Comunicato Stampa Una nuova analisi degli studi INPULSIS® dimostra l’efficacia di nintedanib su pazienti con Fibrosi Polmonare Idiopatica diagnosticata con criteri più ampi L’analisi dimostra, per la prima volta, una progressione della malattia simile in pazienti con IPF individuata con criteri diagnostici più ampi rispetto a quelli fissati nelle attuali Linee Guida1,2 Nintedanib è efficace nel rallentare la progressione della malattia in entrambi i sottogruppi di diagnosi che conferma l’efficacia in una vasta tipologia di pazienti con IPF1 L’analisi ha implicazioni sui criteri diagnostici per la IPF impiegati nella prassi clinica e sul disegno di studi clinici futuri1 Ingelheim, Germania, 27 giugno, 2016 – Una nuova analisi degli studi INPULSIS® dimostra, per la prima volta, una progressione della malattia simile in pazienti con fibrosi polmonare idiopatica (IPF) individuata adottando criteri diagnostici più ampi rispetto a quelli fissati dalle attuali Linee Guida.1,2 L’analisi post-hoc, che ha riguardato 1.061 pazienti, è stata pubblicata sull’American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine.1 La fibrosi polmonare idiopatica è una malattia devastante, con esito infausto.3 Per arrivare a una diagnosi precisa di IPF i medici utilizzano una tecnica di imaging, la TAC ad alta risoluzione (HRCT), per individuare la presenza di tessuto cicatriziale (fibrosi) e in particolare il quadro tipico della polmonite interstiziale comune (UIP).2 Modificazioni con struttura a ‘nido d’ape’ evidenziate alla HRCT polmonare sono un indicatore chiave di fibrosi polmonare e un tratto caratteristico di quadro UIP visibile alla HRCT.2 Tuttavia, in assenza di struttura a‘nido d’ape’ evidenziata alla HRCT, può essere difficile confermare che la presenza di tessuto cicatriziale soddisfi rigorosamente i criteri fissati dalle Linee Guida per una diagnosi definitiva di IPF.4,5 Per un ampio gruppo di pazienti che non ha una diagnosi confermata di IPF secondo i criteri delle Linee Guida, compresi coloro che non soddisfano i criteri per effettuare una biopsia polmonare, il decorso clinico della malattia e l’efficacia della terapia per la IPF restano sconosciuti.1,6,7 Indagini sulle caratteristiche della malattia nei diversi sottogruppi di pazienti per tipologia di diagnosi sono pertanto fondamentali. Boehringer Ingelheim Comunicato Stampa pagina 1 di 7 Contatti: Boehringer Ingelheim Comunicazione: Marina Guffanti Phone: + 39 – 02 5355453 Cell. +39 348 3995284 e- mail: [email protected] Maggiori informazioni www.boehringer-ingelheim.com 2 Comunicato Stampa “Questa analisi conferma per la Gli studi INPULSIS® hanno incluso pazienti con la diagnosi di IPF formulata in maniera classica, ma anche pazienti con diagnosi clinica di IPF che, in assenza di biopsia polmonare e di struttura a ‘nido d’ape’ evidenziata alla HRCT, presentavano un possibile quadro UIP e presenza di bronchiectasie da trazione,1 quest’ultime riconosciute come uno dei segni di fibrosi polmonare più rilevanti alla TAC.8 I risultati dell’analisi dimostrano che nintedanib rallenta la progressione della malattia in entrambi i sottogruppi diagnostici, confermando l’efficacia del farmaco nella vasta tipologia di pazienti con IPF degli studi di Fase III, che può essere valida anche per i pazienti che si incontrano nella normale prassi clinica.1 “Nella pratica clinica è difficile arrivare a una diagnosi certa di IPF. Se, da un lato, la precisione della diagnosi aumenta grazie agli scambi multidisciplinari fra esperti a livello regionale con esperienza e competenza in materia di interstiziopatie polmonari, d’altro canto i medici del territorio possono più spesso fare una diagnosi di IPF che non sempre risponde ai criteri fissati nelle Linee Guida internazionali” ha commentato Ganesh Raghu, Professore di Medicina, Divisione di Pneumologia e Terapia Intensiva dell’Università di Washington e Direttore del Centro Interstiziopatie Polmonari del Policlinico dell’Università di Washington di Seattle - “Questa analisi conferma, per la prima volta, che la progressione della malattia e gli effetti della