Tema 9. LA RIVOLUZIONE FRANCESE La Francia prima della

Tema 9. LA RIVOLUZIONE FRANCESE
La Francia prima della rivoluzione
Nel Settecento la Francia è una monarchia assoluta.
Questo significa che il re ha nelle proprie mani tutti i poteri: fa le leggi, le fa eseguire ed è
a capo anche della giustizia.
Lo Stato francese nella seconda metà del Settecento incomincia a essere in forte crisi.
Infatti, lo Stato francese ha molti debiti perché spende molto. Soprattutto, lo Stato
francese spende:
• per fare la guerra: infatti, nel Settecento la Francia è impegnata i n molte guerre;
 per mantenere i nobili nella reggia di Versailles: circa 15.000 nobili vivono nella reggia
senza lavorare.
Per risolvere questa situazione di crisi, lo Stato ha bisogno di denaro. Allora i ministri del re
pensano che anche i nobili e l’alto clero debbano incominciare a pagare le tasse. Infatti
nella Francia del Settecento i nobili e l’alto clero hanno grandi privilegi come il non pagare
le tasse.
Il re Luigi XVI nel 1789 convoca un’assemblea, chiamata Stati generali, che raccoglie i tre
gruppi (detti «ordini») da cui è composta la società francese:
•
la nobiltà:
•
il clero;
•
il Terzo stato. Il Terzo stato comprende il 98% della popolazione francese e include
persone molto diverse tra di loro: la grande borghesia, la media borghesia, gli artigian i, i
lavoratori delle città, i contadini. In pratica, il Terzo stato comprende tutti coloro che non
fanno parte né della nobiltà né del clero.
Il
1789
Nel 1789 i rappresentanti di nobiltà, clero e Terzo stato si riuniscono nell’assemblea degli
Stati Generali.
I rappresentanti del Terzo stato decidono di chiedere al re che le votazioni avvengano
per testa (cioè un voto per ogni persona) e non per ordine, cioè per gruppo sociale.
Infatti, secondo la tradizione degli Stati Generali, nell’assemblea ogni ordine può dare un
solo voto; con questo modo di votare, il clero e la nobiltà prevalgono sempre sul Terzo
stato. Infatti clero e nobiltà hanno gli stessi privilegi e quindi votano le stesse decisioni per
non cambiare le cose.
Quando il re rifiuta di accettare la richiesta del Terzo stato, i rappresentanti del Terzo stato
e alcuni rappresentanti della nobiltà e del clero fanno una scelta molto importante: decidono
di proclamarsi Assemblea nazionale costituente per dare una costituzione alla Francia.
Incomincia così la Rivoluzione francese.
Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi assale la Bastiglia: la Bastiglia è una prigione dove i re
francesi fanno rinchiudere le persone che non sono d’accordo con loro ed è il simbolo del
potere assoluto del re.
Nei giorni successivi l’Assemblea nazionale costituente vota di togliere i privilegi ai nobili e
al clero e il 26 agosto 1789 approva la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e
del cittadino.
La Dichiarazione è un documento molto importante, perché su di esso si basano tutti i
governi democratici dell’epoca moderna. La Dichiarazione dice che ci sono dei diritti
naturali che nessuno può togliere ai cittadini, come per esempio la libertà di avere ed
esprimere opinioni; inoltre la Dichiarazione dice che tutti i cittadini sono uguali di fronte
alla legge.
Dalla monarchia costituzionale alla repubblica (1791-92)
Nel 1791 l’Assemblea nazionale costituente completa la Costituzione della Francia: la
Francia diviene una monarchia costituzionale, sul modello del governo inglese.
Il potere legislativo passa nelle mani dell’Assemblea legislativa, che è eletta da tutti i
cittadini maschi, esclusi quelli poveri.
Il potere giudiziario è invece affidato a giudici, che sono eletti anch’essi dai cittadini
maschi.
L’Assemblea nazionale decide che per risolvere la crisi economica lo Stato francese può
impadronirsi dei beni della Chiesa e venderli, per ottenere del denaro. Inoltre l’Assemblea
stabilisce che il clero, ovvero i preti e le suore dipenderanno adesso dallo Stato, non
dalla Chiesa. Sarà lo Stato a pagarli con uno stipendio, mentre i preti saranno obbligati a
giurare fedeltà allo Stato.
Nel 1791 il re cerca di fuggire da Parigi con la sua famiglia: spera infatti di ottenere l’aiuto
delle potenze straniere e di ripristinare in Francia la monarchia assoluta. Tuttavia il re
viene scoperto mentre fugge e riportato a Parigi con la forza.
Nel 1791 si riunisce la prima Assemblea legislativa. Vi partecipano diversi gruppi politici tra
cui:
• i foglianti, che sono un gruppo moderato che sostiene la monarchia costituzionale;
• i giacobini, che sono un gruppo più deciso a volere forti cambiamenti nello Stato
francese.
