4^ Esercitazione CLES Sanità – Pensioni Esercizio 1 - Sanità Considerate una comunità composta da individui con differenti probabilità di ammalarsi: individui di tipo H, che rappresentano il 55% della popolazione, con una probabilità di ammalarsi pari al 70%; individui di tipo L, che rappresentano il 45% della popolazione, con una probabilità di ammalarsi pari al 30%. In caso di malattia il danno è pari a 100 per entrambi i gruppi. In un mercato perfettamente concorrenziale e in assenza di costi di amministrazione, si determinino i premi richiesti ai due tipi di individui per unità di materia assicurata e si dica se gli individui scelgono di acquistare una copertura completa o parziale nel caso in cui: a) l’informazione sia perfetta; b) l'impresa assicuratrice non riesca a discriminare tra i due tipi di individui (asimmetria informativa) ed offra ad entrambi i gruppi lo stesso contratto con un premio tale da rendere i profitti complessivi nulli (in valore atteso). Si discutano brevemente i problemi che sorgono in questa situazione. Soluzione a) In un mercato perfettamente concorrenziale, deve valere la condizione di profitti attesi nulli: E(P)=0. E’ possibile mostrare che, con informazione perfetta (simmetrica), tale condizione implica che l’impresa richieda ad entrambi i tipi di individui il pagamento di premi attuarialmente equi, cioè pari alla probabilità dell’evento negativo. Indicando con N la numerosità della popolazione, con q il livello di copertura scelto, con pi e con πi rispettivamente il premio pagato e la probabilità di ammalarsi per il tipo i-esimo: E(P)= 0,55 N pH q – 0,55 N πH q + 0,45 N pL q – 0,45N πL q = 0 da cui segue: pH = πH = 0,7 per gli individui H e pL = πL = 0,3 per gli individui L. In questo caso entrambi i gruppi chiedono copertura completa: q = d = 100. b) Se l'informazione è asimmetrica, l'assicuratore non discrimina tra agenti H e L e può essere indotto ad offrire a tutti un unico contratto. Se la popolazione è sufficientemente numerosa e i rischi indipendenti, il profitto atteso può essere scritto come: E(P)= Npq – 0,55 N πH q – 0,45N πL q In questo caso, assumendo che tutti gli individui accettino di sottoscrivere il contratto, la condizione di profitti attesi nulli impone la richiesta di un premio pari alla probabilità media di malattia per l’intera popolazione. Pertanto, E(P)=0 se e solo se: p = 0,55 πH + 0,45 πL = 0,55 x 0,7 + 0,45 x 0,3 = 0,52. I problemi derivano dal fatto che questo premio è superiore alla probabilità di ammalarsi per gli individui di tipo L, i quali quindi non si assicureranno e usciranno dal mercato. Questo implica che la qualità media degli assicurati diminuisce (fenomeno di selezione avversa), le imprese aumentano i premi (per evitare profitti negativi), rimangono solo individui di tipo H e il premio aumenta fino a raggiungere il valore massimo per gli individui ad alto rischio (nel nostro caso 0,7). Esercizio 2 - Sanità Il paese X decide di iniziare a fornire i farmaci gratuitamente. La funzione di domanda della collettività stimata è la seguente: q = 10000 – 10 p dove q indica la quantità di farmaci richiesta e p il prezzo medio di tali farmaci. Il prezzo medio per farmaco è di 300. a) Definire il concetto di azzardo morale. Come si applica alla situazione del paese X? b) Calcolare la perdita di bilancio rispetto alla situazione di perfetta informazione nel caso si pongano problemi di azzardo morale. c) In seguito ad un’attenta analisi, il governo di X si rende conto di non avere alcuna possibilità di controllare il comportamento dei consumatori. Allo stesso