La famiglia: piccola chiesa

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Chiesa e Famiglia
La famiglia: piccola chiesa
Il Concilio ha chiamato la famiglia cristiana “piccola chiesa, chiesa domestica, santuario domestico
della chiesa”. La famiglia è il primo santuario per incontrare Dio. Bisogna approfondire questa verità per
una vera crescita spirituale, altrimenti la corsa verso altri santuari può essere solo turismo o evasione
superficiale. Le Lettere e gli Atti degli Apostoli ricordano che le prime comunità cristiane si radunavano
presso una famiglia. Scrive S. Paolo: "Salutatemi Prisca e Aquila, e anche la comunità che si riunisce
nella loro casa" (Rm 16,3). Le persecuzioni impedivano la costruzione di edifici sacri. Le famiglie erano le
prime chiese, dove è nata e cresciuta la Chiesa
Come l'essere umano è presente nel suo embrione, così la chiesa è presente nella famiglia. Il matrimonio
è la radice sacramentale della chiesa domestica. Tutti abbiamo incominciato ad essere chiesa nella
famiglia, che è radice della società e prima cellula della Chiesa, assicurandone la crescita con i figli,
garantendo la prima trasmissione della fede e la presenza di Dio nel mondo.
All’interno della comunità ecclesiale, la coppia e la famiglia cristiana sono chiamate a percorrere un
singolare itinerario di fede. Così tra la “grande Chiesa” e la “piccola Chiesa” si realizza ogni giorno,
con la grazia dello Spirito Santo, uno “scambio di doni”, che è reciproca comunicazione di beni spirituali.
La famiglia è “un modello per la grande Chiesa”,“rendendo manifesta a tutti la viva presenza del
salvatore nel mondo e la genuina natura della Chiesa, che è comunione, comunità con l’amore, la
fecondità generosa,l’unità e la fedeltà degli sposi e l‘amorevole cooperazione di tutti i suoi membri”(FC 13).
Il pensiero di Papa Francesco
Dio, dice papa Francesco, si rispecchia negli sposi. Dio è comunione: le tre persone del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo vivono da sempre e per sempre in unità perfetta” (Papa F. 12-4-2014). In base a questa
reciproca compenetrazione le famiglie non sono semplicemente oggetto dell’attenzione della Chiesa, ma
sono anche “soggetto” nel pellegrinaggio del Popolo di Dio. Il Papa guarda le famiglie con gratitudine
per scoprire l’opera che Dio stesso compie attraverso l’amore dell’uomo e della donna, dei padri e delle
madri, dei figli e delle figlie, dei fratelli e delle sorelle, dei nonni e dei nipoti.
La famiglia oggi è disprezzata, è maltrattata e questo è una cosa molto triste e dolorosa. La famiglia non è
stata mai attaccata come ora, ma la famiglia ha una grande forza in sé perché è un fatto antropologico e
quindi un fatto sociale, di cultura. Dobbiamo fuggire concetti ideologici di famiglia che la distruggono.
La crisi della famiglia ha dato origine prima di tutto a una crisi sociale di “ecologia umana” in cui i più
deboli, bambini, donne e anziani, sono i più a rischio. “I bambini poi hanno diritto a un papà ed una
mamma”. Questo esclude ogni altro tipo di famiglia.
La storia insegna che nella misura in cui crolla la famiglia, crolla la società e ne risente negativamente
anche la Chiesa. L’impero romano e altri imperi ritenuti invincibili crollarono quando crollarono le basi
della loro esistenza, prima di tutto a famiglia sana e unita, che è il fondamento della convivenza e la
garanzia contro lo sfaldamento sociale. L’impero romano crollò quando crollò la famiglia sana e unita,
quando le matrone romane, secondo uno scrittore latino, non contavano più gli anni dalla nascita, ma dal
numero dei mariti avuti.
Cosa fare allora in questa situazione? Risponde il papa che “gli stati dovrebbero insistere sui pilastri
fondamentali che reggono la nazione che sono i valori e suoi beni immateriali”, il primo di questi beni
è la famiglia sana. Alle famiglie bisogna conservare il “sogno della famiglia” dove l’amore diventa un
progetto per tutta la vita, coltivato con la preghiera e con la Parola di Dio e così diventa “voce
profetica” nella società. Non scoraggiarsi per le difficoltà, perché le prove fanno parte della vita. Non
bisogna arrendersi ed essere sempre pronti a ricominciare capo. Bisogna testimoniare quanto è bello e
buono formare e conservare una buona famiglia; quanto sia necessario per la vita della società e della
Chiesa, perchè sono formate, in gran parte, da comunità di famiglie. Storicamente l’irradiazione e la
conservazione della fede è avvenuta e avviene in gran parte anche oggi attraverso le famiglie.
Il Vangelo della famiglia
Per questo papa Francesco ripete tante volte che oggi il primo impegno della Chiesa è annunciare il
vangelo della famiglia. Mons. Bruno Forte ha pubblicato un buon articolo per presentare il pensiero di
Papa Francesco in vista del Sinodo di ottobre 2014 sulla famiglia (Zenit 28-09-2014).
