IDEE CHIAVE SCATURITE DAL LAVORO DEI GRUPPI E DOMANDE STIMOLO ELABORATE DALLO STAFF REGIONALE PER LE INDICAZIONI NAZIONALI (V SEMINARIO SULLE I.N.- VIBO VALENTIA 29 E 30 SETTEMBRE 2015) Dalle 40 idee chiave formulate all’interno degli 8 workshop a 40 domande stimolo da sottoporre al vaglio delle scuole impegnate nella nuova sperimentazione di cui alla Circolare Ministeriale n. 8630 del 18 settembre 2015 D.D. prot. n. 940 del 15/09/2015. workshop n. 1 Promuovere le competenze digitali a scuola IDEE CHIAVE Le competenze digitali, che favoriscono l’inclusione e promuovono un nuovo modo di “gestire” la classe, si COSTRUISCONO contemporaneamente all’esplorazione, all’osservazione ed al ragionamento. Le competenze digitali limitano tutti i tipi di barriere e realizzano la cittadinanza digitale, intesa come partecipazione alla società della conoscenza. La promozione delle competenze digitali promuove il protagonismo dello studente all’interno del processo di apprendimento, rendendolo autonomo, collaborativo, capace di lavorare in team e di negoziare con i compagni. L’utilizzo della tecnologia, supportata dalla pedagogia, educa alla creatività ed alla imprenditorialità in quanto è una metodologia che crea molteplici competenze, anche trasversali. La competenza digitale deve essere sempre pensata come legata alle altre competenze di cittadinanza. DOMANDE STIMOLO L’uso del digitale nei processi di apprendimento permette di lavorare con schemi interattivi che esercitano sia il pensiero intuitivo sia il ragionamento ipotetico deduttivo: osservazione, manipolazione del reale, nuova osservazione, predisponendo all’atteggiamento scientifico verso il mondo? Le tecnologie in classe diventano knowledgebuilding community, in cui tutti i membri sono impegnati in compiti autentici, che favoriscono il collegamento tra scuola e mondo reale, incoraggiano l’interdipendenza, tipica dell’apprendimento efficace, tra saperi formali, informali e non formali? In che misura l’interazione con i contenuti e con i pari, mediata dal digitale e sostenuta dall’insegnante, aiuta a formulare inferenze di tipo scientifico e a promuove un modello di apprendimento di tipo laboratoriale e attivo opposto a quello nozionistico e libresco? Le tecnologie, dalle più tradizionali alle digitali e telematiche, fino alle moderne tecnologie sociali (web 2.0), sono “partner intellettuali” che preparano gli studenti ad essere persone in grado di padroneggiare linguaggi e metodologie di carattere generale e specifico, capaci di raggiungere una maturità intellettiva e comportamentale che consenta loro di cogliere la dimensione unitaria del sapere, di sviluppare il senso della responsabilità personale e di assumere un atteggiamento critico di fronte alla realtà? L’utilizzo consapevole di competenze digitali risolutive richiede la capacità di saper applicare una vasta gamma di conoscenze ed elevate abilità di pensiero, di saper “agire-pensando”, dimostrando ciò che effettivamente si sa fare con ciò che si sa in una dimensione di “sistema” che comprende tutte e otto le competenze di cittadinanza? workshop n. 2 Identità e differenze di genere nel curricolo IDEE CHIAVE -Il coraggio del cambiamento: nei saperi, per superare la pretesa neutralità degli stessi; nei linguaggi, per contrastare gli stereotipi, anche offensivi rivolti alle donne e connotare al femminile termini e definizioni; negli stili di apprendimento e di insegnamento troppo spesso appiattiti sul modello trasmissivo. -Pluralità degli incroci e dei punti di vista -Scoperta di sé e ricerca della propria identità in relazione alle alterità, con conseguente valorizzazione delle differenze -“Percorsi di libertà” imparare attraverso la creatività, la cooperazione, il proprio sentire -Inviolabilità del proprio corpo, per vivere relazioni paritarie e di rispetto reciproco. Le cinque parole chiave emerse dal seminario sono evidentemente strettamente collegate, per cui non è possibile sviluppare interrogativi per ogni punto quanto, piuttosto, sottolineare una serie di interrogativi, legati anche alle pratiche delle scuole. DOMANDE STIMOLO che genere di saperi si praticano oggi a scuola? sono saperi davvero neutri o, invece, dominati dal maschile? come introdurre il pensiero della differenza senza che questo diventi motivo di scontro e di sterile contrapposizione tra il maschile e il femminile? con