2. I Vichinghi - 3Bcorso2012-13

I Vichinghi: preludi
Vikingar= predone ( in norreno)
Groenlandia: abitata per 5 secoli, poi scompare. Ma gli inuit affrontano gli stessi
problemi ambientali diversamente e sopravvivono, quindi il disastro non è inevitabile, tutto
dipende dalla risposta.
Islanda: si dibatte per molti secoli fra povertà e difficoltà politiche ed oggi è uno degli
stati più ricchi del mondo. Gli islandesi d’oggi sono diretti discendenti dei vichinghi e delle
loro mogli celtiche
Orcadi, Shetland, Faer Oer sopravvivono senza grandi difficoltà
Stessi colonizzatori, ma ambienti diversi
Gli inizi: 793 inizio espansione vichinga
La Scandinavia è lontana dall’influenza romana, con cui non ha alcun contatto,ma ha 2
potenziali vantaggi: la ricchezza data dalle pellicce, dalle pelli di foca e dalla cera d’api
(lusso nel resto d’Europa) e la linea costiera frastagliata che agevola i viaggi via mare e
stimola lo sviluppo di nuove tecniche di navigazione.
Dal Mediterraneo la tecnologia arriva al nord verso il 600 d.C., nello stesso periodo in
cui le migliorate condizioni climatiche e l’arrivo dell’aratro più avanzato provocano
esplosione demografica.
Migliorate le loro imbarcazioni, aumentano le attività commerciali e ciò spiana la strada
alla pirateria. Le agili barche possono seguire le rotte mercantili e giungere di sorpresa in
centri lungo la costa o sulla riva di fiumi navigabili. E’ così che gli scandinavi diventano
vichinghi ovvero predoni.
Le scorrerie avvenivano in estate, ma dopo qualche anno decisero di non tornare in
Norvegia in autunno, bensì di svernare proprio sulle coste che intendevano
successivamente attaccare.
Essi adottarono sempre strategie versatili e diversificate, scelte sulla base della loro
forza e di quella delle popolazioni attaccate. Da relazioni commerciali pacifiche si passava
alla minaccia di attacco e all’estorsione di denaro, al saccheggio seguito dalla ritirata, fino
a giungere alla conquista vera e propria e all’instaurazione di stati vichinghi d’oltremare.
In particolare: durante i viaggi molte navi andarono fuori rotta nell’Atlantico
settentrionale che in quei tempi di clima caldo era privo di ghiacci, s’imbatterono in nuove
terre e le colonizzarono: attorno all’800 furono scoperte le Faer Oer, attorno all’870
l’Islanda, nel 980 toccò alla Groenlandia, a quel tempo occupata solo al nord da tribù di
cultura Dorset, gli antenati degli inuit. Nel 1000 arrivarono in una zona che chiamarono
Vinlandia, posta tra Terranova, il Golfo del San Lorenzo e forse altre aree costiere; era
un’area densamente popolata da indigeni, la cui presenza costrinse i vichinghi a ripartire
dopo solamente un decennio.
Perché migrarono? Spinta endogena = crescita demografica e consolidarsi del
potere del re nella loro terra nativa ma anche spinta esogena = avvertirono il richiamo di
nuove terre da colonizzare.
Essa è un buon esempio di processo autocatalitico : alcuni vantaggi iniziali(come
un certo avanzamento tecnologico) portano profitti o scoperte, che a loro volta stimolano
altri individui a cercare profitti e scoperte. Il processo si rafforza fino a quando vengono
occupati tutti i territori disponibili. A quel punto l’espansione cessa di autoalimentarsi ed
esaurisce la sua spinta (accadrà analogo fenomeno per polinesiani e per spagnoli e
portoghesi).
