e – Verso l`Unità d`Italia

PRELIMINARI ALLA SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA
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LA NUOVA POLITICA DEL REGNO DI SARDEGNA
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nuovo sovrano è Vittorio Emanuele II
il primo ministro è Massimo d’Azeglio
lo Statuto Albertino è stato approvato dal 1848; è ben visto dalla Francia e dall’Inghilterra
mentre non è tollerato dall’Austria ( la situazione si rilassa nel momento in cui viene
firmata la pace con l’Austria il 9 gennaio 1850)
1) PROCESSO DI CHIARIFICAZIONE DEI RAPPORTI CON LA CHIESA
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vengono approvati dei provvedimenti agli inizi del 1850 che salvaguardano la sovranità dello Stato
rispetto alla Chiesa  LEGGI SICCARDI
2) SCELTA DI RAFFORZAMENTO ECONOMICO DEL REGNO
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grazie all’intervento di CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR:
- eliminazione delle leggi protezionistiche in materia commerciale
- inizi dei lavori per la costituzione di una rete ferroviaria
- apertura di canali navigabili per il trasporto di merci
- creazione della Banca nazionale (per pagare i deficit piemontesi)
L’appoggio per questo programma gli viene fornito dalle forze parlamentari dei liberali e della
sinistra moderata in particolare da URBANO RATTAZZI, capo dell’opposizione di centro-sinistra,
con il quale Cavour realizza un accordo politico, passato alle cronache come il «CONNUBIO» che
consolida la maggioranza e isola le opposizioni estreme.
CAVOUR PRIMO MINISTRO: LA POLITICA ESTERA
Cavour ha assunto la guida del governo, il regime costituzionale si rafforza con la politica di
allargamento dello schieramento liberale svolta da Cavour.
1. centralità del parlamento
2. riapertura della questione d’Oriente (crisi del rapporto tra Russia ed Impero Ottomano) 
consolidamento dei rapporti con la Francia (governa al tempo Napoleone III) e con
l’Inghilterra  entrata in guerra del Piemonte a fianco delle due potenze europee
nella battaglia di CRIMEA
3. nel Congresso di Parigi nel quale si discutono le condizioni di pace tra Russia e Impero
Ottomano tra le varie potenze (Inghilterra e Francia) viene ammesso anche il
Piemonte  è una conquista importantissima perché la questione dell’indipendenza
italiana è posta ufficialmente all’attenzione degli stati europei.
GLI ACCORDI DI PLOMBIÉRES
Il 20 giugno 1858 Napoleone III convoca segretamente Cavour per un incontro a Plombières,
località della Francia del sud, dove stipula un accordo importantissimo per le vicende degli anni
successivi: IL PIEMONTE OTTIENE L’APPOGGIO MILITARE DELLA FRANCIA IN CASO
DI GUERRA A CONDIZIONE CHE QUESTA SIA DICHIARATA DALL’AUSTRIA E NON
DAL REGNO PIEMONTESE(= SABAUDO/SARDO). IN CAMBIO LA FRANCIA CHIEDE LA
CESSIONE DI NIZZA E DELLA SAVOIA ALLA FRANCIA.
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RIEPILOGO LEZIONI PRECEDENTI  RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE:
1. Come ha inizio la rivoluzione del 1848 in Italia e con quali obiettivi?
2. Perché la concessione dello Statuto albertino è uno dei dati più importanti?
3. Sai ricostruire le fasi principali della prima guerra d’indipendenza?
4. Quali sono le iniziative insurrezionali di maggior rilievo nel biennio 1848-49?
5. Che cosa sono le «leggi Siccardi»?
6. Quali sono le linee principali di politica interna che ispirano Cavour? Perché Cavour inserisce il Piemonte
nella «questione d’Oriente?
LA SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA (1859-1861)
La politica estera cavouriana dopo il Convegno di Plombières fu tutta volta ad indurre l’Austria a
dichiarare guerra al Regno sabaudo cosi da poter fare scattare la clausola dell’intervento francese a
fianco del Piemonte aggredito.