tempo, però, per ragioni di finanza pubblica, la spesa farmaceutica a carico dello stato non può in alcun caso eccedere il tetto di 1.800.000. Quali manovre potrebbe attuare al fine di raggiungere questo livello di consumo farmaceutico? Soluzione a) AZZARDO MORALE: poiché l’impresa di assicurazione non è in grado di controllare il comportamento degli assicurati dopo la stipula del contratto, l’individuo può domandare più cure di quanto strettamente necessario, oppure può influenzare la probabilità che si verifichi l’evento negativo. Nel nostro caso la quantità di farmaci venduta in corrispondenza di un prezzo pari a 300 (quantità con perfetta informazione) è: q PI = 10000 – 10 p = 10000 – 10 (300) = 7.000. Il problema di azzardo morale nasce dal fatto che nel paese X gli individui ricevono farmaci gratuitamente (quindi, per i cittadini-consumatori, p = 0), mentre il prezzo effettivo è pagato dal governo. La quantità domandata (quantità con moral hazard) sarà dunque pari a: q MH = 10000 – 10 p = 10.000. I pazienti fanno quindi ricorso a cure addizionali rispetto a quelle cui farebbero ricorso qualora non esistesse un sistema farmaceutico pubblico e gratuito. b) Nell’ipotesi di azzardo morale, la spesa farmaceutica per il governo del paese X è: q MH p = 10000 x (300) = 3.000.000. Nell’ipotesi di perfetta informazione si ha invece che: q PI p = 7000 x (300) = 2.100.000. La perdita di bilancio dovuta all’asimmetria informativa è pertanto di 900.000. c) Al fine di disincentivare l’eccessivo consumo di farmaci, è prassi utilizzare sistemi di compartecipazione al finanziamento delle spese sanitarie: il paese X introduce a tal fine i ticket. Pertanto, il prezzo medio per farmaco, p = 300, è coperto per un ammontare fisso (x) dal cittadinoconsumatore, e per il restante ammontare (300 - x) dallo Stato. Dal momento che il cittadino-consumatore paga x per ogni unità di farmaco, la domanda di farmaci sarà: q = 10.000 - 10x. Pertanto, la spesa farmaceutica complessiva a carico dello Stato è: (10.000 – 10x) (300 – x) Dato il vincolo di spesa che lo Stato deve rispettare, otteniamo: (10.000 – 10x) (300 – x) = 1.800.000 che equivale a: 10x2 – 13.000x + 1.200.000 = 0 x = 100*. Il governo del paese X dovrebbe, pertanto, richiedere ai cittadini-consumatori di coprire 1/3 del prezzo medio dei farmaci. *La quota di compartecipazione al prezzo x pagata dal consumatore non può eccedere il prezzo complessivo del bene acquistato. Per tale ragione la radice x = 1220 non può essere la soluzione del quesito posto. Esercizio 3 - Sanità Si consideri una collettività costituita da 2 individui, uno giovane e uno anziano. Entrambi hanno un reddito pari a 30 e subiscono un danno pari a 100 in caso di malattia. Il giovane ha una probabilità G=0,2 di ammalarsi, mentre l’anziano ha una probabilità A=0,7. I due individui sono perfettamente distinguibili dalle compagnie assicurative. a) Si determini il grado di copertura ottimale q* scelto da ciascun individuo in corrispondenza di un premio attuarialmente equo. b) Si calcoli il premio complessivo che ciascun individuo dovrebbe pagare per ottenere la copertura desiderata. c) Quale problema si pone? Commentate, alla luce di questo risultato, l’intervento pubblico nell’organizzazione, prevalentemente privata, del sistema sanitario degli Stati Uniti. Soluzione a) Siano per i = G, A: pi = premio unitario qi = risarcimento d = danno w i1 = reddito se non si verifica l’evento negativo = w – piqi w i2 = reddito se si verifica l’evento negativo = w – d – piqi + qi Ogni individuo massimizzerà la sua utilità attesa