IL PUNTO COLDIRETTI SETTIMANALE DI INFORMAZIONE PER LE IMPRESE DEL SISTEMA AGROALIMENTARE 7-13 giugno 2011 – Numero 22 – www.ilpuntocoldiretti.it ATTUALITA’ Dal batterio killer danni per 417 milioni ai produttori ortofrutticoli Nucleare, Marini: "Vogliamo offrire cibo nuke free" Batterio killer, da psicosi e notizie false danni per 100 milioni Latte di capra, una ricerca ne scopre le virtù salutistiche Colture minori e fitofarmaci, incontro Commissione Ue-Coldiretti Nuovi aumenti ad aprile per mangimi, fertilizzanti e prodotti energetici Giornata mondiale delle foreste, in Italia +20% boschi in vent'anni EUROPA Ministri Ue, via a un gruppo di lavoro per sostenere gli allevamenti ORGANIZZAZIONE L’esperienza religiosa info: versione testuale a cura dell’ufficio stampa coldiretti torino [email protected] www.torino.coldiretti.it attenzione: non vengono riportate alcune notizie de Il Punto Coldiretti ritenute non interessanti per la realtà agricola piemontese IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 1 ATTUALITA’ Dal batterio killer danni per 417 milioni ai produttori ortofrutticoli 07/06/2011 Ammontano fino ad ora a 417 milioni di euro le perdite subite dagli agricoltori europei a seguito del calo delle vendite determinato dall’emergenza dell’escherichia coli. L'analisi viene dalla Coldiretti ed è un valore che è già adesso pari a quasi il triplo della cifra di indennizzo di 150 milioni proposta dalla Commissione Europea al Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura dell'Ue convocato per affrontare le gravissime conseguenze per i produttori europei della contaminazione del batterio killer. Di fronte ad una proposta del tutto insufficiente, continua dunque la mobilitazione promossa dalla Coldiretti per promuovere il consumo di frutta e verdura Made in italy e combattere la psicosi che ha visto impegnati gli agricoltori italiani da Milano a Fondi (Latina) davanti all’ingresso del più grande centro ortofrutticolo italiano. A pagare il conto più salato delle incertezze e dei ritardi con cui in Europa si sta affrontando l’emergenza sono stati nell’ordine la Spagna (200 milioni) le cui produzione di cetrioli è stata inizialmente ingiustamente accusata, l’Italia (100 milioni) che è il principale paese produttore di ortofrutta in Europa, l’Olanda (50 milioni), la Francia (30 milioni), la Germania (30 milioni), il Belgio (6 milioni), la Danimarca (0,75 milioni) e la Lituania (0,15 milioni). Il rincorrersi di falsi allarmi in tutta Europa ha alimentato una psicosi che ha colpito ben un cittadino su tre che ha cambiato la propria dieta secondo Eurobarometro ma ha anche offerto alibi a misure protezionistiche ingiustificate come il blocco delle importazioni dalla Russia con gravi danni economici. “Le competenti autorità europee devono risarcire adeguatamente i danni economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura - ha sottolineato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel denunciare “i troppi errori e ritardi che hanno alimentato la psicosi”. La proposta del commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos mette disposizione un importo totale di 150 milioni di euro per i prodotti interessati dalla crisi (cetrioli, pomodoro, lattuga e insalata, zucchine e peperoni) per finanziare il 30 per cento della perdita di mercato subita dai produttori, tramite ritiri del prodotto per il periodo che va dal 26 maggio sino alla fine di giugno. Dopo la discussione nel Consiglio dei Ministri dell’agricoltura la proposta sarà discussa al comitato di gestione con il voto previsto per la prossima settimana. Nucleare, Marini: "Vogliamo offrire cibo nuke free" 07/06/2011 “Ci sono diversi motivi a convincerci che in Italia è meglio tenersi lontani dalle centrali nucleari”. E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti in riferimento al prossimo appuntamento referendario. IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 2 “Innanzitutto, - ha