terapia in un sottogruppo di pazienti con caratteristiche non integralmente rispondenti ai criteri fissati per la diagnosi di IPF nelle Linee Guida Internazionali 2011 sono simili a quelli dei pazienti la cui malattia soddisfa tali criteri diagnostici. Ciò implica che si possa prendere in considerazione di accettare criteri modificati, come quelli impiegati nello studio per arrivare alla diagnosi di IPF che comprendono presenza di un possibile quadro UIP e bronchiectasie da trazione nei lobi inferiori (nonostante la mancanza di strutture a ‘nido d’ape’ nettamente visibili alla HRCT e l’assenza di biopsia polmonare), negli appropriati contesti clinici e negli studi clinici futuri”. L’analisi di sottogruppo ha dimostrato che: Boehringer Ingelheim Comunicato Stampa pagina 2 di 7 prima volta che la progressione della malattia e gli effetti della terapia in un sottogruppo di pazienti con caratteristiche non integralmente rispondenti ai criteri fissati per la diagnosi di IPF nelle linee guida internazionali 2011 sono simili a quelli dei pazienti la cui malattia soddisfa tali criteri diagnostici”. Ganesh Raghu, M.D., Professore di Medicina, Divisione di Pneumologia e Terapia Intensiva dell’Università di Washington e Direttore del Centro Interstiziopatie Polmonari del Policlinico dell’Università di Washington, Seattle, Stato di Washington, USA 3 Comunicato Stampa in pazienti con quadro UIP confermato, compresa struttura a ‘nido d’ape’ e/o biopsia, il tasso annuo corretto di declino della FVC era −108,7 mL/anno nel gruppo nintedanib e -225,7 mL/anno nel gruppo a placebo (differenza rispetto a placebo di 117,0 mL/anno).1 In pazienti che alla HRCT evidenziavano possibile quadro UIP, assenza di struttura a ‘nido d’ape’ e non sottoposti a biopsia, ma con presenza di bronchiectasie da trazione, il tasso annuo rettificato di declino della FVC era di −122,0 mL/anno nel gruppo nintedanib e di -221,0 mL/anno nel gruppo a placebo (differenza rispetto a placebo di 98,9 mL/anno).1 Il valore p di interazione di terapia per sottogruppo non è stato significativo (p=0,8139), indicando che l’effetto terapeutico di nintedanib non è stato diverso fra i sottogruppi.1 L’effetto terapeutico in entrambi i sottogruppi è stato, altresì, omogeneo rispetto a quello della popolazione complessiva a cui i dati combinati si riferiscono.1 Gli eventi avversi sono stati simili nei sottogruppi.1 Trovate maggiori informazioni sulle attuali linee guida internazionali e i criteri diagnostici su: http://www.atsjournals.org/doi/full/10.1164/rccm.2009040GL#.VyMb-fkrLIU Lo Studio L’analisi post-hoc di sottogruppo sulla base dei criteri diagnostici dei dati combinati degli studi di Fase III INPULSIS® ha riguardato un totale di 1.061 pazienti.1 Tutti i pazienti degli studi INPULSIS® avevano una diagnosi di IPF confermata nella pratica clinica ≤5 anni prima della randomizzazione.1 Per gli scopi dell’analisi di sottogruppo, il 31,9% dei pazienti è stato classificato come avente un possibile quadro UIP e bronchiectasie da trazione evidenziate alla HRCT e non sottoposto a biopsia polmonare, e il 68,1% dei pazienti classificato come presentante un quadro UIP alla HRCT e/o sottoposto a biopsia polmonare, che ha confermato il quadro UIP (criteri diagnostici per la IPF secondo le attuali linee guida internazionali).1 Boehringer Ingelheim Comunicato Stampa pagina 3 di 7 4 Comunicato Stampa Nintedanib Nintedanib, inibitore di tirosin-chinasi a piccola molecola, sviluppato dai ricercatori Boehringer Ingelheim, è indicato per l’impiego negli adulti come terapia della fibrosi polmonare idiopatica.9 Nel 2015 il farmaco è stato inserito nelle Linee Guida Internazionali aggiornate sul trattamento della fibrosi polmonare idiopatica.10 Nintedanib rallenta la progressione della malattia, riducendo di circa il 50% il deterioramento della funzionalità polmonare in una vasta gamma di pazienti affetti da IPF, 1,9,11-15 tra cui pazienti con malattia in fase precoce (minima compromissione della funzionalità polmonare, FVC >90% del predetto),13 fibrosi limitata (assenza di ispessimento interstiziale a nido d’ape o