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Chi erano i vichinghi: sistema economico-politico-sociale
I vichinghi erano, innanzi tutto e soprattutto un popolo di agricoltori e allevatori. Le
specie animali e le colture tipiche della Norvegia meridionale diventarono fattori importanti
nella storia delle colonie vichinghe d’oltreoceano, non solo per motivi economici, ma anche
perché erano parte integrante dei loro valori sociali. Infatti ogni popolo, per svariate
ragioni, dà un diverso valore a piante ed animali.
Però lo squilibrio fra ciò che andava bene in Norvegia, ma non in Groenlandia, ebbe
gravi conseguenze.
Il bestiame era ben adattato al clima freddo della Norvegia. Gli animali domestici dei
vichinghi erano cinque: mucche, pecore, capre, maiali e cavalli. Più importanti erano i
maiali, allevati per la carne, le mucche, per la produzione di latte e latticini, e i cavalli, usati
per il trasporto e come simbolo di prestigio sociale.
Tuttavia pian piano cominciarono ad allevare sempre più pecore e capre; alle alte
latitudini è indispensabile mettere al riparo gli animali in una stalla, nutrendoli al chiuso con
del foraggio, invece di lasciarli sui campi a pascolare. In estate e in autunno quindi i
vichinghi tagliavano, essiccavano e accumulavano il fieno per sfamare gli animali in
inverno.
Il ferro era naturalmente assai importante: per gli attrezzi pesanti usati per i lavori
agricoli (aratri, pale, asce, falci), per piccoli utensili a uso domestico (coltelli, forbici, aghi).
Ma anche per chiodi, spade, lance, asce da combattimento e armature. Per l’estrazione
del ferro non esistevano grandi attività minerarie, ma piccole operazioni di scavo effettuate
da ogni famiglia sul terreno della propria fattoria. Il ferro grezzo si trovava sul fondo delle
paludi ed era molto diffuso in Scandinavia. Il minerale grezzo era asciugato , fuso in una
fornace per separare il ferro dalle scorie e battuto con un martello per eliminare ulteriori
impurità, infine era lavorato dandogli una forma. Ma le temperature ottenute dalla
combustione della legna non sono abbastanza elevate da permettere la fusione del ferro;
bisogna allora trasformare il legno in carbone, che brucia a temperature più alte, ma ci
vogliono 2 Kg di legna, per mezzo di carbone. Quindi i vichinghi consumavano
un’enorme quantità di legna per estrarre il ferro dal materiale grezzo e questo si
rivelerà un grave problema in Groenlandia.
Il sistema sociale dei vichinghi era rigidamente gerarchico: schiavi, liberi, capi. Una
delle ragioni dell’emigrazione fu l’insofferenza di alcuni nei confronti del crescente potere
centralizzato dei sovrani, per questo motivo in Islanda e poi in Groenlandia non si
formarono mai dei veri e propri regni, piuttosto delle oligarchie in cui il potere risiedeva
nelle mani di pochi capi militari.
Nell’VIII secolo erano ancora pagani e adoravano gli dei tradizionali della religione
germanica: Odino, dio della guerra, Thor, dio del cielo. Stabilitisi in terre cristiane
contrassero matrimoni misti e abbracciarono la nuova religione; i capi vichinghi capirono
che una conversione avrebbe potuto portare loro vantaggi politici per cui il re danese
Harold Denteblu si convertì attorno al 960 e successivamente i re di Norvegia e Svezia. I
vichinghi delle Orcadi, Shetland, Faer Oer, Islanda e Groenlandia dovettero fare
altrettanto, perché le colonie dipendevano commercialmente dalla madrepatria e ciò che
accadeva in Scandinavia condizionava la loro vita. La conseguenza di ciò fu soprattutto di
tipo psicologico: i coloni continuarono sempre a ritenersi cristiani europei, adottarono i
costumi della madrepatria e questa condivisione era un forte collante sociale. Grazie a ciò
ad esempio i groenlandesi riuscirono a sopravvivere per quattro secoli in un ambiente
ostile, ma ciò impedì loro d’imparare dai vicini inuit e di modificare le loro abitudini per
resistere più a lungo.
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