CASUS BELLI  Venne quindi costituito un esercito «i cacciatori delle Alpi» affidato al comando
di Garibaldi. Questa decisione infastidì l’Austria che il 23 aprile 1859 inviò un ULTIMATUM al
Piemonte chiedendo l’immediato scioglimento dell’esercito dei volontari. Dopo il rifiuto
dell’ultimatum le truppe austriache dichiararono guerra.
PRIMA FASE
Dopo il rifiuto dell’ultimatum, le truppe austriache agli ordini del generale Ferencz Gyulai
varcarono il Ticino (29 aprile 1859) ma non seppero approfittare della momentanea superiorità
numerica sui piemontesi.
Ai primi di maggio giunsero le divisioni francesi, in parte sbarcate a Genova e in parte trasportate
con la ferrovia; le sorti del conflitto volsero quindi rapidamente in favore dei franco-piemontesi che
sotto il comando supremo di Napoleone III sconfissero gli austriaci a Palestro (30-31 maggio 1859)
e a Magenta (4 giugno), aprendosi la strada per Milano in cui entrarono trionfalmente l’8 giugno.
Frattanto Garibaldi con i suoi «Cacciatori delle Alpi» passato il Ticino a Sesto Calende aveva
sconfitto gli austriaci a Varese (24 maggio) e a San Fermo (27 maggio) liberando quindi l’Alta
Lombardia.
Decisive furono poi le battaglie vinte il 24 giugno dai franco-piemontesi a Solforino e San Martino
contro le truppe guidate dallo stesso imperatore austriaco. Questi scontri che furono i più sanguinosi
del Risorgimento, ispirarono lo svizzero DUNANI la fondazione della Croce Rossa,
un’organizzazione internazionale che dal 1864 iniziò ad occuparsi dell’assistenza dei feriti sui
campi di battaglia.
NAPOLEONE III decise di concludere con l’imperatore austriaco l’ARMISTIZIO DI
VILLAFRANCA (11 luglio 1859) preliminare della pace di ZURIGO firmata il 10 novembre 1859
 perché?  il sovrano francese temeva che il proseguimento della guerra avrebbe portato alla
formazione in Italia di uno stato troppo potente.
SECONDA FASE
La guerra aveva provocato una forte ripresa del movimento nazionale italiano nell’Italia centrale e
inoltre l’Armistizio di Villafranca viene vissuto come un tradimento della Francia.
INSURREZIONI:
1. TOSCANA
2. LEGAZIONE PONTEFICE
3. DUCATI PADANI
Il Piemonte con Cavour valendosi dell’appoggio diplomatico inglese promosse i plebisciti dell’11 e
12 marzo che sancirono l’annessione al Piemonte di Toscana, Emilia e Romagna. Nizza e Savoia
vennero invece cedute alla Francia come prevedeva l’accordo di Plombières.
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LA RIVOLUZIONE IN SICILIA E LA SPEDIZIONE DEI MILLE
SPEDIZIONE IN SICILIA  Nel regno delle Due Sicilie, che non aveva partecipato alla guerra
d’indipendenza, il giovane re Francesco II (1859-1861), detto Franceschiello, perseverò nella
politica reazionaria che era stata propria di suo padre Ferdinando.
In seguito alle annessioni dell’Italia centrale il sentimento dell’Unità si era però diffuso anche nel
regno meridionale, dove l’iniziativa fu presa dai democratici.
Dopo il fallimento dell’insurrezione di Palermo del 4 aprile 1860 che fu rapidamente domata, alcuni
patrioti siciliani, tra cui Francesco Crispi e Rosolino Pio in collegamento con il democratico
milanese Agostino Bertani, si recarono presso il governo di Torino per sollecitare una spedizione in
Sicilia.
Cavour si mostrò contrario al progetto per timore di irritare la Francia che temeva per il potere
temporale del papa, i democratici siciliani si rivolsero allora a Garibaldi. Ebbe così inizio la
preparazione materiale alla spedizione dei Mille volontari garibaldini che all’alba del 6 maggio
1860 salpò da Quarto (Genova) per approdare a Marsala l’11 maggio.