sottolineato Marini - c’è il tema della sicurezza che è drammaticamente tornato alla ribalta dopo il disastro in Giappone, che non si puo’ semplicemente liquidare come una questione 'emotiva'. In secondo luogo, - ha continuato Marini - sarebbe assurdo per l’Italia avviare oggi un percorso che ci impegnerebbe per diversi anni proprio quando molti Paesi, a cominciare dalla Germania, hanno invece deciso in questi giorni di uscire dal nucleare. In ultimo, è bene tenere in mente che sulle applicazioni scientifiche che potenzialmente possono arrecare danni planetari, irreversibili e irrisolvibili, come il nucleare e gli ogm, la ricerca deve andare avanti, ma - ha precisato Marini - i cittadini hanno il diritto e il dovere di potere decidere se e come ciò che la scienza propone debba essere applicato. Da parte nostra - ha concluso Marini - vogliamo continuare a produrre il buon cibo libero dalle contaminazioni del nucleare, libero dagli ogm e ad emissioni zero. Cioè proprio quello che la gente ci chiede”. Batterio killer, da psicosi e notizie false danni per 100 milioni 07/06/2011 Tra cetrioli e germogli di soia prima incolpati e poi scagionati, l’unica certezza nella vicenda dell’epidemia causata in Germania dal batterio killer sono i cento milioni di euro che la psicosi è costata ai trecentomila produttori italiani. Il conto è stato fatto dalla Coldiretti in occasione della mobilitazione “antipanico” organizzata da Milano a Latina, dove a Fondi, davanti all’ingresso del più grande mercato ortofrutticolo italiano (il Mof), sono stati distribuiti direttamente ai consumatori frutta e verdura rimaste invendute a causa della ripetuta diffusione di notizie, poi rivelatesi infondate, circa le cause del diffondersi dell’escherichia.coli. Con i prodotti di volta in volta finiti nel mirino, la Germania prima e la Russia poi hanno deciso di chiudere le frontiere alle importazioni straniere. Uno stop contestato dai produttori italiani perché ormai è chiaro che il problema si è verificato nel paese tedesco e non riguarda le produzioni degli altri stati che, peraltro, sono identificabili dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza. Il rincorrersi di falsi allarmi ha alimentato però una psicosi che ha anche offerto alibi a misure protezionistiche ingiustificate come il blocco delle importazioni dalla Russia con gravi danni economici. Si registrano, infatti, disdette negli ordini anche perché le produzioni olandesi, prima dirette verso l’ex Urss, vengono dirottate sui mercati europei come l'Italia a seguito del blocco imposto da Putin. “L’Italia deve chiedere i risarcimenti alle competenti autorità europee per i danni economici subiti ingiustamente dai produttori di frutta e verdura nazionali – ha sottolineato il presidente della Coldiretti Sergio Marini -. Analoghe richieste sono già state formulate dal Portogallo e dalla Spagna per i ritardi e le incertezze accumulati nell’affrontare l’emergenza che hanno alimentato la psicosi”. IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 3 L’Italia è il principale produttore di frutta e verdura dell’Unione Europea con 300mila aziende agricole specializzate per una produzione attorno ai 25 milioni di tonnellate che genera un fatturato di oltre 11 milioni di euro e garantisce occupazione per 50 milioni di giornate di lavoro. L’arrivo del batterio killer in Europa, a dieci anni esatti dal primo caso di “mucca pazza”, fa salire a 5 miliardi i danni provocati dalle psicosi nei consumi generati da emergenze alimentari, vere e presunte, che si sono verificate nell’ultimo decennio, secondo una stima della Coldiretti. Dalla mucca pazza all’aviaria, dal latte cinese alla melamina a quello tedesco alla diossina, ma anche al grano canadese all’ocratossina e all’olio di semi ucraino contaminato da idrocarburi, gli allarmi provenienti dalle diverse parti del mondo si sono moltiplicati negli ultimi dieci anni con pesanti effetti sull’economia, anche se non sempre hanno