PROF.SSA ANTONELLA DALL'OMO CAPIRE LA FILOSOFIA ERASMO DA ROTTERDAM COME FILOSOFO SI E' OCCUPATO DI UMANESIMO, DEL LIBERO ARBITRIO CRISTIANO/UMANISTICO IN DISPUTA CONTRO IL SERVO ARBITRIO DI LUTERO, E DEL BISOGNO DELLA RIFORMA SPIRITUALE DELLA CHIESA CHE ERA AFFLITTA DALLA CORRUZIONE. I SUOI LIBRI VERRANNO MESSI ALL'INDICE DALLA CONTRORIFORMA E DALLA TEOLOGIA UFFICIALE DEL CLERO PAPALE SOSTENITRICE DEL PENSIERO DOGMATICO E RIVOLTO AL CULTO DELL'APPARENZA E DELLA FORMALITA'. FREQUENTA DA GIOVANE IL MONASTERO MA DECIDE DI NON SEGUIRE LA CARRIERA RELIGIOSA. LEGA LA SUA FORTUNA AD AMICIZIE IMPORTANTI IMPEGNATE NELL'EDITORIA. TRA I SUOI AMICI SI DEVE RICORDARE TOMMASO MORO CHE SCRISSE UTOPIA, IL CELEBRE SAGGIO POLITICO CHE IMMAGINAVA UNA REALTA' POLITICA UTOPICA, DOVE TUTTO SAREBBE STATO A MISURA D'UOMO NEL NOME DELLA LIBERTA' E DELL'UGUAGLIANZA TRA GLI UOMINI anche attraverso l' ABOLIZIONE DELLA PROPRIETA' PRIVATA TRA I SUOI MAGGIORI SCRITTI OCCORRE RICORDARE L'ELOGIO DELLA FOLLIA, CHE SOSTANZIALMENTE SOSTIENE QUESTO: 1. TUTTO QUELLO CHE L'UOMO FA DI BUONO LO FA PERCHE' SOSPINTO DA UN IMPULSO IRRAZIONALE CHE LO PORTA A REALIZZARE I SUOI DESIDERI- SE DOVESSE SOTTOPORRE I SUOI IMPULSI ALA VAGLIO DELLA RAGIONE, DEL CALCOLO E DELLA PRUDENZA, L'UOMO DECIDEREBBE DI NON FARE NULLA DI QUELLO CHE FA 2. LO STESSO DIO HA SEGUITO LA SUA FOLLIA, DECIDENDO DI DONARCI SUO FIGLIO PER DESTINARLO ALLA MORTE- SE AVESSE SOTTOPOSTO IL SUO ATTO D'AMORE AL VAGLIO DELLA RAGIONE NON CI SAREBBE STATO NESSUNA NASCITA DI NESSUN MESSIA 3. COSI' COME DIO E' FOLLE (ELOGIO DELLA FOLLIA DIVINA) ANCHE L'UOMO FA LE COSE MIGLIORI SEGUENDO LA FOLLIA UMANA L'ALTRO GRANDE INTERESSE DI ERASMO, OLTRE LA RIFORMA DEL CRISTIANESIMO CHE PER SALVARSI DEVE TORNARE AL CRISTIANESIMO PRIMITIVO DELLE PRIME COMUNITA', E' STATA LA POLITICA EGLI SOSTIENE LA NECESSITA' DI UN PRINCIPE GIUSTO, DI UN PRINCIPE EQUILIBRATO, SULLO STILE DELLA REPUBBLICA DI PLATONE DOVE LA POLITICA VIENE AFFIDATA AI FILOSOFICONTRO IL MITO DEL PRINCIPE DI MACCHIAVELLI CHE INNEGGIAVA UN PRINCIPE FORTE CAPACE DI CONQUISTARE IL POTERE , ERASMO DA ROTTERDAM ASPIRA AL 1 PROF.SSA ANTONELLA DALL'OMO CAPIRE LA FILOSOFIA GOVERNO DI UN SAGGIO, SULLO STILE DEL GRANDE SOCRATE DI CUI ERA UN PARTICOLARE AMMIRATORE E SULLO STILE DELLA REPUBBLICA DI PLATONE LA DIRETTA CONSEGUENZA E' CHE ALLA GUERRA ERASMO OPPONE LA PACE, ALLA SMANIA DI POTERE ERASMO OPPONE IL BISOGNO DI ESSERE PACIFICI, DIALOGANTI, PROPENSI AL DARE IL BUON ESEMPIO. DENTRO LA DENUNCIA DELLA GUERRA IL FILOSOFO NON ESITA A METTERCI ANCHE IL PAPA, CHE AL PARI DI UN QUALUNQUE UOMO DI POTERE CERCA DI CONQUISTARE SEMPRE NUOVO PRESTIGIO, DIMENTICANDOSI DEL VERO COMPITO RICEVUTO DAL CRISTO MORTO IN CROCE TRA TUTTI GLI ESSERI VIVENTI SOLO L'UOMO ENTRA IN GUERRA CON IL SUO SIMILE. QUALUNQUE ANIMALE DI QUALUNQUE SPECIE SA VIVERE IN PACE CON I SUOI SIMILI, E SOLO L'UOMO E' L'ANIMALE CHE NON SA FARE QUESTO. SOLO L'UOMO DISPONE DELLA RAGIONE E DEL LINGUAGGIO, DUNQUE LA RAGIONE ED IL LINGUAGGIO NON SONO DI PER SE' GARANZIA DI BONTA', DI BENE E DI PACE, EVIDENTEMENTE. LA PACE VA SCELTA, VA COSTRUITA, VA PERSEGUITA, VA DETERMINATA. NON C'E' NULLA DI MEGLIO E DI PIU' DESIDERABILE PER L'UMANITA'. I PRINCIPI DELLA TERRA (E IN ALTRE PAROLE