Dopo aver assunto a Salemi (14 maggio) la «dittatura» della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele
«re d’Italia», Garibaldi sconfisse a Calatafimi (15 maggio) le truppe borboniche che gli sbarravano
la strada di Palermo e conquistò la capitale insulare dopo tre giorni di aspri combattimenti (27 – 29
maggio) anche grazie all’insurrezione popolare.
A questo punto il Cavour rassicurato sulle eventuali ripercussioni internazionali delle imprese
garibaldine decise di favorire il reclutamento di altre spedizioni di volontari. Nel frattempo per
controllare l’azione dei democratici, Cavour decise l’invio a Palermo di Giuseppe La Farina il
quale fu espulso dalla Sicilia per volontà di Crispi.
In seguito conquistarono la Sicilia orientale con la battaglia di Milazzo del 20 maggio 1860.
CONQUISTA DEL MEZZOGIORNO  Dopo aver assunto il controllo della Sicilia le armate
garibaldine proseguirono il 19 agosto verso il Mezzogiorno continentale occupando Napoli il 7
settembre e sconfiggendo definitivamente l’esercito borbonico nella sanguinosa battaglia di
Volturno.
La rapidità dei successi garibaldini ed il timore che le armate rivoluzionarie puntassero verso Roma
provocò l’intervento diretto delle truppe sabaude che dopo aver occupato le Marche e l’Umbria
sconfissero le forze del papa.
Il 21 e 22 ottobre anche gli abitanti del napoletano e della Sicilia votarono per l’annessione al gno
sabaudo e con l’incontro del 26 ottobre a Teano (vicino Caserta) tra Vittorio Emanuele e Garibaldi
che salutò il sovrano piemontese come re d’Italia si chiuse la spedizione di Garibaldi nel Meridione.
LA NASCITA DEL REGNO D’ITALIA
Il 18 febbraio si inaugurò a Torino il Primo Parlamento Italiano;
il 17 marzo re Vittorio Emanulele II venne proclamato re d’Italia;
la legge fondamentale dello stato fu lo STATUTO ALBERTINO concesso da Carlo Alberto
nel 1848 (che prevedeva un Parlamento costituito da una camera eletta a suffragio ristretto
sulla base del censo e da un Senato di nomina regia)
N.B.  IL NUOVO STATO UNITARIO ITALIANO NASCE COME ESPANSIONE DEL
PIEMONTE SABAUDO, IN UNA STRETTA CONTINUITà DI ORDINAMENTI LEGISLATIVI
E INDIRIZZO POLITICO.
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RISPONDI ALLE SEGUENTI DOMANDE:
1. Che cosa sono e quando vengono stretti gli accordi di Plombières?
2. Quando scoppia e per quali motivi contingenti, la seconda guerra d’Indipendenza?
3. Ripercorri schematicamente i fatti principali del conflitto.
4. Ripercorri gli avvenimenti della spedizione garibaldina dei Mille.
5. Quando viene proclamato il Regno d’Italia?
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ULTIMA TAPPA DELL’UNIFICAZIONE ITALIANA: I CONFLITTI DEGLI ANNI 60
Completamento dell’unificazione: il Veneto viene assorbito in seguito alla guerra austroprussiana (1866) [CHE PRENDE IL NOME DI TERZA GUERRA D’INDIPENDENZA] e Roma
conquistata dalle truppe regolari italiane nel 1870, dopo vari tentativi di Garibaldi frustrati dalla
difesa del papa da parte di Napoleone III.
LA BELLE EPOQUE VS LA GRANDE DEPRESSIONE
Gli anni compresi tra il 1870 e il 1914 sono passati alla storia europea sotto la definizione di belle
epoque. Con questo termine si intende un periodo di fiducia nel progresso, di crescita e di
benessere. Nel corso della belle epoque l’economia europea conosce uno sviluppo senza precedenti.
Si succedono numerose scoperte in campo tecnico, medico scientifico, che moltiplicano i progressi
dell’industria e migliorano il tenore di vita delle popolazioni europee. Le testimonianze di questo
diffuso clima di ottimismo si possono rintracciare negli orientamenti culturali, nelle dichiarazione
dei politici del tempo, nella letteratura popolare, nello sviluppo delle grandi città.