fatto seguito problemi concreti. Latte di capra, una ricerca ne scopre le virtù salutistiche 07/06/2011 Il latte di capra ha caratteristiche nutrizionali estremamente benefiche, tanto da portare i ricercatori spagnolo che l’hanno studiato come un alimento funzionale naturale. Attraverso la produzione di diverso materiale di ricerca, il team di ricercatori ha riscontrato gli effetti salutari del consumo regolare dell’alimento sul metabolismo proteico e minerale in svariate condizioni fisiologiche e patologiche, nonché del suo effetto stabilizzante sul sistema immunitario, tramite il suo potere antiossidante, e sulla stabilità del dna. Il latte di capra si è inoltre rivelato un ottimo coadiuvante per le terapie contro l’anemia, in quanto favorisce l’uso nutrizionale del ferro, la rigenerazione dell’emoglobina e minimizza le interazioni fra ferro e calcio. È inoltre la tipologia di latte che più si avvicina a quello umano, in virtù dei nutrienti in esso contenuti, come la caseina. Contiene però meno caseina alpha-1, responsabile per molte delle allergie collegate al consumo di latticini, e anche una dose piuttosto bassa di lattosio, il che ne aumenta la digeribilità e tolleranza. Per questi motivi viene spesso consigliato ed utilizzato per i bambini molto piccoli, come eventuale sostituto del latte materno. È stato inoltre riscontrato come l’alimento sia ricco di calcio e fosforo, fondamentali per la formazione e la salute delle ossa, e anche di zinco e selenio, micronutrienti essenziali per la difesa antiossidante e la prevenzione delle malattie neurodegenerative. Gli alimenti funzionali, o functional foods, sono tecnicamente nuovi prodotti alimentari sviluppati per migliorare il benessere psico-fisico e di ridurre il rischio di certe malattie; per essere definiti come tali essi devono avere effetti positivi su una o più specifiche funzioni dell’organismo, effetti che si esplicano quando questi cibi vengono consumati in una normale dieta alimentare. Il latte di capra, stando al gruppo di ricerca dell’Università di Granada, è l’esempio di come alimenti analoghi possano essere trovati in natura, senza dover essere per forza prodotti a livello industriale. IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 4 Colture minori e fitofarmaci, incontro Commissione Ue-Coldiretti 06/06/2011 Coldiretti ha incontrato i rappresentanti della società incaricata dalla Direzione Generale per la salute e la tutela dei consumatori della Commissione Ue (Dg Sanco) di raccogliere le opinioni dei diversi Stati membri in merito alla proposta di istituire un Fondo per finanziare interventi volti rafforzare la lotta fitopatologica sulle colture minori. In sostanza, la Dg Sanco ha raccolto con queste interviste i punti di vista dei differenti attori e li presenterà in questi giorni al Copa Cogeca, il Comitato che riunisce gli agricoltori e le cooperative dell'Ue, che dovrà redigere un documento finale di sintesi sulla preferenza di opzioni espresse. L'incontro è stata un'occasione per fare il punto delle problematiche relative a tale specifico settore ed ipotizzare possibili soluzioni. I rappresentanti della Commissione hanno chiesto, in un’intervista a Coldiretti quali siano le sfide economiche legate alle questioni degli usi minori nel nostro paese (vedi il documento: http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/usi%20m inori.pdf),. Coldiretti ha evidenziato in proposito come la possibilità di recuperare e/o mantenere la produzione di colture minori dia l’opportunità alle aziende agricole di poter integrare il proprio reddito d’impresa e mantenere vitale anche l’agricoltura delle aree marginali che in Italia sono importanti. Oltretutto, la possibilità di poter sviluppare e far diventare economicamente interessanti, per le aziende agricole, le produzioni agricole considerate minori, rientra in un più ampio progetto di sviluppo del comparto agricolo finalizzato anche alla sua rivitalizzazione ed al