Eczema atopico Copyright by THEA 2003 Per atopia s'intende una forte reattività nei confronti di agenti normalmente innocui (allergeni). Nell'atopia esiste un'alterazione genetica che porta alla produzione di reagine, cioè di anticorpi citofili (IgE). Queste immunoglobuline si legano specificatamente a recettori presenti sulla superficie dei mastociti (cellule del sistema immunitario di derivazione connettivale caratterizzate da granulazioni citoplasmatiche contenenti sostanze che vengono rilasciate dopo che immunoglobuline di classe E hanno aderito alla loro superficie; l'attivazione dei mastociti, insieme a quella dei basofili, può portare allo shock anafilattico o a fenomeni locali di tipo allergico) che liberano successivamente sostanze farmacologicamente attive (istamina, serotonina, bradichinina, SRSA). L'eczema atopico è una malattia cutanea cronico-recidivante che si manifesta soprattutto in soggetti atopici, portatori essi stessi o consanguinei di portatori di manifestazioni atopiche come asma bronchiale, rinite allergica, orticarie ecc. La diatesi familiare è dimostrata in oltre il 70% dei casi. Altre cause sono allergologiche (alimenti, inalanti, contattanti), irritative (detergenti ecc.) ed emozionali. Compare dopo il secondo mese di vita e nel 75% dei casi prima del sesto. Si ha una regressione spontanea di solito verso il nono mese o comunque entro il secondo anno di vita. In alcuni soggetti (10-20%) si riaccende nella pubertà, nell'adolescenza e nell'età adulta. I sintomi - Nel lattante si localizza al volto con eritema, edema, essudazione; il prurito è notevole; possono essere interessate altre zone (orecchie, collo, piedi, regione poplitea, arti superiori). Nelle forme tardive la dermatosi si localizza alle superfici flessorie delle grandi pieghe, al collo, alla nuca, alla regione periorale, in genere con manifestazioni meno acute ed essudanti. Per la diagnosi, oltre all'anamnesi personale, e familiare è importante il dosaggio delle immunoglobuline E, tipiche dell'atopia. L'alimentazione - Questa patologia dimostra come occorra andare con i piedi di piombo con tutte quelle teorie (spesso tipiche delle medicine alternative) che promettono di essere la panacea contro tutti i mali. Nel caso dell'eczema atopico la soluzione sarebbe la dieta a zona di Sears (nel capitolo La zona e le malattie croniche). Nella formulazione della dieta a zona Sears ha sicuramente messo a nudo certe pecche della dietologia classica e ha detto e scoperto cose interessanti. Poi purtroppo, probabilmente vittima del delirio di onnipotenza tipico di chi scopre qualcosa, si è spinto oltre, prospettando la dieta a zona come la soluzione di un gran numero di patologie. Nel caso dell'eczema atopico l'eventuale riduzione delle immunoglobuline di classe E in che misura avverrebbe (visto che l'origine del surplus è genetica)? Sears sorvola su questo particolare e dice che una dieta zona "può dare sollievo", che è "sua convinzione che una dieta a zona possa migliorare" ecc. Come si vede nessuna esperienza diretta. Le cure - Anche altri modelli alimentari hanno cercato di trovare consensi trattando l'eczema atopico. La variabilità della gravità della malattia e l'alternarsi di remissioni e recidive fanno sì che alcuni possano reclamare successi che però vengono sempre smentiti se applicati ai grandi numeri. Sicuramente un piano dietetico può essere valutato nell'ottica di evitare allergie o intolleranze, ma non si può pensare di guarire la patologia con la sola dieta. La cura non può che essere: a) personale b) variabile nel tempo per seguire l'evoluzione della malattia c) equilibrata, nel senso di pesare correttamente l'azione locale e quella generale. Attualmente esistono diverse possibilità. Da citare prioritariamente i cortisonici a uso locale, vista la loro efficacia e i minimi effetti collaterali (diverso è il discorso di un loro impiego sistemico da considerare solo nei casi più gravi). Una classe di farmaci (modificatori della risposta biologica) sono impiegati con efficacia variabile (scarsa per esempio con l'ìnterferone); fra di essi ha acquisito una posizione prioritaria la ciclosporina, il cui limite è rappresentato dal fatto che è inefficace localmente e che quindi deve essere somministrata solo nei casi più gravi a causa dei possibili effetti collaterali. Recentemente un farmaco (tacrolimus) si è dimostrato efficace (studi su oltre 16.000 pazienti) se applicato localmente: blocca l'innesco e la propagazione della risposta infiammatoria e immunitaria; molto tollerabile, il suo assorbimento è condizionato dal grado di sofferenza della cute. Allo studio anche l'uso di antistaminici della terza generazione (cetirizina) su lunghi periodi, non solo come agenti antipruriginosi. Un'alternativa interessante è offerta anche dalla fototerapia.