quali strumenti legislativi introdurre l'educazione alla relazione e all'affettività? come coinvolgere l'intera comunità scolastica nella nuova programmazione? Come combattere gli stereotipi e smontarne i meccanismi per evitare di riprodurne degli altri? É indispensabile accompagnare l'introduzione del nuovo punto di vista nei contenuti con novità di metodo e di stile di insegnamento? workshop n. 3 Indicatori per le competenze di cittadinanza IDEE CHIAVE DOMANDE STIMOLO In che modo, nell’ambito del curricolo, è favorita Perché le regole siano condivise è necessario che siano costruite insieme all’alunno in un contesto l’assunzione di responsabilità da parte degli alunni? che vede la responsabilità come elemento opposto Quali iniziative specifiche vengono adottate per e sostitutivo rispetto alla sanzione. favorire la partecipazione degli alunni a livello di scuola? Attraverso quali processi e attraverso quali soluzioni di tipo organizzativo? La scuola ha un ruolo insostituibile nella costruzione delle competenze di cittadinanza, ma non può operare da sola in questa direzione. Ha bisogno di farlo in rapporto con i contesti familiari e sociali da cui gli studenti provengono e in cui sono inseriti. Quali sono le possibili aree della vita della scuola e della classe in cui è possibile/opportuno sollecitare e incentivare la partecipazione attiva degli alunni? In che modo è organizzato questo rapporto? In che modo i genitori sono chiamati a partecipare alla vita della scuola e alle decisioni che riguardano gli aspetti non di competenza esclusiva degli insegnanti? Quali sono le forme di comunicazione tra scuola e famiglie che sono state adottate? In quale misura i genitori e i soggetti che operano sul territorio sono stati visti come ‘risorse’ per lo sviluppo delle competenze di cittadinanza? Nella scuola, intesa come ambiente democratico di La promozione delle competenze di cittadinanza, le apprendimento che promuove corretti stili di vita e strategie da adottare e le collaborazioni da attivare per tradurre i principi di cittadinanza, democrazia e benessere, le discipline sono … una forza. legalità in patrimonio culturale di ogni singolo alunno, in modelli di vita e in comportamenti coerenti è legata al coinvolgimento di tutto il personale scolastico, alla sua sensibilità, alla sua crescita professionale? Gli indicatori di qualità per l’educazione alla cittadinanza sono garanzia di apprendimenti significativi (ragazzi al centro e un docente che c’è) Coerenza, trasparenza, credibilità sono i fari che la scuola deve darsi per integrare la dimensione cognitiva, quella esperienziale e quella della riflessione sull’esperienza di cittadinanza. La sfida maggiore è quella che investe i docenti di tutte le aree disciplinari, che devono ricercare e valorizzare i contenuti, le metodologie e le forme di relazione che maggiormente favoriscono la partecipazione e il coinvolgimento degli alunni, la percezione di star bene a scuola, la consapevolezza di essere in una comunità che accoglie, che mette in pratica le regole del vivere civile e sociale, che dialoga con le istituzioni e con la società civile organizzata, che sa apprendere? L’insieme degli indicatori (curricolo/insegnamento/apprendimento; clima della scuola; gestione e sviluppo) sono utili ad individuare nello stesso tempo sia gli aspetti che nel loro complesso dovrebbero caratterizzare l’attività della scuola nel campo della educazione alla cittadinanza, sia gli aspetti che potrebbero essere oggetto di attenzione e di intervento? Esiste a livello di scuola uno spazio adeguato per l’educazione alla cittadinanza democratica, sia negli obiettivi dichiarati che nella progettazione curricolare? Esistono ‘evidenze’ relative all’effettivo sviluppo di pratiche coerenti con principi che dovrebbero caratterizzare l’educazione alla cittadinanza, sia a livello di scuola, sia a livello di classe? C’è coerenza tra le procedure e gli strumenti adottati per la valutazione degli alunni e le caratteristiche dell’educazione alla cittadinanza democratica? C’è coerenza tra clima della scuola e principi alla base dell’educazione alla cittadinanza democratica? Quali sono le scelte che la scuola deve adottare? In che modo si cerca (o quanto meno si persegue) la saldatura tra conoscenze e esperienze, in modo da sollecitare concretamente l’esercizio delle competenze di