UNA CITTÀ CHE SI CHIAMAVA “GOMITO” (ANKON)! QUESTO A CAUSA DELL’ANDAMENTO DELLA SUA LINEA DI COSTA, CHE AI GRECI AVEVA FATTO PENSARE AD UN BRACCIO PIEGATO. SIAMO NELLA “CAPITALE” DEL TERRITORIO CHE STIAMO ATTRAVERSANDO E IN UNO DEI PORTI PIÙ IMPORTANTI DELL’ANTICHITÀ. COME RICORDA SILIO ITALICO, QUI SI PRODUCEVANO DELLE SPLENDIDE VESTI DI PORPORA. NUMEROSE LE SUE BELLEZZE, COME L’ELEGANTE ARCO DELL’IMPERATORE TRAIANO E IL GRANDE ANFITEATRO, AI QUALI FA DA SFONDO UN MARE BLU COBALTO. CURIOSO, Ancona è la città marchigiana con la storia archeologica più ricca e complessa. Abitata sin dall’età del Bronzo, l’insediamento ha interessato nel tempo i tre colli di cui si compone quest’ultima propaggine del promontorio del Conero: il Cardeto, i Cappuccini e il Guasco. Porto naturale, venne scelto dai coloni greco-siracusani all’inizio del IV secolo a.C. per costituirvi una colonia chiamata Ankon, e greca fu sino in epoca inoltrata la cultura della città. I Romani, dopo il 90 a.C., vi fondarono un municipio e da quel momento iniziarono a popolare Ancona dei monumenti che contraddistinguono le città romane. Alla metà del II sec. a.C. viene fatta risalire la costruzione del tempio dedicato a Venus Genetrix sottostante la cattedrale di San Ciriaco. Di stile corinzio-italico, è posto su un alto podio e circondato da colonne di cui si possono intravedere alcuni resti. Il tempio era orientato non verso il mare, ma in direzione del pianoro sottostante in cui era ubicata l’area pubblica (forum) della città. La sella tra colle Guasco e colle dei Cappuccini ospita l’imponente anfiteatro che sfruttava per le gradinate le pendici dei due rilievi. Risalente all’età augustea, conserva parte del perimetro murario e il primo ordine di gradini della cavea rivestiti di travertino. Immediatamente ad ovest sono visibili i resti di ambienti pavimentati a mosaico bianco e nero, uno dei quali riproduce dei delfini, forse pertinenti ad un edificio termale. Intorno al porto rimangono resti di cinta muraria in opera quadrata e laterizio ed ambienti interpretati come cantieri navali e magazzini, edificati tra il periodo augusteo e l’età di Traiano. Nel porto si trova il monumento simbolo della città, l’arco di Traiano. Alto circa 14 metri e largo 10, ha un unico fornice ed è rivestito di lastre di pregiato marmo greco. Fu eretto nel 115 d.C. in onore dell’imperatore per aver finanziato la ristrutturazione del bacino portuale ed è tradizionalmente attribuito all’architetto Apollodoro di Damasco. Il Museo Archeologico Nazionale delle Marche è ospitato nel cinquecentesco Palazzo Ferretti, progettato da Antonio da Sangallo il Giovane e ampliato da Luigi Vanvitelli, ricco di affreschi di Taddeo Zuccari e statue di Gioacchino Varlè. In questo museo si può ripercorrere e comprendere la storia antica del territorio marchigiano sino alle soglie dell’età romana. La visita inizia al secondo piano dell’edificio, con le grandi selci scheggiate del Paleolitico rinvenute sul monte Conero, i più antichi reperti delle Marche. Seguono sale dedicate ai siti preistorici più importanti della regione, che culminano con la sezione dell’Eneolitico e chiudono con una ricostruzione scenografica del sepolcreto di Pianello di Genga (età del Bronzo finale). Al terzo piano inizia il percorso attraverso la civiltà picena. Aprono la visita i reperti dell’abitato del colle dei Cappuccini di Ancona, seguiti da documentazione proveniente da contesti funerari e sacri. Affascinanti i reperti dell’“isola” villanoviana di Fermo, principeschi i corredi delle tombe a tumulo di Fabriano, spettacolare la sala con i materiali provenienti da Pitino di San Severino, dove è ospitata anche la testa in calcare nota come Guerriero di Numana, mentre l’ultima sala è dedicata alle “misteriose” iscrizioni in lingua nord-picena e medio-adriatica. Scendendo al primo piano si possono ammirare i bronzetti provenienti dai principali depositi votivi, a cui seguono corredi tombali ricchi di ceramica attica a figure nere e, soprattutto, a figure rosse. Chiudono il percorso le tombe del popolo celtico, con oggetti fastosi e delicati come le corone d’oro da Montefortino d’Arcevia. Sul tetto dell’edificio è stata collocata una ricostruzione del gruppo scultoreo dei famosi bronzi dorati di Pergola, mentre una loro copia fedele è posta all’interno del museo. Anche nel Museo della Città di Ancona sono esposti materiali archeologici, tra cui si segnala un ricco corredo tombale dell’Ancona di età ellenistica (III-II sec. a.C.). Museo Archeologico Nazionale delle Marche Palazzo Ferretti Via G. Ferretti, 6 Ancona Orario di apertura: da martedì a domenica: 8.30 - 19.30 Informazioni: Tel: 071/202602 www.archeomarche.it [email protected] Anfiteatro romano Ingresso: gratuito Visita su richiesta al Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Informazioni: Tel./Fax 071/202602