Inaugurazione della mostra personale di Cornelio Bertazzoli Sabato 1° ottobre 2005 alle ore 18,00 a Sesto Cremonese CORNELIO BERTAZZOLI E LA DIGNITA’ DEL DIPINGERE…….. Pensando alla “ pittura” di Cornelio Bertazzoli – tra l’altro non ha bisogno di molte definizioni, perchè sfugge alle mode e alla logica delle correnti - mi torna alla mente una poesia, delicatissima, di Francesco Orsini ( poeta raffinato di Casalmaggiore, morto nel 1998) : “” Trepida di penombra è l’ora del crepuscolo. Come uno specchio s’attrista quando agonizza la luce. Incupisce l’immensa pianura, ma il cielo,di notte, vellutato dischiude uno scrigno di stelle. E all’uomo insaziato e deluso rivela gioielli d’un immortale fulgore. “””””””” (Verso una notte illune). Penombra – crepuscolo – luce che agonizza – l’immensa pianura – cielo vellutato – uno scrigno di stelle … parole magiche nel contesto poetico, ma pure riferimenti di particolari mondi di questa “pittura “ , mentre l’UOMO – al centro – “ rivela gioielli/ d’un immortale fulgore”. Mi piace riferirmi alla suggestione di queste “immagini” , per comprendere tutta l’interiorità di “opere” che sembrano , proprio, sfuggire ad una improvvisata esteriorità. Il pittore Cornelio dipinge in modo tutto personale : coglie un particolare, lo umanizza, lo accosta ad altre realtà, sotto un cielo a tinte diverse, e ne fa il centro del suo immenso universo… . Il poeta Ugo Foscolo aveva ragione, quando scriveva che “ L’arte non consiste tanto nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità ” ; e il Pittore di oggi non ci presenta il mondo dell’inconoscibile, bensì quanto abbiamo a portata di mano, ma lo rende con dimensioni particolari, con dignità assoluta. Domina - nei suoi quadri a misura diversa , dalla piccola metratura a quella più estesa , per dare il senso del reale - il Silenzio : solitudini infinite , per accentuare il bisogno di osservare e di ascoltare quanto di meraviglioso la natura possiede ( e la mente corre, allora, ai meravigliosi testi poetici di Carducci e di Pascoli, nella loro capacità di rendere anche un piccolo segno di quanto il Creato possiede….). La sua è una pennellata incisiva, robusta diremmo, per cogliere un ambiente, un sito umano - perchè tale diventa -- con immediatezza : scavare in se stessi , per approdare ad una realtà che risulta , sempre , convincente … Il pittore francese Paul Gauguin ( 1848-1903) ha lasciato scritto, più di un secolo fa : “ Mi sono sforzato i provare che in nessun caso i pittori hanno bisogno dell’appoggio e dell’istruzione dei letterati. Mi sono sforzato di lottare contro tutte quelle parti che in tutte le epoche stabiliscono dei dogmi e che sviano non solo i pittori , ma anche il pubblico degli amatori. Quando , finalmente gli uomini capiranno il senso della parola Libertà “ Cornelio Bertazzoli è geloso della sua “libertà” , che gli permette di essere un “unicum” tra tante esperienze artistiche, nella realtà di una vocazione personale a percorrere destini poco noti, dove però brilla la stella di una vittoria sentita come forte gratificazione individuale ( perché “ in pittura uno deve cercare più la suggestione che la descrizione , come del resto accade in musica” , sosteneva lo stesso Pittore ….). Mi piace pure richiamare la “ essenzialità” del disegno nell’opera del pittore Cornelio, con il recupero implicito ed immediato della nostra migliore tradizione ermetica , sul piano poetica : la tela racchiude rapidi tocchi – e penso pure alla serie del “nudo”, con quella signorilità di tracciato , davvero ammirevole - , che avviano ad una lettura del tema, ma lasciando anche qualche parte allo spettatore, che cerca di immedesimarsi nel “tema” scelto. E come dimenticare i “ grandi cieli” del Pittore , con quelle aperture d’infinito e quel senso di attesa che coinvolge profondamente ? Da lontano sembra emergere il sottile mondo narrativo che era proprio di Buzzati , quando doveva rendere – nella pagina scritta – le grandi attese di uomini incamminati alla realizzazione del loro destino… Chiudo queste poche note interpretative con una riflessione dello scrittore Alberto Moravia : “ Bandite dall’arte la natura con le sue contraddizioni, la sua verità, il suo capriccio, la sua libertà e avrete un’ arte priva di potere educativo, qualunque sia la ideologia che l’ispira. Allo stesso modo un soggiorno in riva al mare fortifica ; ma un soggiorno in una stanza in cui sia dipinta una marina non fa alcun effetto salutifero”. Cornelio Bertazzoli ha fissato nel tempo e nello spazio, la sua NATURA , elevandola a dimensione della sua intelligenza e del suo spirito, in un dialogo diretto, per trovare le ragioni della vita, che è sempre una “ meraviglia” da scoprire e da amare. ANGELO RESCAGLIO