quindi il problema da risolvere è: Max E[U ( wi )] U ( wi 2 ) (1 )U ( wi1 ) U ( wi d q i p i q i ) (1 )U ( wi p i q i ) i q La condizione del primo ordine è: i i E[U ( wi )] i U ( w 2 ) i i U ( w 1 ) (1 p ) (1 ) ( p i ) 0 qi wi 2 wi1 Ovvero: i U '( wi 2 ) pi 1 i U '( wi1 ) 1 pi Poiché i premi sono attuariamente equi si avrà che pi i con i = G, A. Quindi la condizione del primo ordine sarà: U '( wi1 ) U '( wi 2 ) Il che si verifica solo quando wi1 wi 2 da cui risulta qi d con i = G, A. La copertura ottimale richiesta da individui avversi al rischio in corrispondenza di premi attuarialmente equi è quindi completa: qi* = d = 100 b) Il premio complessivo per il giovane sarà: pGq = 0,2 × 100 = 20 e per l’anziano: pAq = 0,7 × 100 = 70. c) L’esercizio mostra come un sistema sanitario di natura privata “fallisca” nel garantire una copertura sanitaria alla cittadinanza nel suo complesso, dal momento che possono esistere persone bisognose di cure, ma non in grado di pagare il premio previsto per vincoli di reddito (l’anziano ha un reddito di 30, ma dovrebbe pagare un premio di 70!). Si rende pertanto necessario l’intervento dello Stato per garantire la copertura a taluni segmenti della popolazione. Questo è, ad esempio, ciò che succede negli USA dove è presente un sistema di assicurazioni sanitarie private ma lo Stato interviene a sostegno degli anziani e dei poveri mediante i programmi denominati MEDICARE e MEDICAID. Esercizio 4 - Sanità La popolazione del paese X è composta per il 50% da individui (tipo A) che hanno una probabilità di ammalarsi pari al 20% e per il restante 50% da individui (tipo B) che hanno una probabilità di ammalarsi pari al 70%. Sia gli individui di tipo A che gli individui di tipo B guadagnano, in condizioni normali, un reddito di 1000 che si riduce, in caso di malattia, a 200. Gli individui hanno la possibilità di acquistare un’assicurazione. a) Si ipotizzi che la compagnia assicuratrice sia in grado di distinguere perfettamente i due tipi A e B e offra loro l’assicurazione dietro il pagamento di un premio attuarialmente equo. Si determini (distinguendo, se necessario, tra gli individui): 1. il premio unitario; 2. la quantità di assicurazione acquistata e il premio complessivo; 3. il reddito degli individui al netto dei premi assicurativi; 4. il profitto atteso dell’impresa assicuratrice. b) Si ipotizzi ora che l’impresa non sia in grado di distinguere i due tipi di individui e che offra a tutti un unico contratto con un premio che le consenta di conseguire profitti attesi nulli. 5. A quanto ammonterà il premio unitario che l’impresa deciderà di applicare? 6. Chi beneficerà dell’assenza di perfetta informazione? 7. Si modificheranno le scelte assicurative delle due tipologie di individui? 8. Se sì, con quali conseguenze per il mercato assicurativo? Soluzione a) Informazione perfetta 1. In caso di informazione perfetta il premio unitario attuarialmente equo per i due tipi di individui corrisponde alle rispettive probabilità che si verifichi l’evento negativo: pA = πA = 0,2 pB = πB = 0,7 2. In presenza di premi attuarialmente equi gli individui sceglieranno di acquistare una quantità di assicurazione che consenta loro di avere copertura completa (q=d): qA = qB = q = d = 1000 – 200 = 800 Il premio complessivo per A e per B sarà quindi rispettivamente: pA q = 0,2 x 800 = 160 pB q = 0,7 x 800 = 560 3. Quando gli individui acquistano copertura completa (q=d), il reddito degli individui al netto dei premi assicurativi è costante nei due stati del mondo (salute e malattia) ed è quindi pari a: YA = 1000 – 0,2 x q = 1000 - 160 = 840 YB = 1000 – 0,7 x q =1000 - 560 = 440 4. Il profitto atteso dell’impresa assicuratrice sarà (la popolazione è equamente distribuita tra individui di tipo A e di tipo B): E(P) =0,5N (pA q - πA q + pB q – πB q) = 0 b) Asimmetria informativa 5. In caso di asimmetria informativa l’impresa assicuratrice non discrimina tra gli individui a basso e ad alto rischio e può essere indotta ad offrire a tutti un unico contratto. Il premio unitario che verrà proposto dall’impresa (che rende i profitti complessivi nulli in valore atteso) è pari alla probabilità media di malattia per l’intera popolazione. p= 0,2 x 0,5 + 0,7 x 0,5 = 0,1 + 0,35 = 0,45 6. Le persone che hanno probabilità maggiore di ammalarsi (tipo B) possono sfruttare a loro vantaggio l’assenza di perfetta informazione che pesa sull’impresa assicurativa. Infatti si troveranno a pagare un premio unitario (0,45) inferiore alla loro probabilità di malattia (0,7). 7. Le scelte assicurative per i due gruppi di individui si modificheranno: infatti gli individui a più basso rischio (tipo A) decideranno di non assicurarsi perché il premio medio (0,45) risulterà più elevato rispetto alla probabilità che si verifichi l’evento negativo (0,2) (selezione avversa). 8. La fuoriuscita dal mercato assicurativo degli individui a basso rischio comporterebbe una riduzione della qualità media degli assicurati con la conseguenza che le imprese assicuratrici sarebbero costrette ad aumentare i premi per evitare perdite, peggiorando ulteriormente il problema della selezione avversa. Il premio unitario salirà fino al valore massimo per gli individui di tipo B (0,7), ormai i soli presenti sul mercato. Esercizio 5 - Pensioni a) Qual è la differenza tra sistema pensionistico a ripartizione con metodo contributivo e sistema pensionistico a capitalizzazione? b) Si supponga che ciascuna generazione viva per due periodi: nel primo lavora e versa contributi previdenziali, nel secondo cessa di lavorare e percepisce una pensione. Ipotizzando che nel paese il monte salari Wt del primo periodo sia pari a 100, che l’aliquota contributiva α sia del 30%, il tasso di crescita della produttività m del 2% e quello dell’occupazione n dell’1% e il tasso di interesse corrente i sia dell’1%, si calcolino: - i contributi versati in t (Ct) - il monte pensioni in t+1 (Pt+1) - il rendimento ottenuto dalla generazione che lavora e versa i contributi in t a seconda che venga applicato un sistema pensionistico a ripartizione o a capitalizzazione. Soluzione a) In un sistema a ripartizione i contributi riscossi in ogni periodo sono destinati al finanziamento delle prestazioni pensionistiche erogate nello stesso periodo. Il metodo contributivo prevede in particolare che la pensione annuale sia determinata uguagliando il montante contributivo individuale (MC) al valore attuale delle pensioni future (VA), dove il montante contributivo è ottenuto capitalizzando i contributi versati ad un tasso prefissato r. Nel sistema pensionistico a capitalizzazione i contributi che ogni lavoratore versa nel periodo di attività sono investiti sul mercato dei capitali (al tasso di interesse di mercato i) e destinati a finanziare la pensione del lavoratore stesso. Il calcolo delle prestazioni pensionistiche è analogo a quello del sistema a ripartizione con metodo contributivo, con la differenza che il MC è determinato sulla base del rendimento effettivamente ottenuto sui contributi investiti sul mercato dei capitali. b) Monte salari Wt = 100 α = 0.3 m = 0.02 n = 0.01 i = 0.01 In un sistema pensionistico a ripartizione si avrà che: Contributi versati in t = Ct = α Wt = 0.3*100 = 30 Monte pensioni in t+1 = Pt+1 = Ct+1 = α Wt+1 = α Wt (1+m)(1+n) = 0.3*100(1.02)(1.01) = 30.906 Rendimento implicito ottenuto dalla generazione che lavora e versa i contributi nell’anno t: (Pt+1 / Ct)-1 = (Pt+1/α Wt)-1 ≈ m + n = 0.02 + 0.01 = 3% In un sistema pensionistico a capitalizzazione si avrà che: Contributi versati in t = Ct = α Wt = 30 Monte pensioni in t+1 è pari ai contributi versati nel periodo precedente, capitalizzati al tasso di interesse corrente i: Pt+1 = Ct (1 + i) = α Wt (1 + i) = 30 (1.01) = 30.3 Rendimento ottenuto dalla generazione che lavora e versa i contributi nell’anno t è pari al tasso di interesse corrente i = 0.01 = 1%. Esercizio 6 - Pensioni Un individuo ha lavorato per 35 anni percependo per i primi 10 anni uno stipendio annuo di 30, nei successivi 20 di 40 e negli ultimi 5 di 50. Si calcolino la pensione cui ha diritto il lavoratore ed il tasso di sostituzione nei casi seguenti: a) metodo di calcolo retributivo: a. coefficiente di rendimento 2%, retribuzione pensionabile pari alla media delle retribuzioni dell’intera vita lavorativa, nessuna rivalutazione delle retribuzioni; b. coefficiente di rendimento 2%, retribuzione pensionabile pari alla media delle retribuzioni degli ultimi cinque anni, nessuna rivalutazione delle retribuzioni; b) metodo di calcolo contributivo: aliquota contributiva del 20%, nessuna rivalutazione dei contributi, tasso di sconto del valore futuro delle pensioni pari a 0 e speranza di vita del lavoratore al momento del pensionamento di 20 anni. Soluzione Nel caso in esame si ha: numero di anni di contribuzione: L = 35 anni; salario primi dieci anni: w1 = 30; salario successivi vent’anni: w2 = 40; salario ultimi cinque anni: w3 = 50; coefficiente di rendimento: = 2%. 1. Metodo retributivo Ricordando che le formule per calcolare la pensione e il tasso di sostituzione sono rispettivamente: P = RP L; s = P / RL; dove RP = retribuzione pensionabile e RL = ultima retribuzione percepita, avremo: a) P = 2% x {[(30 x 10 + 40 x 20 + 50 x 5) / 35] x 35} = 27 s = P / RL = 27 / 50 = 54% b) P = 2% x {[(50 / 5) x 5] x 35 } = 35 s = P / RL = 35 / 50 = 70% 2. Metodo contributivo Poiché il tasso di sconto del valore futuro delle pensioni rZ è pari a 0, la pensione è data da: P = MC/e(L) dove MC è il montante contributivo individuale e e(L) è la speranza di vita del lavoratore al momento del pensionamento. Dati: δ = aliquota contributiva = 20%; r = tasso di rivalutazione dei contributi = 0; e(L) = 20 anni, si ha: P = [20% x (30 x 10 + 40 x 20 + 50 x 5)] / 20 = 13,5 s = 13,5 / 50 = 27% Esercizio 7 - Pensioni Il Sig. A vive nel Paese X dove è in vigore un sistema pensionistico a ripartizione con metodo di calcolo retributivo; egli lavora per due periodi percependo rispettivamente un salario di 100 e 110. a) Calcolate la pensione del Sig. A, sapendo che la retribuzione pensionabile è pari alla media delle retribuzioni dell’intera vita lavorativa (due periodi) rivalutate al tasso r pari al 4% e che il coefficiente di rendimento è il 20%. b) Come cambierebbe la pensione percepita dal Sig. A se nell’ambito del sistema a ripartizione venisse applicato il metodo di calcolo contributivo? Rispondete utilizzando un’aliquota contributiva del 30%, un tasso di rivalutazione dei contributi del 3%, una speranza di vita al momento del pensionamento pari a 3 anni e un tasso di sconto r z pari a zero. Soluzione a) Con il metodo retributivo la pensione è pari ad una percentuale (uguale al coefficiente di rendimento) della retribuzione pensionabile