Ricorda tra l’altro, che il Papa intende dare espressione piena e visibile all’ecclesiologia di “comunione”
proposta dal Concilio Vaticano II. Con continua insistenza ricorda alla Chiesa che essa è chiamata a
portare la gioia del Risorto a tutti, in uno slancio d’amore gratuito che non esclude nessuno, a cominciare
dalla famiglia, cellula decisiva della società e della Chiesa, scuola di umanità (G.et Spes), di socialità e
di ecclesialità, grembo di crescita nella fede e nell’amore reciproco.
Non si tratta di dibattere questioni dottrinali, (Vedi C.V. II e Familiaris Consortio di S. Giovanni Paolo II, 1981), quanto di
comprendere come annunciare in maniera efficace il Vangelo della famiglia nel nostro tempo,
segnato da un’evidente crisi sociale e spirituale.
L’invito che ne deriva per tutta la Chiesa è a mettersi in ascolto dei problemi e delle attese che vivono
oggi tante famiglie, manifestando ad esse vicinanza e proponendo in maniera credibile la misericordia di
Dio e la bellezza di rispondere alla Sua chiamata. In un contesto come quello della cosiddetta “modernità
liquida”, in cui nessun valore sembra più assodato e l’istituto familiare è spesso semplicemente rifiutato,
diventa quanto mai significativo mostrare i caratteri profondamente umanizzanti della proposta cristiana
sulla famiglia, che non è mai contro qualcuno, ma è sempre a favore della dignità e della bellezza della
vita di tutto l’uomo in ogni uomo, per il bene dell’intera società.
Nella famiglia - afferma il Vaticano II - “le diverse generazioni s’incontrano e si aiutano vicendevolmente
a raggiungere una saggezza umana più completa e a comporre convenientemente i diritti della persona
con le altre esigenze della vita sociale” (Gaudium et Spes 52). Accompagnamento e misericordia costituiscono
l’atteggiamento che Papa Francesco chiede di avere verso le famiglie. Verso quanti vivono in situazioni
irregolari dal punto di vita morale e canonico, l’insistenza è “sulla misericordia divina e la tenerezza nei
confronti delle persone ferite, nelle periferie geografiche ed esistenziali”. Valore che papa Francesco
descrive come “un centro d’amore”, dove regnano “la legge del rispetto e della comunione”, capaci di
resistere a “manipolazioni” e tentativi di “dominio dei centri di poteri mondani”.
All’interno della famiglia, spiega ancora il Pontefice, “la persona si integra in modo naturale e armonioso
in un gruppo umano”. È così che supera “la falsa opposizione tra individuo e società”. La famiglia è un
luogo in cui “nessuno è escluso”: trovano accoglienza “tanto l’anziano quanto il bambino”. In questa
cellula fondante nascono così “la cultura dell’incontro e del dialogo, l’apertura alla solidarietà e alla
trascendenza”.
Famiglia, diventa ciò che sei!
Il Papa scrive che nella famiglia si apprendono e si vivono “relazioni basate sull’amore fedele fino alla
morte”, che enuclea nel matrimonio, nella paternità, nella filiazione e nella fratellanza. Si tratta di
“relazioni che costituiscono la base di una società umana, dandole coesione e consistenza” e precisa
che “non si può essere parte di un popolo”, se nel cuore queste relazioni sono “spezzate”. Il Papa respinge
“disperazione e disfattismo” e afferma che è possibile “una convivenza basata sul rispetto, la fiducia e
l’amore”, perché la famiglia raccoglie “i desideri più profondi”dell’uomo. La famiglia deve essere
davvero “comunione di persone”, dell’uomo e della donna sposi, dei genitori e dei figli, dei parenti. Suo
primo compito è vivere fedelmente la realtà della comunione, sviluppando un’autentica comunità di
persone. La base di tutto è l’amore: senza l’amore, la famiglia non può vivere, crescere e perfezionarsi.
L’amore tra l’uomo e la donna nel matrimonio e l’amore tra i membri della stessa famiglia deve condurre
a una comunione sempre più profonda e intensa. Tutti i membri della famiglia devono costruire, giorno
per giorno, la comunione delle persone, facendo della famiglia una vera scuola di amore e di fede. In
un mondo sempre più diviso ed egoista, la famiglia cristiana deve dare questa testimonianza di
comunione. Nel disegno di Dio la famiglia scopre non solo la sua "identità", ciò che essa "è", ma anche
la sua "missione", ciò che essa deve "fare": deve “diventare sempre più quello che è”, ossia
comunità di vita e di amore, in una tensione che sarà completa nel regno di Dio. Per questo la famiglia
riceve la missione di comunicare l’amore, quale riflesso dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di
Cristo per la Chiesa sua sposa. Partendo dall’amore, S. Giovanni Paolo II, nella Familiaris Consortio ha
messo in luce quattro compiti fondamentali della famiglia: 1) Formare una comunità di persone. 2) Il
servizio alla vita. 3) Partecipare allo sviluppo della società. 4) Partecipare alla vita e missione della
chiesa. Davvero un grande e meraviglioso programma.
Rifletti
1. Che cosa significa per te che la famiglia è la chiesa domestica o piccola chiesa?
2. Secondo te, è sufficiente l’attenzione teorica e pratica che la Chiesa ha per la famiglia?
3. In parole semplici, che cosa è il “Vangelo della Famiglia”?
4. Che cosa vuol dire Papa Francesco quando chiede per la famiglia accompagnamento e
misericordia?
P. Alberto Pierangioli
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