Capitolo 6 “Due modelli di stato: assoluto e costituzionale”

Capitolo 7 La rivoluzione francese
1 La società francese alla vigilia della rivoluzione
I privilegi e le disuguaglianze sociali.
Verso la fine del Settecento la Francia contava circa 27 milioni di abitanti (il
Paese d’Europa più popolato, prima dell’Italia con17 milioni - la Gran Bretagna
ne aveva 9).
La popolazione era divisa fra i tre ordini (o stati) tradizionali:
- il clero;
- la nobiltà o aristocrazia;
- il terzo stato.
Clero e nobiltà
Clero e nobiltà costituivano insieme solo il 2% della popolazione.
- Possedevano la maggior parte delle terre;
-non pagavano tasse (o ne pagavano poche);
- godevano di svariati privilegi (accesso a cariche politiche e militari).
Anche tra gli appartenenti della nobiltà e del clero esistevano differenze:
- fra gli ecclesiastici esistevano differenze tra:
alto clero, composto da vescovi e abati spesso di nascita aristocratica che
possedevano svariate ricchezze;
basso clero composto da monaci e preti di campagna che vivevano
poveramente.
- non tutti i nobili erano ricchi allo stesso modo e alcuni erano caduti in
povertà;
Terzo stato
Anche tra gli appartenenti del terzo stato c’erano grosse differenze:
-i borghesi che esercitavano professioni intellettuali (avvocati, giudici,
intellettuali) erano ricchi;
-il popolo delle citta, composto da artigiani, commercianti, bottegai, lavoranti
di bottega e il popolo delle campagne (contadini, piccoli proprietari terrieri,
braccianti), che rappresentava la gran massa della popolazione; conduceva
una vita più modesta;
-i contadini erano poveri e sottostavano ad antiche regole feudali, pagando
molte tasse come la taglia allo Stato, la decima alla Chiesa e svolgendo per
nobili e il clero servizi di corvée (lavori gratuiti, tipo sistemare le strade o un
castello di un nobile); tra i contadini venivano reclutati i soldati dell’esercito.
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La Francia deve affrontare una crisi agricola e finanziaria.
Negli anni tra il 1786 e il 1788 la produzione di grano fu scarsa, provocando un
aumento vertiginoso dei prezzi di farina e avena, alimenti base per la
popolazione, Si diffuse il malcontento e ci furono numerosi disordini nelle
campagne.
Ancora più grave fu la crisi finanziaria
Le spese dello Stato erano cresciute a causa di
-guerre, tra cui l’appoggio all’America nella rivoluzione americana;
-del lusso della corte;
-numero crescente di funzionari statali.
Il deficit (differenza tra entrate e uscite, cioè spese dello Stato) era almeno del
20% nel 1788.
Non era possibile aumentare le tasse sul terzo stato e ormai l’unica soluzione
della crisi era far pagare imposte anche ai nobili e al clero.
Luigi XVI convoca gli Stati generali.
I nobili, per difendere i loro privilegi chiesero al re di convocare gli Stati
generali, un’assemblea medievale formata dai rappresentanti dei tre stati. I
nobili sostenevano che solo quest’assemblea avrebbe potuto imporre nuove
tasse. Il re Luigi XVI, convocò gli Stati generali per risolvere la situazione (non
avveniva dal più dal 1615).
La convocazione degli Stati generali suscitò grandi attese:
- i nobili speravano di riuscire ad indebolire l’assolutismo;
- la maggioranza dei borghesi desiderava abolire i privilegi nobiliari e dare
alla Francia una costituzione;
- i contadini speravano di essere liberati dall’oppressione feudale dei
signori.
Gli Stati generali erano composti circa da un migliaio di persone, di cui poco
più di cinquecento erano borghesi, in prevalenza avvocati (nessun contadino o
artigiano).
2 Cade la Bastiglia, crollano feudalesimo e assolutismo dei re
Gli Stati generali non trovano l’accordo sul sistema di votazione.
Gli Stati generali si riunirono nel maggio del 1789.
Sorsero subito delle difficoltà sulla modalità di votazione:
-nel Medioevo si votava per stato e quindi nobiltà e clero avrebbero avuto
insieme due voti contro il solo voto del terzo stato;
-i borghesi chiedevano di votare pro capite e cioè avere un voto per ogni
deputato.