moltiplicata per il numero di anni di contribuzione: P R p L Nel caso in esame Rp è la media delle retribuzioni percepite durante l’intera vita lavorativa. Nell’ipotesi che le retribuzioni crescano al tasso m e che siano rivalutate al tasso r, la retribuzione pensionabile si può esprimere in generale come: L R1 (1 m) j 1 (1 r ) L j Rp j 1 L dove R1(1+m)=R2, R1(1+m)2=R3,… R1(1+m)L-1=RL. Date le retribuzioni ricevute dal sig. A nei due periodi di attività lavorativa, la retribuzione pensionabile sarà semplicemente: Rp R1 (1 r ) R2 100(1 0.04) 110 107 2 2 La pensione sarà quindi: P A = 0.2 x 107 x 2 = 42.8 b) Con il metodo contributivo, si costituisce un montante contributivo attraverso la capitalizzazione, ad un tasso fissato convenzionalmente pari a r, dei contributi versati dal lavoratore. Ovvero: MC L R (1 m) 1 ( j 1) (1 r ) ( L j ) j 1 dove è l’aliquota contributiva, r il tasso di rivalutazione dei contributi, m è definito come sopra e R1(1+m)=R2, R1(1+m)2=R3,… R1(1+m)L-1=RL. La pensione annua si ottiene poi (nell’ipotesi di tasso di sconto pari a zero) dividendo il montante contributivo per la speranza di vita al momento del pensionamento, cioè: P MC e(L) Nel caso in esame, applicando un’aliquota contributiva pari al 30% e un tasso di rivalutazione dei contributi r pari al 3%, il montante contributivo è: MC R1(1 r ) R2 0.3 100(1 0.03) 0.3 110 63.9 Data e(L)=3, la pensione è quindi pari a: PA 63.9 21.3 3 Esercizio 8 - Pensioni Si consideri un paese in cui esiste un sistema pensionistico a ripartizione. In questo paese, il salario medio pro-capite dei lavoratori attivi è w=100; la pensione media pro-capite costituisce l'80% del salario medio pro-capite. a) Sapendo che nel paese ci sono 5000 pensionati e 10000 lavoratori, si calcoli l'aliquota contributiva di equilibrio del sistema. b) Si immagini che nel paese arrivino 1000 giovani immigrati, che lavorano percependo un salario di w=100 e pagano contributi (i pensionati continuano ad essere 5000 ed il rapporto tra la pensione media pro-capite e il salario medio pro-capite è l’80%). Qual è la nuova aliquota contributiva di equilibrio? c) Se volessimo mantenere la stessa aliquota contributiva calcolata nel primo punto anche dopo l'arrivo dei 1000 immigrati, a quanto ammonterebbe il rapporto tra la pensione media pro-capite e il salario medio pro-capite? Soluzione L’equilibrio finanziario del sistema pensionistico (a ripartizione) richiede che: x w x NL = P x NP. Con w = 100, P = 0.8 x w = 80, avremo: a) = (P x NP) / (w x NL) = (80 x 5000) / (100 x 10000) = 0.4. b) NL = 10000+1000 = 11000 = (P x NP) / (w x NL) = (80 x 5000) / (100 x 11000) = 0,364. L’aliquota contributiva diminuisce, perché aumenta il numero dei lavoratori che pagano contributi a parità di numero di pensionati e di rapporto tra pensione media pro-capite e salario medio pro-capite. c) P / w = ( x NL) / NP = (0.4 x 11000)/ 5000 = 0.88 Il rapporto tra pensione media pro-capite e salario medio pro-capite aumenta, perché aumenta il numero dei lavoratori che pagano contributi a parità di numero di pensionati e di aliquota contributiva. Domanda 1 (Tratto dal testo d’esame del 16/07/2008) a) Definite il concetto di avversione al rischio e fornitene anche una rappresentazione grafica. b) Elencate le condizioni a cui il mercato assicurativo privato è in grado di fornire un premio assicurativo attuarialmente equo. Soluzione Si faccia riferimento al libro di testo pagg. 225-241. Domanda 2 (Tratto dal testo d’esame dell’08/09/2006) a) Che cosa si intende per sistema pensionistico a ripartizione e a capitalizzazione? b) Derivate