Comune di Venezia Direzione PEL - Ufficio Eliminazione Barriere Architettoniche Venezia città per tutti Quest’anno, in occasione di Biennale Architettura, il Comune di Venezia ha voluto dare risalto alla politica di eliminazione delle barriere architettoniche avviata in questi anni, attraverso una campagna di promozione e comunicazione degli interventi, dei progetti in corso e delle iniziative promosse, in particolare: allestimento della rampa di accesso al padiglione Venezia presso la sede della Biennale ai Giardini: la rampa di accesso al padiglione, dove la fondazione Louis Vuitton in collaborazione con il Comune ha curato la mostra ‘Nicholas Hawksmoor: Methodical Imaginings’, è diventata una vetrina delle politiche avviate. Il progetto, redatto da alcuni giovani architetti fiorentini (nuvolaB architetti associati, p+p architetti associati, arch. Lucia Lancietti, arch. Lian Pellicanò), già vincitori del concorso per le rampe della VeniceMarathon (2005) e del concorso per un nuovo ponte bandito da Arsenale S.p.A. (2006), prevede una struttura lignea articolata in moduli dipinti in tonalità di rosso e di verde: i moduli diventano leggii sui quali sono posti i pannelli grafici che illustrano le politiche e i progetti avviati in attuazione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) approvato nel 2004. Sul lato esterno della rampa alcune panche permettono la sosta; sullo stesso lato le persone disabili trovano, in un book plastificato di comoda consultazione, le informazioni distribuite lungo la rampa stessa; allestimento dell’esposizione ‘Venezia città per tutti’ nell’androne al piano terra di ca’Farsetti: il Municipio, in quanto sede accessibile a tutti gli effetti secondo i criteri individuati dal PEBA (accessibilità urbana garantita dal trasporto pubblico acqueo e accessibilità interna dell’edificio), ospita una piccola esposizione del programma di intervento del Comune sui temi dell’accessibilità e della mobilità delle persone disabili; partecipazione al premio bandito dalla Comunità Europea ‘Access City Award 2013’, rivolto alle città che portano avanti politiche riferite ai temi dell’accessibilità secondo criteri innovativi e inclusivi. Il Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA) di Venezia del 2004 individua 80 ponti lungo i principali percorsi urbani, che risultano strategici per l’ accessibilità pedonale della città. La particolarità urbanistica e ambientale di Venezia, le risorse finanziarie disponibili, rendono improponibile una così vasta azione di intervento, su altrettanti ponti al fine di renderli superabili da persone disabili. Lo stesso PEBA, pertanto, riconosce il ruolo strategico del trasporto pubblico su acqua (Venezia è città d’acqua), garantito da ACTV, come perno per l’accessibilità urbana: là dove non arriva il mezzo pubblico l’accessibilità deve essere garantita da un intervento di eliminazione della barriera architettonica rappresentata dal ‘ponte’, e, dove l’intervento fisico è impossibile, il trasporto pubblico acqueo potrà essere integrato da quello dedicato, che utilizzerà approdi adeguati (trasporto Sanitrans, taxi dotati di elevatore). Da questo approccio è nata la mappa Venezia accessibile e la politica tesa a valorizzare e comunicare l’accessibilità dei diversi settori urbani (gli itinerari senza barriere). In questa fase di attuazione del PEBA, pertanto, sono stati individuati alcuni ponti strategici, secondo un’ottica di integrazione tra accessibilità acquea e mobilità pedonale. Questa politica di intervento è improntata ad alcuni criteri di fondo: un rapporto di collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio e il Patrimonio Storico e Artistico di Venezia; la sperimentazione di soluzione alternative, che possano garantire una “accessibilità equivalente”: sperimentazione che ha portato alla definizione del “gradino agevolato”, cioè di un gradino che sfrutta alzate ridotte e pedate in pendenza riducendo l’impatto ambientale della rampa; una metodologia progettuale impostata sui criteri della progettazione universale (design