Le otto cose fondamentali da sapere sul «bazooka

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Le otto cose fondamentali da sapere sul «bazooka» della Bce
La decisione più difficile presa dalla Banca centrale, il lancio di un Quantitative easing da oltre 1.100
miliardi (stampando moneta), non ha diviso il consiglio direttivo come si temeva: Tutti i banchieri centrali
hanno convenuto, senza votare, che gli acquisti di titoli sono uno strumento legittimo di politica monetaria e
una «larga maggioranza», talmente larga da non richiedere un voto, ha deciso che questo era il comunque
momento più giusto, malgrado la presenza di diverse opinioni. È stato infine raggiunto un consenso - nel
senso che nessuno ha posto obiezioni - sul trasferimento dei rischi alle singole banche nazionali (80%).
di Riccardo Sorrentino
Il Sole 24 ore 23-1-2015
1. Qe, sorprese e conferme / Acquisti da 60 miliardi al mese
La Banca centrale europea ha deciso di «ampliare il programma di acquisti» finora confinato ai
Covered bond e alle Abs, i titoli che impacchettano i prestiti. Acquisterà a un ritmo di 60 miliardi al
mese, a partire dal 1° marzo e almeno fino alla fine di settembre 2016, assets del settore pubblico e
privato, e in particolare titoli di Stato e titoli emessi da istituzioni sovranazionali europee. In totale
sono 1.140 miliardi. Due i vincoli. Innanzitutto non potrà essere acquistato più del 33% dei titoli
emessi da ciascun emittente, per esempio lo Stato italiano o quello francese. Come elemento di
paragone, la Bank of England, nel suo quantitative easing, ha acquistato il 30% dei titoli pubblici
britannici in mano ai privati. Non potrà inoltre essere acquistato più del 25% delle singoli emissioni.
2. Qe, sorprese e conferme / Quali titoli saranno acquistati
Gli ammontari degli acquisti di titoli pubblici e sovranazionali saranno proporzionali alle quote di
capitale Bce detenute di ciascun emittente. È necessario che tutte le emissioni abbiano un
investment grade dalle agenzie di rating ma sono previsti requisiti aggiuntivi per venire incontro ai
paesi interessati da un programma di salvataggio (e fino a quando lo resteranno: un chiaro
messaggio alla Grecia e al partito Syriza). Tutte le durate tra i due e i 30 anni saranno interessate.
Le operazioni, previste per 19 mesi, continueranno in ogni caso «fino a quando non vedremo una
prolungata correzione del sentiero di inflazione che sia coerente con il nostro obiettivo di
raggiungere tassi di inflazione al di sotto da vicino al 2%». Un modo di tenere la porta aperta a
ulteriori ampliamenti del programma.
3. Qe, sorprese e conferme / Il trasferimento dei rischi
Come era ampiamente previsto, i rischi non saranno condivisi. La Bce, ha spiegato Mario Draghi,
ha raggiunto un compromesso per tener conto delle preoccupazioni di alcuni paesi su possibili
«effetti non voluti sul piano fiscale» e «rischi potenziali», che il presidente non ha voluto neanche
evocare. Il consiglio, ha spiegato, ritenendo che questa distribuzione non diminuisse l’efficacia
degli acquisti, ha deciso di venir incontro a queste preoccupazione, ma nello stesso tempo la Bce
non ha voluto venir meno al principio che, di default (ma non sempre), i rischi sono condivisi tra
tutti. Saranno in comune, quindi, quelli emergenti dalle emissioni delle istituzioni europee, pari al
12% del totale, e quelli emergenti dall’8% degli acquisti di emissioni delle singole nazioni. I rischi
nascenti dal 20% degli acquisti di asset pubblici o sovranazionali resteranno quindi in capo alla Bce.