La belle epoque: un’epoca felice
1. un lungo periodo di pace si apre per l’Europa (1870-1914)
2. aumenta la fiducia nel progresso scientifico
3. si accelera lo sviluppo tecnologico e la sua diffusione nella vita quotidiana
4. si diffondono mode orientate verso l’esaltazione della bellezza della vita
La trasformazione dell’ambiente alla fine dell’Ottocento
1. allargamento e abbellimento delle grandi Città (viali, parchi, musei, nuove architetture)
2. tendenza all’urbanesimo, demolizione dei vecchi quartieri e nuove edificazioni
3. sviluppo delle città portuali e ferrovie per effetto della modernizzazione dei trasporti
4. adattamento delle campagne ai modelli urbani
Le classi sociali
1. l’aristocrazia continua a perdere potenza economica ma permea delle sue tradizioni i
costumi delle classi dirigenti
2. la borghesia assume la mentalità e le mode della vecchia nobiltà (esaltazione della rendita)
3. il proletariato tende a distinguersi fra le aristocrazie operaie e masse contadine
4. lo stato avvio un processo di nazionalizzazione delle masse che ha i suoi cardini
nell’istruzione elementare pubblica e nel servizio militare obbligatorio
DAL BOOM DEI PRIMI ANNI SETTANTA ALLA GREAT DEPRESSION
Il periodo tra il 1871 e il 1873 è caratterizzato da un clima culturale ottimistico e da un forte slancio
economico. La spinta iniziale viene offerta dalla necessità di ricostruire i beni andati distrutti nel
corso del conflitto franco-prussiano e dagli investimenti Russi e Americani per la costruzione di rete
ferroviarie. Tale sviluppo dell’Europa è però esageratamente veloce e sproporzionato: incoraggiate
da un rapido aumento dei prezzi prolificano le nuove imprese mentre una grande tensione
speculativa si impadronisce delle borse e dei mercati. Quando la domanda cala, perché le
devastazioni del conflitto franco-prussiano sono state sanate e gli USA iniziano da soli a produrre
materiale rotabile sopraggiunge la CRISI. Nel 1873 prende avvio un periodo di calo dei prezzi, di
contrazione degli investimenti e di riduzione del tasso di crescita delle attività produttive che si
prolunga fino al 1896 e prende il nome di great depression. Non si tratta comunque di una grave
crisi economica.
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Grande depressione
1. ristagno della produzione anche se parziale e non continuativo
2. trasformazione del capitalismo in senso monopolistico (TRUSTS  diffusi in America, vere
e proprie società di fatto tra rappresentanti di società anonime concorrenti che tendono a
trasformarsi in monopoli eliminando le società concorrenti), CARTELLI  diffusi in
Germania sono liberi accordi tra imprenditori dello stesso settore che conservano in linea
teorica la propria autonomia)
3. diffuso ricorso a pratiche protezionistiche (aumento dei dazi doganli)
La questione operaia
1. si costituiscono i partiti socialdemocratici sul modello tedesco
2. la chiesa prende posizione sulla questione sociale (enciclica RERUM NOVARUM, 1891 
costituisce il primo tentativo cattolico di rispondere ai problemi innescai dalla rivoluzione
industriale ed in particolare dall’avvento della cosiddetta questione operaia)
LA POLITICA DEI MAGGIORI STATI EUROPEI ALLA FINE DELL’OTTOCENTO
 FRANCIA = predominio del centro, laicismo, rilancio del colonialismo, caduta
morale dei ceti dirigenti (scandali finanziari)
 INGHILTERRA = riformismo all’interno (allargamento del suffragio,
riconoscimento dei sindacati), controbilanciato da aggressività in campo coloniale
 GERMANIA = accentramento di poteri e di funzioni nello stato (comprese le
politiche sociali di tipo assistenziale e previdenziale) in concomitanza con la
repressione delle opposizioni cattolica e socialista; dopo le dimissione di Bismark
(1890) ritorno alle spinte imperialistiche in politica estera.
 AUSTRO-UNGARICO = processo di disgregazione per le rivendicazioni di
autonomia nazionale, ma grande stagione sul piano culturale.
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