cittadinanza? Quali sono le possibili implicazioni di un approccio didattico volto a costruire competenze sull’organizzazione della didattica e del tempo scuola? In che modo forme di didattica più ‘tradizionali’ si possono integrare con approcci di tipo più innovativo? workshop n. 4 Certificare le competenze degli alunni con disabilità IDEE CHIAVE Appare necessario accompagnare la sperimentazione in atto sulle I.N. con azioni diffuse di formazione dei docenti, su scala nazionale, sulle innovazioni metodologiche e le didattiche inclusive (forme di supporto per i docenti sono ancora una tendenza, più che una realtà, anche se dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere). La certificazione per essere autentica deve essere il risultato di processi di insegnamento e apprendimento orientati allo sviluppo/costruzione di competenze, basati sull’osservazione supportata da strumenti funzionali al monitoraggio del processo. Il modello di certificazione delle competenze in corso di sperimentazione dovrebbe essere integrato con n. 2 colonne: la prima, dopo la declinazione del profilo, da destinare ad uno spazio aperto e facoltativo nel quale declinare descrittori di competenza personalizzati; la seconda, posizionata dopo la colonna delle discipline coinvolte, nella quale indicare i fattori contestuali e ambientali, ossia le condizioni esterne favorevoli che hanno un impatto sul funzionamento dell’alunno e che lo facilitano nell’espressione della competenza. Relativamente al punto precedente si propone l’utilizzo di un sistema di indicatori internazionali che è quello ICF, le cui 4 aree andrebbero incrociate con il profilo delle competenze contenuto nelle I. N. 2012. DOMANDE STIMOLO L’insegnante, che è considerato il principale responsabile dell’educazione degli alunni, ha bisogno di ricevere una conoscenza appropriata e le competenze necessarie per rispondere ai vari bisogni degli alunni? È importante valutare il tipo di formazione iniziale offerta alla futura classe docente? I processi di insegnamento e apprendimento attivati si dimostrano efficaci per la promozione e l’acquisizione delle competenze negli alunni diversamente abili? Gli strumenti e le procedure predisposte sono adeguati alla rilevazione e misurazione delle competenze degli alunni diversamente abili? Nell’ottica di una scuola inclusiva il modello di certificazione delle competenze deve rappresentare un ponte tra il percorso di istruzione e formazione della persona ed il suo progetto di vita? La competenza certificata deve essere uno degli anelli di congiunzione tra sistema di istruzione, famiglia e vita futura, tra la crescita globale dell’alunno con BES e il suo pieno inserimento nell’iter formativo o lavorativo successivo al tempo scolastico? La competenza può rappresentare uno strumento per migliorare la qualità del processo di insegnamentoapprendimento capace di implementare le relazioni professionali tra insegnati curriculari e insegnanti di sostegno, parimenti impegnati a progettare in funzione di colui che apprende, del modo in cui apprende e dei processi che dovrebbero scaturire naturalmente dal suo essere persona unica e singolare? Nel panorama italiano, in cui la pedagogia speciale e la didattica speciale proseguono sulla via del dialogo epistemologico e del dibattito sui temi dell’inclusione, la ricezione dell’ICF dell’OMS, può essere considerata “uno strumento di guida e supporto dell’osservazione, della progettazione didattica e della valutazione in chiave inclusiva ed etica” (Cajola, Ciraci, 2013, 46)? È da ritenere particolarmente utile la creazione di un modello operativo per la scomposizione delle competenze disciplinari in competenze di base da graduare in rapporto alla dimensione socio-culturale dell’alunno a rischio ed in relazione agli obiettivi educativi minimi rintracciabili nei documenti ufficiali e nella normativa vigente in materia di dispersione scolastica? Sperimentare il modello “integrato” con i La sperimentazione del modello “integrato”, suggerimenti forniti già dal corrente anno scolastico unitamente alla predisposizione e stesura del PEI, al fine di potere apportare adeguamenti sulle all’azione didattica co-pensata e co-realizzata con gli eventuali criticità emergenti. alunni, all’individuazione di misure valutative compartecipate, che vedrebbero la sinergia tra le competenze specifiche