INTRODUZIONE La sociologia della famiglia è una disciplina

INTRODUZIONE
La sociologia della famiglia è una disciplina teorico pratica che ha come oggetto di
studio la famiglia.
Nell’età della modernizzazione e dell’industrializzazione in cui la famiglia mostra
segni si crisi,malessere disorganizzazione cresce l’interesse dei cociologi per lo
studio delle strutture e delle funzioni della famiglia.
Nella società ad elevata modernizzazione regna una grande confusione circa il
“concetto”della famiglia.
All’approccio positivistico di ieri che pretendeva di dare al concetto di famiglia un
contenuto oggettivizzato e generalizzato,oggi si oppongono approcci
convenzionalistici che considerano la famiglia solo come convenzione sociale.
Il concetto in realtà è un astrazione ,un’operazione mentale ed in quanto tale nella
scienze sociali coglie una realtà umana cioè fatta di soggetti in relazione.
Il concetto di famiglia ha sostanza sociale in quanto la famiglia è un modo di stare
nella e vivere la società:ogni famiglia ed ogni esperienza è il momento di passaggio
dalla natura alla cultura,da ciò che è privato e soggettivo aciò che è pubblico e
comune ,collettivo.
In breve la crisi che ha investito la famiglia ha prodotto altre forma di famiglia e
quindi nuove riflessioni sulla famiglia,molti orientamenti ed approcci non
contrastanti ma complementari .
Al contrario della teorie evoluzionistiche dell’800 che avevano predetto la
dissoluzione della famiglia o la sua riduzione a mera coppia di convivenza
quotidiana i sociologi ritengono che la famiglia non sia soggetta a leggi di
evoluzione lineare ma è piuttosto un sistema vivente che si allarga o si restringe a
seconda del contesto in cui si trova.
Il contesto è l’insieme di tutti i fattori rilevanti x la vita quotidiana:insediamenti
territoriali,grado di divisione sociale del lavoro,modi e tecnologie prevalenti pre la
comunicazionee per la produzione economica,forza dello Stato etc..
Per quanto riguarda l’uso del termine Famiglia la sociologa può decidere di:
a)mantenere il concetto di famiglia come norma contro fattuale (contro le unioni di
fatto)
b)eliminare il concetto di famiglia e quindi eliminare sul piano legale l’istituto
giuridico
c)limitare il concetto di famiglia solo a quelle in cui c’è matrimonio
d)includervi anche le cosiddette famiglie di fatto
Una serena analisi sociologica dovrepbbe riconoscere che
-la soluzione b è improponibile
-le sol.a e c hanno molto in comune e sono le sole che possono dare un ruolo alla
famiglia come sogetto di servizi e
di politiche sociali inspirateal benessere e alla qualità della vita
-La sol.d dovrebbe essere letta come tentativo di salvaguardare i diritti della parte
debole in quelle forme di convivenze scelte in alternativa al matrimonio.
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Sologicamente anzicchè pensare a leggi che riconoscano giuridicamente le
cosiddette “famiglie di fatto”sarebbe + corretto pensare a leggi che tutelino le
persone che vivono in tutte quelle convivenze di fatto dove potrebbe mancare
l’assunzione di responsalità nei loro confronti e che le inducono a regolarizzare
giuridicamente i loro rapporti sposandosi senza però obbligarli.
Le famiglie che si assumono precisi compiti di solidarietà e di reciprocità trai sessi e
l’etàhanno il diritto ad essere riconosciute e tutelate per le funzioni sociali che
svolgono rispetto a quelle convivenze che seppure di tipo familiare non si assumono
tale obblighi di solidarietà e di reciprocità.
Per chi deve operare sulla famiglia è utile sottolineare i vantaggi dell’ approccio
relazionale secondo il quale chi osserva, per conoscere,comprendere,spiegare la
famiglia,deve prima agire con essa, deve intervenire su di essa, deve viverla, deve
mettersi in una piena relazione empatica con essa:Occorre osservare le relazioni che
il sistema osservante instaura con quello osservato su cui si vuole
intervenire,occorre un approccio relazionale caratterizzato dalla capacità di
instaurare un piena reciprocità a base empatica fra sistema osservante e sistema
osservato.
Cap.1
La famiglia nelle diverse formazioni socio- culturali
Introduzione
Levì Stauss nalla prefazione al primo volume della storia universale della famiglia
individua nell’ambito dell’antropologia e della sociologia 2 sette rivali:che definisce
verticali ed orizzontali.
I verticali:considerano società aggregazione di famiglie elementari ognuna della
quali sarebbe formata da padre,madre e figli.La famiglia elementare ha fondamento
biologico e psicologico in quanto è naturale che i sessi si attraggono,che
istintivamente e biologicamente si riproducono e che un istinto induca
psicologicamente i genitori ad allevaree nutrire i propri figli.
Gli orizzontali:sostengono che a causa delle proibizioni matrimoniali universali ogni
famiglia è il risultato dell’ unione e della scissione di altre 2 famiglie:perche’ una
famiglia sia formata è necessario che altre 2 famiglie si privino dei loro membri e i
nati dalla nuova famiglia, che con l’unione si è formata ,a loro volta si separeranno da
essa per costituire un nuovo nucleo familiare e così via.
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La sociologia della famiglia si è occupata dello studio delle strutture e delle funzione
della famiglia a partire dal problema della nuclearizzazione della famiglia.
Nuclearizzazione Della Famiglia
La sociologia della famiglia e nata quando si è verificato il passaggio da società
semplica a società complessa,da estensione della famiglia tradizionale a
nuclearizzazione della famiglia moderne,dalla famiglia estesa e quella nucleare con
cui la famiglia si modifica sia nella struttura che nelle funzioni.
A livello di struttura definita dal tipo di legame tra i membri di una convivenza la
famiglia da estesa (costituita da padre,madre,figlie e altri parenti) si trasforma in
nucleare(composta da una coppia adulta coniugata e i figli non emancipati).
A livello di funzioni la famiglia da polifunzionale si depotenzia in molte delle sue
funzioni che vengono svolte da altre agenzie ad essa esterne come
scuola,chiesa,massmedia per l’aumento della divisione sociale del lavoro con relativo
processo di specializzazione funzionale dei sottoinsiemi che compongono il sistema
sociale.
Mutamento della famiglia in chiave evoluzionistica
La tesi dell’esistenza di un processo di progressiva semplificazione delle strutture
familiari deriva dalla teoria evoluzionistica dei pensatori dell’800 che condiziona
anche le riflessioni dei sociologi del nostro tempo determinando una continuità che
lega idealmente Durkeim(che formulò la legge della contrazione progressiva della
famiglia) a Parsons(che ha sintetizzato i processi di trasformazione delle strutture
familiari in termini di nuclearizzazione e di specializzazione funzionale).
La teoria evoluzionistica di Durkeim tenta di individuare una legge del mutamento
sociale secondo cui i diversi stadi della storia umana hanno diverse forme di famiglia
di cui la famiglia monogamica,considerata forma familiare per eccellenza,è stata
l’ultima tappa di tale evoluzione.
Secondo la legge della contrazione progressiva della famiglia di Durkeim la
famiglia coniugale monogamica è il punto di arrivo di un evoluzione nel corso della
quale la famiglia si contrae quanto più si amplia il contesto sociale con il quale
l’individuo è in una relazione immediata.
Parsons maggior esponente dell’approccio struttural-funzionalista ,seguendo il
pensiero di Durkeim, ha evidenziato le linee organiche evolutive della famiglia
moderna che nella società industriale e complessa diventa a livello strutturale sempre
+ nucleare(composta da genitori e figli non emancipati) ,isolata dalla parentela adatta
a trasmetterle tutto il sistema dei valori della società,e a livello funzionale sempre
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+depotenziata consenvando un numero limitato di funzioni come quelle di
socializzazione e di latenza dalle quali comunque la società dipende.
Di qui l’importanza e la centalità che famiglia continua ad avere nella società
moderna in quanto nuclearizzazione strutturale e depotenziamento funzionale non
sono sinonimi di perdita della centralità della famiglia nella società.
Morgan, per il quale la famiglia evolve insieme alla società, in “la società
antica”individua 2 stadi della storia dell’umanità, quello selvaggio e quello delle
barbarie che va verso la la civiltà, che suddivide ancora in
tre stadi
(inferiore,intermedio e superiore per un totale di 6 periodi della storia dell’umanità
che hanno conosciuto ognuno una forma di famiglia diversa:
1) stadio inferiore selvaggio rapporti sessuali promiscui in cui famiglia non
esisteva 2)
intermedio famiglia consanguinea, in cui il matrimonio avveniva
tra fratelli e sorelle.
3)
superiore famiglia punalua, in cui vigeva il divieto di matrimonio tra
fratelli e sorelle.
4) stadio inferiore della Barbarie famiglia sindiasmiana, nella quale le coppie
nascevano e si scioglievano
5)
intermedio famiglia patriarcale, in cui l'autorità suprema spettava al capo
di sesso maschile.
6)
superiore famiglia monogamica, basata sull'uguaglianza tra maschio e
femmina, che si va evolvendo verso la civiltà in cui si è formata la famiglia
nucleare.
Anche Engels ,riprendendo le ipotesi di Morgan , individua tre epoche principali
nella storia dell’uomo formatosi con il succedersi delle diverse forme di economia, da
quella dei cacciatori e raccoglitori a quella dell'industrializzazione moderna.:stato
selvaggio,le barbarie divisi agnuno in 3 stadi e la civiltà venendo a formare in tutto 7
periodi in cui si hanno 7 forme di famiglia:
1) stato selvaggio a) inferiore in cui l’uomo si nutriva dei prodotti della terra(
frutta e radici)(promiscuità sessuale)
b) intermedio uomo ha introdotto il pesce nell’alimentazione ed ha
cominciato ad usare il fuoco (famiglia consanguinea)
c) superiore in cui l’uomo ha inventato arco e freccia e
comincia a cacciare( famiglia punalua)
2)
stadio della Barbarie
a)inferiore in cui l’uomo ha introdotto la
ceramica(Famiglia di coppia)
b) intermedio
uomo si dedica allallevamento e
all’agricoltura( famiglia patriarcale)
c) superiore uomo perfeziona gli utensili si dedica a
fusione del ferro,alla scrittura, e appaiono prime forme di
tecnologia. (famiglia monogamica)
3)civiltà industrializzazione e modernizzazione(famiglia nucleare)
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In Engels la famiglia di coppia corrisponde a quella sindiasmiana di Morgan e per
Engels come per Morgan mentre l’introduzione del tabù dell’incesto (proibizione
dei rapporti sessuali tra familiari fino al 4° gradodi parentela) determina nascita
della famiglia punalua, la nascita della proprietà privata che fa avvertire all’ uomo
l’esigenza di s legarsi in modo esclusivo ad una donna per avere un discendente a
cui dare il proprio patrimonio determinala formazione della famiglia monogamica .
Limiti della teoria evoluzionistica sui cambiamenti della famiglia e messa in
discussione del concetto di nuclearizzazione
All’approccio evoluzionistico unilaterale ai mutamenti progressivi della famiglia
dalla
forma
estesa
a
quella
nucleare
sono
posti
dei
limiti
dall’antropologia,dall’etnologia,dalla sociologia,dalla storia e dalla demografia.
Antropologia Ed Etnologia
Antropologia e Etnologia non accettano l’ipotesi evoluzionistica secondo cui siano
esistite nell’infanzia dell’umanità famiglie che vivevano in promiscuità sessuale
illimitata e ammettono che la nascita delle prime forme familiari si sia avuta con
l’introduzione del tabù dell’incesto (proibizioni sessuali tra consanguigni)
Il tabù dell’incesto , grazie al quale si compie il passaggio dalla natura alla
cultura , non è tanto la regola che vieta di sposare i parenti ma è la regola che
obbliga a dare ad altri i propri familiari ,che consente di creare scambi tra gli
uomini e sistemi di alleanze al di fuori della parentela.
Inoltre tali di discipline mettono in discussione la precedenza della discendenza
matriarcale rispetto a quella patriarcale.
Engels sosteneva la tesi secodo la quale
-All’inizio Per l’esistenza nell’infanzia dell’umanità di un’illimitata promiscuità
sessuale era incerta la paternità e la discendenza era calcolata solo per linea
femminile .
-Dopo La nascita della proprietà privata, che induce l’uomo a volersi lega in modo
esclusivo alla donna per avere una discendenza sicura a cui dare il proprio
patrimonio ,porta alla nascita della famiglia monogamica e a colcolare la
discendenza per linea maschile.
Per Antropologia e Etnologia il matriarcato così come la promiscuità sessuale
illimitata non sono tappe obbligatorie dell’evoluzione così come la proprietà privata
non sempre è legata alla nascita della famiglia monogamica.
La famiglia monogamica può essere +presente in società in cui i beni sono cumuni
che in società dove esiste la proprietà privata e individuale dei beni.
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Sociologia
La sociologia polemizza la tesi secondo cui il processo evolutivo della famiglia sia
terminato con la formazione nella società moderna della famiglia nucleare isolata
dalla parentela.
Per Renè Konig l’evoluzione della famiglia non è unilineare ma è il risultato di una
sorta di convergenza tra le classi sociali dominanti e le classi sociali lavoratrici ed
operai:egli individua uno stretto legame tra forme familiari e classi sociali di
appartenenza e contrappone alla forma familiare estesa tipica della classi sociali
dominanti la forma familiare nucleare tipica delle classi sociali inferiori entrambe
esistenti dello stesso periodo storico.
Inoltre Litwak mette in discussione la tesi di Parson secondo cui nuclearizzazione
della famiglia significhi isolamento dalla parentela e rottura dei legami parentali e
contrappone al concetto di famiglia nucleare il concetto di famiglia “estesa
modificata” riferita ad una forma di parentela a distanza nel senso che il nucleo
familiare isolato continua a mantenere legami di scambi,di sostegno materiale con i
membri appartenenti alla famiglia d’origine anche se non c’è coabitazione.
Storia e demografia
Storia
Bloch dimostrò che la storia della famiglia non evolve in modo unilaterale ma
secondo un movimento ciclico di dilatazione e di contrazione.Quindi la famiglia
coniugale monogamica non costituisce l’ultimo anello di una catena ma rappresenta
fasi di un mutamento ciclico e come tale la si ritrova sia prima che durante
l’industrializzazione e la modernizzazione.
La Famiglia coniugale monogamica viene prima costituita nella Gallia poi con
l’inizio delle invasioni barbariche e con la conseguente incapacità del potere
centrale di proteggere il gruppo familiare dagli invasori subisce un forte declino e
si formano gruppi familiari estesi.
In seguito quando le invasioni barbariche diventano + rare e lo Stato centrale
incomincia una lenta opera di rafforzamento e accentramento privando la struttura
familiare della sua autonomia e dei suoi privilegi viene a costituirsi di nuovo la
Famiglia coniugale monogamica ed infine nel Medioevo lotte politiche,debolezza
dell’autorità del principe provocano nuove solidarietà umane e la formazione di
nuovi gruppi sociali come
- “i clan familiari”cioè un insieme di individui che si appellano ad un unico
antenato costituendo una comunità di sangue
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-“ i Frerechef”unioni tra fratelli e persone estranee che vivevano e lavoravano
insieme.
Demografia
Il contributo + rilevante nella ricerca riscrivere demografica sulla famiglia proviene
da Laslett e dal gruppo di lavoro di Cambridge .
Laslett opera una distinzione tra
-famiglia riferita all’ intero sistema familiare, costituito da tutti soggetti legati da
repporti di consanguineità ed affinità che vivono o non sotto lo stesso tetto e all’
unità coniugale costituita da coppia sposata con o senza figli
-aggregato Domentico definito in termini di unità coresidenziale (dormire insieme
sotto lo stesso tetto ) e in termini di consumo (consumare insieme almeno un pasto
principale al giorno)
- houseful inteso come insieme di individui che risiedono in un edificio o in un
insieme definito di locali costituendo un unico aggregato domestico o + aggregati
domestici.
Laslett assumendo come unità di analisi l’aggregato domentico propone i seguenti
tipi:
1) Solitari :aggregati domestici uni personali(vedovi,single)
2) Aggregati domestici “senza struttura”, cioè coresidenti tra cui non si può
individuare una unità coniugale(fratelli e sorelle, altri parenti coresidenti,coresidenti
senza vincoli diconsanguinaità).
3) Aggregati domestici “semplici”, composti solo da una unità familiare coniugale(
coppia sposata con o senza figli,;vedovi o vedove con figli).
4)Aggregati domestici “estesi” cioè composti da almeno un’unità familiare
coniugale con parenti ascendenti (1 genitore), discendenti (nipoti), collaterali
(sorella,fratello..);
5) Aggregati domestici “multipli” composti da 2 o più unità familiari coniugali
ascendente(coppia di genitori sposati);discendente(figli
con rispettivi
coniugi);collaterali(fratello o serella con relativo coniuge); Frerechef (aggregati con
unità secondarie collaterali come fratelli / sorelle con relativi coniugi)
6) Aggregati domestici indeterminati in cui i legami di parentela sono poco chiari.
Laslett rovescia la tesi del processo di contrazione familiare ,smentisce la linearità
del processo di sviluppo delle forme familiari ed il rapporto di dipendenza tra
formazioni socio-economiche e strutture familiari in quanto i dati rilevati da un’
indagine effettuata sulle comunita’ inglesi dal suo gruppo di lavoro di Cambridge
confermano che la forma familiare + diffusa in Inghilterra già prima
dell’industrializzazione non era la famiglia-ceppo ma quella nucleare.
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A Laslett ed al suo gruppo sono state mosse alcune critiche per
-la classificazione di tipo geografico delle diverse forme familiari poiché all'interno
della stessa area possono essere individuati modelli diversi di famiglia.
-Nell’aver limitato le sue indagini all’aspetto strutturale della famiglia considerata
come aggregato domestico nel senso fisico senza prendere in considerazione le
relazioni familiari.
A tal proposito in alternativa all’approccio demografico di Laslett incentrato sul
concetto di aggregato domestico Aries Shorter e Stone ricorrono all’ “approccio
dei sentimanti” con cui affrontano il problema della nuclearizzazione della famiglia
non a livello strutturale ma a livello culturale analizzando il significato che “il
costituire una famiglia” assume per l’uomo e dando + rilevanza alle relazioni
familiari che hanno assunto carattere di affettivita’ e della privacy.
Opera di quasti teorici del sentimento è stata quella di aver dimostrato
l’impossibilità di effettuare una sovrapposizione tra strutture familiari e relazioni
familiari:an identiche strutture possono corrispondere relazioni diverse e identiche
relazioni possono essere presenti in strutture familiari differenti.Elemento questo
che riconferma i limiti di un approccio evoluzionistico unilineare ai mutamenti della
famiglia e che mette in discussione il concetto di “strutturea nucleare”.
Dalla famiglia –clan alla famiglia nucleare:difficoltà di individuare un unico
percorso
Dai diversi contributi sul problema della formazione della famiglia nucleare si è
rilevato che:
 Sin dal medioevo c’è stata una conpresenza spazio-temporale di diverse forma
familiari(necleari,estese,multiple).
 L’industrializzazione non ha creato ma ha diffuso la famiglia nucleare per
classi sociali con alre formefamiliari.
La formazione delle diverse tipologie di famiglie è influenzata da molteplici
fattori:modalità di trasmissione della proprietà,rapporti con mercato del lavoro,classe
sociale di appartenenza,tipo di insediamento abitativo,tasso di feconditò.
 Il passaggio da una forma familiare ad un’altra non è netto ma graduale ed in
ogni formazione sociale anche se caratterizzata dalla compresenza di + forme
familiari si trovano alcune dominanti e prevalenti.
La struttura familiare non è solo un contenitore che riunisce più soggeti casualmente
ma è + propriamente una struttura relazionale al cui interno i soggetti interagiscono in
base al sesso ed all’età.
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A partire dal Medioevo sono esistite diverse forme relazionale a seconda della
formazione storico sociale di appartenenza
1)nelle formazioni storico sociali preculturali dove l’organizzazione della famiglia
avveniva in base al sesso e all’età, il nucleo istituzionale era il sistema di parentela
che poteva essere sia la forma di tribù che di Famiglia-clan ossia un insieme di
individui che si appellavano ad un mitico antenato formando una comunità di sangue.
2) nelle formazioni storico sociali tradizionali in cui l’organizzazione della famiglia
avveniva in base al possesso del potere , al possesso della proprietà e alla classe
sociale di appartenenza ,al livello + dove vi è la nobiltà prevale la famiglia estesa
mentre Negli altri strati sociali in cui c’è divisione dei lavori e in cui la donna è in
posizione subalterna rispetto all’uomo ed i figli sono sottoposti all’autorità del
capofamiglia, pevale la famiglia patriarcale,struttara familiare al cui interno il
maschio decide le modalità attraverso cui la famiglia deve organizzatsi al suo interno
e deve rapportarsi con l’esterno.
3) nelle formazioni storico sociali liberal-capitalistiche in cui l’organizzazione
della famiglia avveniva in base al fattore economico,alla capacità di accumulazione e
di controllo della ricchezza,il capitale,comincia un processo di individualizzazione
che porta alla formazione della famiglia monogamica
4) nelle formazioni storico sociali post-industriali contemporanee in cui la Stato
regola i rapporti tra individuo e società e il mercato insieme allo Stato diventano i
principali distributori delle risorse , l’organizzazione della famiglia avviene in base
al rapporto che individui hanno con il mercato del lavoro e in base all’età dando
origine a famigla nucleare in cui l’età dei suoi componenti è determinante per
inserimento nel mercato del lavoro.
Cap 3
Analisi della famiglia:i principali approcci
Negli anni Cinquanta si è verificato un grande sviluppo in sociologia di approcci
sociologici allo studio della famiglia che evidenziano strutture e funzioni che ha
avuto la famiglia nel passaggio dallo stato di natura a quello di cultura (Strauss) e
che è andata sempre di + individualizzandosi e specializzandosi a causa del processo
di differenziazione sociale che l’ha investita.
La sociologia ha distinto differenti approcci:
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-classici :istituzionale, struttural-funzionalista, dello scambio,marxista,interazionista
e dello sviluppo.
-recenti:sistematico-comunicazionale,neo-funzionalista
Va sottolineato, inoltre, che tali approcci non sono contrapposti ma complementari
tra di loro , e di fatto molto spesso li troviamo combinati tra loro.

