La pittura romana è di derivazione etrusca. Con l’usura del tempo, molti dipinti sono andati perduti; la maggior parte delle pitture romane sono giunte a noi con il ritrovamento, da parte di alcuni studiosi, delle città di Pompei ed Ercolano (1700-1800). Le due città romane della Campania, il 24 Agosto del 79 a.C. furono seppellite dai lapilli e dalla cenere provocata dall’eruzione del Vesuvio. La cenere e la lava, una volta solidificate hanno lasciato un calco, producendo un “effetto sottovuoto”: il materiale incandescente ha ricoperto ogni cosa, così, mentre i corpi si sono deteriorati, il calco è rimasto. Questo conservò decorazioni, suppellettili e tanto altro… Un esempio dei dipinti su muro rinvenuti a Pompei è la “Dea Venere”, che raffigura la protettrice della città, sdraiata su una conchiglia che galleggia sull’acqua. Questo dipinto ricorda che secondo la leggenda Venere nacque dalle onde del mare. La dea è madre del fondatore della città di Roma, Enea, capostipite della “gens Iulia”, la dinastia di cui fa parte anche Caio Giulio Cesare. L’immagine ha anche un significato simbolico: Venere, dea della bellezza, si trova in una conchiglia, e quindi è paragonata a una perla. Pittura SU MURO: aveva principalmente funzione decorativa. Si trovava sulle pareti delle domus e delle villae. Si trattava soprattutto di dipinti illusionistici, raffiguranti finti modelli architettonici (colonne, nicchie, porticati, ecc.) che davano la sensazione di profondità. Oppure rappresentavano scene mitologiche, paesaggi, ritratti, nature morte, con un linguaggio naturalistico (fa riferimento alla realtà, ma vengono eliminati i difetti). Hanno tutti colori vivaci. Pittura MUSIVA: è la pittura dei pavimenti. Pittura SU TAVOLE: provenienti dall’Egitto (rappresentano una piccola parte delle pitture romane arrivate a noi). Sono a tempera. La pittura su muro presenta vari stili (tipi o schemi di decorazione diversi): 1° stile: detto AD INCROSTAZIONE (II secolo – prima metà del I secolo a.C.) Imita un rivestimento in lastre di marmo pregiato. Le lastre sono simulate modellando lo stucco, poi dipinto in modo verosimile. Inizialmente era utilizzato nelle abitazioni “modeste” per evitare l’elevata spesa dei marmi preziosi e nello stesso tempo trasmettere potenza e ricchezza del padrone di casa (infatti il marmo era un materiale di lusso, usato nelle abitazioni patrizie) 2° stile: detto DELL’ARCHITETTURA INTROSPETTIVA (seconda metà del I secolo – I secolo d.C.) Simula degli elementi architettonici sulle pareti: colonne, parapetti, architravi, con la funzione di delimitare spazi nei quali inserire delle figure. Questi elementi sono riprodotti fedelmente dalla realtà. Anche se a quell’epoca la prospettiva non era ancora stata inventata, e quindi ai nostri occhi, queste forme sono ancora imprecise, i romani avevano inventato la “prospettiva intuitiva”(una visione ipotizzata della profondità, in cui i punti di fuga erano allineati in una linea verticale al centro della parete). 3° stile: detto DELLA PARETE REALE (fine I secolo a.C. – circa 60 d.C.) È uno stile puramente ornamentale, dell’aspetto estetico. Le figure assomigliano a giocattoli e presentano una grande fantasia: esili colonne sostengono robusti timpani ricoperti di edere e altre piante, mentre fiocchi e altri elementi appaiono qua e là. Sottili pareti dipinte a tinta unita e forme strane e dal precario equilibrio incorniciano piccole figure sospese a mezz’aria (quadri, paesaggi in miniatura, figure mitologiche). Un esempio di questo stile è la Villa delle galline bianche, che in passato fu proprietà di Livia, moglie di Augusto. In questa villa è possibile osservare pareti riempite da giardini, recinzioni, prati fioriti, aiuole, alberi in frutto e uccelli di varie specie. La tecnica utilizzata è detta “tecnica compendiana”, cioè riassuntiva. Si tratta infatti di piccole pennellate che non si soffermano sui particolari, ma trasmettono un’idea immediata di ciò che è rappresentato. La stessa tecnica fu utilizzata nella “Veduta di un porticciolo”. 4° stile: detto FANTASTICO o DELL’ILLUSIONISMO PROSPETTICO (seconda metà del I secolo d.C.) È simile al 3° stile, ma questo è più teatrale, virtuoso, fantasioso. Dà una percezione della realtà dilatata, in cui le vedute sono più complesse e le decorazioni abbondanti. Debora Placuzzi II I/A