Testo anni Duemila La grave forma di diabete di cui Lilanga é sofferente lo costringe nel duemila ad un lungo ricovero in ospedale e alla perdita degli arti inferiori. La tristezza dei temi trattati nel suo lavoro di artista, già annunciata nelle grandi tele della seconda metà degli anni novanta dedicata agli ospedali, prenderà il posto delle gioiose, seppur sagge, scene di vita quotidiana. Anche la gamma cromatica risentirà di questo nuovo corso, incupendosi nei toni. L'aiuto del suo atelier diverrà sempre di più indispensabile; Lilanga si dedicherà alle grandi tele solo quando é prevista la loro esposizione in musei e, anche se non abbandonerà i suoi tavoli di pittura fino all'ultimo giorno, lo stile risentirà di un certo manierismo e, in mancanza di nuovi stimoli, di un marcato ritorno alle origini. Sono di questi anni i nuovi sfumati, come quelli illustrati alle pagine 126 e 127, nostalgia degli esordi Tingatinga e le piccole pelli di capra facili da dipingere anche per un artista con gravi impedimenti fisici. Gli ultimi anni sono anche quelli in cui le prime opere false di Lilanga cominciano a circolare sui mercati occidentali. Lilanga, poichè non pagato, cessa di fornire i suoi dipinti ad un mercante e ai suoi complici, ben noti per le continue truffe in tutto il mondo. Questi individui, senza alcun scrupolo, iniziano a far dipingere delle opere false, firmate Lilanga, in Tanzania e anche in un altro paese africano. Questi falsi, venduti a cifre ridicole anche sui mercati elettronici, amareggiano così tanto l'artista che decide di porvi rimedio. Consigliatosi con l'amico fidato Yves Goscinny autore dell'unico volume dedicato a Lilanga in Tanzania: "Tribute to George Lilanga", catalogo della relativa mostra tenutasi a Dar es Salaam dal 18 settembre al 6 ottobre 2001, e creatore della celebre Biennale d'Arte Contemporanea Tanzanese, celebre al pari di quella di Dakar, individua con lui un ente occidentale che si occupi della certificazione di autenticità delle sue opere. La scelta ricade su di una no-profit society: la National Gallery di Firenze, i cui esperti avevano pubblicato in Occidente e per primi in Italia nel 1996 e nel 1997, in volumi diversi, le opere di George Lilanga. L'artista deciderà di autenticare, finchè in vita le sue opere attraverso foto che lo ritraggono con esse: questo é il motivo per cui gli archivi di National Gallery Firenze possiedono oltre duecento di queste foto di autentiche. Dal giorno della sua morte, così recitano i rogiti notarili firmati da lui stesso e da suo figlio Coster, naturalmente registrati a norma di legge, Lilanga stabilirà che solo gli esperti di National Gallery Firenze in esclusiva per l'Europa e l'Asia politiche e geografiche, potranno certificare l'autenticità delle sue opere. All'inizio del 2005 National Gallery Firenze, per un progetto patrocinato dai Consiglieri Regionali della Giunta della Regione Toscana e dall'Assessorato alla Cultura della Città di Firenze, in accordo con Yves Goscinny, commissionano a Lilanga una serie di opere che saranno esposte alla Casa dell'Arte di Dar es Salaam come secondo tributo della Tanzania, dopo la mostra del 2001, ad un suo così celebre artista. L'improvvisa scomparsa nel giugno di quell'anno, di Lilanga, modificherà in parte questo progetto: la mostra, col titolo "LilangaMania" si terrà a Firenze nel Museo di Storia Naturale pochi mesi più tardi.