l'approccio istituzionale
L'approccio Istituzionale è caratterizzato dal modo di considerare la famiglia
come
 “istituzione sociale storica ”, cioè come un gruppo sociale in cui il
comportamento dei suoi membri risponde a bisogni naturali e per il quale la
società stabilisce precise regole e pratiche comportamentali con le relative
sanzioni positive e negative attraverso le quali controlla il sistema valori culturali
centrali nella civilizzazione umana.
 “cellula della società”, quindi come una micro-società che riproduce le
fondamenta della macro-società (aspetto molto criticato ).

come entità che si è sviluppata con l’evoluzione della specie umana.

un organismo culturale vivente che si evolve adattandosi ai cambiamenti
dell’ambiente che la circonda e che ha carattere multifunzionale cioè che non ha
funzioni limitate ma che deve svolgere una serie di compiti, come quelli affettivi o
di socializzazione .
LePlay ,attraverso l’analisi dei legami tra le istituzioni sociali e le strutture presenti
nella società, dimostra che ad un dato regime di proprietà corrisponde una
specifica organizzazione familare ed individua:
-Famiglia patriarcale (estesa)legata alla proprietà collettiva indivisibile
-famiglia instabile(nucleare)legata alla proprietà individuale divisibile al
momento della successione
-Famiglia ceppo(polinucleare)legata alla proprietà familiare con successione
libera
X Durkheim: legge di contrazione progressiva: più si ampia la società più la
famiglia si restringe.
Levi Strauss in una società prevale la famiglia nucleare. La famiglia segna una
sfera dell’umano, il pssaggio dalla natura alla cultura.
Per Murdock la famiglia nucleare è unità separata dal resto della comunità della
quale la società non pùò fare a meno ed in cui padre ,madre e figlio svolgono 4
funzioni principali:sessuale,economica,educativa e riproduttiva senza le quali la
società si estinguerebbe.
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Nora Federici famiglia vista cm sistema relazionale, gruppo definito con funzioni
specifiche che adempie alle funzioni coniugali e riproduttive.
x Zimmermann la famiglia è un’organizzazione stabile per lunghi periodi di tempo
e può cambiare solo con rivoluzioni sociali che potrebbero modificarne solo gli
aspetti superficiali ossia la struttura ma non quelli profondi ed intimi ossia le
funzioni.
Rilievi critici
le critiche si riferiscono ai seguenti caratteri di questo questo approccio:

la famiglia non può essere intesa come cellula della società in senso fisico e
come istituzione primaria con carattere multifunzionale ossia che assolve le funzioni
di sussistenza,di controllo e di riproduzione sociale in una società contemporanea
così complessa e specializzata.

la famiglia non può essere considerata come istituzione autonoma dalla società
in cui si trova perché la sua struttura e le sue funzioni invece cambiano insieme ai
bisogni,alle aspirazioni,ai valori sociali infatti per comprendere le caratteristiche
della struttura e della funzione della famiglia occorre contestualizzarle.

