La nascita di Roma
Di Cicconi Luca, Cicconi Andrea e Dallaturca Luca
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Le origini di Roma
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Gli antichi storici romani fissarono in un anno corrispondente al nostro 753 a.C la data ufficiale
della fondazione di Roma.
Ogni grande città antica faceva risalire le propria nascita come una volontà o come intervento di
Dio o degli dei. In genere questa leggenda nasceva molto più tardi della fondazione, per
spiegarne il successo, e veniva divulgata per motivi di propaganda presso i popoli rivali o quelli
assoggettati.
Enea ferito in battaglia, viene guarito
miracolosamente da Venere dopo
essere stato inutilmente curato da un
medico.
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La Leggenda
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Secondo la leggenda, le origini di Roma risalgono all’eroe troiano Enea, fuggito in Italia dopo che
gli Achei avevano conquistato e distrutto Troia. Enea era figlio di Venere e di un uomo, Anchise, si
era stabilito nell’antico Lazio, sposando Lavinia, figlia di un re latino, e fondando la città di Lavinio.
Ascanio figlio di Enea, fondò a sua volta la vicina città di Alba Longa.
Un giorno Marte dio della Guerra, si innamorò di Rea Silvia, figlia di un re di Alba Longa e quindi
discendente di Enea. Dal loro amore, nacquero due gemelli: Romolo e Remo. Ma Rea Silvia,
sacerdotessa consacrata agli dei, fu costretta a tenere nascosta la loro nascita e gli abbandonò in
una cesta di vimini che affidò alle acque del Tevere.
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Romolo e Remo
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I due gemelli dapprima allattati da una lupa, furono poi salvati da un pastore, che li allevò fino a
quando non divennero adulti. Essi decisero allora di fondare una nuova città, sulle colline presso il
Tevere.
Ma, all’atto di tracciare con l’aratro i solchi che dovevano indicare i confini della nuova città, i due
fratelli si scontrarono per decidere chi dei due avrebbe dovuto governarla.
Romolo uccise Remo e divenne così il primo re di una città che era destinata a dar vita al più
grande impero del mondo antico.
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Propaganda
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Le prime storie di Roma apparvero solo dopo il 200 a.c.; in quel periodo, le notizie della città e
sulla sua origine derivavano essenzialmente da alcune iscrizioni e dalla narrazione orale. Tutti gli
storici romani descrissero dunque l’origine di Roma seguendo la leggenda. Essi sapevano bene
che la storia ufficiale ha anche un importante ruolo di propaganda; e gli stessi governatori
sapevano che, per convincere altre città e altri popoli ad accettare l’autorità di Roma, era
opportuno parlare di un’origine divina della città. Inoltre molte città del Sud o della Sicilia erano di
origine greca fondate da coloni greci, restavano ancora legate alla cultura della loro madre patria.
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Gli storici
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Fra coloro che dettero autorevolezza a
questi racconti mitici, furono in
particolare il grande poeta Virgilio (7019 a.C.) autore dell’Eneide, e lo storico
Tito Livio (59 a.c. – 17 d.c.). Essi
vissero all’incirca 7 secoli dopo la
fondazione di Roma quando ormai
quella che inizialmente era una cittàstato sul modello di Atene o Sparta
dominava gran parte del mondo
conosciuto.
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La realtà storica:un villaggio di pastori e
contadini
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I sette colli inclusi oggi nella città di Roma (Palatino, Capitolino, Quirinale, Viminale, Esquilino,
Celio, Aventino), furono abitati da nuclei di pastori e contadini già a partire dal X secolo a.C.
Vi sono stati infatti ritrovate numerose sepolture e fondi di capanne rotonde, caratteristiche dei
pastori del Lazio. Altri scavi hanno dimostrato l’esistenza di villaggi piuttosto evoluti risalenti al VII
e VI secolo a.C.; è molto probabile che Roma fosse, all’origine, uno di questi.
Tali villaggi erano riuniti in una lega religiosa.
Alba Longa, la città che secondo la tradizione fu fondata dal figlio di Enea, era forse, allora, il
villaggio più importante e che la stessa Roma ne riconosceva la supremazia.