la condizione di equilibrio finanziario di un sistema pensionistico a ripartizione, descrivendo sinteticamente le variabili da cui dipende. c) Come rappresentereste, utilizzando la formula del punto precedente, il rischio demograficooccupazionale? A quali condizioni tale rischio ricade solo sui pensionati? A quali condizioni ricade solo sui lavoratori? d) Con riferimento al rischio demografico-occupazionale, quale è la principale novità introdotta nel sistema pensionistico italiano dalla riforma Dini? Soluzione a) In un sistema a ripartizione il gettito contributivo annuale (a carico delle generazioni attive) è destinato al finanziamento delle pensioni pagate nello stesso anno alle classi demografiche che hanno cessato l’attività lavorativa. Non si ha dunque alcuna necessità di accumulare riserve per far fronte al pagamento delle pensioni, né esiste alcun fondo intitolato ai singoli soggetti da utilizzare per il calcolo della pensione. In un sistema a capitalizzazione i contributi che ogni lavoratore versa nel periodo di attività sono investiti sul mercato dei capitali. Nel periodo di pensionamento la pensione percepita dallo stesso lavoratore è pari ai contributi versato aumentati del rendimento ottenuto dal loro impiego. Si ha dunque accumulazione di riserve nel periodo che per ogni individuo intercorre fra il versamento dei contributi e il pagamento della pensione. b) L’equilibrio finanziario si realizza quando le entrate contributive sono uguali alle pensioni erogate. Facendo riferimento alla definizione di sistema pensionistico a ripartizione data al punto precedente, in tale sistema la condizione di equilibrio finanziario è la seguente: MP W PNp RlNl dove: MP monte pensioni, W monte salari, α aliquota contributiva (o di equilibrio per P pensione media pro capite, PNp ), RlNl Np numero di percettori di pensione, Rl salario medio pro capite, Nl numero degli attivi (percettori di salario e contribuenti). c) Nella condizione di equilibrio finanziario precedentemente indicata il rischio demograficooccupazionale può essere valutato tramite il rapporto tra la popolazione pensionata e quella attiva (Np/Nl). Riscriviamo la condizione di equilibrio finanziario: Np Rl . Nl P Supponiamo che si verifichi un invecchiamento della popolazione, per cui il rapporto Np/Nl aumenti. Affinché si abbia equilibrio finanziario, anche il rapporto αRl/P deve aumentare. Supponendo che il salario medio pro capite sia esogeno e non modificabile, è possibile agire o sull’aliquota contributiva o sulla pensione media pro capite. Il rischio demografico-occupazionale ricade solo sui pensionati se, a parità di aliquota contributiva, la pensione media diminuisce, per cui percepiscono minori rendite pensionistiche. Al contrario, tale rischio ricade solo sugli occupati se l’aliquota aumenta, a parità di P, in quanto dovranno versare maggiori contribuzioni. d) Il rischio demografico dato dall’invecchiamento della popolazione, per cui il mantenimento della generazione inattiva, in crescita, è a carico della generazione attiva, può essere neutralizzato riducendo il numero dei pensionati attraverso il controllo del flusso d’ingresso nella generazione dei pensionati. La riforma Dini aveva introdotto nel sistema pensionistico italiano la possibilità di andare in pensione in una fascia di età compresa fra i 57 e i 65 anni. Il pensionamento anticipato era comunque disincentivato dal metodo di calcolo della pensione, che legava in modo inversamente proporzionale all’età il coefficiente di trasformazione del montante contributivo in rendita pensionistica.