I POLITICI DI OGGI) DEVONO ESSERE LORO I PRIMI A VOLERE LA COSTRUZIONE DELLA PACE. ERASMO NEL SUO TRATTATO IL LAMENTO DELLA PACE FA APPUNTO PARLARE QUESTA PAROLA COSI' POCO ASCOLTATA DAGLI UOMINI DI POTERE E COSI' PERENNEMENTE INVOCATA DAI POPOLI, DALLE PERSONE SEMPLICI, DALLE PERSONE COMUNI, CHE SANNO BENISSIMO CHE SENZA ARMONIA E CAPACITA' DI CONVIVENZA NON C'E' NESSUN FUTURO. ECCO COME UN PENSATORE COSI' PASSATO RISULTA ESSERE ANCORA ATTUALISSIMO, ANCORA VIVO TRA NOI, ANCORA UTILE NEL SUO SCOPO E NEL SUO INSUPERATO INSEGNAMENTO. Riporto alcune sue parole: " Tutti i libri sacri dei cristiani, sia che si legga l'Antico e il Nuovo Testamento, non proclamano altro che la pace e la concordia, invece tutta la vita dei cristiani è dedicata a null'altro che alla guerra. Quale ferocia più che felina è mai questa, che nessun rimedio non riesce nè a domare nè ad attenuare? Che la smettano piuttosto di fregiarsi del nome di cristiani, oppure esprimano con la concordia l'insegnamento di Cristo". Mi sembra ci sia ben poco da aggiungere su questo preciso atto di denuncia. 2 PROF.SSA ANTONELLA DALL'OMO CAPIRE LA FILOSOFIA Lo stesso avrebbe parimenti detto sulla violenza terroristica portata avanti oggi giorno dall'islamismo radicale e anche non radicale. Lo stesso può valere per la violenza perseguita dallo stesso ebraismo, anche nel nome della pace di Israele e anche nel nome della violenza subita nella storia che il filosofo ancora non avrebbe saputo immaginare nella sua scelleratezza e disumanità. Tanto è bella e desiderata la pace, e tanto è infausta e distruttrice la guerra. Ecco altre citazioni del filosofo sul tema: " Se vuoi comprendere chiaramente quale empietà sia la guerra, guarda bene chi la conduce. (...) Ma immagina pure la causa più giusta e il più felice degli esiti di una guerra, alla fine fai il conto di tutti i problemi subiti nel suo corso e di tutti i vantaggi recati dalla vittoria: vedrai che il vincere non pareggia il conto. Quasi mai si ottiene una vittoria incruenta. Eccoti dunque i tuoi macchiati di sangue umano. A ciò aggiungi il decadimento dei costumi morali e dell'ordine pubblico, danno che nessun guadagno può risarcire. (...) " Erasmo non manca di lodare Ottaviano Augusto che fu un esempio massimo e possibile di buon governo. Come lo fu il governo di altri grandi imperatori (non molti, ma tuttavia da prendersi ad esempio) Eppure gli Antonini o Cesari che dir si voglia erano pagani, erano romani, non sapevano nulla di cristianesimo. E' evidente che l'essere diventati cristiani non ha giovato in nulla l'umanità, che dimostra d'essere meno capace e meno virtuosa di quando non esisteva un'idea di religione che vorrebbe essere di per sè espressione di pace. Allora non è il dichiararsi qualcosa che fa essere di per sè migliori di altri. Solo l'esempio, solo il fare conta. E se uomini l'hanno reso possibile, allora è solo questione di volontà. Aldilà della religione di appartenenza, che di per sè rappresenta semmai un aggravante dell'uomo cristiano che persegue la guerra. Si può parlare di una prima forma intuitiva di spiritualismo laico, di filosofia attenta all'agire politico che precorre l'idealismo e il problema del male insito nell'uomo, che prenderà forma con lo storicismo. Contro Lutero sosterrà l'agire libero dell'uomo che con l'aiuto di Dio arriva ad operare per il bene, contro l'idea che solo se l'uomo si fa servo totale della fede (servo arbitrio), detto uomo può rendersi capace di bene operare. Lutero era pessimista, Erasmo ha una visione più ottimistica, senza per questo cadere nell'ingenuità o nell'eccesso estremo. 