Non occorre Soffermarsi all’aspetto istituzionale della famiglia sottovalutando
l’aspetto relazionale interno(sentimento,motivazione,)che connota la famiglia come
gruppo sociale di un mondo vitale:la famiglia deve restare un’istituzione che xò
deve stringere un rapporto di scambio con le altre istituzioni della società.

L' approccio struttural-funzionalista
L’approccio struttural-funzionalista Si differenzia dall’istituzionale perché
considera
- la famiglia non come “istituzione”(cioè una sorta di microsocietà) ma
come”sistema sociale” (struttura di status-ruoli con funzioni specializzate) ossia
sottosistema specializzato che deve connettersi funzionalmente a tutti gli altri
sistemi presenti nella società.
- il comportamento familiare(rete di relazioni) non come manifestazione di certi
bisogni naturali ma come risposta alle diverse normative che stabiliscono le
posizioni che i vari membri devono occupare nel sistema dei ruoli familiari
questo approccio è caratterizzato da un :

visione olistica della famiglia secondo cui lo struttural-funzionalismo non
attribuisce la divisione sessuali dei ruoli tra i membri della famiglia alla natura ma
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alla dinamica della divisione del lavoro perseguita per giungere ad una
gratificazione e ad una soddisfazione reciproca dei partecipanti
 visione ipersocializzata della famigla secondo cui la divisione dei ruoli non è
una esigenza solo interna alla famiglia ma anche esterna per adattarsi ai valori
e alle dinamiche funzionali che dominano nella società.E’ la società che mette
l’uomo e la donna nelle condizioni di svolgere determinati ruoli complementari
nella famiglia.
Sono necessarie una serie di condizione che la rendano la famiglia funzionale alla
società.

La prima condizione essenziale è la presenza di un comune sistema normativo
e di valori , che definisca i fini della famiglia e la colleghi con altri sotto-sistemi
sociali in modo da favorire un buon funzionamento al sistema societario.
Per Bell e Vogel deve esserci un legame di interscambio tra famiglia nucleare e
sotto sistemi sociali in quanto la famiglia è subordinata rispetto agli altri
sottosistemi.

Come seconda condizione la famiglia, per adattarsi all'ambiente esterno, deve
procedere ad una divisione interna del lavoro fra uomo e donna secondo la logica di
una progressiva differenziazione e complementarietà dei ruoli.
Per Parsons la famiglia è inserita nella società come la + grande agenzia di
socializzazione (in quanto svolge ruolo di educare e di socializzare i figli ) e di
latenza(in quanto svolge la funzione di "rifugio" e stabilizzazione psicologica per
l’individuo).
Per Parsons La famiglia è nucleare, composta cioè solo dai due genitori e dai figli,
residenti nella stessa abitazione,separata dalla parentela di origine,in cui funzioni e
ruoli sono differenziati : la moglie/madre assume il ruolo di leader espressivo ossia
di casalinga che cura i figli e la casa; il padre/marito assume il ruolo del leader
strumentale colui che provvede al sostentamento della famiglia che porta il pane a
casa, cioè che si procura da vivere e che si occupa dell’interazione tra famiglia e
società. Questi due ruoli sono complementari, l’uno non esiste senza l’altro.La
personalità dei figli e delle figlie si sviluppera’ sui i valori trasmessi dai genitori .
RILIEVI CRITICI:
 Il primo rilievo critico è che l’approccio struttural-funzionalista studia la
famiglia sotto l’ottica sistemica ,spiega le strutture della famiglia come parte di
un tutto societario senza comprendere la problematicità della solidarietà
familiare nella società contemporanea.
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 Il secondo rilievo critico è che quest’approccio assume la famiglia come
sistema sociale omeostatico e non come sistema adattivo complesso aperto
all’ambiente:la famiglia delineata da Parson non riesce ad adattarsi alle
tensioni che le singole personalità portano dal pubblico al privato nella
comunicazione interpersonale.
Questa famiglia che per Parson è la famiglia nucleare isolata con funzioni di
socializzazione primaria e di latenza può essere presente in alcune società ma non
in altre . La famiglia se non può essere isola nella società complessa non può
neanche essere un sottosistema sempre + specializzato nella differenzazione
funzionale della società. L’approccio struttural-funzionalista ritiene che se la società
pone le esigenze pratiche alla famiglia,essa non può essere considerata piccola
società ed è un sistema che si specializza nella funzione di controllo delle tensioni di
sessualità,socializzazione, cura dei nuovi nati,assorbimento delle frustrazioni.
 approccio dello scambio
I’ approccio dello scambio, ritiene che la solidarietà familiare non può essere basata
su una conformità dei ruoli e sul consenso a valori ultimi. Conformità e consenso
non possono spiegare come si possa mantenere la coesione, o unità familiare, di
fronte a tensioni e conflitti che sorgono durante i processi di adattamento più
complessi. Quindi tale approccio ritiene che le strutture familiari e parentali vadano
essenzialmente comprese come espressione di forme ristrette, o allargate, di
scambio sociale.
Vi sono due maggiori tradizioni riguardo la teoria dello scambio che hanno due
differenti visioni della famiglia:
-La prima, quella francese, mette in rilievo gli aspetti collettivi dello scambio, che
assume essenzialmente la caratteristica del dono nelle reti familiari e parentali.Per
questa la famiglia nasce dallo scambio come espressione di esigenze normative e
collettive della società.
-L'altra, quella nord-americana, ritiene che il comportamento dell'uomo, anche
all'interno della famiglia, vada compreso in relazione ai bisogni primari e ai processi
sociali di scambi messi in atto per soddisfarli che sono basati sulla reciproca utilità
dei partecipanti. Per essa il comportamento familiare è un agire volto alla ricerca di
ricompense individuali e strumentali.
Ma, in entrambi i casi, la vita familiare viene considerata come uno scambio di
attività mutualmente ricompensanti, in cui ogni membro accetta un beneficio dall’
altro nella misura in cui è disposto a contraccambiarlo.
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Il comportamento dei membri della famiglia non è regolato da norme morali ma è
ispirato al principio della reciprocità (contraccambio)che consiste nel dovere di
contraccambiare le azioni ricevute dall’altro anche per ottenere possibili
gratificazioni future.
Mentre Per Parson l legami nella famiglia sorgono dalla parentela mentre nella
società sorgono dall’utilità Per i teorici della scambio invece sia nella famiglia che
nella società i legami sono regolati dalle norme dell’utilità , il compartamento è
orientato verso il vantaggio perkè questa è la natura umana ed entrambi sono
concepite come un mercato.
Scanzoni ritiene che l’approccio struttural-funzionalista debba estendere il principio
dello scambio anche a tutta la vita matrimoniale che è considerata un affare in cui la
stabilità del legame può essere assicurata dalla gratificazione dovuta alla reciprocità
delle ricompense tra uomo e donna La cui assenza spesso è motivo di
litigi,separazioni e divorzi.
RILIEVI CRITICI:
E’ sbagliato considerare lo scambio come unico motivo costitutivo della comunità
da estendersi anche tutti i tipi di relazioni familiari in modo che questo fenomeno
specifico e limitato possa assere generalizzato dalle teoria dello scambio.
Per Levì Strauss l’ atto di scambio non è un affare ma una comunicazione umana,la
base dello scambio non deve essere la transazione ma il dono. In Una relazione
familiare Lo scopo dello scambio deve essere innanzitutto morale,affettivo e non
economico,utilitaristico.
 approccio marxista
L'approccio Marxista intende La famiglia come prodotto storico che riflette le
caratteristiche di una certa società a cui è sempre funzionale ,infatti la famiglia
monogamica, in cui l’uomo si lega alla moglie per avere una discendenza a cui
trasmettere il suo patrimonio ,è nata durante il periodo della società capitalistica
con la proprietà privata dei mezzi di produzione e con l’ apparizione dello Stato
quale garante dello sfruttamento delle classi sociali più deboli da parte di quelle più
forti e dello sfruttamento della donna e dei figli da parte dell'uomo di casa cosìcchè
la famiglia diventa principale fonte di trasmissione della disuguaglianza sociale e
può essere considerata sovrastruttura della base materiale della società.
Il nucleo centrale di questa teoria sostiene che la famiglia rifletta sempre in se stessa
il modo di produzione dominante in una data società posta in una determinata area
geografico-culturale.
Dal punto di vista concettuale, Marx, ritiene che
14
 la famiglia stabilisca le sue varie forme di solidarietà interna sulla base dei
diversi tipi di divisione sociale del lavoro susseguitesi nella storia che avviene
in base al sesso
 I legami tra uomo e donna per la differenza biologica dei sessi si fondano su un
amore erotico individuale governato dall’istinto naturale e non dalla ragione
della cultura.
RILIEVI CRITICI:
La famiglia non deve essere considerata come prodotto puramente storico che è
sempre funzionale alla società in cui si trova ma al contrario essa è prodotto di un
rapporto tra natura e cultura per cui può essere a volte funzionale e a volte no alle
esigenze che la società le pone.
 In primo luogo i legami familiari non potrebbero durare se si basassero solo su
un rapporto sessuale individuale per soddisfare bisogni istintivi naturali senza
affetto e sentimento e rispetto di doveri nei confronti dell’altro appartanente
alla famiglia perché il libero amore da solo non pùò garantire una convivenza
sociale durevole e la mancanza del rispetto degli obblighi di coppia
determinere conflitti,delusioni e frustrazioni e forme di sfruttamento del +
debole che è sempre la donna.
 In secondo luogo la teoria marxiana non spiega xkè anche collettivizzando i
mezzi di produzione persiste nella famiglia la divisione del lavoro:La
persistenza nella famiglia della divisione sessuale del lavoro non è dovuta alla
mancanza di cambiamento ma all’esigenza di rendere compatibile nella vita
familiare il rapporto fra intimità e apertura esterna,tra momento privato e
pubblico , e allo svolgimento delle funzioni di socializzazione primaria e
secondaria sia dalla famiglia che dalla scuola .

