Comunicato federalismo fiscale

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08/2011
Comunicato Stampa
Allentare la compressione sull’economia:
il ruolo del federalismo fiscale
Risultati del Seminario organizzato dalla Fondazione R.E TE. Imprese Italia
Roma, 22 settembre 2011 - Per Giuseppe De Rita, Presidente della Fondazione R.E TE. Imprese Italia:
«l'economia italiana sta vivendo una fase di forte compressione dovuta agli effetti incrociati fra la
turbolenza delle speculazioni internazionali, che non accennano a placarsi, e la mancanza di una reale
strategia di crescita che possa dare risultati concreti in un periodo ragionevole. La compressione in atto
pesa negativamente sulle energie produttive più importanti del nostro Paese, ossia le PMI e l’impresa
diffusa».
«La riforma fiscale» – ha sottolineato De Rita - «è sempre stata considerata uno dei tasselli più importanti
del sostegno allo sviluppo ed è, a maggior ragione oggi, un tema di assoluta importanza, da affrontare con
la massima celerità e la massima attenzione per le forze produttive più vitali che servono alla nostra
economia per alzarsi».
Luca Antonini, Presidente della Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale,
ha illustrato tutto quanto è stato realizzato all’interno del processo di attuazione della riforma in questi
anni. Secondo il Professor Antonini «è fondamentale sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni che
fanno sovrapporre al federalismo fiscale le difficoltà di finanziamento dei servizi sanitari e la messa in
discussione dei principi di solidarietà, gradualità e responsabilità. Il paradigma che deve continuare,
invece, ad ispirare la riforma è dato dalla sequenza “vedo-pago-voto”, che permette al cittadino di poter
esercitare pienamente il controllo effettivo sulle reali capacità di governo dei decisori pubblici e di evitare
nel lungo periodo il vanificarsi degli effetti benèfici dovuti alla razionalizzazione».
«Le PMI» - secondo il Presidente De Rita - «si attendono che il federalismo fiscale consenta loro di poter
misurare la capacità e la trasparenza delle pubbliche amministrazioni periferiche e che queste ne traggano
stimoli ad una sempre maggiore spinta verso l'efficienza e la semplificazione delle proprie procedure e dei
propri processi di relazione con l'economia locale. Se invece, il federalismo fiscale si traducesse solo in un
aggravio per somma dell'imposizione fiscale generale produrrebbe un ulteriore rallentamento della
crescita».
Sul piano sociale, De Rita, ha aggiunto che «il federalismo rimane di stretta attualità nella sua accezione di
progetto di rivalutazione delle realtà e delle comunità locali (dal quartiere al municipio alle regioni) come
luoghi di prossimità nei quali il conflitto possa trasformarsi in forme di competizione regolata e il
consenso possa rifondarsi su basi di una comune adesione a valori e interessi diffusi. Si tratta di portare
avanti un assetto istituzionale che superi la pesantezza della statalità tradizionale e faccia da “armatura
leggera” al sistema. Per questo le PMI e l’impresa diffusa vedono con favore una riforma istituzionale in
senso federale, ma sanno che i pilastri della nuova architettura pubblica, sia sul versante delle entrate che
su quello delle uscite, devono tenere conto di questa dimensione sociale che sta sotto l’istanza di
poliarchia e che è fondamentale per la tenuta nel tempo della riforma».
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