Le discussioni non risolsero il problema e i rappresentanti del terzo stato
decisero di abbandonare gli Stati generali e convocarono un’Assemblea
nazionale e proclamandosi rappresentanti della nazione.
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Si forma l’Assemblea nazionale costituente.
I deputati del terzo stato si riunirono in altro locale, utilizzato per un gioco, la
pallacorda, una specie di tennis.
Qui giurarono di non sciogliere l’assemblea fino a che non avessero votato una
nuova costituzione per la Francia. L’accordo prese il nome di giuramento
della pallacorda. A questo punto si unirono anche una cinquantina di nobili e
i rappresentanti del clero. L’Assemblea nazionale era ormai chiamata
Assemblea costituente, perché doveva scrivere la costituzione francese.
La presa della Bastiglia: cade la prigione di stato.
Il re, nel frattempo, continuava a far affluire truppe a Parigi e a Versailles. I
Parigini temendo un colpo di mano del re contro l’Assemblea costituente
s’impadronirono di armi, saccheggiando negozi di armaioli e caserme.
Il 14 luglio 1789, sempre allo scopo di ottenere armi e polvere da sparo, i
cittadini infuriati per l’ulteriore aumento del pane, attaccarono la Bastiglia, un
castello adibito a carcere, simbolo del potere regio.
Un comitato rivoluzionario s’impadronì del comune di Parigi e creò un corpo
militare di volontari: la guardia nazionale.
La rivoluzione si espande nelle campagne.
Presto l’insurrezione si diffuse in altre città e dappertutto i borghesi crearono
comitati rivoluzionari, arruolando reparti di guardia nazionale: oltre all’esercito
del re ora esisteva anche un esercito di cittadini.
Nelle campagne, i contadini allarmati dalle voci di una congiura di nobili, si
rivoltarono assaltando abbazie e castelli dei signori, bruciando i registri nei
quali erano attestati i privilegi feudali dei nobili.
La fine del regime feudale e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo.
L’Assemblea costituente abolì, allora, il regime feudale (4 agosto 1789)
dimostrandosi sensibile ai problemi della popolazione rurale.
Poi sull’esempio degli Stati Uniti d’America, approvò una Dichiarazione dei
diritti dell’uomo e del cittadino (26 agosto 1789) che proclamava:
-tutti gli uomini sono uguali davanti alla legge (uguaglianza nei diritti e doveri
di fronte alla legge, quindi tutti pagano le tasse e tutti possono occupare
cariche pubbliche) e hanno diritto alla proprietà privata, alla sicurezza, alla
libertà di parola, di stampa e di opinione.
Le donne marciano su Versailles.
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Il re, però, non accettava i provvedimenti dell’Assemblea e si mostrava ostile
alla rivoluzione. Le donne di Parigi, si armarono e attaccarono la reggia di
Versailles, costringendo il re a spostarsi a Parigi alle Tuileries, dove il popolo
avrebbe potuto controllarlo meglio(5 ottobre 1789).
Molti nobili, sentendosi allora poco sicuri, fuggirono all’estero, cercando aiuto
dalle monarchie straniere.
La costituzione civile del clero è accettata da una minoranza di
sacerdoti.
Per risolvere la crisi finanziaria, l’Assemblea decise di nazionalizzare i beni
ecclesiastici, cioè confiscarli e metterli in vendita. Anche i contadini
comprarono piccoli terreni e in Francia si formò una classe di piccoli proprietari
terrieri.
Il clero era rimasto senza le decime e senza le terre, perciò si decise di dare
uno stipendio statale ai preti per mantenerli. I preti in cambio avrebbero
giurato fedeltà allo Stato francese (provvedimento chiamato costituzione
civile del clero). Giurando fedeltà alla Francia i sacerdoti sarebbero stati
sottratti all’autorità della Chiesa di Roma: pochi preti giurarono fedeltà alla
Francia (preti giurati) e molti rimasero fedeli al Papa (preti refrattari). Ai
tanti problemi della Francia rivoluzionaria si aggiunse il problema religioso.