dell’insegnante curriculare ed il know-how educativo-procedurale speciale dell’insegnante di sostegno può costituire uno strumento di crescita socioculturale per ogni singola scuola? Si configura come veicolo di promozione ecologica per gli tutti alunni, intenti a costruire il loro profilo formativo in una proiezione futura che richiede soggetti competenti ed autonomi? workshop n. 5 Competenza, successo formativo e contrasto alla dispersione IDEE CHIAVE Creare ambienti accoglienti e favorire un clima relazionale positivo all’interno del microcosmo classe e del macromondo scuola/società favorisce la costruzione di un connubio virtuoso tra competenze, successo formativo e contrasto alla dispersione scolastica. Progettare nel curricolo di scuola esperienze significative, molteplici, non sporadiche di tipo situato, problematico, dialogico, basate sulla valorizzazione del lavoro cooperativo e su tutte quelle forme di intervento che determinano riflessione critica e condivisa a partire da un agire concreto aiutano a contrastare ogni forma di dispersione scolastica in quanto creano armonia tra le strategie didattiche ed il processo cognitivo di ogni singolo alunno, nel suo progressivo strutturarsi e svolgersi. Scegliere l’approccio per competenze non è una scelta neutrale: essa implica una trasformazione nelle strategie didattiche e la necessità di dare senso all’esperienza valorizzando l’apporto di ciascuno. DOMANDE STIMOLO Ambienti accoglienti e clima relazionale positivo si possono creare attraverso uno studio mirato sulle competenze disciplinari minime per alunni drop out? Per questi alunni è necessario definire un costrutto di competenza calzante, in vista della sua valutazione, suggerito da nuove piste operative capaci di impiantare la prassi dell’insegnamentoapprendimento sulle reali esigenze dell’alunno? Per organizzare un ambiente di apprendimento orientato allo sviluppo delle competenze, è necessario attivare strategie didattiche e valutative che connotino e sottolineino l’aspetto di dinamicità del sapere? Le competenze sollecitano alcuni cambiamenti strategico didattici da adottare con gli alunni a rischio dispersione (considerare i saperi come risorse da mobilitare; lavorare per situazioni-problema; condividere i progetti formativi con gli ricerche allievi; adottare una pianificazione flessibile; praticare una valutazione per l’apprendimento; andare verso una minore chiusura disciplinare)? Le sfide educative generate dalle competenze sollecitano, per questi alunni, l’uso di nuove strategie didattiche e valutative? Tra le nuove strategie didattiche è opportuno porre l’attenzione su: la discussione guidata, il lavoro di gruppo, il gioco dei ruoli, la simulazione, l’apprendimento per problemi/progetti e il contratto formativo? Tra le strategie valutative è opportuno selezionare: la valutazione formativa informale, la valutazione formativa orientata alla riflessione metacognitiva, la valutazione formativa per gestire l’approccio alla lezione, la valutazione formativa in rapporto alla gestione dei voti? La certificazione delle competenze acquista un significato di giustizia sociale in quanto riempie la scuola di qualità data dalla ricerca di nuovi equilibri tra ordinario e straorinario. Un contesto scolastico che non riesce a tener conto delle varie opportunità di una data situazione in relazione a un funzionamento ottenuto appare molto parziale e incapace di affrontare la questione fondamentale dell’ingiustizia sociale nell’ambito dell’istruzione o in qualsiasi altro campo? Nella misurazione e certificazione delle competenze il rapporto tra insegnamento e sviluppo delle competenze deve essere centrato sul compito/esperienza e sulla mediazione? Per certificare le competenze è necessario costruire comunità (di allievi, docenti, scuola, scuole e territorio) dove tutti concorrono alla realizzazione di un curriculum as experienced, che si fonda cioè sull’esperienza (azione) e sui bisogni reali degli alunni invece che di un curriculum as intended ossia La comunità educante deve saper confrontarsi per studiato sulla carta. poter cogliere gli elementi sui quali intervenire per consentire all’alunno di appropriarsi in modo autonomo e intenzionale degli oggetti culturali? workshop n. 6 Quali ambienti di apprendimento per promuovere le competenze IDEE CHIAVE Per promuovere competenze è necessario attivare