La felice posizione geografica di Roma contribuì, nel tempo, a valorizzare la sua importanza
economica. Roma sorgeva proprio presso l’isola Tiberina, un luogo dove si poteva agevolmente il
Tevere.
In oltre alla vicinanza del mare, il villaggio divenne un punto di transito delle imbarcazioni: la foce
del Tevere era un approdo sicuro. Così la città divenne un importante centro commerciale sia per
gli scambi via terra, sia per quelli via mare.
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Le classi sociali
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Abbiamo visto che nel mondo greco la storia politica e sociale delle città si svolgeva attraverso
conflitti e scontri fra il gruppo sociale degli aristocratici, grandi proprietari di terre, e quello degli
artigiani e del popolo.
Ogni famiglia patrizia faceva parte di un gruppo familiare più allargato, che discendeva da un
antenato comune e quindi era legato da vincoli di parentela. Questo gruppo familiare era detto
Gens. Ogni esponente della famiglia nobile aveva 3 nomi:
Il prenome, cioè il nome personale
Il nome, che indicava il gruppo familiare
Il cognome, che stabiliva la famiglia particolare.
Tutti gli uomini liberi che non appartenevano alle grandi famiglie patrizie, venivano chiamati
plebei: essi erano artigiani, commercianti, contadini che non possedevano terre. Per migliorare la
loro esistenza i plebei potevano diventare clienti delle famiglie patrizie. Il plebeo si metteva al
servizio di un patrizio e della sua famiglia, ricevendone in cambio aiuto e protezione. Tale rapporto
comportava anche l’aiuto reciproco, sia in pace che in guerra, e il
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Sostegno del patrizio nelle liti e nelle questioni legali, spesso la gestione in comune di proprietà terriere
e di altri affari.
Il rapporto di clientela divenne così una vera istituzione, prevista e riconosciuta anche dalla legge, e fu
alla base dei rapporti sociali della Roma antica e di quella imperiale.
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La religione
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Molto spesso la religione romana viene confusa con quella greca a causa di una scarsa
documentazione a riguardo sui tempi più antichi di Roma.Così la religione praticata al tempo di
Roma imperiale viene identificata dalli stessi romani con quella greca.
Nei primi tempi a Roma si onoravano le forze della natura, quelle che potevano garantire
l’abbondanza del raccolto e la fecondità degli animali domestici.
In seguito la religione romana (che era politeista) divenne più complessa.
Gli dei erano diversi: Giove (Dio supremo), Giunone (regina degli dei), Marte e Quirino (due
divinità guerriere), Saturno (proteggeva la semina), Minerva (dea della sapienza), Diana (dea
della caccia),
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ECONOMIA
L'economia di Roma antica
Conosciamo ancora poco sull' economia romana del periodo più antico. Sicuramente i Romani
praticavano l'agricoltura e l'allevamento del bestiame:"denaro" si dice in latino "pecunia", una parola
derivata dal termine pecus, che significava "bestiame, gregge, pecora". Da questo si può dedurre con
sicurezza che le pecore erano allora i beni di maggior valore.
Per la sua felice posizione geografica Roma divenne tuttavia abbastanza presto una ricca città
commerciale. Le grandi navi fenicie, greche o etrusche scaricavano alla foce del Tevere molte merci,
che venivano poi trasferite su imbarcazioni fino a Roma. I ponti sul Tevere (al 600 a.C risaliva
probabilmente la costruzione del primo) permettevano inoltre lo scambio di merci via terra fra le città
latine, quelle etrusche e quelle greche più a sud. Così sale, grano, pelli, lana, metalli, ceramiche, armi,
legname da costruzione, tessuti, spezie, olio d'oliva venivano acquistati e venduti nel grande mercato
romano.
Le prime monete romane furono piccoli lingotti di rame, marcati da un apposito segno, e solo più tardi
vennero realizzate monete vere e proprie coniate in forma rotonda, sempre di rame, un metallo
abbastanza economico. Monete d'oro e d'argento vennero coniate più tardi, a partire dal periodo
repubblicano e soprattutto durante il periodo imperiale.
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FINE
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