3 PROF.SSA ANTONELLA DALL'OMO CAPIRE LA FILOSOFIA Tra i due teologi esplode un forte disappunto, soprattutto per opera di Lutero; Lutero accusa Erasmo di essere eretico, ma Erasmo rimanda al mittente le accuse di eresia, accusando piuttosto Lutero di essere radicalizzato nella sua idea riformistica. Quello che lui sosterrebbe dell'uomo che non si può salvare senza l'intervento divino che solo può tutto, sarebbe contrario a tutto lo spirito del Nuovo testamento. Di fatto entrambi si uniscono perfettamente nell'essere ognuno a suo modo contro la Chiesa delle Indulgenze, dei commerci, dell'apparenza , della formalità e dei dogmi assoluti. Per concludere, è possibile tracciare un parallelismo tra la funzione che svolge Erasmo nel 500, iniziatore di un pensiero laico e credente che si vuole liberare dei lacci medioevali ormai diventati insostenibili, e quello che sarà Pascal per il 600. Poi ci sarà Rousseau nel 700, e Kierkegaard nell'800. Nel 900 la voce filosofica che si scaglierà contro la corruzione della Chiesa e la perdita dei valori che soli permettono una vita degna d'essere vissuta, sarà Schopenhauer , anche se lo stile della denuncia si trasforma in amore universale che porta a un sentimento di profonda compassione verso il prossimo ( qui nasce il primo approccio occidentale con lo spiritualismo di carattere orientale) In campo politico avremo l'esempio di Gandhi che andrà ad incarnare l'elogio della pace che tanto Erasmo aveva avuto a cuore. Insieme a Gandhi avremo l'esempio di Martin Luter King che incarnerà l'uomo che combatte per l'idea reale della libertà e dell'uguaglianza tra tutti gli uomini (esempio pratico di buon principe). In Africa avremo l'agire di Nelson Mandela che porrà fine all'apartheid e alla licenziosa discriminazione razziale verso i neri, sempre ricorrendo alla non violenza e all'arma del perdono contro l'arma della vendetta. Sono tanti anelli che si congiungono, che si trasformano, che aggiungono e perpetuano aspetti, dettagli, particolari, sensibilità specifiche, ossessioni, bisogni, travagli, dentro problematiche antiche ma che trovano qui e là interpreti eccezionali e straordinari. La guerra non è stata sconfitta, lo si sa bene. Ovunque è ancora e sempre morte e disperazione, povertà ed ingiustizia. Dentro la guerra intesa come la capacità umana di fare del male al suo prossimo sta la debolezza che si lascia vincere, sta l'istinto diabolico/umano della perversione e delle più varie psicosi depravanti . Eppure se la pace non è ancora dichiarabile perduta (che altrimenti non esisterebbero uomini e comunità vaste che dimostrano di riuscire a vivere dentro forme di vita eque e improntate alla democrazia), la guerra e la volontà distruttrice dell'uomo su altri uomini a lui sottomessi o da lui dominati non può assolutamente ancora dichiararsi vincitrice. Occorre che questo non abbia mai a capitare. 4