L`impatto dell`esposizione ai pesticidi sui minori che lavorano

L’impatto dell’esposizione ai pesticidi sui minori che lavorano
in agricoltura
Dal 20 al 24 giugno si è svolta, a Ginevra, la Quinta Conferenza delle Parti per la Convenzione di Rotterdam.
La Conferenza riunisce rappresentanti provenienti da tutto il mondo per discutere dei pesticidi e dei prodotti
chimici pericolosi. L’agricoltura è un settore fortemente dipendente dall’uso dei pesticidi ed è anche il settore
dove sono impiegati molti dei minori che lavorano.
Dal 20 al 24 giugno si è svolta, a Ginevra, la Quinta Conferenza delle Parti per la Convenzione di Rotterdam.
La Conferenza riunisce rappresentanti provenienti da tutto il mondo per discutere dei pesticidi e dei prodotti
chimici pericolosi. L’agricoltura è un settore fortemente dipendente dall’uso dei pesticidi ed è anche il settore
dove sono impiegati molti dei minori che lavorano. La FAO e l’ILO hanno organizzato un evento parallelo al
margine della Conferenza (il 22 giugno alle 13) sull’impatto dell’esposizione ai pesticidi sui bambini, in
particolare su quelli che lavorano. ILO News ha intervistato Paola Termine, specialista tecnica dell’ILO sul
lavoro minorile in agricoltura e coordinatrice della partnership internazionale per la cooperazione sul lavoro
minorile in agricoltura.
Perché la FAO e l’ILO hanno organizzato questo evento parallelo?
L’obiettivo principale di questo evento è accrescere la consapevolezza sull’utilizzo dei pesticidi e sulla
vulnerabilità dei bambini che vi sono esposti, che è una questione che riguarda in particolar modo il lavoro
agricolo. È un problema che affligge sia i paesi sviluppati che quelli in via di sviluppo, in quanto i pesticidi
sono impiegati ampiamente nell’agricoltura in tutto il mondo. I partecipanti all’evento, tra cui FAO, ILO, OMS,
IUF e gli stakeholder nazionali dell’agricoltura, dell’ambiente e della salute, parleranno delle iniziative per
migliorare la raccolta dei dati sull’esposizione ai prodotti chimici pericolosi e su come queste informazioni
possano essere utilizzate nella definizione delle politiche. L’idea è di identificare le sinergie tra le iniziative
destinate a migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro e a combattere il lavoro minorile pericoloso, anche
attraverso la partnership internazionale per la cooperazione sul lavoro minorile in agricoltura e la
Convenzione di Rotterdam.
Cos’è la Convenzione di Rotterdam?
La “Convenzione di Rotterdam sulla procedura del consenso informato preventivo per alcuni prodotti chimici
e pesticidi pericolosi nel commercio internazionale”, comunemente conosciuta come la Convenzione di
Rotterdam, fu adottata nel 1998 ed entrò in vigore nel 2004. Il suo obiettivo è quello di proteggere la salute
delle persone e l’ambiente dai rischi generati dai pesticidi e dai prodotti chimici industriali. La convenzione
stabilisce un diritto ad essere informati, per quanto riguarda le informazioni sui prodotti chimici pericolosi
messi in commercio, ed una capacità di decisione se il paese è preparato ad affrontare i rischi ed i pericoli
associati a questi prodotti. La Convenzione di Rotterdam promuove la condivisione di responsabilità e un
maggiore impegno a cooperare tra le parti che l’hanno siglata (ad oggi sono 143) per il commercio
internazionale di alcuni prodotti chimici pericolosi. Al momento sono 40 i prodotti chimici elencati nella
Convenzione e la Conferenza delle Parti può deliberare per l’inclusione di nuove sostanze nella lista.
I minori sono più vulnerabili degli adulti alle esposizioni tossiche?
Si, e per diverse ragioni. I bambini tollerano meno le sostanze tossiche in quanto respirano, mangiano e
bevono in misura maggiore rispetto al loro peso corporeo. Anche la loro capacità di espellere tossine è
differente da quella degli adulti. L’esposizione a prodotti chimici e pesticidi pericolosi può influenzare
seriamente il loro sviluppo fisico e neurologico. Allo stesso tempo, i bambini hanno una minore capacità di
valutare i rischi. Potrebbero trovarsi a giocare o a lavorare all’interno o vicino ad un’area a rischio di
contaminazione semplicemente perché non sanno leggere i cartelli. Questo problema diviene più evidente
se consideriamo che i bambini sfortunatamente rappresentano ancora, in molti contesti, una percentuale
molto elevata della forza lavoro rurale.