Da monarchia assoluta la Francia si trasforma in monarchia
costituzionale.
La costituzione fu votata definitivamente nel settembre del 1791: la Francia
divenne una monarchia costituzionale, come volevano i borghesi.
Il re non aveva più il potere assoluto, ma solo l’esecutivo.
Il potere legislativo fu affidato ad un’Assemblea detta legislativa.
Il diritto di voto però fu dato solo ai “cittadini attivi” (con un certo reddito).
Senza tener conto del diritto di uguaglianza sancito dalla Dichiarazione dei
diritti, l’Assemblea aveva escluso i poveri “cittadini passivi” dal voto.
Il re fugge da Parigi.
Nonostante la Francia fosse diventata una monarchia costituzionale, molti
speravano che diventasse una repubblica.
Nel 1791 il re aveva tentato la fuga verso il Belgio, temendo per la sua sorte.
Riconosciuto, fu riportato a Parigi alle Tuileries. Il re perse anche gli ultimi
sostenitori, passando con la sua tentata fuga come traditore. I francesi
chiedevano una sua punizione esemplare e la proclamazione della
repubblica.
3 La Francia rivoluzionaria depone il re e proclama la repubblica
L’Assemblea legislativa si divide in Destra e Sinistra
L’Assemblea legislativa si riunì nel 1791.
I deputati erano soliti ritrovarsi in club o circoli politici; i più importanti erano
quelli dei foglianti e dei giacobini.
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-I foglianti sostenevano al monarchia costituzionale del 1791 e si sedevano
alla destra del presidente dell’Assemblea: perciò erano chiamati la Destra.
-I giacobini, più rivoluzionari, repubblicani e democratici (che chiedevano
l’estensione del voto anche ai poveri), portavoce del malcontento popolare
sedevano a sinistra del presidente dell’Assemblea ed erano chiamati la
Sinistra.
La Francia rivoluzionaria entra in guerra.
Oltre ai problemi interni i rivoluzionari temevano un attacco straniero.
Molti nobili erano fuggiti all’estero chiedendo aiuto ai sovrani europei per
sconfiggere la rivoluzione. Inoltre il re di Francia aveva sposato la figlia
dell’Imperatore d’Austria (Asburgo) ed era cugino del re di Spagna.
L’Assemblea era favorevole alla guerra, perché pensava che avrebbe portato la
rivoluzione anche negli altri Paesi europei.
Così, nel 1792, la Francia dichiarò guerra all’Austria e alla Prussia.
L’esercito francese è ripetutamente sconfitto.
La guerra non andò come previsto, ci furono molte sconfitte e presto gli
eserciti stranieri invasero la Francia. Di fronte al pericolo incombente, migliaia
di volontari si unirono all’esercito per difendere la patria. Un battaglione
proveniente dalla Francia marciava cantando “la Marsigliese” che divenne poi
l’inno di Francia.
Il popolo francese grida al tradimento e insorge: il re in carcere.
Il popolo francese, convinto che il re tramasse con le potenze straniere per
tornare al potere assaltò le Tuileries, massacrando tutte le guardie. Il re si
rifugiò nell’Assemblea legislativa e i deputati, temendo il furore del popolo,
sospesero i poteri del re e lo fecero incarcerare.
Da questo momento diventarono protagonisti i popolani di Parigi(artigiani,
bottegai, piccoli proprietari, apprendisti), che non portando calzoncini stretti
alle ginocchia ma pantaloni larghi fino alle caviglie, erano chiamati sanculotti.
I sanculotti, vedendo dappertutto tradimenti e inganni contro la rivoluzione
compirono dei massacri di prigionieri politici (stragi di settembre).
Viene proclamata la repubblica.
Il movimento popolare era dominato dal Comune di Parigi, dominato dai
giacobini Marat, Danton e Robespierre.
Dopo l’assalto alle Tuileries, il Comune di Parigi divenne l’organo politico più
importante, mentre l’Assemblea legislativa, che aveva perso ogni potere fu
sostituita da una nuova assemblea detta Convenzione.
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Fu abolita la distinzione tra cittadini attivi e passivi e divennero elettori tutti i
maschi maggiorenni, se non ostili alla rivoluzione.