L' approccio interazionista
L’approccio interazionista ,molto utilizzato in sociologia della famiglia:
-considera la famiglia come unità di persone interagenti che non sono legate ne da
vincoli legali e ne da fattori economici ;
-affronta la vita familiare dal punto di vista dell’adattamento reciproco e della
felicità e della soddisfazione degli individui coinvolti;
-minimizza l’importanza delle strutture sociali e si concentra sugli atteggiamenticomportamenti dei singoli membri;
-considera l’integrazione delle relazioni familiari e la relativa stabilità dei ruoli
come prodotto dell’interazione costante con la società che assicura la trasmissione e
l’ interiorizzazione totale di valori ,norme, regole di vita, credenze, sentimenti che
siano scambiati tra i membri di una famiglia.
15
Interazione Costante Ed Interiorizzazione Totale sono Le 2 caretteristiche tipiche
della vita familiare che devono favorire l’instaurarsi di relazioni coerenti e stabili.
-considera la divisione del lavoro in modo effettuale e come sostegno reciproco di
fatto, che spinge alla persistenza dell’aggregato familiare
Questo approccio ha come iniziatore Mead ed è stato applicato da Burgess e Locke
per i quali la famiglia si trasforma da istituzione a “Comunità Di Amicizia”
(CAMPANIONSHIP)in cui i valori centrali sono dare e ricevere affetto,
uguaglianza tra i coniugi e comportamento democratico nelle decisioni familiari e in
cui la divisione dei ruoli sia totalmente ugualitaria, spontanea e flessibile in
quanto deve avvenire non per pressioni provenienti dall’esterno ma per mutuo
accordo tra i coniugi.
L’obiettivo di questo approccio è dimostrare la capacità interattiva e relazionale
della famiglia che deve essere unita dinamicamente attraverso rapporti tra i membri
che si basino non sull’autorità di un capofamiglia ma sulle decisioni e sul consenso
di tutti i suoi membri.
RILIEVI CRITICI:
Quest’approccio presenta vantaggi e svantaggi:
-I vantaggi stanno nel concepire la famiglia in modo flessibile il che consente di
mettere in risalto i modi di vita che emergono come prodotto di una reciproca
interazione fra attori-agenti, che condividono mentre lo costruiscono un un sistema
interattivo nel quale giace l'identità culturale della famiglia.
-Gli svantaggi invece possono essere sintetizzati in tre punti:
• a) questo approccio tralascia i processi di cambiamento macrostrutturali della
famiglia in quanto si focalizza solo sui fattori soggettivi,relazionali interpersonali;
• b) gli studiosi di questo approccio sono influenzati dalla “corrente della felicità
familiare” soprattutto di coppia per cui sostengono che l’integrità e la stabilità della
famiglia dipenda da una“soddisfacente” interazione costante con la società e
dall’interiorizzazione totale del suo sistema di valori
• c) L’uso generalistico di concetti e metodi di indagine che non è esente da rischi.
 L' approccio dello sviluppo
Lo scopo dell’approccio dello sviluppo è quello di mostrare come le configurazioni
della famiglia (strutture,funzioni,comportamenti)si modificno nel tempo a seconda
della particolare fase del ciclo di vita in cui si trova.
La classificazione delle fasi del ciclo di vita è variabile, sia per numero che per
strutturazione, e la più usata è la seguente:
16
1) coppia pre-coniugale;
2) coppia coniugale senza figli;
3) coppia con figli piccoli;
4) coppia con figi adulti ma conviventi con i genitori;
5) coppia adulta-anziana con figli usciti di casa.
In ognuna di queste fasi I bisogni e i compiti dei membri si sviluppano in modo
diverso, come ad esempio il tempo dedicato al partner è maggiore nella prima e
ultima fase e inferiore nella terza.
Quest’approccio proietta la durata della famiglia all’inizio “lungo il ciclo di vita”
che suppone la visione della famiglia come un sistema vivente che come ogni essere
segue un ciclo di vita in quanto nasce,si sviluppa e muore e dopo lungo il “corso
della vita” in cui le relazioni familiari si instaurano in base all’età e al sesso.
Ma i concetti di “ciclo e di corso di vita” non bastano perché quest’approccio si
caratterizza soprattutto per l’applicazione simultanea di 2 concetti: quello di”ciclo
di vita familiare”e quello di “compito di sviluppo”, in cui con il concetto di
sviluppo si vuole sottolineare il fatto che la famiglia ha una storia evolutiva in cui
avvengono regolari processi di trasformazioni e suddivisioni di compiti tra i suoi
componenti. Il sistema famiglia è un sistema adattivo ,complesso e semi-aperto le
cui strutture relazionali interne cambiano nel corso della sua esistenza.
Il concetto principale di quest’approccio è quello di “tempo familiare”, ovvero la
sequenza di fasi determinate internamente dai bisogni biologici, psicologici e
sociali dei singoli membri, ed esternamente dalle aspettative sociali.
Tale concetto di Tempo familiare si riferisce al processo di differenziazione e di
trasformazione strutturale che deve avvienire nel corso della storia della famiglia,
ovvero all’assunsione di specifici ruoli e di varie posizioni da parte dei singoli
membri della famiglia cercando di svolgere funzioni di soddisfacimento dei loro
bisogni di sopravvivenza e sforzandosi di adattarsi allo “stress”che ricorre nel
sistema-famiglia.
Secondo il modello circonflesso dei sistemi familiari di Olson nella famiglia sono
necessarie :
1)Coesione riferito ai valori e alle emozioni che uniscono i membri di una famiglia
2)Adattabilità:intesa come capacità di cambiare le proprie abitudini per rispondere
meglio a situazioni di sviluppo e di stress.
Secondo l’approccio dello sviluppo di Hill la famiglia per essere funzionante e per
continuare ad esistere Deve fondarsi su un principio di massima adattabilità che si
basa su 2 pilastri:
17
• a) Considerare il sistema-famiglia come un insieme interdipendente di relazioni
complesse, con alti livelli di comunicazione e interazione tra i membri e gli altri
sotto-insiemi, con un organizzazione flessibile e
una considerevole capacità di elaborare regole nel tempo;
• b) Considerare ogni attività familiare come lavoro in chiave di “compito di
sviluppo” nel senso ogni membro deve operare in modo interattivo per permettere
alla famiglia di funzionare e svilupparsi.
La famiglia studiata in questa maniera non appare più come qualcosa di uniforme o
come modello standardizzato nel corso della vita; piuttosto si presenta come un
compito di sviluppo diverso in ogni istante della sua vita che riesce ad adattarsi.
A proposito di stress interessante è il modello ABCX di Hill che costituisce un
modo per descrivere e comprendere i processi in cui intervengono e si intrecciano
diversi fattori che sono causa di uno stress individuale e collettivo:un evento
stressante (fattore A) ,a secondo della disponibilità nella famiglia di risorse
importanti(fattore B) e in rapporto alla situazione in cui si trova la famiglia(fattore
C),porta all’insorgenza di una crisi familiare (fattore X).
RILIEVI CRITICI:
Il problema di quest’approccio è quello di considerare la vita di una famiglia in
quanto relazione sociale come un lavoro nel senso totale del termine non ridotto ne
ad aspetti riproduttivi,biologici ne ad aspetti utilitaristici , economici ma come un
“compito di sviluppo” integrale sia della persona che dei suoi rapporti
intersoggettivi :La famiglia deve svolgere compito di gestione delle relazioni interne
ed esterne che non sia statico ma mutevole e quindi che necessità di una complessa
capacità di adattamento che deve essere operata da tutti i soggetti interagenti se
vuole essere efficace e produttiva di sviluppo.
I sostenitori di quest’app. finiscono per indicare il privatismo e la carriera come
vincoli che definiscono la vita familiare.
Il contributo di questo approccio è quello di mostrare come la famiglia sia
concretamente fatta di compiti e situazioni delicate che sovrastano i suoi membri
come nascita di un figlio,assenza di lavoro,o la scelta di cambiare lavoro, e quindi di
comportamenti che essi mettono in atto per risolverli, sia individualmente che
relazionalmente . Tale approccio è utile, perciò, per descrivere quali siano gli esiti e
le conseguenze del ciclo di vita sui singoli membri, sia nel gruppo domestico che
nella società.
Cap.4
18
I recenti approcci comunicazionali e neo-funzionalistici
I recenti approcci comunicazionali e neo-funzionalisti come il Positivismo si
basano sul principio funzional-adattivo per cui
 prendono atto di ciò che accade
 vedono la realtà come costruzione dell’osservatore e la famiglia come
un’insieme di singoli individui capaci di conferirle un’identità diversa a
seconda del membro che la considera e delle sue ideologie.
 considerano la famiglia come pura comunicazione,
mera convivenza di vita quotidiana ,
un semplice sistema interattivo e stare
insieme(e vivere sotto lo stesso tetto)
un organismo che cambia secondo una connotazione
biologica in quanto
subisce gli stessi
processi morfogenetici(cambiamenti di forma) della vita
biologica .
Tali teorici studiano la famiglia attraverso la biogenetica ,le scienze della mente e le
scienze informatiche e x questo parlano di FAMILY MIND.
L’APPROCCIO COMUNICAZIONALE
L’approccio comunicazionale si caratterizza per essere costruttivista perché
considera la famiglia
 ciò che l’osservatore costruisce in interazione con il sistema osservato .
 una mente che specializza sempre di + le sue parti ed i suoi componenti.
In breve La famiglia è compresa secondo il binomio comunicazione-biologia,
binomio che tende a leggerla come “macchina non trivale”basata sulla regola secondo
cui è ammessa solo la comunicazione reciproca,faccia a faccia, tra coloro che fanno
parte dell’HOUSEHOLD(aggregato domestico) ignorando la cultura e le relazioni
sociali .
La famiglia ridotta una specifica forma di comunicazione tra coppia narcisista non ha
+ alcuna speranza di poter socializzare i figli,né alcuna funzione sociale come
sottosistema della società tanto che Bateson la ha chiamata “il sistema comunicativo
totale” identificato con la Mind(Mente) come unità che elabora le informazioni
attraverso codici simbolici.
Quest’approccio sembra che esalti il costruttivismo sociale, ma in realtà fa implodere
la famiglia come relazione sociale,distrugge il sociale che è nella famiglia.
Nella coppia resta di sociale il costrutto dell’osservatore ossia quanto questo pùò
vedere ed ha stabilito anche se xò nonostante tutto la famiglia resta una relazione
sociale piena e complessa ;si tratta di andare oltre il funzionalismo per sviluppare
l’approccio relazionale che intende la famiglia come relazione sociale e quindi
società e famiglia sono costituite da relazioni sociali.
L’approccio neo-funzionalista
19
Tale approccio neo-funzionalista
 raccoglie molti modi di intendere la famiglia unificandoli in una prospettiva
comunicazionale
 dichiara inevitabile la riduzione della famiglia a pura comunicazione,a mera
convivenza quotidiana e a un semplice sistema interattivo.
L’approccio comunicazionale dell’attuale sociologia della famiglia raccoglie un
insieme di tesi della famiglia.
 Tesi della famiglia come pura comunicazione
L’approccio comunicazionista considera la famiglia come insieme di eventi
comunicativi;
Luhmann afferma che la famiglia consiste solo di comunicazioni né di persone e
né di relazioni tra persone.
La famiglia cambia secondo la differenzazione sociale
è il luogo della società in cui è rilevante la persona nella sua totalità e in
cui non si può non comunicare.
è considerata solo secondo la dinamica
comunicativa e xciò diventa autoreferenziale
un sistema chiuso- autopoietico
ma è cmq aperto agli scambi interattivi con l’esterno
nel senso che pùò comprendere solo le comunicazioni che produce lei stessa ma che
è cmq aperto agli scambi interattivi con l’ambiente nella forma di input
informazionali.
Tesi della famiglia non come sottosistema societario ma come puro sistema
interattivo
tale tesi non considera la famiglia come sottosistema societario e ma come puro
sistema interattivo in cui l’interazione si limita alla comunicazione faccia a faccia e
non si estende all’intera società.
la teoria comunicazionale compie una distinzione tra società e interazioni
considerati entrambi sistemi sociali.
1) Società sono sistemi sociali che abbracciano tutta la comunicazione possibile .IL
loro ambiente contiene molte cose, eventi ,sistemi viventi ed anche esseri umani ma
nessuna comunicazione significativa.
2)Interazioni sono sistemi sociali il cui ambiente è pieno di comunicazioni che non
possono essere controllate dal sistema sociale e percio esse si concepiscono come
interazioni faccia a faccia tra persone e variano in base alla presenza di persone
interne ed esterne al sistema(gruppo,famiglia)
Questi sistemi sociali (società e interazione)non sono evolutivi ma adattivi xkè
condizionati dall’ambiente nel quale operano e vivono e che costruiscono
attraverso la comunicazione .
La famiglia quindi pur interagendo con la società non può + essere considerata come
un sottosistema ma come un puro sistema interattivo che si forma al suo interno in
modo autonomo e indipendente dalle regole sociali .
20
Tesi Della Socializzazione Infantile come “relazione paradossale e del tutto
improbabile”
La tesi della socializzazione infantile come “relazione paradossale e del tutto
improbabile” vede scarse capacità della famiglia contemporanea nelle funzioni di
socializzazione nei confromti dei propri figli.
La socializzazione diviene una sorta di funzione differenziata in base ai meccanismi
della comunicazione sia nei rapporti interni(tra genitori e figli)sia nei rapporti
esterni (tra famiglia e società).
Nel quadro di tale differenziazione la famiglia diventa pura comunicazione carente
nella funzione normativa ed orientativa dei comportamenti dei propri figli non solo
perche diminuisce il suo significato sociale ma soprattutto perché la
specializzazione funzionale per alcuni aspetti diminuisce(compiti materiali) e per
altri si intensifica(compiti comunicativi)che derivano da legami familiari
normativamente definiti.
Dal modo della famiglia di organizzare la comunicazione con l’interno e con
l’esterno si evince un certo permissivismo da non confondere con l’assenza di
regole e di norme che regolano i rapporti dentro e fuori il contesto famiglia.
Occorre xò fare una distinzione tra famiglia del passato multifunzionale e quella
moderna depotenziata funzionalmente a causa del processo di differenziazione
sociale:
Mentre per Parson la famiglia mantiene solo 2 funzioni importanti che sono
(socializzazione primaria dei nuovi nati e stabilizzazione della personalità adulta)
x Luhman la famiglia svolge solo 1 funzione comunicativa interazionale faccia a
faccia e nn 1 funzione x l intera società quindi per lumann la famiglia non è piu 1
sottosistema societario ma un semplice sistema interattivo xkè non svolge piu
nessuna funzione x la società e nn ha piu rapporti con essa;
All interno della famiglia non vi sono piu legami stretti e la famiglia tende a diventare
pure coppia di comunicazione, in quanto il dialogo e la comprensione si riferiscono
solo alla coppia e non al rapporto figli- genitori.
La Coppia non riesce piu a stabilire forti legami con i figli ,a orientarli, non è piu
struttura normativa, perde il suo ethos normastivo in qnt la socialuizzazione esterna
dei figli prende il sopravento.
La societa non delega piu compiti o funzioni alla famiglia ke si chiude smp piu in se
stessa riducendosi a mera comunicazione e mera convivenza e Perciò non bisogna
aspettarsi interazioni ne tra se stessi ne con gli altri.
Vantaggi del nuovo approccio
IL contributo di questo approccio è quello di considerare la famiglia come un
sistema sempre + autonomo in quanto capace di superare i condizionamenti sociali.
Le critiche all’approcio comunicazionale Neo-funzionalista:
21
1)Nel considerare la famiglia puramente come mero sistema interattivo di individui
e come comunicazione faccia a faccia si rischia di ignorare le molteplici
sfaccettature relazionali con altri sistemi
2)Non occorre Osservare il soggetto solo nell’ambito della famiglia e come
strumento di comunicazione ed ignorarlo come soggetto-persona ricco al suo interno
di valori,sentimenti, pensieri da cui scaturisce l’atto comunicativo esterno.
3)La famiglia nella sua differenziazione strutturale e funzionale non si è limitata ad
adattarsi ai cambiamenti sociali ma si è anche rinnovata al suo interno .
4)Non è corretto giudicare la famiglia per la sua incapacità organizzativa e
normativa e di aver fatto poco per la formazione e per l’educazione dei suoi figli
perche la famiglia si muove in funzione del bene per i suoi figli educandoli ed
evitando che si trovino in situazioni spiacevoli(droga).La normatività esiste in tutte
le famiglie anche se in forme diverse.
5)Non occorre ignorare l’interazione tra le sub culture in quanto è attraverso tale
interazione con l’esterno , attraverso la trasmissione di codici e valori che la
famiglia si modifica e si costruisce.
Approccio relazionale
La sociologia studia la famiglia attraverso L’approccio relazionale usato in
contrapposizione agli altri orientamenti che leggono la famiglia in modi non
relazionali .
L’approccio relazionale ,partendo dal presupposto secondo cui la struttura familiare
cambia in base al contesto in cui vive,considera la famiglia contemporanea come un
sistema vivente complesso ,differenziato,con confini variabili in cui si realizza la
strutturazione dell’individuo come persona che relaziona con l’altro secondo un
rapporto che varia per il sesso e l’età.
In primo luogo quindi la famiglia ,pur modificandosi nelle forme e nei contenuti per
motivi sia interni che esterni è e resta una relazione sociale piena e complessa.
Tale Espressione è simile a quella usata da Levì Strauss quando ha parlato della
famiglia come “fenomeno sociale totale” In quanto tale la famiglia è un fenomeno
che
coinvolge
tutte
le
dimensioni
di
vita
biologiche,psicologiche,sociali,culturali,economiche, politiche e religiose ed è
considerata come sistema non chiuso ma aperto e formato da rapporti interpersonali
che vanno al di là della mera comunicazione e si estendono a tutta la comunità
sociale Sul piano sociologico la famiglia esiste in concreto come individualità nello
stesso senso in cui l’uomo esiste come persona.
determinando la costruzione di una rete di famiglie nella società.
Cap.5
IL Welfare State è lo Stato Del Benessere piu conosciuto come Stato assistenziale
o Stato sociale che deve provvedere ad emanare e a mettere in atto quel sistema di
22
norme e di politiche sociali (come sistema della pensioni, o gli assegni familiari x le
famiglie cn 3 figli o gli assegni x l ' invalidità )con le quali dovrebbe cercare di
assicurare sostegno materiale alle famiglie piu povere o che si trovano in situazioni
particolari per eliminare le disuguaglianze tra i cittadini .
Nella società contemporanea attraversata da un processo di modernizzazione e di
industrializzazione in cui la famiglia ha + autonomia economica lo Stato ha
concretizzato l’idea della famiglia come cosa non pubblica o comunque fuori
dall’interesse del governo tanto da considerare il cittadino per eccellenza il
lavoratore single,senza figli ed orfano insomma che non abbia alcun vincolo
familiare.
Bisognerebbe rivolgere alle famiglie una politica sociale che potesse consentire loro
la realizzazione di scopi e procurare loro dei benefici e una migliore qualità della
vità;una politica capace di andare al di la dell’interesse privato dell’unica
famiglia,coppia,individuo e che sia equa e rivolta a tutti.
Tutti qst servizi pero gravano sui conti pubblici perkè rikiedono molte risorse
economike le quali provengono per lo piu dalle tasse ke ogni cittadino paga ma cio
nonostante lo stato nn riesce ad aiutare la popolazione le cui richieste,esigenze e
bisogni aumentano giorno per giorno e a tal proposito dovrebbe mettere in atto
nuove politike sociali in una società di servizi, welfare society.
Cap.6
Oggi Accanto al welfare state e di fronte alle sue lacune, ci sono gli interventi delle
reti di solidarietà primaria(parenti amici vicinato)che colmano i vuoti dello stato del
benesseree e per l'importanza ke le reti di parentela rivestono oggi parliamo non più
e nn solo di welfare state ,ma di welfare society cioè di società di servizi !
Welfare Society è la societa del benessere ,1 società che mette a disposizione della
famiglia una rete di servizi (servizi sociali,educativi come associazione di
volontariato,caritas,associazioni religiose,scuole che non abbiano interessi economici
e utilitaristici ma solo di solidarietà e di reciprocità.Per esempio l’asilo nido è una
salvezza per i genitori che lavorano e non riescono più a svolgere funzione di
socializzazione secondaria e di educazione per i figli. Rivalutare le reti di solidarietà
primaria che rappresentano la Welfare Society significa rivalutare le interazioni tra
soggetti.
Spesso la famglia tende al privatismo e alla privacy mettendo delle barriere tra vita
familiare ed extra familiare ed è la famiglia che decide chi vedere,quando e come
instaurare con la parentela e la comunità una relazione di solidarietà primaria.
23
Cio non significa che la famiglia si isola dalla comunità così come afferma Parsons
ma che decide lei quando è il momento di entrare in relazione con l’esterno in quanto
per la famiglia oggi i rapporti amichevoli,relazionali rappresentano un sostegno
morale.
La Welfare Society come il Welfare State offre alla famiglia dei servivi ma mentre i
servizi della prima sono informali quelli del secondo sono formali.
Si può parlare di Welfare Society quando si ha di fronte un sistema di servizi ampi
assolti da altre agenzie sociali presenti sul territorio che non dipendono dallo stato in
modo modo che le famiglie non siano totalmente dipendenti dalle istituzioni statali .
Il rapporto tra reti informali di solidarietà primaria e politiche sociali formali di aiuto
per la famiglia è stato studiato secondo 2 Teorie:
 Teoria dell’Adattamento:secondo cui mentre da un lato la famiglia, con la sua
capacità di adattamento alle “possibilità istituzionali”, dovrebbe cercare di non
dipendere totalmente dalle agenzie extrafamiliari e di svolgere funzioni
sufficienti a soddisfare i suoi bisogni individuali e familiari lo Stato deve
mobilitarsi maggiormente x aiutare la famiglia.
 Teoria del Bilanciamento:secondo cui ci dovrebbe essere 1 equilibrio tra
settore informale e formale tra funzioni affidate e svolte dalle reti di solidarietà
primaria e quelle affidate e svolte dalle istituzioni politiche perciò si parla di
famiglia
in
1
società
di
servizi
i
cui
compiti
sono
complementari,sostitutivi,specifici rispetto a quelli dello stato.
CAP. 7
L’analisi della famiglia nella ricerca empirica
Analisi delle strutture familiari:le relazioni ufficiali
Una analisi delle forme familiari,deve essere in grado di cogliere i confini entro i
quali cadono i membri che costituiscono una famiglia;vale a dire utilizzando dei
criteri che definiscano l’oggetto di studio.
L’individuazione dell’oggetto di studio,procede attraverso selezioni successive. Il
processo selettivo interessa le seguenti polarità:

Relazioni familiari/strutture familiari;

Famiglia di orientamento(di origine)

Famiglia di procreazione(famiglia che si costituisce),unità di coabitazione.
Una volta che si individuano quelli che sono i confini,bisogna osservare come sono
organizzate le relazioni familiari e scegliere i criteri da utilizzare per classificare le
strutture familiari.
24
Nelle rilevazioni censita rie del 1951 ,l’ISTAT individua la famiglia in base ai
seguenti criteri:
1. Relazione di parentela o affinità o affettività che unisce tra di loro più persone.
2. Convivenza di tutti i membri nello stesso alloggio co dimora abituale nello
stesso Comune
3. Unicità del bilancio per le entrate e per le uscite destinato al soddisfacimento
dei bisogni primari.
PER FAMIGLIA SI INTENDE UN INSIEME DI PERSONE LEGATE DA VINCOLI
DI MATRIMONIO, PARENTELA, AFFINITA’,ADOZIONE,AFFILIAZIONE
,ECC… COABITANTI ED AVENTI DIMORA NELLO STESSO COMUNE .
NORMALMENTE PROVVEDONO AL SODDISFACIMENTO DEI LORO BISOGNI
MEDIANTE LA MESSA IN COMUNE DI TUTTO o PARTE DEL REDDITO DI
LAVORO O PATRIMONIALE DA ESSE PERCEPITO. UNA FAMIGLIA PUO’
ESSERE ANCHE COSTITUITA DA UNA SOLA PERSONA LA QUALE
PROVVEDE IN TUTTO O IN PARTE CON I PROPRI MEZZI DI SUSSISTENZA
AL SODDISFCIMENTO DEI BISOGNI PERSONALI. FANNO PARTE DELLA
FAMIGLIA COME MEMBRI AGGREGATI DI ESSA TUTTI COLORO CHE
COABITANO NELLA FAMIGLIA MA SENZA ALCUN VINCOLO DI PARENTELA
CON IL CAPOFAMIGLIA E QUINDI ANCHE LE PERSONE ADETTE AI LAVORI
DOMESTICI,NONCHE’ LE PERSONE CHE CONVIVONO ABITUALMENTE
CON LA FAMIGLIA.
L’ISTAT a partire da questa definizione individua le seguenti tipologia di strurrure
familiari:
-Famiglia di tipo A:un solo capofamiglia ,con o senza membri aggregati
-Famiglia di tipo B:Capofamiglia+coniuge senza figli , con o senza membri aggregati
-Famiglia di tipo C:suddivisa in
C1:capofamiglia+coniuge+figli, con o senza membri aggregati
C2: capofamiglia maschio +figli e senza coniuge, con o senza membri aggregati
C3: capofamiglia femmina figli e senza coniuge, con o senza membri aggregati
-Famiglia di tipo D: suddivisa in
D1:Coniugi senza figli+parenti, con o senza membri aggregati
D2: Coniugi +figli +parenti, con o senza membri aggregati
D3: capofamiglia maschio senza coniuge+figli +parenti, con o senza membri aggregati
D4: capofamiglia femmina senza coniuge+figli +parenti, con o senza membri aggregati
D5-D8:Varie forme date da capofamiglia senza coniuge e senza figli+parenti
D9:Altri casi
Nell’indagine sulle strutture e sui componenti familiari,condotta nel 1983,l’ISTAT ha
individuato tre grandi gruppi:

Famiglie senza nucleo: Una persona sola
25

Famiglie con un solo nucleo suddivise in:coppie con figli;senza figli;nuclei
monogenitoriali.

