I numeri congrui Uno dei problemi proposti da Giovanni da Palermo a Fibonacci alla corte di Federico II di Svevia è un problema aritmetico indeterminato: si richiede di trovare un quadrato perfetto tale che, se gli si aggiunge o toglie 5, si ottenga in entrambi i casi un quadrato perfetto. Nel moderno simbolismo esso si traduce nel seguente sistema di due equazioni, di cui si ricercano le soluzioni intere: x2 + 5 = y2 x2 - 5 = z2 Fibonacci, nel suo Liber quadratorum, risolve questo problema in una forma più generale, in cui il numero 5 è sostituito da un numero intero qualunque C, detto numero congruo: x2 + C = y2 x2 - C = z2 Il numero x2 è invece detto quadrato congruente. Il metodo risolutivo proposto da Fibonacci è il seguente. Prima vengono sommate le due equazioni, e si ottiene: 2x2 = y2 + z2. Quindi si effettuano le sostituzioni y=u+v e z = u – v, dopo di che l’equazione diventa: x2 = u2 + v2. Le sue soluzioni intere sono le terne pitagoriche, che sono date, al variare degli interi positivi a,b, a<b, dalle formule: x = a2+ b2, u = 2ab, v = b2 – a2. Fibonacci suppone che a e b siano relativamente primi, e distingue due casi: Se a e b sono entrambi dispari, un numero congruo è C= ab(b-a)(a+b), ed il corrispondente quadrato congruente è x2 = (a2 + b2) 2/4 Se a e b sono uno pari e l’altro dispari, un numero congruo è C= 4ab(b-a)(a+b), ed il corrispondente quadrato congruente è x2 = (a2 + b2) 2 Ad esempio, per a = 1 e b = 9, Fibonacci trova C = 720 e x = 41.