nuove dinamiche all’interno e all’esterno del contesto scolastico, che favoriscono la centralità dello studente, la didattica attiva e nuovi “setting” didattici dinamici, in continua trasformazione progettati per sostenere lo sviluppo individuale e sociale. Potenziamento e sviluppo della didattica laboratoriale e organizzazione di spazi adeguati confortevoli, invitanti, “belli”. Allargare lo spazio educativo oltre le mura della scuola: scuola “della” e per la “comunità”. Promuovere l’utilizzo delle nuove tecnologie diffuse a supporto della didattica, quasi metodo didattico. DOMANDE STIMOLO Il concetto di ambiente di apprendimento è un concetto ampio, che deve ispirare tutta la trama curricolare e il Piano dell’Offerta Formativa? La logica di un ambiente attivo, riflessivo e cooperativo caratterizzato da compiti esperti, si deve collocare sullo sfondo di un ambiente di apprendimento di largo respiro, che mette a disposizione opportunità varie e composite, all’interno delle quali l’alunno si può muovere, esercitando opzioni e orientandosi? L’ergonomia didattica, che studia le interazioni tra sistema cognitivo, ambiente di apprendimento e strumenti/media didattici, può offrire un valido contributo nella progettazione degli ambienti di apprendimento e nell’elaborazione dei processi di mediazione didattica? L’ambiente di apprendimento deve aprirsi alle opportunità del territorio, arricchendosene, e con il territorio confrontarsi e relazionarsi in modo sinergico? Come si allestisce "un ambiente tecnologico per apprendere" e quali ne sono le pregiudiziali cognitive? Quali sono i contesti il cui le ICT hanno maggiore probabilità di diventare efficaci, efficienti, interessanti? L’ergonomia didattica permette di adattare la tecnologia alle esigenze umane nei vari contesti? L’ergonomia didattica deve coadiuvare la progettazione e l’allestimento degli ambienti di apprendimento, suggerendo gli idonei mediatori affinché il rapporto con le interfacce elettroniche liberi il suo effettivo potenziale in termini di espressività, crescita individuale, costruzione sociale e cooperativa dell’esperienza? Valorizzazione di esperienze e best practice Se i temi dell’innovazione passano dalla scuola semplici, innovative e sostenibili. organizzata ad una ‘senza classi’; da una scuola, basata tutta sulla carta ad una che usa il digitale per poter memorizzare, riutilizzare, scambiare, trasformare …., da un modo di rappresentare le conoscenze ‘sequenziale’ ad uno ‘reticolare’, da una valorizzazione del ruolo del libro per lo sviluppo della coscienza critica individuale al contemporaneo e non contrapposto sviluppo dei Learning Object (LO) e degli ambienti di apprendimento online che consentano una complementarietà ma anche una differenziazione ed un potenziamento dell’azione formativa della scuola … se tutto ciò è realizzato è importante diffonderlo come buona pratica semplice, innovativa, sostenibile e replicabile? workshop n. 7 Unitarietà e continuità nel curricolo 3-16 IDEE CHIAVE Garantire la significatività dell’apprendimento. DOMANDE STIMOLO Per costruire un curricolo di scuola si deve partire dagli apprendimenti e non dai contenuti? Per garantire la significatività dell’apprendimento il docente deve adottare la logica della ”spiegazione” o quella della “narrazione”, che sostiene l’interesse, suscitando domande e ritardando risposte? Superare la parcellizzazione del sapere. Per garantire la significatività dell’apprendimento è richiesta la costruzione di un “curricolo interattivo”? Se il curricolo genera nell’alunno una rappresentazione frammentaria del sapere si favorisce in lui una ricezione passiva di idee sconnesse che portano a ad una conoscenza “inerte”? Elemento fondamentale di tutta l’educazione è quello di mantenere unito il sapere al fine di alimentare la vitalità dell’interesse e della conoscenza evitando la trasmissione di conoscenze inerte ed incapsulate? Se il processo educativo implica una spinta In un curricolo che tiene conto dei costrutti orientativa, l’orientamento non può che essere visto motivazionali si deve tenere conto sia degli obiettivi come interno al processo. Pertanto il curricolo di d’apprendimento o di padronanza che degli obiettivi scuola deve promuovere l’orientamento di rendimento o di riuscita? motivazionale alla conoscenza. Se gli obiettivi dì apprendimento sono implicati nei