RISOLUZIONE N. 67 Stato di crisi del Settore Agricolo della Regione Abruzzo Il Consiglio Regionale Premesso che la crisi economica e finanziaria ha interessato per la maggior parte i comparti produttivi della Regione e che in particolare ha colpito duramente il settore delle produzioni agricole, allargando le difficoltà strutturali in cui versa il mondo agricolo; Considerato che l’ agricoltura in Abruzzo ha rappresentato il vero “ ascensore sociale” in quanto la tenuta dell’economia agricola ha rappresentato fonti di reddito per consentire alla generazioni successive di accedere a nuove opportunità di formazione, di studio di professioni; RILEVATO che è sempre più pressante l’allarme lanciato dal mondo delle Aziende Agricole della Regione che denunciano l’impossibilità di tenuta stessa del comparto, con l’evidente rischio che venga compromesso in modo irreversibile il lavoro, gli investimenti realizzati da intere famiglie di agricoltori; RILEVATO che da anni assistiamo ad un inesorabile aumento di costi di produzione a fronte di una riduzione di prezzi all’origine dei prodotti agricoli; CONSIDEATO che le risorse del Piano di Sviluppo Rurale come da esito degli ultimi bandi non riescono a soddisfare le domande e che comunque le stesse risorse non possono rappresentare interventi strutturali volte alla tenuta del sistema economico sociale del mondo agricolo: IMPEGNA La Giunta Regionale tramite l’Assessore Regionale all’Agricoltura Mauro Febbo 1) a richiedere al Governo Nazionale il riconoscimento dello stato di crisi del comparto agricolo ed agro alimentare; 2) ad aprire una vertenza con il Governo Nazionale al fine di individuare specifici interventi che consentano di fronteggiare le difficoltà economiche per le aziende agricole della Regione Abruzzo, ed in particolare: A)Interventi finanziari - possibilità di procedere a una rateizzazione finanziaria dei debiti in essere in un’ottica di ripianamento delle passività onerose e, contestualmente, una moratoria delle esecuzioni e delle procedure di pignoramento per la riscossione; - costituzione, nella finanziaria 2010, di uno specifico intervento a livello nazionale, che non si configuri come aiuto di Stato, che favorisca l’accesso al credito attraverso l’attivazione di opportuni strumenti finalizzati al rafforzamento dei Confidi agricoli e di Ismea; - interventi volti all’abbattimento dei costi delle garanzie concesse dai Confidi agricoli o delle controgaranzie concesse da ISMEA agli stessi Confidi; - misure per la ricapitalizzazione delle società di trasformazione e distribuzione; - per il mantenimento dei tassi sui mutui su livelli accettabili, diminuzione dello “spread” delle banche, che pur con la diminuzione dell’EURIBOR continuano ad aumentare (questa misura potrebbe essere negoziata con le banche, anche all’interno dei “contratti” di tesoreria, e potrebbe quindi non avere costi a carico dello Stato). B. Interventi fiscali - concessione del credito d'imposta per gli investimenti produttivi effettuati dalle aziende; - conferma delle agevolazioni contributive per le imprese che operano in zone svantaggiate e per i settori in crisi; - riduzione del cuneo fiscale per allineare la nostra situazione a quelle dei Paesi concorrenti; - eliminazione delle accise sui carburanti agricoli e riduzione o azzeramento dell’IVA per le aziende che effettuano investimenti strutturali nei settori in crisi; - riconoscimento del rimborso IVA (art. 30, comma 3, lett. c) del DPR 26/10/1972, n. 633) per l’acquisto di beni ammortizzabili effettuato dalle aziende agricole, relativamente a: - contratti preliminari di vendita; - spese di miglioramento, trasformazione ed ampliamento di beni di terzi; - riconoscimento della Cassa Integrazione per le PMI agricole (attualmente non contemplate nelle procedure correnti); - esenzione degli oneri relativi ai tributi locali, per le concessioni governative e dei tributi consortili maturati nell’anno in corso C. Interventi previdenziali - la reintroduzione della sospensione dell’incremento annuale di 0,20 punti percentuali della contribuzione pensionistica; - il mantenimento dell’incremento delle agevolazioni contributive, fino al 68%, per le zone svantaggiate e, fino al 75%, per quelle particolarmente svantaggiate; - una rivisitazione dei termini e delle modalità per dare una definitiva soluzione ai contenziosi INPS; D. Interventi infrastrutturali - disponibilità finanziarie adeguate per consentire una rete di infrastrutture nelle zone rurali quale condizione indispensabile per ogni ipotesi di sviluppo socio economico del territorio, a partire dal potenziamento dell’elttrificazione rurale della Regione, sistemi irrigui adeguati, viabilità rurale L’Aquila, 01.12.2009