Autunno ricco di insidie Quali priorità per la CISL Maurizio Petriccioli Una crisi politica difficile, ricca d’insidie, si apre in una fase diversa nella vita del nostro Paese che i cittadini avvertono caratterizzata da una bassa crescita economica che non produce sull’occupazione gli effetti desiderati e da una mai debellata questione morale che crea a tutti i livelli una incapacità diffusa di rispettare le regole della civile convivenza. Una crisi ricca d’insidie perché i problemi che la crisi economica mondiale ci consegna sono ancora ben lungi dall’essere risolti ma che potrebbe rappresentare un’opportunità di cambiamento di un sistema politico bipolare, caratterizzato da una competizione basata prevalentemente sulla delegittimazione dell’avversario, anziché sulle necessarie proposte economiche e sociali. La contrapposizione interna al centro – destra potrebbe determinare un cambiamento della maggioranza politica e aprire la prospettiva ad un Governo diverso che dovrà portare il Paese a nuove elezioni politiche o in alternativa ad elezioni anticipate che sembrano, allo stato attuale, poco proponibili, sia per l’attuale empasse della situazione politica, che deve maturare ed evolvere verso nuovi assetti consolidati, sia per la necessità di evitare al Paese soluzioni di continuità nell’azione di risanamento dei conti pubblici e di sostegno alla ripresa economica. Ora, dunque, è il momento di governare. Non sarà facile, ma il Paese, che esce già appesantito dagli effetti della manovra correttiva di finanza pubblica necessaria a stabilizzare il livello del deficit e del debito pubblico, non sopporterebbe una “vacanza” di governo. E’ necessario, dunque, una assunzione collettiva di responsabilità. Se questo sarà il risultato finale dell’attuale dibattito politico si apre la prospettiva di un Governo a cui sarà assegnato il compito di traghettare il Paese verso nuovi equilibri politici e, nel frattempo, di affrontare i gravi problemi economici e sociali che non possono attendere. Nel dibattito politico delle ultime settimane sia la maggioranza che la opposizione parlamentare si sono esercitate nell’individuare le priorità programmatiche da affrontare nel restante periodo di legislatura. La natura e i contenuti delle priorità che più ci riguardano sono quelle che attengono al sostegno dell’economia e il rilancio della crescita, al federalismo fiscale, alla riforma fiscale. Sono questi i temi che caratterizzano da tempo le nostre richieste e la nostra azione sindacale e per i quali è necessario e urgente individuare soluzioni concertate. Il Governo ha finora fatto da solo, riducendo la concertazione ad un mero confronto con le Parti sociali, anche per l’atteggiamento anacronistico della Cgil che, posizionandosi strumentalmente all’opposizione, ha messo a repentaglio l’autonomia del movimento sindacale. La Cisl, difendendo l’autonomia del sindacato ha contrastato il rischio di una deriva sociale bipolare, anche se sono evidenti a tutti i problemi che una spaccatura strutturale del movimento sindacale crea al nostro Paese. Il Governo che potrebbe scaturire da questa nuova fase, comunque vada, non potrebbe in ogni caso fare da solo, non ne avrebbe la forza e, per il contrasto politico in atto, neanche la legittimazione. La misura della nostra autonomia e della nostra rappresentatività dipenderà anche dalla capacità di non occuparci soltanto della urgente emergenza, ma di inquadrarla in una prospettiva che faccia intravedere nuovi scenari per la società italiana e per il mondo del lavoro, dalla valorizzazione della 1 contrattazione aziendale e territoriale, sino all’individuazione di nuove tutele da conquistare nell’interesse delle persone che rappresentiamo. Ma per la situazione venutasi a creare nei rapporti unitari, la vicinanza asfissiante della CGIL all’attuale opposizione continua a rappresentare un elemento di perturbazione non marginale nel quadro delle relazioni politiche e sindacali. Un bipolarismo totalizzante e poco esaustivo dell’articolazione e della complessità della società civile si è dimostrato inadatto a garantire la governabilità, pure con uno schieramento con ampi margini di consenso politico ma ancor più certi sarebbero i suoi limiti se il sindacato italiano ambisse a dividersi in una logica politica rinunciando ad avere idealità e programmi autonomi. La manovra correttiva di finanza pubblica ha salvato il Paese dai rischi di tracollo finanziario e di crisi dei fiducia dei mercati internazionali. Restano tuttavia i problemi aperti in una società italiana profondamente mutata nella sua composizione economica e sociale, e in cui la trasformazione demografica, i processi di internazionalizzazione produttiva e commerciale e i cambiamenti del mercato del lavoro richiedono una soluzione di continuità netta nell’azione di governo, una progettualità nuova che superi un approccio esclusivamente “tecnicista” ai problemi, cogliendo le istanze di cambiamento del mondo del lavoro, della scuola, dell’università dell’impresa, della pubblica amministrazione. Riscrivere un nuovo patto di convivenza istituzionale e sociale è il compito che attende non solo il nuovo Governo ma anche il movimento sindacale e le parti sociali. I temi che la Cisl ha concretamente posto all’attenzione del dibattito politico e dell’opinione pubblica nei mesi scorsi restano attuali ed urgenti: la riforma fiscale, per ridistribuire in modo più equo la ricchezza prodotta, recuperando l’ingente gettito sottratto all’erario da un livello di evasione fiscale non più tollerabile e per indirizzare, in modo maggiormente selettivo, nuove risorse agli investimenti produttivi, al fine di far avanzare la frontiera di specializzazione del nostro sistema produttivo; il federalismo fiscale (ma anche istituzionale) per recuperare maggiore trasparenza fra il prelievo e i servizi erogati e per efficientare gli enti locali; la riforma della pubblica amministrazione per dare nuova linfa al sistema Paese, comprendendo anche una rinnovata attenzione verso l’investimento sociale che va potenziato a favore della scuola, della ricerca e dell’università. Insomma, ci sono molte questioni aperte nell’ormai prossimo autunno che si preannuncia “caldo” non certo per questioni metereologiche. 2