Omelia nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

Omelia nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
Lodi, Cattedrale, 29 giugno 2006
Celebriamo questa eucaristia nella Solennità dei santi Pietro e Paolo Apostoli.
Si tratta di una delle feste più antiche dell’anno liturgico, inserita nel Calendario già nel
IV secolo, come testimonia la “Depositio martyrum” (354).
Questa solennità celebra i due “Principi” degli Apostoli: san Pietro e san Paolo, uniti
dallo stesso amore per Cristo, dalla stessa missione pastorale e, soprattutto, dalla comune
morte cruenta subita a causa della fedeltà al Vangelo.
Secondo un’antica e consolidata tradizione sulla via Ostiense a Roma, a circa trecento
metri della Basilca di s. Paolo fuori le mura, avvenne l’ultimo incontro tra Pietro e Paolo,
poi separati, per essere avviati al martirio. In questo luogo esiste oggi una lapide, posata
nel corso dell’Anno santo 1975, che contiene in pochissime parole il ricordo
dell’avvenimento: “Nei pressi di questo sito una devota cappellina in onore del
Santissimo Crocifisso demolita agli albori del secolo XX per l’allargamento della via
Ostiense segnava il luogo dove secondo una pia tradizione i Principi degli Apostoli
Pietro e Paolo vennero separati nell’avvio al glorioso martirio”.
San Pietro venne condotto nell’antico circo neroniano, che all’epoca sorgeva dove ora è
Piazza s. Pietro, per essere crocifisso. San Paolo venne condotto “ad aquas salvias”,
nell’attuale zona delle Tre Fontane, sulla via Laurentina, per essere decapitato.
In questa solennità siamo invitati a fare memoria grata al Signore per il dono dei due
grandi apostoli da cui la Chiesa “ha ricevuto il primo annunzio della fede” (cfr Colletta
della Messa) . Da un lato s. Pietro, il pescatore eletto da Cristo per essere la “roccia” della
Chiesa: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,16), il
discepolo scelto per essere il pastore del gregge (Gv 21,15-17), colui che è chiamato a
confermare i fratelli nella fede e nella carità. Dall’altro lato san Paolo, cooptato da Cristo
risorto nel collegio apostolico (At 9,1-16), per essere strumento eletto dell’annuncio del
Vangelo a tutte le genti.
La Chiesa da sempre li ha voluti ricordare assieme, quasi a voler comporre in unità la
loro testimonianza. S. Pietro e s. Paolo, con le loro diverse ricchezze, con il loro
personale carisma, hanno edificato un’unica Chiesa. Si potrebbe dire che la fede della
Chiesa, la fede di ogni comunità cristiana, dovrebbe ricalcare i tratti tipici dei due
Apostoli: l’umiltà e la fortezza di san Pietro, l’entusiasmo e lo zelo apostolico di san
Paolo. In particolare, guardando alla vita dei santi Pietro e Paolo noi ci accorgiamo
ancora e sempre che la radice viva della fede e la sorgente autentica della missione della
Chiesa è anzitutto, per usare un’espressione cara a Papa Benedetto, l’amicizia con il
Signore Gesù. Pietro e Paolo sono stati grandi testimoni del vangelo in quanto anzitutto
grandi amici di Cristo. Questo vale anche per noi: solo rinnovando giorno dopo giorno
l’amicizia con Cristo, solo aprendoci costantemente al suo amore, noi possiamo essere
annunciatori convinti e convincenti della Parola che salva.
L’odierna solennità costituisce, inoltre, un invito a rinnovare la nostra adesione
incondizionata al successore di Pietro, il Papa. Egli, in quanto successore di Pietro e
vescovo di Roma “è il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei
vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 880).
Il nostro amore per il santo Padre dev’essere un amore filiale, che si traduce nell’ascolto
docile del suo magistero, e un’amore concreto, che prende parte in maniera fattiva anche
alla sua opera di carità nei confronti dei più poveri (per questo domenica scorsa è stata
celebrata in tutto il mondo la Giornata della carità del Papa in cui tutti i fedeli cattolici
sono stati esortati a dare la loro offerta).
Il nostro amore per il Papa deve comprendere anche la testimonianza e la proposta
argomentata del significato del primato petrino nella vita della Chiesa, per modo che tutti,
anche i nostri giovani e i nostri ragazzi, colgano nel ministero del Vescovo di Roma per
l’unità della Chiesa, un servizio indispensabile alla testimonianza della fede.
Fratelli e sorelle, nel disporci a partecipare al sacrificio di Cristo che si rinnova in questa
eucaristia, invochiamo l’intercessione dei santi Pietro e Paolo perchè ci ottengano di
amare il Signore sopra ogni cosa e di saperlo annunciare a quanti incrociamo sulle strade
della nostra vita.