4. Qe, sorprese e conferme / Una politica monetaria unica
Il presidente Draghi, in conferenza stampa, ha voluto molto ridimensionare il significato della
distribuzione dei rischi. «Non ha nulla a che fare con l’unitarietà della politica monetaria: la Bce è
l’unica che decide» su titoli da acquistare, ammontari e vincoli. Nei giorni scorsi, si era parlato di
un passo indietro dell’Unione monetaria, che dal punto di vista politico e simbolico difficilmente
può essere negato. Sul piano economico, invece, Draghi, ha negato che le ricadute siano importante.
5. Qe, sorprese e conferme / Non solo quantitative easing
La Bce non ha soltanto varato - o «ampliato» - il quantitative easing. Ha anche abbassato il tasso di
interesse sulle Tltro, le operazioni di liquidità finalizzate ai prestiti alle aziende. Non si applicherà
più lo spread di 0,10 punti percentuali sul tasso di riferimento. Le banche potranno quindi richiedere
denaro, portando in pegno titoli, allo 0,05% e non più allo 0,15%. Il limitato e deludente ricorso a
queste operazioni da parte delle aziende di credito della zona euro e la “concorrenza” - come fonte
di liquidità - degli acquisti di titoli, hanno spinto la Bce a rendere più appetibili queste aste.
6. Qe, sorprese e conferme / Il ruolo delle banche
L’obiettivo finale, per la Bce, resta quello di riportare l’inflazione verso il 2%. Oggi le aspettative di
inflazione sono molto basse: quelle di mercato sono calate fino allo 0,9% nell’orizzonte temporale
dei dieci anni. Lo strumento - in politica monetaria si parla di obiettivo intermedio - non è però
tanto il semplice aumento della liquidità, come nel caso giapponese, quanto l’effetto sui bilanci
delle banche. Il principale canale attraverso cui gli acquisti agiranno è, ha detto Draghi, l’«effetto di
riequilibrio dei portafogli». Più semplicemente, ha spiegato, i bond saranno sostituiti da denaro
liquido creando incentivi per usi alternativi. Le banche potranno ripagare debiti, oppure
parcheggiare i depositi presso la Banca centrale - dove sono però previsti tassi negativi da pagare oppure potranno cercare impieghi nell’economia reale, l’opzione sperata dalla Bce.
7. Qe, sorprese e conferme / Un credit easing, più che un quantitative easing
Draghi ha quindi prospettato, di nuovo, più un credit easing, nel quale si dà enfasi al settore
bancario, che un quantitative easing, a rigore più attento alla quantità di liquidità immessa in
circolazione. Molta meno attenzione è stata data quindi all’effetto “diretto” - in realtà un legame
statistico - delle dimensioni del bilancio sulle aspettative di inflazione. Decisamente meno
importante sembra essere il calo dei rendimenti generato dagli acquisti, anche se è chiaro gli
acquisti beneficeranno maggiormente i paesi con gli spread più alti. Solo un accenno infine, e in
risposta a una domanda dei giornalisti, al calo dell’euro, più per ricordare quanto è stato detto in
passato che per rafforzare l’idea che la diversa politica monetarie nelle grandi aree economica
comporta un deprezzamento della valuta, che ieri è comunque ulteriormente calata.
8. Qe, sorprese e conferme / L’ok dei mercati
La Bce è riuscita, in ogni caso, a lasciare il segno sui mercati, che sono rimasti positivamente colpiti
dalle dimensioni del programma, dalla possibilità che venga esteso nel tempo e dal fatto che
l’inflazione e le aspettative di inflazione sono state riaffermate come obiettivo prioritario, anche se
Draghi ha voluto comunque ricordare che il resto del lavoro verso la crescita dovrà essere fatto dai
governi con le riforme strutturali e dalla commissione attraverso un «veloce» piano di investimenti.
La Banca centrale è anche riuscita a minimizzare, almeno nella comunicazione esterna, la divisione
interna tra i falchi guidati dalla Bundesbank e i governatori più moderati. Ora il compito passa
davvero alla politica, che deve riconvincere le opinioni pubbliche della bontà del progetto europeo.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2015-01-22/qe-sorprese-e-conferme-acquisti-60-miliardimese-172515.shtml?uuid=ABgeLLiC&nmll=2707#navigation
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