta nelle aree di parcheggio e la competenza a disporre la rimozione dei veicoli nei casi previsti dalle lettere b) e c) e dalla lettera d) del comma 2 dell’art. 158 del Codice della strada. Dette funzioni sono state conferite anche al personale ispettivo delle aziende esercenti il trasporto pubblico di persone, che quindi svolgono funzioni di prevenzione e accertamento in materia di circolazione e sosta sulla corsia riservata al trasporto pubblico. Massimo Giliberti telefonia Per l’Adiconsum sono indecenti gli SMS anonimi e i loghi offerti da Inwind Su segnalazione di alcuni consumatori, in special modo genitori, abbiamo visitato il sito Inwind. Quello che abbiamo letto ci ha lasciato esterrefatti. La logica del profitto di una società partecipata dallo Stato come è Wind può arrivare dunque a tanto? Il sito del gestore di telefonia mobile Wind offre un servizio per l’invio di SMS ANONIMI e suggerisce al tempo stesso un campionario di frasi. I messaggi riportati sono al limite della decenza, dell’educazione, della morale, del razzismo. Inoltre propone loghi, a pagamento naturalmente, prettamente pornografici. Test noi consumatori L’Adiconsum nei confronti di tale servizio ha inoltrato: esposto alla Procura della Repubblica segnalazione all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni segnalazione all’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria 13 Adiconsum News esposto al Ministero delle Poste. Il telefonino è utilizzato da tutte le fasce di età, e in particolare dai minori per l’invio di SMS: i gestori di telefonia cellulare non possono ricorrere a questi mezzi per aumentare clienti e profitti, in special modo la WIND che ricordiamo, è una società partecipata dallo Stato. Antonio Bosco pubblicità Le pronunce dell’Antitrust Adunanza del 20 settembre 2001 TELEVENDITA PERMAFLEX. Il Garante ha riconosciuto la fattispecie di pubblicità ingannevole nel messaggio pubblicitario diffuso dalla società PERMAFLEX nel febbraio 2001, tramite l’emittente “Canale 5”, nel corso della trasmissione “Chi vuol essere milionario?”. Il messaggio invitava i consumatori a chiamare il numero verde 840.000.888 per avere l’indirizzo del rivenditore Permaflex più vicino, lasciando intendere che la chiamata fosse gratuita. In realtà il prefisso “840” indica un numero ad addebito ripartito, con ripartizione a quota fissa, pari ad uno scatto telefonico, a carico del chiamante. ELETTROSTIMOLATORE SILHOUEL. Il Garante ha riconosciuto la fattispecie di pubblicità ingannevole nel messaggio pubblicitario diffuso dalla società Pacific Elettronic Instruments SA sulla rivista “Io Donna”, nel marzo 2001. Il messaggio descriveva la capacità del prodotto di contribuire a combattere gli inestetismi della cellulite, ma ometteva di segnalarne la pericolosità potenziale per determinate categorie di soggetti. Il Garante ha disposto inoltre la diffusione di un messaggio rettificativo sulla stessa rivista “Io Donna”. INFORMISSIMA. Il Garante ha riconosciuto la fattispecie di pubblicità ingannevole nel messaggio pubblicitario diffuso dal Centro Informissima mediante un dépliant. Il dépliant afferma categoricamente che il metodo Informissima risolve, tra gli altri, problemi di grosse obesità e cellulite, mentre è noto che i trattamenti offerti dai centri estetici possono attenuare, ma non eliminare tali problemi che richiedono un approccio terapeutico complesso. Ingannevole è anche l'affermazione generica “garanzia scritta dei risultati”, senza la contestuale precisazione dei termini della garanzia stessa. GUIDA EUROPEA PER CITTA’. Il Garante ha riconosciuto la fattispecie di pubblicità ingannevole nei messaggi diffusi tramite posta nel periodo novembre 2000 - febbraio 2001 in lingua italiana e inglese dalla società “European City Guide S.L.”. I messaggi invitavano “correggere l’indirizzo, se necessario”, al fine di indicare correttamente nella Guida la propria attività economica. In realtà i messaggi erano diretti a promuovere, dietro pagamento di ¤ 717 (pari a circa £ 1.400.000), l’inserimento della denominazione della propria attività commerciale in una guida contenente nomi e indirizzi di varie imprese. I costi e le condizioni del servizio offerto non erano però chiaramente esplicitati nei messaggi stessi. Il Garante ha disposto inoltre la diffusione di un messaggio rettificativo sul quotidiano “Il Sole 24Ore”. GALAFLAT. Il Garante ha riconosciuto la fattispecie di pubblicità ingannevole nei messaggi pubblicitari diffusi dalla società “Galactica Spa” sul proprio sito Internet nel novembre 2000 e marzo 2001, nonché sulla rivista “Internet Pratico” del marzo 2001. Il messaggio pubblicizzava un servizio di collegamento a Internet 24 ore su 24, ad un canone fisso mensile, comprensivo di tutti i costi telefonici, senza alcun limite di traffico e di tempo di connessione. In realtà la linea risultava costantemente occupata e la connessione a Internet quasi impossibile in quanto - secondo l’ammissione della stessa Galactica - il singolo utente non usufruiva di una linea dedicata 1/1, ma ne condivideva l’accesso con altri quattro utenti. ACTION GROUP CORPORATION. Il Garante ha riconosciuto la fattispecie di pubblicità ingannevole nei messaggi pubblicitari diffusi dalla “US ACTION GROUP” sul “Corriere Lavoro” in varie date e sul proprio catalogo nel febbraio 1999, volti a promuovere reti di franchising. Le attività proposte dall’Action Group che si presenta come filiale di una multinazionale americana, vanno dalla consulenza per la pubblicità su Internet alla rigenerazione di cartucce per stampanti, alla riproduzione di fotografie su ardesia, alla riproduzione di quadri d’autore. Secondo la pubblicità gli affiliati opererebbero in settori privi di concorrenza e con elevatissimi margini di guadagno, ma la Action Group non ha fornito alcuna documentazione che provasse la veridicità delle proprie affermazioni. (sintesi di Maria Trunfio) Test noi consumatori 14