conseguente presidio del territorio. Le motivazioni che hanno indotto la ripresa delle colture minori sono legate principalmente al desiderio sorto soprattutto nel consumatore di contrastare la tendenza del mercato globale e cioè: ridurre la standardizzazione degli alimenti ed il recupero (anche solo in parte) della stagionalità soprattutto di frutta e ortaggi; recuperare profumi, sapori e colori perduti (ma che ora hanno ripreso di attrattiva); favorire lo sviluppo di produzioni di qualità e biologiche certificate; favorire lo sviluppo del consumo di prodotti a “km zero”: prodotti del territorio che conservano elementi caratteristici dello stesso ed elevata qualità e freschezza dei prodotti. Nel corso dell’audizione è stato sottolineato come tra le sfide più importanti di valenza non solo economica si ritenga che le più importanti siano: contrastare le logiche di standardizzazione della Grande Distribuzione Organizzata e della globalizzazione e spersonalizzazione del mercato; riproporre al consumatore temi legati al territorio ed alla conoscenza delle sue caratteristiche e della sua storia; aumentare la (bio)diversità/diversificazione delle colture ortofrutticole e delle altre colture tradizionali IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 5 Le problematiche legate agli usi minori sono principalmente dovute alla carenza di prodotti fitosanitari (principi attivi e di conseguenza i formulati) specifici registrati per le colture minori: è, quindi, in molti casi impossibile contrastare in modo efficace le avversità (infestanti vegetali, funghi ed insetti) in modo da rendere economicamente sostenibile la reintroduzione di colture quasi scomparse e/o gestire quelle esistenti diventate marginali. I fattori limitanti legati alla carenza di “usi minori” sono: l'impossibilità di intervenire sulle avversità (infestanti vegetali, funghi ed insetti) in maniera efficiente che causa una perdita economica dovuta a mancato reddito (dovuto alla perdita delle coltura in atto) a cui si aggiungono i costi di produzione già sostenuti; - la necessità di ricorrere ad altri metodi di lotta alle avversità che si basano principalmente sull’impiego di manodopera con incremento eccessivo dei costi e conseguente uscita dal mercato; l'utilizzo di geodisinfestanti in assenza di coltura: maggiore impatto sull’ambiente “suolo” in quanto minore selettività. Rispetto alla proposta avanzata dalla Commissione Europea di istituire un apposito Fondo, Coldiretti ha espresso parere positivo ed ha condiviso la necessità, da parte della DG SANCO, di prevedere un controllo delle attività legate all'uso dei fitofarmaci su tale tipologia di colture, sebbene in una prima fase in modo più contenuto,: questo permetterà agli attori ed agli Enti di valutare le differenti problematiche per la gestione delle criticità legate agli usi minori. In questa prima fase è necessario realizzare: un data base contenete i dati relativi ai principi attivi/formulati; un Segretariato per il coordinamento delle attività di consultazione e discussione; la valutazione di eventuali progetti preliminari per determinare un elenco di colture minori e delle criticità dovute alla carenza di usi minori (per Stato Membro); incontri per definire un documento riassuntivo e propositivo per la definizione di progetti specifici legati agli usi minori ed il budget da stanziare. Finita la fase preliminare si renderà necessario: prevedere una maggiore attività di coordinamento e controllo delle attività dei gruppi di lavoro da parte del Segretariato e della Dg Sanco al fine di definire le iniziative da finanziare sulla base di un’analisi delle opportunità e minacce; definire il budget del fondo d’intervento. Nuovi aumenti ad aprile per mangimi, fertilizzanti e prodotti energetici 06/06/2011 Restano mangimi, fertilizzanti e energetici i fronti caldi per le aziende agricole italiane. È quanto rileva l'Ismea sulla base dell'indice dei costi agricoli relativo al mese