L’Assemblea legislativa nel 1791 è costretta ad affrontare le minacce delle potenze
straniere che vogliono ristabilire la monarchia assoluta in Francia e fare finire la rivoluzione. Nel 1792 un esercito di volontari rivoluzionari francesi sconfigge l’esercito prussiano
a Valmy. Per la prima volta nella storia un esercito popolare sconfigge le truppe di un re.
Alla fine del 1792 molti Francesi pensano che il re sia d’accordo con le potenze europee per
fare finire la Rivoluzione. Questi sospetti portano a votare per la fine del la monarchia. La
Francia diventa una repubblica.
Dal 1792 l’Assemblea legislativa cambia nome e si chiama Convenzione. Nella Convenzione
c’è un forte contrasto tra i partiti moderati e i giacobini. Dal momento che i diversi gruppi
politici siedono nella Convenzione sempre nelle stesse posizioni, dalla posizione che occu pano nascono i nomi di destra e sinistra, che oggi sono termini che indicano i diversi
schieramenti politici.
Luigi XVI viene processato perché è accusato di appoggiare i nemici stranieri della
Rivoluzione. Giudicato colpevole, Luigi XVI viene condannato a morte e ucciso con la
ghigliottina.
La guerra e il Terrore
Nel 1793 la situazione economica in Francia è difficile: la Francia infatti è costretta a
combattere contro una coalizione di potenze straniere che vogliono la fine della Rivoluzione
e il ritorno della monarchia.
I giacobini riescono allora a far approvare un decreto che obbliga 300.000 persone a
entrare a far parte dell'esercito dei rivoluzionari.
L’obbligo di entrare nell’esercito provoca molte proteste in alcune zone della Francia,
dove i condadini non vogliono andare a combattere. Molte proteste si hanno soprattutto
nella Vandea, la quale è una regione molto cattolica e quindi la sua popolazione non è
d’accordo con le decisioni prese dall’Assemblea costituente contro la Chiesa. Le proteste in
Vandea portano all’intervento dell'esercito rivoluzionario e a una guerra civile.
In questa situazione difficile, i giacobini riescono a prendere il controllo della Convenzione
e a creare un Comitato di Salute Pubblica, cioè un governo d’emergenza che ha molti
poteri e deve governare il Paese durante queste emergenza.
Il governo della Francia è quasi tutto nelle mani dei capi giacobini, come Maximilien de
Robespierre e Georges- Jacques Danton.
Il Comitato di Salute Pubblica:
• approva una nuova costituzione, in cui dà il diritto di voto a tutti i cittadini maschi,
indipendentemente da quanto guadagnano;
• fa una serie di riforme democratiche e distribuisce ai contadini le terre che toglie ai
nobili;
• crea un Tribunale rivoluzionario, che condanna a morte tutte le persone sospettate di
essere contrarie alla Rivoluzione; in questo periodo vengono uccisi anche al cuni capi
giacobini considerati traditori.
Questo periodo della Rivoluzione francese è chiamato «Terrore» per indicare il clima di
paura che si diffonde in Francia.
Nel 1794 il capo del Comitato di Salute Pubblica, Robespierre, viene arrestato e ucciso da
un gruppo moderato. Con la morte di Robespierre finisce il periodo del «Terrore».
Il colpo di Stato del 18 brumaio (1795-1799)
Dopo la fine del periodo del «Terrore», emerge la classe politica detta «media borghesia».
Infatti questa classe politica si arricchisce molto negli anni della Rivoluzione perché compra
le terre tolte alla Chiesa e ai nobili. La media borghesia incomincia a chiedere una nuova
costituzione, per avere garanzie sulle libertà personali e sulle libertà economiche.
Di conseguenza, viene scritta una nuova costituzione, la quale entra in vigore nel 1795. In
base alla nuova costituzione il governo viene dato a un organo chiamato «Direttorio». Il
Direttorio è composto da cinque persone.
Nello stesso periodo inizia a diventare famoso un giovane ufficiale dell’esercito, Napoleone
Bonaparte, nato in Corsica. Il comando del Direttorio viene affidato a Napoleone, il quale
deve fermare le rivolte dei monarchici e guidare una spedizione militare in Italia contro
l’Austria. Nel 1796, dopo avere vinto in Italia contro l’Austria, la Francia decide di
attaccare l’altra grande potenza europea, la Gran Bretagna. Per colpire la Gran Bretagna, la
Francia decide di inviare Napoleone e il suo esercito in Egitto, dove la Francia vuole
danneggiare i commerci inglesi. Napoleone ottiene alcune vittorie in Egitto, ma nel 1798 la
flotta francese viene sconfitta dall’ammiraglio inglese Nelson.
La sconfitta francese in Egitto incoraggia gli altri Paesi europei a riprendere le armi contro la
Francia. Così, la situazione in Francia diventa molto difficile.
Il Direttorio decide allora di fare un colpo di Stato con l’aiuto dell’esercito: nel 1799
Napoleone occupa con le truppe il Parlamento e lo costringe ad affidare il governo a un
consolato, ovvero a un gruppo di tre persone. Napoleone diventa uno dei tre consoli e
acquista sempre più potere.