honeycombing) alla TAC toracica ad alta risoluzione (HRCT)1 e pazienti con enfisema.12 Gli effetti collaterali di nintedanib possono essere efficacemente gestiti nella maggior parte dei pazienti e l’effetto collaterale più frequentemente riferito è diarrea.11 Nintedanib prende di mira i recettori del fattore di crescita che hanno dimostrato di essere coinvolti nella patogenesi della fibrosi polmonare,9,16 soprattutto inibendo il recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine (PDGFR), il recettore del fattore di crescita fibroblastico (FGFR) e il recettore del fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR).16-18 Si ritiene che nintedanib, bloccando queste vie di passaggio dei segnali coinvolte nei processi fibrotici, rallenti il declino della funzionalità polmonare e la progressione della fibrosi polmonare idiopatica.17-19 La Fibrosi Polmonare Idiopatica (IPF) La IPF è una patologia respiratoria debilitante dall’esito infausto con alta mortalità,20 che colpisce ben 3 milioni di persone nel mondo.20,21 L’evoluzione della IPF è variabile e imprevedibile, ma con il passare del tempo la funzionalità polmonare di chi ne è colpito si deteriora progressivamente, in maniera irreversibile.3 La malattia causa formazione di tessuto cicatriziale permanente – ovvero fibrosi – a livello polmonare, con conseguenti difficoltà respiratorie e diminuzione della quantità di ossigeno che i polmoni riescono a inviare agli organi importanti dell’organismo.22 Infatti, con il passare del tempo, a mano a mano che il tessuto cicatriziale si accumula e ispessisce, i polmoni perdono la capacità di prendere ossigeno e di metterlo in circolo.22 Di conseguenza, chi è colpito da IPF Boehringer Ingelheim Comunicato Stampa pagina 4 di 7 5 Comunicato Stampa manifesta dispnea, tosse non produttiva e spesso ha difficoltà a svolgere le normali attività quotidiane.23 E’ importante che la malattia venga individuata e diagnosticata in fase precoce, ma non è facile arrivare alla diagnosi, il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi sintomi e la diagnosi di IPF è, infatti, in media, di 1-2 due anni.3 Il tempo mediano di sopravvivenza dalla diagnosi è di appena 2-3 anni2,3 e questo sottolinea l’importanza di arrivare tempestivamente a una diagnosi precisa e il ruolo vitale delle terapie che aiutano a rallentare la progressione della malattia.24 Boehringer Ingelheim Il gruppo Boehringer Ingelheim è una delle prime 20 aziende farmaceutiche del mondo. Il gruppo ha sede a Ingelheim, Germania, e opera a livello globale con 145 affiliate e circa 47.500 dipendenti. Fondata nel 1885, l’azienda a proprietà familiare si dedica a ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti innovativi dall’elevato valore terapeutico nel campo della medicina e della veterinaria. Operare in maniera socialmente responsabile è un punto centrale della cultura e dell’impegno di Boehringer Ingelheim. La partecipazione a progetti sociali in tutto il mondo, quali ad esempio l’iniziativa "Making more Health", e l’attenzione per i propri dipendenti sono parte di questo impegno di responsabilità sociale, così come lo sono il rispetto, le pari opportunità e la conciliazione dei tempi di lavoro e della famiglia che costituiscono le fondamenta della mutua collaborazione fra l’azienda e i suoi dipendenti, e l’attenzione all’ambiente, alla sua tutela e sostenibilità, che sono sottese in ogni attività che Boehringer Ingelheim intraprende. Nel 2015, Boehringer Ingelheim ha registrato un fatturato netto di circa 14,8 miliardi di euro e investimenti in ricerca e sviluppo pari al 20,3 percento del suo fatturato netto. Per maggiori informazioni ingelheim.com visitate il Boehringer Ingelheim Comunicato Stampa pagina 5 di 7 sito www.boehringer- 6 Comunicato Stampa Contatti: Marina Guffanti Comunicazione Boehringer Ingelheim Italia SpA Phone: + 39 – 02 5355453 Cell. +39 348 3995284 e-mail: [email protected] Maria Luisa Paleari Value Relations Srl Phone: + 39 – 02 20424941 Cell. + 39 331 6718518 e-mail: [email protected] Bibliografia 1. Raghu G, Wells A, Nicholson A, et al; Effect of nintedanib in subgroups of idiopathic pulmonary fibrosis by diagnostic criteria. Am J Respir Crit Care Med 2016 June 22. Doi: 10.1164/rccm.201602-0402OC 2. Raghu G, et al; ATS/ERS/JRS/ALAT Committee on Idiopathic Pulmonary Fibrosis. An official ATS/ERS/JRS/ALAT statement: idiopathic pulmonary fibrosis: evidence-based guidelines for diagnosis and management. Am J Respir Crit Care Med 2011;183:788–824. 