di aprile, da cui si emergono rincari annui sostenuti per tutte e tre le voci di spesa. Si va dal +17,1% per i composti destinati all'alimentazione animale (con punte del 57,6% per orzo e cruscami) al 6,1% di aumento dei concimi. Il capitolo degli energetici segna invece un rincaro medio del 4,5% su aprile 2010, con punte del +5,9% per i carburanti. IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 6 L'indice ha fatto segnare in media un aumento del 5% su base annua, con incrementi anche per salari (+1,6% rispetto ad aprile 2010), sementi (+0,9%) e antiparassitari (+0,7%). In calo i soli animali da allevamento: -7% in confronto a dodici mesi fa. Giornata mondiale delle foreste, in Italia +20% boschi in vent'anni 06/06/2011 Negli ultimi venti anni la superficie forestale nazionale è aumentata del 20 per cento e oggi più di un terzo della Penisola è ricoperta di verde, per un totale di 10,7 milioni ettari, pari al 34,7 della superficie nazionale. L’analisi viene dalla Coldiretti ed è stata diffusa in occasione della giornata mondiale dell’ambiente dedicata alle foreste. Un patrimonio di circa 12 miliardi di alberi che costituiscono il polmone verde dell’Italia, secondo l'Inventario Nazionale delle Foreste. D’altra parte si assiste però a preoccupanti fenomeni di abbandono da parte dell’uomo e molte foreste restano senza la presenza di un imprenditore agricolo che possa svolgere attività di custodia, di valorizzazione, di protezione e di sorveglianza, anche nei confronti degli incendi. Complessivamente infatti il 63,5 per cento della superficie forestale risulta di proprietà privata, il 32,4 per cento è di proprietà pubblica, mentre quasi il 4 per cento della superficie non è stata classificata per tale carattere. Occorre cogliere, secondo la Coldiretti, le opportunità offerte dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali "alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale" anche attraverso l'utilizzo di mezzi meccanici agricoli”. Per questo serve un accordo con le pubbliche amministrazioni che fissi, le regole per l'incentivazione e lo sviluppo dell'attività di presidio del territorio e dell'ambiente, specialmente nelle aree a rischio per incendi, frane ed alluvioni. EUROPA Ministri Ue, via a un gruppo di lavoro per sostenere gli allevamenti Un Gruppo di lavoro speciale sarà convocato nei prossimi giorni al fine di esaminare i problemi del settore carni bovine e valutare come adattare gli strumenti di mercato, per meglio tener conto delle notevoli variazioni di reddito del produttore agricolo Ue. E’ quanto ha annunciato il commissario Dacian Ciolos nel corso del riunione informale, svoltasi il 31 maggio a Debrecen (Ungheria), in cui i Ministri dell’agricoltura hanno avuto uno scambio di vedute sul modo in cui la Politica agricola comune potrebbe contribuire per l’allevamento sostenibile in Europa. La discussione si è incentrata su tre questioni: come la Pac potrebbe controbilanciare le conseguenze negative di eliminazione graduale del sistema delle quote latte entro il 2015? Chi dovrà pagare i maggiori costi supplementari determinati dalla necessità di rispettare il benessere degli IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 7 animali e le esigenze più rigorose in materia di protezione dell’ambiente e di benessere degli animali, in seno all’Unione ? Come si potrà proteggere l’allevamento dalle fluttuazioni eccessive dei prezzi dei cereali, in seguito all’eliminazione della regolamentazione di mercato per i cereali? I contributi al dibattito hanno messo in evidenza, in maniera quasi unanime, che la produzione di latte dovrà essere mantenuta nelle regioni svantaggiate, anche dopo la soppressione del sistema delle quote latte. In tale contesto, diverse delegazioni hanno sollecitato dei sostegni al reddito o altre forme di incentivi alla produzione. Per quanto riguarda le norme più elevate di benessere degli animali e di tutela dell'ambiente, quasi tutte le