CONSIGLIO PASTORALE DIOCESANO - BRESCIA
V SESSIONE DELL’8 FEBBRAIO 2003
ALLEGATO
UNA FAMIGLIA CHE EDUCA SECONDO IL VANGELO
E CHE ABBIA IL SENSO DI CHIESA
Maria Chiara Pedraccini
Per la meditazione sul tema proposto ho scelto come icona biblica di riferimento Ef 5, 2132, soffermandomi in modo particolare sui versetti 21, 25, 29, 31-32.
Il v. 21 «Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo», il v. 25 «e voi mariti, amate
le vostre mogli, come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei», il v. 29 «nessuno mai
infatti ha preso in odio la propria carne, al contrario la nutre e la cura, come fa Cristo con la
Chiesa», i vv. 31-32 «Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i
due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla
Chiesa!».
Il testo di Ef 5, 21-32, è fondamentale per capire il ‘dono ricevuto’ col sacramento del
matrimonio; nonostante le varie diagnosi e prognosi sullo stato di salute della famiglia oggi, credo
sia di vitale importanza la consapevolezza del dono ricevuto, perché essa rende gli sposi cristiani
capaci di educare e compiere nel quotidiano la propria missione.
La presa di coscienza del dono ricevuto nel sacramento del matrimonio (perché gli sposi
hanno il proprio dono - Lumen Gentium 11 e 41) è necessaria alla famiglia cristiana, soprattutto
oggi, per diventare quello che già è!
«Il matrimonio dei battezzati è simbolo reale della nuova ed eterna alleanza, sancita nel
sangue di Cristo. Lo Spirito che il Signore effonde, dona il cuore nuovo e rende l’uomo e la donna
capaci di amarsi come Cristo ci ha amati … In virtù della sacramentalità del loro matrimonio … la
loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa.
Gli sposi sono pertanto il richiamo permanente per la Chiesa di ciò che è accaduto sulla croce … Di
questo evento di salvezza il matrimonio come ogni sacramento è memoriale, attualizzazione,
profezia» (Familiaris Consortio 13).
Questo è il dono ricevuto nel sacramento del matrimonio dai battezzati che si sposano nel
Signore. Questa è la vita familiare che Cristo ci chiede di vivere come sposi in Lui; questa è la
nostra vocazione e il nostro compito, e col dono dello Spirito abbiamo la forza per attuarlo.
Cristo non solo ci viene incontro nel sacramento del matrimonio, ma rimane con noi
(Gaudium et Spes 48) così che il nostro essere una caro, una carne sola, la nostra comunione di vita
e d’amore, la nostra relazione sponsale è assunta, confermata e purificata in Lui e ci è ridonata per
mezzo dello Spirito Santo come comunione nuova d’amore realmente capace, efficace nel
comunicare sia a intra che a extra l’amore di Cristo sposo che ha amato fino alla fine (Familiaris
Consortio 19).
Noi sposi cristiani siamo chiamati non solo al ma nel matrimonio per essere quella comunità
che «custodisce, rivela e comunica l’amore quale riflesso vivo e reale partecipazione dell’amore di
Dio per l’umanità che si è rivelato nell’evento pasquale»! (Familiaris Consortio 17).
Per questo la famiglia è per sua natura in missione - non può intimisticamente ripiegarsi su
se stessa, sui propri affetti -, essa educa ed evangelizza già manifestando e partecipando ciò che è.
La famiglia cristiana è già in se stessa buona notizia!
Il matrimonio cristiano è un sacramento permanente, uno stato di vita nel quale i coniugi
non si amano solo a nome proprio ma di Cristo, con Cristo e per Cristo; la realtà familiare che ne
deriva diventa una comunità salvata e salvante (Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio 47
e Familiaris Consortio 49) dove si riceve e si trasmette l’amore di Cristo, dove ogni persona
amando ed essendo amata è unita a Cristo e unisce a Lui gli altri.
Cristo si partecipa agli sposi nella loro relazione e attraverso essa arriva a ogni uomo. È in
questa comunione di vita e amore che gli sposi si donano e si ricevono l’un l’altro nel Signore, si
comunicano e ricevono vicendevolmente Dio stesso. Così diventano capaci del dono di sé senza
condizioni, così realizzano il loro «essere a immagine e somiglianza» di Dio non solo come singoli
ma in quanto coppia.
Solo in Cristo (per l’azione dello Spirito Santo che trasforma i cuori e introduce nella realtà
soprannaturale della stessa vita divina cf. Dei Verbum 58-59) lo sposo e la sposa sono capaci di
amare in modo totale e incondizionato, sono capaci di offrirsi per la santificazione dell’altro, per la
sua salvezza.