3. Ley B, et al; Clinical course and prediction of survival in idiopathic pulmonary fibrosis. Am J Respir Crit Care Med. 2011 Feb 15;183(4):431-40. doi: 10.1164/rccm.201006-0894CI . 4. Raghu G, et al; Diagnosis of idiopathic pulmonary fibrosis with highresolution CT in patients with little or no radiological evidence of honeycombing: secondary analysis of a randomised, controlled trial. Lancet Respir Med 2014: 2(4): 277-284. 5. Jacob J, Hansell DM, et al; HRCT of fibrosing lung disease. Respirology 2015;20:859‒872. 6. Ryerson CJ, et al; Prevalence and prognosis of unclassifiable interstitial lung disease. Eur Respir J. 2013 Sep;42(3):750-7. doi: 10.1183/09031936.00131912. 7. Huie TJ, Brown KK. Definitions of disease: Should possible and probable idiopathic pulmonary fibrosis be enrolled in treatment trials? Respir Investig 2015; 53: 88–92. 8. Hansell et al. CT staging and monitoring of fibrotic interstitial lung diseases in clinical practice and treatment trials: a Position Paper from the Fleischner society. Lancet Respir Med 2015; 3: 483–96 9. OFEV® Summary of Product Characteristics. Boehringer Ingelheim International GmbH. January 2016. 10. Raghu G, et al; An Official ATS/ERS/JRS/ALAT Clinical Practice Guidelines: Treatment of Idiopathic Pulmonary Fibrosis: Executive Summary. American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine Volume 192 (2)238 – 248, July 2015. Boehringer Ingelheim Comunicato Stampa pagina 6 di 7 7 Comunicato Stampa 11. Richeldi L, du Bois RM, Raghu G, et al; for the INPULSIS Trial Investigators. Efficacy and safety of nintedanib in idiopathic pulmonary fibrosis. N Engl J Med. 2014;380(22):2071-2082 12. Cottin V, Taniguchi H, Richeldi L, et al. Effect of baseline emphysema on reduction in FVC decline with nintedanib in the INPULSIS® trials. Abstract presented at the 18th International Colloquium on Lung and Airway Fibrosis; Mont Tremblant, Canada, September 20-24, 2014. Available at: http://iclaf.com/conference/index.php/2014/ICLAF/paper/view/151. Accessed May 2016. 13. Kolb M, Richeldi L, Kimura T, Stowasser S, Hallmann C, du Bois RM. Effect of baseline FVC on decline in lung function with nintedanib in patients with IPF: results from the INPULSIS® trials. Poster presented at the 110th American Thoracic Society Conference; Denver, Colorado, May 15–20, 2015. 14. Costabel U, Inoue Y, Richeldi L, et al. Efficacy of nintedanib in idiopathic pulmonary fibrosis across pre-specified subgroups in INPULSIS®. AM J Respir Crit Care Med. 2015: doi: 10.1164/rccm.201503-05620C. 15. Keating GM. Nintedanib: A Review of Its Use in Patients with Idiopathic Pulmonary Fibrosis. Drugs. 2015 Jul;75(10):1131-40. doi: 10.1007/s40265015-0418-6. 16. Hilberg F, et al. BIBF 1120: triple angiokinase inhibitor with sustained receptor blockade and good antitumor efficacy. Cancer Res. 2008;68:47744782 17. Richeldi L., et al. Efficacy of a tyrosine kinase inhibitor in idiopathic pulmonary fibrosis. N Engl J Med. 2011 Sep 22;365(12):1079-87. doi: 10.1056/NEJMoa1103690. 18. Selman M, et al. Idiopathic pulmonary fibrosis: prevailing and evolving hypotheses about its pathogenesis and implications for therapy. Ann Intern Med. 2001;134:136-51. 19. Wollin L, et al. Antifibrotic and Anti-inflammatory Activity of the Tyrosine Kinase Inhibitor Nintedanib in Experimental Models of Lung Fibrosis. J Pharmacol Exp Ther. 2014;349:209–220. 20. Nalysnyk L., et al. Incidence and prevalence of idiopathic pulmonary fibrosis: review of the literature. Eur Respir Rev. 2012;21(126):355-361. 21. Data on file. Boehringer Ingelheim. Worldwide prevalence 2016. 22. NHLBI, NIH. What Is Idiopathic Pulmonary Fibrosis? 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