delegazioni hanno ricordato che l'Europa dovrebbe convincere i Paesi terzi a rispettare le esigenze più rigorose adottate all'interno dell’Ue. Per raggiungere tale obiettivo, i Ministri ritengono che necessario ricorrere a dei negoziati bilaterali e a dei forum internazionali. Alcuni Ministri hanno sollecitato la riduzione della volatilità del prezzo dei cereali, come anche a procedure di intervento più flessibili o alla promozione dell'innovazione. Sono previste circa 2-3 riunioni del gruppo di lavoro nel mese di giugno. Queste coinvolgeranno i funzionari dei Ministeri dell’agricoltura degli Stati membri, un incontro separato dei rappresentanti del settore delle carni bovine, e un incontro combinato di entrambi i gruppi. L'obiettivo è quello di creare un Gruppo consultivo con il mandato di elaborare un documento di conclusioni entro la fine di giugno, in vista del Consiglio dei ministri dell’agricoltura del 18 luglio, per consentire alla Commissione di integrare queste nuove idee (assicurazione, meccanismi di mutualizzazione tra produttori e dettaglianti, ecc.) nel pacchetto legislativo della prossima Pac, la cui adozione è prevista per la prima metà di ottobre. ORGANIZZAZIONE L’esperienza religiosa 07/06/2011 La vera solidarietà affonda le sue radici nell’esperienza religiosa. La Bibbia, attraverso tutti i suoi libri, i suoi racconti, le sue storie, le sue istituzioni, i suoi miti e i suoi riti, ecc. insegna e vuole insegnare una cosa sola: la priorità dell’altro sull’io, che l’altro è più importante di me e che l’io trova la sua identità - si noti bene: la trova non la perde - nel porsi a suo servizio. Se questo è vero, ciò vuol dire che, per la Bibbia, si ha vera esperienza religiosa - che, etimologicamente vuol dire sentirsi «legati», vincolati - quando si fa questa esperienza etica della priorità dell’altro sull’io, quando si sperimenta la trascendenza dell’altro sul proprio io, quando si sperimenta la trascendenza dell’«orfano», del «povero» e della «vedova», cioè dell’altro nella sua irriducibile alterità, dell’altro non come parte del proprio mondo ma IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 8 come essere di bisogno non catturabile dall’io ma solo invocativo nei suoi confronti, che nel suo essere di bisogno grida: «dammi da mangiare, dammi da bere». E’ in questa trascendenza del bisogno invocativo, irriducibile alla volontà di potenza dell’io desiderante, che per la Bibbia si fa esperienza «religiosa»: esperienza di un rapporto ad un’istanza che vincola. Il luogo originario dove il trascendente appare all’uomo e lo vincola è nel bisogno invocativo del «povero», dell’«orfano» e della «vedova»: nell’alterità dell’altro (o, in termini levinasiani, nel volto) che, inoggettivabile, «in-comprensibile» e inafferrabile, toglie all’io la sua pace e lo «in-quieta», sottraendolo alla falsa pace - la pace dell’egoista - per instaurarvi la vera pace: quella dell’io responsabile. Cosi scopriremo che imparando ad ascoltare il gemito dei poveri, noi paesi ricchi e tecnologici salveremo, contemporaneamente, anche noi stessi, ridando senso - cioè direzione e scopo - alla scienza e alla tecnologia che, da fini in sé, sono e devono tornare ad essere come, l’olio e i denari della parabola lucana (Lc, 10), strumenti di salvezza per l’altro. Non solo. Sfuggiremo alla tentazione oggi suadente più che mai che per uscire dalla crisi sia necessario tornare alla concezione naturalistica dove il rispetto della natura si fa prioritario rispetto al gemito del povero, dimenticando quanto acutamente ha scritto Lévinas polemizzando con Heidegger: «La possibilità o speranza di nutrire coloro che hanno fame nel Terzo e nel Quarto Mondo mi sembrava, perlomeno, che giustificasse semplicemente la distruzione del paesaggio naturale che tanto spaventa le anime sensibili e intelligenti di cui non intendo affatto burlarmi». Padre Renato Gaglianone FINE IL PUNTOCOLDIRETTI – 7-13 giugno 2011 – num. 22 – pagina 9