L’agricoltura è il settore più pericoloso in questo ambito?
L’agricoltura è uno dei tre settori più pericolosi in assoluto per i lavoratori di tutte le età in termini di morti sul
lavoro, incidenti non fatali e malattie professionali, ed è ancor più pericoloso per i bambini. I numeri possono
aiutare a chiarire le dimensioni del problema: secondo le ultime stime dell’ILO, ci sono circa 215 milioni di
minori lavoratori nel mondo, dei quali 115 milioni sono coinvolti in lavori pericolosi. Circa il 59% di questi (68
milioni) lavorano nell’agricoltura, la maggior parte in paesi in via di sviluppo. I pesticidi sono tra i più grandi
pericoli a cui i bambini e gli adulti sono esposti in agricoltura. È facile capire perché la riduzione di questi
rischi, la promozione di luoghi di lavoro più sicuri e più salubri, l’utilizzo di tecnologie più sicure e la riduzione
progressiva dell’utilizzo dei pesticidi porterà più lavoro dignitoso per gli adulti e migliorerà il benessere dei
bambini.
Può darci qualche esempio concreto del modo in cui i bambini possono essere esposti ai
pesticidi?
L’esempio più evidente è quello dei bambini che lavorano nei campi spargendo i prodotti chimici. Ma
esistono anche altre situazioni pericolose, come ad esempio quando le madri spruzzano i pesticidi tenendo il
proprio figlio sulla schiena, o quando i bambini lavano i vestiti da lavoro e le attrezzature protettive
contaminate dei propri genitori e sono esposti a residui tossici, o quando i pesticidi sono tenuti in casa. La
gran parte dei bambini subisce l’esposizione ambientale ai pesticidi lavorando, vivendo accanto o passando
attraverso campi trattati.
Come può la Convenzione di Rotterdam contribuire all’eliminazione del lavoro minorile?
Questo evento parallelo rappresenta un’importante opportunità per esplorare come la sinergia tra gli
strumenti dell’ILO (in particolare la Convenzione (n°138) sull’età minima lavorativa e la Convenzione (n°182)
sulle peggiori forme di lavoro minorile, ma anche la Convenzione (n°187) quadro per la promozione della
sicurezza e della salute sul lavoro e la Convenzione (n°184) sulla sicurezza e la salute in agricoltura) e la
Convenzione di Rotterdam, possa promuovere luoghi di lavoro più sicuri e salutari per tutti i lavoratori e
contribuire a ridurre l’esposizione dei bambini ai pesticidi ed ai prodotti chimici pericolosi. Esistono molte
misure che possono fare la differenza. Per esempio, la Convenzione di Rotterdam prevede lo scambio di
informazioni tra le parti sui prodotti chimici e queste informazioni potrebbero essere integrate nella lista dei
lavori pericolosi che definisce, a livello nazionale, quelle mansioni ed occupazioni che sono proibite per i
minori di 18 anni. Prestare una maggiore attenzione alle sostanze pericolose per i bambini potrebbe
contribuire a proteggerli dalle sostanze stesse e a salvaguardare il loro ambiente.
Anche il settore privato può svolgere un ruolo importante fornendo informazioni trasparenti ed una
formazione appropriata ai lavoratori, nonché alle organizzazioni dei lavoratori, al fine di promuovere luoghi di
lavoro più sicuri. In ogni caso, il contributo più significativo sarebbe quello di una maggiore sensibilizzazione
e collaborazione per promuovere pratiche e tecnologie più sicure in agricoltura, come la produzione
integrata e la gestione dei pesticidi, la riduzione del loro utilizzo e la loro progressiva eliminazione, nonché lo
sviluppo di mezzi alternativi più sicuri.
Come può la riduzione dell’utilizzo di pesticidi pericolosi promuovere l’occupazione
giovanile in agricoltura?
I giovani che hanno raggiunto l’età minima legale per lavorare possono essere assunti senza rischi in
agricoltura se sono garantiti buoni livelli di sicurezza e salute sul lavoro. I lavori pericolosi dei bambini al di
sopra dell’età minima possono essere trasformati in occupazione per i giovani grazie all’eliminazione o alla
sostituzione di rischi, come quelli derivanti dai pesticidi.