processi motivazionali di interesse per lo studio di per sé (gli alunni con obiettivi d’apprendimento desiderano acquisire nuove abilità e migliorare le loro conoscenze anche commettendo degli sbagli) e non per i vantaggi che derivano da una riuscita scolastica, come mai a scuola si promuovono maggiormente gli obiettivi di rendimento (gli alunni con obiettivi di rendimento desiderano valutazioni positive di abilità ed evitano valutazioni negative)? Riconoscere e valorizzare la dimensione affettivo- La componente affettivo-relazionale relazionale nei processi di apprendimento. nell'apprendimento incide in modo sostanziale sui processi di apprendimento e sul benessere degli alunni? Valorizzare la pluralità degli stili di apprendimento. La sensibilità empatica e l'attenzione relazionale dell’insegnante hanno un peso nella realizzazione del successo scolastico degli alunni? La convinzione sottesa a molte affermazioni sulla gestione della variabilità individuale, che è percepita da molti insegnanti come sensazione di difficoltà a gestire l'eterogeneità, può essere modificata contrapponendo a frustrazione e pessimismo la personalizzazione? Personalizzare adattandosi ai diversi stili di apprendimento degli alunni significa creare un "curricolo" personale per ognuno di loro o piuttosto gestire le differenze individuali attraverso il potenziamento strategico degli alunni ed una didattica centrata sulle strategie di apprendimento che più risultano utili ai singoli profili individuali? workshop n. 8 Confronto sulla sperimentazione del nuovo modello di certificazione IDEE CHIAVE DOMANDE STIMOLO Salvaguardare il carattere formativo- Sul modello di certificazione delle competenze processuale (sicuramente la certificazione non è solo esiste una questione aperta: un prodotto, si deve prestare attenzione alla fino a che punto si deve spingere un dimensione giuridica, al processo ed alle prove di documento nazionale? valutazione). deve prevalere la fase istruttoria o il momento della valutazione? Rafforzare il legame con la dinamica Come ed a quali livelli si deve curare l'integrazione curricolare: trasversalita’ delle discipline; tra la verticalità del curricolo e la certificazione delle progressione 3-16. competenze, per raccordare meglio il modello tra il primo e il secondo ciclo? Integrare processi e prestazioni tramite la coerenza È importante far emergere il valore sociale del tra gli strumenti valutativi. documento di certificazione puntando a degli strumenti giuridici più coerenti? (nella legge 107 c'è una delega aperta a rivedere i documenti di valutazione e certificazione) Curare la comunicazione e declinare ogni Il documento di certificazione, per essere un competenza in livelli per semplificare il modello e documento leggibile e comparabile per la sua rendere più fruibile la comunicazione alle famiglie. trasparenza, deve: contenere una descrizione degli esiti del percorso formativo? contenere elementi espliciti sulla base dei quali gli alunni stessi si possano orientare ed effettuare scelte adeguate? È necessario conciliare i tempi e le modalità convenzionali della comunicazione scuola/famiglia, con obiettivi di diffusione e informazione ai genitori sul modello di certificazione? Dimensione autovalutativa e biografica per far Per valutare le competenze il processo, che non si affiorare le competenze: utilizzare diversi strumenti può esaurire in un momento circoscritto e isolato, come prove autentiche, dossier, rubriche, deve: autobiografia cognitiva. prolungarsi nel tempo attraverso una sistematica osservazione degli alunni di fronte alle diverse situazioni che gli si presentano? fondarsi sulla consapevolezza che le prove utilizzate per la valutazione degli apprendimenti non sono adatte per la valutazione delle competenze? utilizzare strumenti di valutazione delle competenze quali compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte, ecc.), che permettono di cogliere la manifestazione esterna della competenza, ma anche osservazioni sistematiche e autobiografie cognitive (griglie o protocolli strutturati, semistrutturati o non strutturati e partecipati, questionari e interviste), che permettono di rilevare le operazioni che compie l’alunno per interpretare il compito, per coordinare conoscenze e abilità, per ricercarne altre, qualora necessarie, e per valorizzare risorse esterne e interne?