Famiglie con due o più nuclei.
Tra le tante possibili definizioni di famiglia Indipendentemente dalla composizione
dichiarata in anagrafe,sono state considerate facenti parte della stessa famiglia tutte
quelle persone che vivono abitualmente in una stessa abitazione e che sono inoltre
legate tra loro da relazioni di parentela,affinità,affettività o amicizia”.
La famiglia così definita viene a costituire un aggregato assai articolato,che non
deve essere confuso con quello che viene dichiarato”nucleo familiare”.
Il “nucleo familiare” comprende tutte quelle persone che sono legate dal vincolo di
coppia o dal vincolo genitori/figli. Per esempio due sorelle costituiscono una
famiglia di due persone che non comprende alcun nucleo familiare ed inoltre
persone coabitanti in una famiglia contenente almeno un nucleo,ma non
appartenenti ad esso,sono definite come componenti o membri familiari isolati.
Sempre l’indagine del 1983,consente una stima delle unioni di fatto. Le famiglie
effettive ,quelle anagrafiche risultano essere meno numerose rispetto a quelle di
fatto. Il confronto tra i dati del censimento e quelli dell’indagine speciale indica: che
coloro che hanno residenza separata ,non sempre vivono da soli in tutto o parte del
tempo. I motivi per cui le persone possono prendere una residenza separata sono
diversi:per convenienza fiscale ,per necessità amministrativa,per motivi
previdenziali,per motivi assistenziali:un anziano a basso o nessun reddito può avere
diritto ad una pensione sociale se risulta vivere da solo;un giovane studente che ha
residenza da solo può chiedere il presalario,e così via…
Negli ultimi anni si privilegiano molto di più le relazioni di fatto rispetto a quelle
esclusivamente giuridiche.
Tecniche di ricerca empirica quantitativa e qualitativa sulla famiglia
L’analisi delle strutture familiari costituisce solo un aspetto dello studio della
famiglia da un punto di vista quantitativoda parte degli organi preposti allo studio e
al monitoraggio delle tendenze demografiche che non riescono a spingersi oltre il
livello dell’analisi quantitativa della composizione delle singole unità di
coabitazione,per toccare da un punto di vista qualitativo il tema delle opinioni,degli
atteggiamenti,delle relazioni sociali,delle regole che sono alla base delle interazioni
tra soggetti che vivono sotto lo stesso tetto.
In questi anni si sono moltiplicate, anche in Italia,le ricerche empiriche sulla
famiglia che si possono suddividere in due grandi filoni:
Il filone delle analisi sulla famiglia come gruppo sociale specifico;
Il filone delle analisi che considera la famiglia come variabile che può essere
considerata dipendente o indipendente a seconda delle esigenze e delle finalità
della ricerca.
Lo studio della dimensione qualitativa della famiglia come le relazioni interne e
quelle esterne con le altre istituzioni territoriali richide tecniche diverse da quelle
usate per lo studio della dimensione quantitativa ossia strutturale della famiglia.
26
 ANALISI SULLA FAMIGLIA COME GRUPPO SOCIALE SPECIFICO
Negli USA a partire dagli anni 60’, soprattutto per merito dell’approccio
interazionista ,si è avuta una proliferazione di studi e ricerche sulla famiglia
soprattutto sulle relazioni familiari coniugali dal punto di vista di:
 Attese relative ai ruoli coniugali(divisione del lavoro,differenziazione
sociale,compiti da svolgere ecc…);
 Comunicazione,consenso,compromesso,soluzione dei problemi in una coppia;
 Autorità nella coppia e relazioni tra differenti status.
Questo filone di studi ha dato un particolare spazio all’approfondimento di aree
quali:
 Adattamento coniugale(successo matrimoniale);
 Interazione coniugale;
 Scelta del coniuge e periodo pre-matrimoniale;
 Relazioni genitori-figli.
Nell’ambito delle ricerche sulle dinamiche interne alla famiglia interessante è stato
il lavoro di Burgess e Wallin,che intervistarono per due volte un campione di 1000
coppie, la prima durante il fidanzamento,la seconda dopo circa tre anni dal
matrimonio con l’obiettivo di cogliere un nesso tra andamento del fidanzamento e
riuscita del matrimonio.Mentre nella prima fase si è cercato di individuare un
insieme di aspettative per un eventuale matrimonio(numeri di figli,occupazione o
meno della moglie madre) nella seconda fase per capire il grado di successo che
stava avendo e che avrebbe continuato ad avere il matrimonio si sono costruiti degli
indici a partire da dimensioni quali stabilità nell’unione,felicità,soddisfazione del
matrimonio,amore per il coniuge livello di comunicazione-sostegno reciproco.
Nell’ambito delle ricerche sulla interazione coniugale,sono da ricordare i molteplici
lavori tesi a cogliere se e come l’assunzione di un ruolo strumentale anche da parte
della donna possa modificare le relazioni di coppia,sia da un punto di vista
dell’autorità che da un punto di vista della distribuzione dei compiti e delle
responsabilità;se la nascita di un figlio può in qualche modo modificare la relazione
di una coppia ed influenzare il livello di soddisfazione della vita matrimoniale.
Infine nel settore delle relazioni genitori-figli,i molteplici studi sulla
socializzazione infantile,sul ruolo dell’adolescente dentro la famiglia,hanno
contribuito a meglio definire il clima familiare che favorisce o meno l’assunzione di
particolari modelli di comportamento ,trasmissione dei valori,creazione di sicurezze
primarie,fondamentali per la formazione delle identità.
Merito di tali studi è l’aver considerato la famiglia non come raggruppamento
indifferenziato di soggetti con stesso destino,stesse aspettative e stesse motivazioni
ma come un sistema di relazioni dinamiche.
Tali ricerche usavano delle tecniche e metodologie di tipo tradizionale:la quasi
totalità delle informazioni sono raccolti tramite questionari o interviste semistrutturate ai soggetti,prevedendo parti distinte del questionario,rivolte all’uomo o
alla donna. Le diverse dimensioni rilevanti ai fini della ricerca sono operativizzate in
27
variabili e indicatori,che in molti casi sono utilizzati per costruire indici,come
l’indice di funzionamento familiare e di felicità coniugale.
Altri tipi di ricerche per lo studio della famiglia invece usano tecniche sperimentali
consistenti nell’ osservazione diretta della famiglia,in particolare della relazione tra i
coniugi e tra genitori e figli che se applicate a famiglia di classi siciali diverse danno
come risultato indici diversi riguardo all’autorità della donna nella
coppia,all’influenza esercitata dai genitori sui figli. L’interesse dei ricercatori per
questo genere di tecnica nasce dal fatto che le relazioni familiari più che essere
raccontate dai soggetti che le vivono,sono osservate direttamente dal ricercatore.
Per lo studio del cambiamento sociale Ruben Hill utilizzò un metodo di ricerca
articolato su comportamenti familiari di tre generazioni di famiglie appartenenti alla
stessa discendenza che consentì di analizzare e approfondire come l’urbanizzazione
agisce in riferimento a una cultura familiare relativamente costante nel tempo. Tale
ricerca dimostrò che i mutamenti nei comportamenti familiari di tre generazioni di
famiglie erano stati molto contenuti,mentre risultavano molto più accentuati i
cambiamenti nelle norme e che nonostante l’urbanizzazione,la modernizzazione ed i
cambiamenti economici c’è continuità e non rottura tra abitudini,stili di vita vissuti
da individui di generazioni diverse. Da ciò si è evinto che il confronto tra due
generazioni,la generazione delle madri e quella delle figlie consente di vedere non
solo come i modelli socio-culturali delle madri influenzino quelli delle figlie,ma
anche come il passaggio da una generazione all’altra si modifichino i
comportamenti e le aspettative relative al ruolo,alle modalità di allevamento dei
figli ecc…Le differenze rilevate non solo nei comportamenti ma anchr nelle
aspettative di ruolo sono indicatore del lento mutare delle relazioni familiarie del
rapporto famiglia ed angenzie esterne socio-educative e sanitarie.
Un dinamico approccio mallo studio della famiglia è srato utilizzato da quanti fanno
riferimento al concetto di “ciclo di vita della famiglia” che permette di analizzare i
mutamenti che hanno luogo nella composizione e nelle caratteristiche della famiglia
nel susseguirsi delle diverse generazioni a partire dal matrimonio,attraverso
l’allevamento dei figli,il lasciare la casa paterna-da parte dei figli-fino alla
scomparsa della famiglia.
Sono state condotte nel campo della famiglia anche delle ricerche
longitudinali:gruppi di individui sono seguiti dalla nascita alla maturità,attraverso
l’utilizzo di test,osservazioni,questionari,diari,storie di vita ecc… ricerche di questo
genere sono molto rare,poiché richiedono un livello di organizzazione molto
articolato e complesso in quanto si articolano in lasso di tempo che va dai 30 ai 3540 anni.
 ANALISI SULLA FAMIGLIA COME VARIABILE DIPENDENTE O
INDIPENDENTE
28
C’è anche un filone di studi che vede la famiglia come la famiglia come variabile
che può essere considerata dipendente o indipendente a seconda delle esigenze e
delle finalità della ricerca.
 famiglia come variabile indipendente
Nel primo gruppo di studi in cui la famiglia viene usata come variabile
indipendente ,sono da inserire tutte quelle ricerche che nella individuazione delle
cosiddette caratteristiche oggettive e soggettive degli intervistati, prendono in
considerazione anche la variabile famiglia. La famiglia è una struttura relazionale
caratterizzata da specifici modelli e valori ,da una sua organizzazione interna,e da
una sua posizione di status,influenza il comportamento e gli atteggiamenti dei
soggetti che ne fanno parte.
Ci sono degli studi in cui la variabile famiglia viene usata allo stesso modo delle
altre variabili,come quella del sesso,senza approfondire quali possano essere i
meccanismi attraverso i quali una famiglia influenza un soggetto.
E’dunque usata come variabile classificatoria ,che consente di vedere se e come
alcuni tipi di comportamento o di atteggiamento si modificano a seconda
dell’appartenenza del soggetto a un tipo di famiglia anziché ad un altro.
Le ricerche sulla socializzazione acquisitiva ,sulla riuscita scolastica,sulla capacità
del soggetto di sviluppare indipendenza ,partecipazione e autonomia ecc…,sono
indagini in cui si parte non solo dall’ipotesi che comunque la famiglia è una
struttura che genera differenziazione e differenze,ma si tenta di indagare attraverso
quali meccanismi si realizza tale differenziazione. Ricerche di qst tipo hanno
consentito l’individuazione di correlazioni più o meno forti tra:

Riuscita scolastica dei padri e riuscita scolastica dei figli;

