(DEL. N. 212 ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL CAPOGRUPPO DI RIFONDAZIONE COMUNISTA MARCO BONUCCELLI SULLA RIFORMA DEL SISTEMA PENSIONISTICO ANNUNCIATA DAL GOVERNO BERLUSCONI ) Situazione dopo il II appello, durante la discussione e prima della votazione: entra Navari (presenti 29) – Escono Santi, Benedetti, Bertola e Dati (presenti 25) – Escono: Rossi e Nardini Arturo (presenti 23) – Escono: Agnitti, Locci, Simoni, Marchetti, Frediani, Santini, Baldini, Lunardini, Danti e rientrano Rossi e Nardini Arturo (presenti 16) IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI LUCCA Preso atto che La riforma del Sistema pensionistico annunciata dal Governo Berlusconi prevede che 2008 si andrà i pensione con 40 anni di contributi o 60 anni di età le donne e 65 anni gli uomini. Considerato che Non esiste alcuna emergenza previdenziale perché il sistema che si è consolidato nell’arco degli anni ’90 con tre riforme di carattere strutturale ha determinato, con grandi sacrifici da parte dei lavoratori, un equilibrio tra i più sostenibili d’Europa ed è prevista comunque una verifica nel 2005. Visto che La Riforma annunciata provocherà le seguenti gravi conseguenze: dal 01 Gennaio 2008 si potrà andare in pensione a 60 anni le donne a 65 anni gli uomini oppure con 40 anni di contributi, con il sistema contributivo a regime si andrà in pensione dopo una vita di lavoro con la metà circa dell’ultimo stipendio; il TFR passerà obbligatoriamente alla previdenza complementare, togliendo ai lavoratori una buona quota di salario in quanto il TFR è un salario differito; per i nuovi assunti è prevista la decontribuzione che è un regalo alle aziende e penalizza i lavoratori che con il sistema contributivo matureranno una pensione più povera, se consideriamo inoltre che le vite lavorative future saranno regolate da lavori precari (grazie anche alla legge 30) e quindi da minori contributi versati tra qualche anno ci sarà veramente un buco nei conti dell’Inps; Sostiene tutte le iniziative di lotta volte ad impedire la privatizzazione del sistema pensionistico pubblico sancito dalla Costituzione Italiana (art. 38) Ribadisce che La Previdenza Pubblica è fondata sulla solidarietà tra vecchie e nuove generazioni, che è una conquista sociale di ogni Stato democratico e che è anche l’unica in grado di assicurare certezza del diritto e dell’importo (in quanto gestita da Enti Pubblici senza finalità speculative). Chiede al Governo di ritirare la Riforma delle Pensioni e di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale garantendo a tutti l’annunciato milioni al mese minimo (512 euro), infatti fino ad oggi coloro a cui sono state aumentate le pensioni sono solo una piccola parte e comunque anch’essi come tutti i cittadini si sono visti erodere gran parte del proprio reddito grazie alla disastrosa politica economica del Ministro Tremonti e all’introduzione dell’euro. di rendere effettiva la separazione tra previdenza e assistenza elencando in maniera chiara e tassativa le varie forme di interventi assistenziali da porre a carico della fiscalità generale; di difendere e rilanciare ruolo e autonomia di gestione degli enti, recuperando l’attività di vigilanza necessaria per la tempestività e il rigore della lotta alle evasioni ed elusioni contributive; di salvaguardare il potere d’acquisto delle pensioni; di garantire con trasferimenti statali un adeguato livello di solidarietà sociale a favore delle categorie più deboli. Chiede al Presidente della Provincia Vista l’importanza dell’argomento di adoperarsi anche con incontri istituzionali, a diffondere il pensiero del presente ordine del giorno e a sostenere le richieste presso i rappresentanti del Governo e del Parlamento eletti e/o residenti nella nostra Provincia. Chiede al Presidente del Consiglio Provinciale di garantire la massima pubblicità e diffusione possibile al presente ordine del giorno. Ordine del Giorno discusso nella seduta Consiliare del 23/12/2003 ed approvato all’unanimità dai 16 Consiglieri presenti e votanti