La Convenzione, nella sua prima riunione, dichiarò decaduta la monarchia e
proclamò la repubblica (21 settembre 1792).
Il giorno prima i Francesi avevano sconfitto i Prussiani a Valmy e a novembre
cominciarono l’occupazione del Belgio.
4 Il terrore e le vendette: dal governo rivoluzionario alla rivincita
borghese
I gruppi politici della Convenzione.
All’inizio I deputati della Convenzione erano 749:
-a Destra c’erano i girondini, i più conservatori che si opponevano a ogni
cambiamento.
-a Sinistra c’erano i montagnardi, i giacobini più rivoluzionari.
-al centro c’era il grosso gruppo della pianura (o palude) pronto a schierarsi
all’occorrenza con la Sinistra o con la Destra.
Re Luigi XVI viene ghigliottinato.
I contrasti tra girondini e montagnardi si fecero acuti quando di trattò di
processare il re per tradimento. Il re fu condannato alla ghigliottina,
nonostante l’opposizione dei girondini (21 gennaio 1793).
L’esecuzione del re mise in allarme le monarchie europee che formarono una
coalizione (alleanza) contro la Francia e contro le idee rivoluzionarie. Vi
aderirono quasi tutti i Paesi d’Europa.
La rivoluzione in difficoltà: la coalizione antifrancese e la guerra civile.
La Francia attraversò il suo momento più difficile:
-dall’esterno premevano gli Stati della coalizione;
-all’interno era scoppiata una guerra civile, con una grande rivolta in
Vandea, guidata da contadini contro il governo repubblicano, in difesa del re e
della religione;
-la crisi economica aveva raggiunto un livello drammatico con i prezzi più alti
di prima della rivoluzione.
La Francia rivoluzionaria stava per crollare.
La Convenzione affidò allora il potere a un gruppo ristretto di uomini che
formarono il Comitato di salute pubblica. Sotto la guida di Robespierre,
divenne il principale organo rivoluzionario e resse la rivoluzione con metodi
dittatoriali.
Il Comitato cercò di avere l’appoggio del popolo e prese dei provvedimenti a
suo favore (il calmiere dei prezzi e la pena di morte per gli accaparratori, gli
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speculatori che facendo grandi scorte di prodotti, levandoli dal mercato,
creavano un aumento sproporzionato dei prezzi.)
Inizia il periodo del Terrore.
Contro i nemici esterni il Comitato decretò la leva in massa (chiamata alle armi
per sorteggio dei giovani tra i 20 e 25 anni), si formò così un esercito guidato
da ufficiali giovani motivati che combattevano con coraggio per difendere la
repubblica.
Contro i nemici interni, i ribelli, la repressione fu spietata: bastava il semplice
sospetto di tradimento che si era condannati a morte.
Questo periodo fu detto del “Terrore” (agosto 1793-luglio 1794) perché
speciali tribunali rivoluzionari condannarono a morte decine di migliaia di
persone. Morirono sulla ghigliottina anche personaggi illustri, come la moglie
del re Maria Antonietta, il celebre chimico Lavoisier e il giacobino Danton,
reo di aver cercato di far finire il Terrore.
Per opporsi al passato e rompere anche con la tradizione religiosa, fu creato un
nuovo calendario senza più domeniche e ricorrenze cristiane.
Un colpo di stato pone fino al terrore.
Intanto la rivolta in vandea era stata quasi domata e gli eserciti stranieri erano
stati di nuovo sconfitti al confine col Belgio.
La Francia era fuori pericolo.
Con questa nuova situazione si formò nel Comitato una maggioranza ostile a
Robespierre che fu arrestato e ghigliottinato (28 luglio 1794).
La borghesia torna al potere e si prende le sue rivincite.
La borghesia, ricca tornò al potere decisa a non spartirlo con sanculotti e il
popolo. Fu sancita la costituzione dell’anno terzo (1795) che escludeva di
nuovo dal voto i poveri e affidava il potere al Direttorio che governò dal 1795
al 1799.
I giornali e i club giacobini furono chiusi e si scatenò il Terrore bianco, cioè la
vendetta degli oppositori politici di Robespierre.
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