Debolezza del ruolo paterno e assunzione di comportamenti conformistici e
massificati.
 famiglia come variabile dipendente
Nel secondo gruppo di studi in cui la famiglia viene usata come variabile
dipendente sono individuati
I fattori socio culturali esterni(emigrazione,mobilità sociale) che
hanno
ripercussioni sulle funzioni della famiglia di trasmissione culturale di valori ,di
integrazione e controllo dei nuovi nati.
Tali ricerche sono di tipo qualitativo in quanto analizzano la famiglia a partire
dall’insieme dei valori daessa sono mediati per risalire ai comportamenti ed alle
norme di una data collettività. La famiglia diventa il filtro attraverso il quale e per il
quale una società,una comunità riproduce se stessa nel passaggio da una
generazione
all’altra.
Storie
di
vita
,diari,colloqui
semistrutturati,interviste,ecc…sembrano gli strumenti più utilizzati per lo studio della
famiglia e delle relazioni familiari e del loro mutamento.
Tecniche specifiche di analisi della famiglia
29
I contributi empirici sulla famiglia,soprattutto in area americana e
anglosassone,sono ricchissimi e ad ampio raggio. La famiglia è stata analizzata in
moltissimi suoi aspetti,sia interni (relazioni familiari )che esterni(rapporto con
altre istituzioni e gruppi sociali). L’abbondanza degli studi e delle chiavi di lettura
conferma la complessità stessa della famiglia.
a) nello studio delle relazioni intra-familiari sono presi in considerazione solo
alcuni aspetti della vita di coppia o del rapporto genitori-figli,mentre viene meno
la possibilità di ricostruire l’articolato e complesso sistema di interdipendenza
tra le dimensioni economiche-strumentali,affettive,sessuali,psicologiche,di
potere,biologiche ecc… in molti casi il dato circa la relazione familiare viene
rilevato da un solo componente della famiglia,ipotizzando che quanto
l’intervistato dica sulla propria vita corrisponda effettivamente alla realtà.
b) nell’analisi circa il rapporto tra la famiglia e le diverse istituzioni,agenzie
esterne,in molti casi la famiglia è trattata come contenitore generico che si
differenzia al massimo per la composizione strutturale senza fare attenzione a
come le dinamiche interne(affettive ed economiche)influenzino il modo in cui la
famiglia si rapporta con l’esterno.
Spesso si conoscono le caratteristiche socio-culturali dell’intera famiglia da
informazioni date attraverso un questionario sottoposto ad un solo componente della
famiglia che di solito è il capofamiglia.
Osservazione diretta,ricerche su + generazioni,indagini longiutidinali,lavori condotti
con ausilio del concetto di ciclo di vita considerano la famiglia non tanto come
prodotto delle interazioni tra i membri componenti quanto come sistema vivente che
cambia e si modifica nel tempo per effetto sia di fattori interni che esterni.
CAP. 9
Gli spostamenti di confine fra pubblico e privato nella famiglia
Gli attuali cambiamenti sociali della famiglia possono essere letti a partire da un
assunto che consiste nel ritenere che il problema centrale della odierna sociologia
della famiglia sia diventato quello che viene considerato spostamento di confine tra
pubblico o privato.
Il termine privato si riferisce a ciò che è di esclusivo dominio di uno o più soggetti
,colui che fa parte di qst sfera non è tenuto a perseguire gli interessi generali della
società cui appartiene.
Il termine pubblico,si riferisce a ciò che è di interesse generale e che quindi cade
sotto dominio comune a tutti i membri della società e perciò aperto e accessibile a
tutti.
Concetto di spostamento dei confini: intendiamo il modificarsi della valutazione
di ciò che in precedenza era ritenuto appartenente ad una sfera di relazioni anziché a
un’altra. Qst concetto implica non pochi problemi di definizione e di
interpretazione. Da un punto di vista sociologico gli spostamenti di confine hanno a
che fare con il mutamento delle strutture e delle forme dei simboli umani di
comunicazione,orientamento e regolazione. Nella modificazione dei confini si
riassumono un po’ tutti i drammi,partendo dal cambiamento della famiglia e della
sua rilevanza sociale. Il paradosso cruciale che permane è quello di andare ad
30
analizzare se la famiglia può entrare a far parte della sfera pubblica oppure della
sfera privata. La famiglia da sempre è stata vista come un fatto pubblico e privato al
tempo stesso,tanto che non può esservi l’eliminazione di uno dei due poli.
 La crescente privatizzazione della famiglia
Secondo le tesi sociologiche più accreditate,la famiglia moderna nasce in quanto
tale come polo o sfera essenzialmente privata della società borghese con il suo stato
nazionale. Autori contemporanei hanno enfatizzato che la famiglia borghese sia
stata la culla della civiltà moderna.
Il passaggio dalle forme “organiche” della famiglia pre-moderna a quelle
“privatizzate” della famiglia che siamo soliti chiamare moderna rimanda a
dimensioni e percorsi storici molto complessi,che dovrebbero essere documentati
con studi e ricerche approfondite.
Privatizzazione può significare:
a. La ricerca di un ambito di vita relativamente “chiuso”in cui si preserva e si
promuove un particolare stile di vita distintivo dapprima di una classe o di un ceto
sociale.
b. L’emergenza di una famiglia puerocentrica,cioè centrata sul bambino.
c. L’accentuazione di un processo di nuclearizzazione della famiglia.
Infine privatizzazione della famiglia significa separazione e/o perdita di funzioni nei
controlli in altre sfere(o sottosistemi )della società. Si tratta dapprima della
separazione tra casa e azienda,che porta alla perdita di funzioni direttamente
produttive della famiglia. In seguito si tratta anche di altre funzioni ,in linea di
principio tutte tranne quelle di riproduzione sessuale specifica della famiglia.
Dal punto di vista empirico,la tesi di una perdita di funzioni educative e
socializzative della famiglia,così come degli altri aspetti è però molto controversa.
Su questi aspetti la tesi della privatizzazione ha subito le più disparate
formulazioni:dapprima si è detto che la famiglia andava radicalmente perdendo tali
funzioni,poi si è scoperto che tali funzioni erano e restano di gran parte a carico
della famiglia,anche se in congiunzione con altre agenzie esterne.
Ma allora il processo di privatizzazione va inteso Probabilmente nel senso che le
capacità di controllo sociale in senso lato della famiglia sui suoi membri sono
venute diminuendo rispetto al passato.
Spostamento dei confini all’interno della famiglia
Le relazioni familiari vengono rappresentate come relazioni in cui il soggetto è
legittimato a esprimere gusti e preferenze del tutto individuali,dal punto simbolico la
dimensione familiare della relazione sociale generalizzata si sposta verso il
soggettivo. Dal punto di vista funzionale,le relazioni familiare debbono servire scopi
e tipi di bisogni che corrispondono essenzialmente a esigenze di pura espressività. Per
quei bisogni e compiti che non sono di tipo espressivo, le relazioni familiari perdono
di rilevanza,non servono più. Sono semplicemente fuori luogo;debbono essere
lasciate da parte.
31
In breve nella propria famiglia,l’individuo può fare quello che vuole,a condizione che
non vengano violati i diritti degli altri. Dapprima ciò vale solo per l’adulto,ma poi il
processo simbolico e funzionale viene riferito anche ai giovani,adolescenti,ragazzi e
bambini,a partire dal momento in cui la personalità dell’individuo è in grado di
esprimere una sua volontà.
È più che ovvio che questi spostamenti avvengono senza chiari punti di
riferimento;non ci sono,né possono esserci,precisi accordi o esplicite definizioni. Le
cose cambiano sotto impulsi di forze che gli individui sanno di non poter
padroneggiare. Le relazioni sociali cambiano sotto la pressione di forze che sono
sociali.
Il concetto di privatizzazione familiare dice anche che:”poiché la società moderna
rappresenta la famiglia come sfera privata per eccellenza ,quest’ultima è impedita a
cogliersi come fenomeno sociale e a essere legittimata.
Una società quindi basata sull’individualismo,favorisce una visione psicomorfica
della realtà,nel senso che diventa un mero riflesso dell’IO. I sentimenti assumono
più importanza delle azioni. In sintesi,si capisce che la famiglia non possa fare altro
che privatizzarsi sempre di più perché le relazioni interne,non vengono più colte
come relazioni propriamente sociali.
Famiglia nei rapporti con L’esterno
La famiglia si configura come un ambito decisionale privato che può influenzare gli
altri sottosistemi per cui a sua volta deve essere influenzato e anche in anticipo.
Nelle relazioni con l’esterno è considerato un ambito di decisioni che si esprimono
in aspettative, e tali aspettative devono essere in anticipo oggetto di pressioni da
parte di qualsiasi altro sottosistema della società al fine di poter perseguire i propri
interessi. Se è la politica che si rivolge alla famiglia.qst’ultima si configura come
una sfera di relazioni in cui li individui si influenzano a vicenda attraverso
comunicazioni interpersonali.. se è l’economia che si rivolge alla famiglia,qst si
configura come un’unità di consumo che condiziona i comportamenti dei singoli di
fronte alla scena economica. Se è la scuola che si rivolge alla famiglia,qst può essere
vista come una controparte privata che cmq influenza gli individui con il suo
assenso-dissenso. Se il sistema sanitario si rivolge alla famiglia,qst viene
considerata come contenitore residuale quindi privato,dove debbono essere
soddisfatti tutti quei bisogni necessari per garantire il benessere. Tutto ciò ci fa
capire che la famiglia tende sempre di più alla privatizzazione ,ma ciò accade anche
perché la società contemporanea rappresenta la famiglia come sfera delle relazioni
espressivo-comunicative libere da qualsiasi responsabilità pubblica. Tale
privatizzazione,tale chiusura della famiglia porta grossi problemi ,in quanto si
vengono a creare dei conflitti con l’esterno e che sono insolubili in mancanza di
comprensione.
 Pubblicizzazione Della Famiglia
Con la pubblicizzazione della famiglia,noi intendiamo alludere in primo luogo al
fatto che lo sviluppo del welfare state ha significato un crescente interesse dello
32
Stato per la famiglia ,in termini di nuove regolazioni e interventi per il suo
benessere. Ciò non vuol dire che lo stato abbia sostituito la famiglia nei suoi
compiti.
Legislazione della famiglia in rapporto ai fenomeni sociali
Per quanto riguarda la legislazione della famiglia,possiamo riassumere la tendenza
alla pubblicizzazione con il dire che lo Stato contemporaneo tende a regolare i
diritti dei singoli e delle relazioni nella famiglia in modo sempre più
dettagliato,sostanziale e interno anziché secondo modalità generali,formali ed
esteriori.
Nel campo civile,lo Stato a regime di Welfare interviene nei rapporti familiari
specificando via via i diritti e doveri dei coniugi,dei genitori verso i figli e viceversa.
Un esempio di pubblicizzazione di relazioni familiari un tempo considerate
prettamente private,possiamo ricordare quelle relative alla tutela dei minori così
come si sono venute configurando in Italia a seguito della legge 151/1975(riforma
del diritto di famiglia)e della legge 184/1983(disciplina dell’adozione e
dell’affidamento dei minori).Con la prima legge si consentono la ricerca della
paternità e maternità con ogni mezzo e l’inclusione legittima nella famiglia dei figli
nati fuori dal matrimonio,azioni che un tempo erano intese come violazioni della
privatezza della famiglia. Con la seconda legge si prevede la possibilità di togliere
un bambino da una famiglia ritenuta dal giudice “non idonea”,per affidarlo per un
certo periodo di tempo a un’altra famiglia o a una persona singola o a una comunità
di tipo familiare.
Un altro campo esemplificativo riguarda i diritti della donna,nella famiglia e fuori di
essa,lo Stato tende ad assicurare un’emancipazione sempre più netta e paritaria con
il maschio. Più in generale si può dire che lo
Stato di Welfare tende a pubblicizzare la relazione tra genitori e figli e i rapporti tra
i sessi laddove non ritiene sufficientemente garantita la parità materiale delle
opportunità,mentre tende invece a “recepire”la privatizzazione delle relazioni fra gli
adulti,per esempio fra i sessi congiunti.
Inoltre abbiamo uno stravolgimento della situazione rispetto al passato,i quanto al
donna non è più vista come un oggetto di manifestazioni abusanti nei
comportamenti sessuali di coppia,oppure il diritto dei figli di non essere più oggetto
di incuria, di abusi ecc… Si nota anche l’estensione al diritto penale di altri tipi di
comportamenti,per esempio quelli economico-fiscali della famiglia verso lo stato
(evasione fiscale).
In sede sociologica,suggestiva appare l’ipotesi secondo la quale,per quanto ampi gli
spostamenti fra pubblico e privato possano essere,il loro rapporto tende a restare
costante o comunque bilanciato”nei confronti di questo quantum a noi è data solo la
possibilità di variare i campi in cui questi principi si dividono”. Questa
affermazione che noi potremmo denominare teorema di Sammel,ci avverte che non
vi sono spostamenti lineari da un campo all’altro. Essa deve essere letta in
congiunzione con un’altra teoria,che potremmo definire teorema di Durkheim
,secondo cui a misura che la famiglia perde la sua autonomia funzionale e tende a
33
configurarsi come organo specializzato della società ,essa produce per riflesso
l’esigenza della collettività di intervenire su tutti i suoi aspetti di vita ,perché a
partire da quel momento,tutto ciò che avviene in essa ha ripercussioni nell’intera
società. Per entrambe le teorie ciò che è cruciale è il confine in un movimento
complessivo che vede aumentare individualismo e socializzazione al contempo. Un
esempio per capire potrebbe essere dato dl diritto penale tradizionale della famiglia
si interessa a quanto accade nella famiglia. Con lo spostamento dei confini il diritto
penale si orienta alla difesa dei diritti materiali del singolo all’interno della famiglia.
I servizi dello Stato di Welfare
I servizi dello Stato di Welfare hanno seguito le stesse tendenze appena rilevate xkè
i servizi sociali hanno la funzione di attuare in modo concreto i diritti-doveri previsti
in modo astratto dalla legislazione. la logica dichiarata(funzione manifesta) del loro
sviluppo si è incentrata sull’esigenza di pubblicizzare i problemi della famiglia
,mentre di fatto(funzione latente)essi hanno spesso prodotto una nuova
privatizzazione di famiglia. Per fare un esempio,essi hanno contribuito a
“pubblicizzare”le tematiche della sessualità e della riproduzione umana
,comportamenti come la contraccezione e l’aborto non sono solo fatti privati ma
anche politici. Dopo anni di esperienze,i consultori hanno certamente accresciuto
una nuova sensibilità privata per tutti questi temi,ma hanno risolto ben poco dei
problemi sociali in cui questi tempi sono immersi:l’educazione alla sessualità ha
fatto passi indietro,la contraccezione non si è sviluppata in modelli maturi,e l’aborto
viene usato come mezzo di controllo delle nascite.
Inoltre i movimenti per i diritti di soggetti specifici(donne,malati portatoti di
handicap,ecc…)abbiano reso e in futuro renderanno ancora di più ciò che fino a
poco tempo fa era riservato al privato,chiuso entro margini precisi,confinato a spazi
e tempi sociali su cui il pubblico(lo Stato) aveva poco da dire. Gran parte degli
spostamenti traggono impulso dai cosiddetti “movimenti sociali”degli anni sessanta
e settanta ,infatti da un lato i movimenti sociali di cui parliamo chiedono aiuti da
parte del welfare state,ma dall’altro reclamano tutto ciò in rapporto a una più elevata
qualità della vita privata con la conseguenza dello scostamento dei confini verso il
pubblico si traduce in un ulteriore passo presso la privatizzazione della vita.
Per capire bene la situazione che vi era all’epoca possiamo prendere in esame il caso
dell’adulterio e del concubinato. In Italia negli anni 70’ la Corte costituzionale ha
depenalizzato tali comportamenti,dichiarando che tali azioni debbano ormai ritenersi
come fatti privati. Altro esempio ,si pensi alla richiesta di “diritti” dei ragazzi ,e
anche per i bambini ,di avere proprie relazioni sessuali con adulti senza che ciò
debba essere considerato “abuso” da parte dell’adulto che ritiene il minore
consenziente. In breve dal punto di vista sociologico ciò che importa è che ,nella
società odierna,la cultura prevalente e l’organizzazione politica che essa esprime
non tollera più il fatto che certi aspetti o comportamenti della vita familiare siano
ancora considerati privati,nel senso di essere esclusi o sottraibili dall’osservazionegiudizio regolazione-intervento pubblico. Le pressioni del sistema societario sulla
privacy si traducono nell’allentamento dei legami sociali. Si nota anche che la
34
famiglia totalmente aperta o socializzata priva di confini in quanto totalmente
“pubblicizzata” sviluppa delle patologie specifiche. Tali patologie nascono in modo
visibile nell’individuo. Per compensare tali carenze vengono richiesti e sviluppati
nuovi interventi pubblici,che però non può dare loro una risposta. Cosicchè si
ricorre di nuovo alla privacy. E così via in un gioco senza soluzione.
Come spiegare un processo apparentemente paradossale
Ora fissiamo bene il paradosso dei cambiamenti familiari odierni:
a. Vi sono pressioni presso la privatizzazione che verso la pubblicizzazione della
famiglia.
b. Forti pressioni in una direzione ,provocano esiti contrari nella direzione
contraria e viceversa.
c. La mancanza di un punto di equilibrio provoca crescenti patologie.
I limiti e i confini che sarebbero richiesti per evitare questo parossismo non sono
certamente mai dati,né fissati a priori,bensì sempre variabili. Anche la società nostra
deve affrontare il problema di evitare i pericoli e i danni in atto del relativismo
culturale. Il relativismo si esprime nella forma di un codice simbolico che privilegia
l’individualismo,comportando così il declino fino all’agonia della sfera pubblica,e la
parallela degenerazione della vita privata.
In italia ormai è usuale che leggi che vanno a toccare le “relazioni intime” pongano
nel primo articolo un’affermazione esattamente contraria a quella che è lo scopo
ultimo materiale della legge. Ci rifacciamo a tre esempi:

Legge che regola il divorzio all’inizio richiama l’intento di salvaguardare
l’istituzione del matrimonio,e ne da forse la definizione più bella che possa esistere
nel nostro ordinamento giuridico.

La legge che depenalizza l’aborto inizia con il dire che lo Stato tutela la
maternità e vieta l’uso dell’aborto come mezzo di controllo delle nascite ,mentre poi
dice ben poco sulla tutela della vita nascente e della maternità,né sanziona chi
utilizza l’aborto come strumento di pianificazione delle nascite.

Legge che regola le adozioni e gli affidamenti dei minori inizia con il dire che
“il minore ha diritto di essere educato nell’ambito della propria famiglia”,mentre poi
legittima interventi dentro la famiglia ritenuta “non idonea”secondo la valutazione
discrezionale del giudice.
Tuttavia è evidente che la nostra società è presa da precise contraddizioni e che non
si tratta di contraddizioni formali ma sostanziali,se non altro perché mettono in
gioco la vita umana.
Il quesito sociologico invece è:perché dire che esiste il diritto di fare o avere X se
poi non lo si promuove ,ma anzi si legittima anche il diritto a fare o avere non X?
Le contraddizioni anzi dette sorgono in quanto la legislazione e i servizi debbano
supplire alla mancanza di una concreta politica a favore della famiglia in quanto
tale.
È importante moltiplicare la legislazione sulle situazioni patologiche,facendo di
interessi particolari un diritto collettivo generalizzabile con valenze pubbliche.
35
Il sistema politico-amministrativo non riesce più a mantenere un chiaro confine tra
sfera privata e pubblica perché non sa promuovere né l’una né l’altra.
Il diritto deve solamente recepire ciò che accade,le istanze,i bisogni così come si
manifestano,in tanto in quanto questi bisogni sono socialmente diffusi e rispettano le
regole del gioco.
Il riconoscimento di “valore” come diritto potrà avvenire solo se c’è una sufficiente
capacità di pressione,di influenza e di rappresentazione democratica. I valori
possono essere tradotti in diritti solo dopo essere stati interpretati secondo un codice
di tipo economico in senso analitico. È bene sottolineare che gli spostamenti di
confine non seguono più una logica lineare,ma circolare,siamo di fronte a un
processo di continua ridefinizione circolare. Questa tesi può essere articolata per
punti:
1. Contrariamente alla società moderna,la società attuale complessa, non ha più
un codice simbolico-normativo.
2. Gran parte delle teorie del rapporto pubblico-privato trattano ancora il confine
come una linea divisoria che si possa identificare in qualche senso analogo al modo
in cui possiamo raffigurarci un disegno nello spazio,mentre invece il confine è una
mediazione simbolica,la quale risponde a certe logiche ed è soggetta a continui
problemi di interpretazione.
3. Indicare il confine diventa poco a poco una funzione specifica ,che ha un solo
codice simbolico-normativo e richiede un apposito sottosistema di controllo nel
sistema societario.
Facciamo un esempio:la relazione inerente all’unione coniugale è un fatto pubblico
o privato?
Le società che hanno preceduto la nostra non avevano dubbi al riguardo,il
matrimonio era una relazione pubblica . non che gli aspetti privati fossero assenti
,ma questi ultimi erano subordinati e come “confusi” entro la cornice pubblica.
Con l’avvento della modernità il matrimonio diventa un problema non più una
realtà. La dialettica pubblico-privato entra dunque anche nella relazione sociale ,tale
che non solo gli aspetti privati si svincolano da quelli pubblici,ma assumono una
posizione e un titolo dinamico di confronto continuo. Sposarsi non vuol, dire più
assumere un certo ruolo definito e vincolarsi a obblighi mutabili :ciò che saremo
come marito o come moglie ,o come padre e madre ,verrà considerato nelle
situazioni , e così è anche per le aspettative verso i figli ,e delle aspettative che i
genitori hanno circa le aspettative di questi ultimi verso di loro e così via…
Il problema è quello di integrare le relazioni tra singole dimensioni che vengono
differenziandosi sempre più tra loro. la crisi del matrimonio pubblico sta proprio in
questa difficoltà. Discontinuità forte: il matrimonio nella società moderna e in quella
post-moderna;il primo ha ancora un qualche “centro”,”norma pubblica”,”principio
ordinatore pubblico”,mentre il secondo non ce l’ha più.
Secondo la gran parte delle sociologie correnti, nella società attuale il matrimonio
non può più recuperare alcuna integrazione,né interna alla coppia,né verso la sfera
pubblica esterna . non solo la famiglia,ma anche la coppia si scoprirebbe
frammentata ,con legami sempre più superficiali,vuoti,distrutti.
36
Se si sta alle letture post-moderne come quelle di Baudrillard,sembra insomma che
pubblico e privato,perdendo centratura e integrazione,perdano del tutto i loro
confini. Nella teoria di Luhmann non succede diversamente:la dialettica privatopubblico diventa un codice binario per la gestione del paradigma degli interscambi
sistema-ambiente. Applicato alla famiglia,il pensiero di Luhmann sembra significare
che qst’ultima diventa un sottosistema specializzato nel trattare problemi di
comunicazione la cui capacità di realizzarsi è talmente improbabile e comunque tale
che il consenso in essa attuabile arrivi al massimo a “una comune
problematizzazione del mondo” a scala inter-personale. Luhmann prende l’orrore di
Baudrillard come “una banale premessa”. L’uomo con i suoi valori pubblici e
privati,è messo a fluttuare nell’ambiente,mentre il matrimonio,la famiglia possono
essere stabilizzati con tecniche selettive.
I pensatori post-moderni credono che l’identità familiare diventi praticamente
irrilevante,il che non è davvero realistico se si pensa al concreto esistere sociale di
ciascuno di noi,proprio con questa società. Senza un’identità di famiglia,le patologie
che vengono create nel sottosistema psichico non sono tollerabili né di fatto tollerate
almeno oltre certe soglie di assenza o distorsione. E ciò ci riconduce a un duplice
fatto:
a. Che anche una società ad alta polarizzazione fra pubblico e privato,l’essere
umano resta un soggetto concreto,che è sistema e ambiente allo stesso tempo
b. Che le relazioni sociali nelle quali e attraverso le quali vive sono al contempo
sistema e mondo vitale, cioè solo integrazione funzionale “pubblica”oppure solo
integrazione inter-soggettiva “privata”.
La sociologia post-moderna dimentica che il confronto fra diversi codici dell’amore
non è terminato con una sorta di vittoria totale e definitiva dell’amore-passione su
altre forme,come per esempio l’amore-amicizia. Quest’ultima forma è stata
interpretata da Luhmann:l’amicizia lega ancora l’amore alla morale e produce uno
spostamento delle passione seui sentimenti o su altri codici simbolici per i quali
l’amore è un “invito ad un affetto prudente che solo è in grado di garantire una
visione duratura”e in cui”alla pericolosa esaltazione dell’amore-passione viene
preferita la felicità meno intensa,ma più sicura ,di un sentimento tenero e pacato,che
vincolandosi armonicamente all’universo dei doveri e delle responsabilità sociali,si
autogarantisca nel tempo.
La soluzione odierna per quanto riguarda il problema dei confini sta in un codice il
quale ritiene che una relazione sia privata fintanto che essa non arriva ad avere
ripercussioni negative e patologiche sulla sfera pubblica. Ma queste ripercussioni
non sono note in anticipo,bisogna attendere del tempo per vedere gli effetti e per
poter ri-normativizzare ,a partire dalla sfera pubblica,le relazioni private più
rischiose. Nel frattempo nuove patologie vanno emergendo e con esse cresce
l’esigenza opposta a quella privata ,di poter prevedere e prevenire in anticipo tali
patologie.
La famiglia come sistema relazionale a confini variabili
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La famiglia è una realtà immersa in un tessuto relazionale,ma è essa stessa un tipo
specifico di relazione sociale. Il problema è quello di identificarla:ciò che può essere
fatto solo comprendendola e spiegandola come rete di relazioni.
In quanto relazione sociale,la famiglia è caratterizzata dai seguenti aspetti:
a. Si muove tra due poli (pubblico e privato)
b. È sempre in tensione fra i due termini che collega :è associazione e
dissociazione,unione e distanziamento al contempo
c. È una trama o rete di relazioni ,ossia una relazione di relazioni ricorsive
d. In quanto rete di relazioni essa implica l’esistenza di “nodi”,di ruoli e funzioni
integrate attraverso meccanismi non discorsivi –all’opposto-una vitalità soggettiva
di tipo interpretativo e comunicativo non puramente strumentale.
La famiglia è un sistema relazionale a confini variabili perché le relazioni in essa
non sono mai delimitabili.
Ecco dunque come i confini sono variabili:essi rispondono a logiche di
“autonomia”della relazione stessa ossia deve sviluppare una propria capacità di
vita.
Detto in altre parole,la variabilità ha una duplice dinamica:intersoggettiva e
strutturale,che sono in continua relazione tra loro. dinamica intersoggettiva significa
che la relazione familiare vive nel e attraverso il dialogo e la conversazione
interpersonale. Dinamica strutturale significa che la relazione familiare vive nella e
attraverso i vincoli che essa stessa ha generato,distrutto e rigenerato. Questi vincoli
sono attivati,vissuti e modificati dagli individui,ma non dipendono interamente da
essi.
Sul piano empirico noi oggi constatiamo che le relazioni familiari sono sempre più
caratterizzate da tre tendenze di fondo.
1. Sono sempre più differenziate al loro interno e nei rapporti con l’esterno
2. Sono sempre più generalizzate nei valori
3. Sono sempre più autonome.
Con questo non è che la famiglia si configuri come un sistema chiuso:anzi,essa
scambia informazioni ed energie con l’esterno in maniera più intensa. Significa che
le proprie regole interne devono essere elaborate con maggiori sforzi ,e sforzi più
competenti,sensibili,attenti,e così via,dai membri stessi della famiglia, non però
come singola famiglia isolata,ma in quanto caso individuale di una specie:le
famiglie che condividono gli stessi problemi. Succede alla famiglia quello che
succede all’individuo.
Inoltre,costituzione e persistenza della famiglia,dipendono in primo luogo dal
rinvenimento e messa in opera di regole interne alla famiglia stessa. Per quanto
queste regole oggi tendano a privatizzarsi ,ciò non corrisponde ne ai fatti empirici
più significativi né alla logica propria del codice simbolico-normativo che è
richiesto da una società altamente complessa.
L’elaborazione delle norma familiare non può essere un’attuazione privata,poiché la
famiglia non è un’isola. Proprio per questo motivo si chiede che le regole interne
della famiglia debbano essere in costante connessione con il resto della società.
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