for all), ovvero una progettazione inclusiva rivolta a tutti i possibili utenti; la qualità del progetto, attraverso la selezione di progettisti che possano esprimere un approccio progettuale nuovo e diversificato. E’ parte integrante di questo approccio la volontà di coinvolgere giovani professionisti, attivare procedure concorsuali (concorso VeniceMarathon nel 2005, concorso per la rampa sul ponte de le Sechere nel 2010), svolgere azione di formazione rivolta a giovani professionisti (l’ufficio EBA, ad esempio, ospita il progetto di Servizio Civile Nazionale “Venezia accessibile”). I ponti che fanno parte di questa fase d’intervento sono: il ponte Cà di Dio e del Vin in Riva degli Schiavoni, il ponte Ognissanti a Dorsoduro, il ponte Papadopoli a piazzale Roma, il ponte de le Sechere a Santa Croce, il ponte a Burano-Mazzorbo case ATER, il nuovo Ponte sul rio di Terranova a Burano. Ognuno di questi progetti si qualifica per un approccio diversificato al tema dell’accessibilità. All’attenzione rivolta alla progettualità, si affiancano altre iniziative in grado di dare visibilità comunicativa all’approccio alternativo messo in atto. Tra queste particolarmente significativo è l’evento “a Venezia le barriere si superano di corsa”, coorganizzato con VeniceMarathon ogni anno in occasione dell’evento sportivo: l’iniziativa prevede la collocazione di 13 rampe accessibili su altrettanti ponti veneziani. Le rampe, collocate per il superamento dei ponti da parte dei corridori, restano a disposizione di tutti per un periodo di 4/5 mesi (da ottobre a gennaio/febbraio) creando la possibilità di un percorso urbano accessibile di circa 3 chilometri da san Basilio ai Giardini di Castello, e rendendo accessibili aree urbane normalmente non accessibili (ad esempio l’area della chiesa della Salute in occasione della festività religiosa di novembre). Un pannello dell’esposizione a ca’Farsetti è riferito alla politica di intervento a Mestre. L’intervento illustrato riguarda alcune scuole di Carpenedo (Enrico Toti e il Germoglio) ed è attuativo del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche di Mestre (PEBA - “Msss_Mestre supera se stessa”) approvato nel 2010: il progetto si basa su un approccio scalare di intervento, dal contesto urbano, all’area a giardino delle scuole, all’interno dell’edificio scolastico, proponendo l’applicazione di criteri di progettazione universale riferiti, in questo caso, alla problematica della sicurezza dei pedoni e dell’accessibilità dei percorsi e degli edifici di uso pubblico (‘dal fuori al dentro’). Il progetto prevede la realizzazione di un percorso ciclo-pedonale sicuro (separato dal traffico automobilistico) e accessibile, da via Ca’Rossa (via molto trafficata, attraversata dal tram) a via del Rigo (sulla quale si affacciano, la scuola primaria E. Toti, la scuola dell’infanzia “Angolo azzurro” e il nido “Pinocchio”), oltre ad alcuni interventi all’interno del plesso scolastico: eliminazione dei dislivelli tra giardino e edificio con rampe di accesso aventi pendenza minima e riqualificazione degli spazi scoperti mediante la sistemazione delle aree a verde, con collocazione di pensiline di ingresso e di protezione per le biciclette. In occasione dell’intervento sono stati realizzati, con la collaborazione di “Città per Tutti”, laboratori con i bambini delle scuole, che hanno contribuito, con i loro disegni, alla redazione dei pannelli che segnano gli accessi al nuovo percorso: i laboratori e i disegni redatti sono stati occasione di formazione e sensibilizzazione sui temi della disabilità, della sicurezza, della pedonalità urbana e della valorizzazione ambientale. Relativamente al tema della pedonalità, questo progetto trova riscontro sia con l’iniziativa ‘Pedibus’, percorsi casa-scuola, dell’Assessorato Politiche Educative, sia con il progetto ‘Pediplan’ degli Uffici “EBA” e “Città per tutti”, finalizzato allo sviluppo della pedonalità sicura ed accessibile in ambito urbano della terraferma, che costituisce uno degli assi portanti del nuovo PEBA di Mestre. Venezia 31.08.2012