Dal Libro I dell’Arithmetica di Diofanto: le notazioni Ecco come Diofanto, all’inizio dell’opera, introduce denominazioni ed abbreviazioni delle potenze dell’incognita: alcune Un quadrato (= x2) è δύναμις (“potenza”), ed il suo segno è Δ con una Y sovrapposta, quindi ΔY. Un cubo (= x3) è χύβος (“cubo”), ed il suo segno KY. Un quadrato-quadrato (= x4) è δυναμoδύναμις (“potenza-potenza”), ed il suo segno è ΔY Δ. Un quadrato-cubo (= x5) è segno è Δ KY. δυναμόχυβος, (“potenza-cubo”) ed il suo Un cubo-cubo (= x6) è χυβόχυβος, ed il suo segno KY K. La notazione per il quadrato-quadrato era già stata adottata da Erone per indicare la quarta potenza del lato di un triangolo. Interessante è l’analogia con la nomenclatura adottata dagli algebristi italiani dei secoli XV e XVI: esiste una tabella del Cossali che permette un confronto. Usando le definizioni date qui sopra, Diofanto enuncia, di seguito, le regole per la moltiplicazione di queste potenze e delle potenze reciproche. Altri simboli usati nell’Arithmetica sono: M, che, seguito da un numero, indica il termine noto di un’equazione; questa notazione è formata dalle prime due lettere della parola “monade”, che significa unità. , il segno della sottrazione; ίσ, il segno uguale. Nessun segno viene usato per l’addizione: la somma di due termini viene indicata scrivendo di seguito gli addendi. La divisione è spesso denotata con έν. o più Ecco un esempio di quoziente di polinomi, tratto dal Problema XIV del Libro VI: Ed ecco la traduzione nel nostro simbolismo: (60 x2 + 2520) / (x2 + 900 – 60 x2) La scrittura di Diofanto, secondo la classificazione di Nesselmann, è un tipico esempio di algebra sincopata. Pur essendo prevalentemente basata sull’uso di parole intere, spesso vengono usate alcune abbreviazioni, e singole lettere per denotare le incognite: non siamo ancora al simbolismo moderno, ma è stato compiuto un decisivo passo avanti rispetto alla matematica babilonese ed egizia, interamente verbale (algebra retorica). Occorrerà comunque aspettare la fine del Medioevo per veder lentamente diffondersi l’uso degli esponenti e di segni specifici per le quattro operazioni. Un esempio di algebra sincopata: il Problema XXVIII del Libro I. Curiosità La nostra abitudine di indicare i gradi con un circoletto ha un’origine analoga a quella del simbolo diofanteo della monade: gli astronomi del tempo di Archimede usavano, infatti, abbreviare, in modo analogo, la parola greca “μοΐρα” (che significa appunto grado) con la lettera μ sormontata da un circoletto. La scrittura di Diofanto