La fonte di questo morire a se stessi perché il coniuge sia è l’Eucaristia. In ogni Eucaristia la
coppia si rinnova e riceve nello Spirito Santo la gioia di amarsi nel sacrificio e di sacrificarsi per
amore.
L’Eucaristia è la fonte del perdono e della capacità di accogliere l’altro amandolo nei suoi
limiti, nel suo peccato.
È in Cristo che gli sposi possono risanare ogni frattura, ri-creare la loro unità. Nella forza
dello Spirito Santo che «è Signore e dà la vita» si «amano come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato
se stesso per lei» (Ef 5, 25).
La loro comunione è salvifica e sanante per ogni membro della famiglia e per ogni uomo
che è accolto in essa. È in questo prendersi cura dell’altro «come fa Cristo con la Chiesa» (Ef 5, 29)
che la famiglia cristiana educa alla preghiera e alla carità.
Come gli sposi cristiani si educano fra loro ed educano i figli? Nella comunione di vita e
d’amore. In essa educano, cioè portano i figli all’incontro con Cristo: testimoniando il Vangelo nel
«corpo dato» e nel «sangue versato» del quotidiano; perché testimoniano con la vita che «c’è più
gioia nel dare che nel ricevere» (At 20, 35) e che il chicco di grano porta frutto solo se muore (Gv
12, 24).
I genitori cristiani educano i figli suscitando loro la domanda sul senso della vita (da dove
vengo e dove vado?) e indicano con la vita verso dove andare: nella direzione del dono sincero di
sé, senza il quale l’uomo non può realizzarsi pienamente come persona (Gaudium et Spes 24).
Questo non è certamente quello che la ‘corrente’ oggi propone, per questo se siamo famiglie
cristiane dobbiamo remare contro corrente! La ‘corrente’ porta a falsi bisogni, a facili consumi anche dell’altro -, all’egoismo, alla morte.
Gli sposi cristiani educano generando i figli alla fede, affidando con loro a Gesù, che è lo
Sposo, il quotidiano, le scelte, i problemi, i successi, le paure, il disimpegno; essi educano aiutando
i figli a diventare persone capaci di comunione, del dono disinteressato di sé.
I genitori cristiani educano portando i figli all’incontro con Cristo risorto quando sono
capaci di rinuncia, di conversione e chiedono perdono, quando «non predicano se stessi» ma Cristo
Gesù Signore (2Cor 4, 5).
Testimoniando la fedeltà anche nella croce, il perdono nonostante il male subito, il voler
ricambiare il male col bene, il saper accogliere l’altro nella sua povertà, la capacità di ricominciare e
‘ricucire’ con tenerezza … è in questo modo che in famiglia «tutti evangelizzano e sono
evangelizzati» (Evangelii Nuntiandi 71).
Se le relazioni familiari sono nutrite dall’Eucaristia, l’amore di Cristo e l’azione dello
Spirito Santo trasformano la famiglia in luogo di comunione e gratuità, dove le persone hanno «gli
stessi sentimenti di Cristo Gesù» (Fil 2); ed essendo riunite nel suo nome, Egli è in mezzo a loro
(Mt 18, 19 ss).
La famiglia cristiana introduce i figli in una comunità salvata e salvante ancor prima che essi
si preparino a ricevere i sacramenti.
La famiglia cristiana è parola incarnata, capace di manifestare il mistero di Dio che è amore
in modo efficace; anche in questo modo è chiesa domestica, perché essa realmente incarna ed
espande l’amore di Dio.
In famiglia i figli incontrano Dio, fanno esperienza di Gesù Cristo; Egli arriva al loro cuore e
li tocca, e questa esperienza resta nonostante le scelte che poi faranno.
Pur nella povera umanità dei genitori, Dio si fa presente a loro: non sono i genitori i maestri
perché «uno solo è il maestro» (Mt 23, 8 ss).
La famiglia è lievito, sale della terra e luce del mondo (Mt 5, 13) ed edifica la Chiesa.
Il documento Evangelizzazione e Sacramento del Matrimonio al n. 119 dice: «veramente il
futuro della Chiesa e della sua presenza salvifica nel mondo passano in maniera singolare attraverso
la famiglia nata e sostenuta dal matrimonio cristiano»; e la Familiaris Consortio al n. 52:
«l’evangelizzazione dipenderà in gran parte dalla chiesa domestica», come pure «l’avvenire
dell’umanità passa attraverso la famiglia»! (n. 86).
Questo è il dono del sacramento del matrimonio, che insieme al sacramento dell’ordine sono
per il servizio degli altri (Catechismo Chiesa Cattolica 1534), «per voi e per tutti». A questo vanno
risvegliate, educate le nostre famiglie.
Maria Chiara Pedraccini